Riprendere in mano il blog dopo
il rientro dalle ferie è sempre difficile. Per quanto la pausa sia stata solo
di due settimane, mi riavvicino a questa pagina bianca con un po’ di timore.
Non è che non sappia cosa scrivere, anzi, ho letto ben cinque libri e di cose da dire ne ho eccome.
Semplicemente non mi va di esordire con una recensione, così,
come se non avessi interrotto momentaneamente le pubblicazioni.
E quindi ho deciso di ripartire con un post con alcune considerazioni nate in queste due settimane di vacanza.
Tranquilli, non ho intenzione di raccontarvi per filo e per segno quello che abbiamo fatto, non parlerò dei bellissimi posti che ho visitato né delle strade
impervie per raggiungerli (la Corsica è stupenda, ma nella parte nord
occidentale e sul dito le strade sono molto, come dire, “pittoresche”… in
alcune ci sono persino delle carcasse di auto nei burroni, così, per farvi
stare tranquilli), e tanto meno di tutte le cose buone che ho mangiato e del
vino bevuto (in Corsica si mangia e si beve davvero, davvero bene). Sono un blog di libri, io, mica di viaggi!
No, le mie
considerazioni riguardano la lettura in vacanza.
Murales su una libreria a Ilé-Rousse |
Quando si va in vacanza all'estero
una delle primissime cose che si notano rispetto all’Italia è la quantità di persone
che leggono. Sulle spiagge soprattutto, leggono praticamente tutti (quelli che
non sono italiani…). Ed è una cosa bella, un po’ perché qui da noi non ci
siamo tanto abituati (lettori ce ne sono anche in Italia eh, non è che voglio
sempre criticare o fare di tutta l’erba un fascio), un po’ perché vedere intere
famiglie di lettori è una cosa che, a noi sensibili e romantici nei confronti
dei libri e della lettura, riempie sempre un po’ il cuore.
Abituati all'Italia, è strano ritrovarsi
in spiaggia circondati da altri lettori (ok, una mattina molti di questi erano
nudi, sebbene non fosse una spiaggia per nudisti la nostra, ma sono dettagli),
vedere altre persone, di tutte le età, alternare chiacchiere, castelli di
sabbia, bagni in mare e momenti di lettura sotto l’ombrellone.
Non credo sia meramente una questione di prezzo, perché come abbiamo già detto più e più volte i libri sono accessibili anche a chi non può spendere soldi (biblioteche, prestiti, book crossing, mercatini, etc etc), ma di "cultura" ed educazione alla lettura.
In Francia comunque, i prezzi dei libri come da noi. Con la differenza, enorme, che lì lo sconto fisso ai supermercati non è del 15% ma del 5%. Una cosa risaputa, così come lo è tutta la politica di difesa dei libri e delle librerie attuata negli anni dal governo francese, che però fa sì che la scelta tra comprare al supermercato e comprare in una libreria non sia una questione di prezzo. (E io sono più che convinta che una cosa del genere andrebbe imposta anche qui da noi, al posto della legge Levi e di quegli sconti casuali che soprattutto i grandi editori aggirano in continuazione).
In Francia comunque, i prezzi dei libri come da noi. Con la differenza, enorme, che lì lo sconto fisso ai supermercati non è del 15% ma del 5%. Una cosa risaputa, così come lo è tutta la politica di difesa dei libri e delle librerie attuata negli anni dal governo francese, che però fa sì che la scelta tra comprare al supermercato e comprare in una libreria non sia una questione di prezzo. (E io sono più che convinta che una cosa del genere andrebbe imposta anche qui da noi, al posto della legge Levi e di quegli sconti casuali che soprattutto i grandi editori aggirano in continuazione).
La cosa più sorprendente, almeno
inizialmente, è stata però vedere quante persone leggessero sul traghetto del
ritorno. E lì molti erano italiani. Riflettendoci però con calma la motivazione
è semplice, oltre che un pochino triste: sui traghetti gli smartphone non sono
connessi a internet e anche se hai delle app installate, non è che puoi giocare
per sei ore di fila a Candy Crush. Quindi si riscoprono i libri. Ed è stato
bello vedere che non c’erano solo i best seller ma anche molti libri di editori
minori: nei miei giri di ricognizione (perché sì, quando c’è gente che legge io
sbircio sempre che cosa sta leggendo) ho beccato diversi e/o, qualche
66thand2nd, un po’ di minimumfax (che
sul traghetto dell’andata c’era Paolo Cognetti ve lo racconterò poi un’altra
volta va), di Fazi e di Beat, oltre ovviamente agli Einaudi, ai Feltrinelli e,
non posso negarlo, a qualche sfumatura.
Insegna di una biblioteca a Calvi, chiusa purtroppo |
Quindi le cose sono due: da un
lato, c’è una buona fetta di lettori che legge sempre e a prescindere e non si
lascia convincere solo dal libro acclamato (a meno che non ci fosse una
convention di lettori forti sul mio traghetto, ma dubito), dall’altro c’è gente
che legge davvero solo quando non ha nient’altro da fare. Ok, sì, si poteva
guardare un po’ di tv, fissa però su italia 1 e repliche vecchissime dei
Simpson, o giocare a qualche videogioco del primo dopoguerra sul ponte sei.
In generale, l’impressione è che
leggere sia visto da alcuni come l’ultima spiaggia per fronteggiare la noia. “Vabbè,
leggo va, finché lo smartphone non prende la rete”.
La cosa bella sarebbe riuscire a far capire a queste persone che, quando sono a terra, possono fare convivere entrambe le cose, leggere e usare lo smartphone.
Bene, il primo post di rientro
dalle ferie è finito. Forse ho detto qualche ovvietà, e me ne scuso, ma il mio
cervello ci mette sempre un po’ a carburare dopo essere stato spento per quasi
due settimane. In ogni caso, se ancora siete in vacanza, provate a dare un'occhiata anche voi a quanti lettori ci sono oltre a voi, così, anche solo per curiosità, per scoprire se le statistiche sono davvero così terribili come ahimè sembrano e se all'estero, forse, c'è qualche speranza in più.
Da lunedì ritornano le recensioni!
Da lunedì ritornano le recensioni!
Bentornata, Elisa! Non so se ti possa consolare, ma un paio di anni fa i sondaggi dicevano che i Francesi leggono meno di noi e, nel corso della mia vacanza in Provenza, ho notato che tante nostre "magagne" (non solo quella della scarsità di lettori) sono ben diffuse anche oltre i confini. Al mare sono stata solo una giornata, e di libri non ne ho visti, mentre ne ero circondata quando andavo nelle Marche, zona spiaggia libera e distrazioni assenti; per contro, ne ho visti ben ZERO, oltre ai miei, l'anno scorso in Puglia, nella spiaggia del villaggio, che probabilmente, con l'animazione, funzionava come gli smartphone nello scoraggiare la lettura. Insomma, probabilmente molte attrattive distraggono dalla lettura o i lettori si concentrano in determinati spazi, dove si può stare più tranquilli. Non so, magari resterà un arcano e noi continueremo a fare le mosche bianche con i nostri malloppi librosi! XD
RispondiEliminaE' troppo bello leggere in vacanza, al mare sotto l'ombrellone <3
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