mercoledì 15 luglio 2015

Due titoli, un solo libro: ma perché? Speciale Harper Lee

Torna in via del tutto eccezionale la rubrica Due titoli, un solo libro: ma perché. Ve la ricordate, vero? Quella rubrica in cui viene fatto un confronto tra il titolo originale di un romanzo e la sua “traduzione” (le virgolette sono d’obbligo) nella nostra lingua. In realtà non ho mai smesso di controllare i titoli, dei libri che ho in casa o di soppiatto, in libreria, semplicemente mi ero resa conto che forse stava diventando un po’ troppo ripetitiva.

Ma oggi torna, vi dicevo, per rendere omaggio all'autrice di uno dei libri che più di tutti hanno subito un cambiamento drastico nel passaggio all'italiano. Un cambiamento drastico, ma più che motivato.
Immagino abbiate già capito di chi sto parlando. Dopo un’attesa di più di cinquantanni, è uscito infatti ieri negli Stati Uniti, pubblicato da HarperCollins Go set a watchman di Harper Lee, l’autrice di To kill a mockingbird, il nostro Il buio oltre la siepe. Un evento talmente tanto atteso che in alcuni paesi americani, tra cui quello di origine di Harper Lee, sono state organizzate delle vere e proprie veglie in attesa della mezzanotte (come succedeva con Harry Potter, ma lì erano ragazzini). 


Se avete letto un po’ di anticipazioni, già sapete che questo nuovo romanzo è una sorta di sequel di Il buio oltre la siepe, anche se è stato in realtà scritto prima. (E se avete letto un po’ di gossip, sapete anche che c’è stata una lunga diatriba su se sia stata davvero Harper Lee, ormai un’anziana signora con diversi problemi di salute, a decidere di pubblicare il libro o se le abbiano fatto firmare un foglio più o meno consapevolmente).

Il buio oltre la siepe è un libro, secondo me, bellissimo. Uno di quei libri imprescindibili (sì, lo so, molti lettori storcono un po’ il naso di fronte al concetto di “libri imprescindibili”, ché nessuno deve dirgli cosa devono leggere, etc, etc… però, ecco, credo che per una formazione e una cultura di base come lettore Il buio oltre la siepe sia fondamentale, e da questa posizione non ho alcuna intenzione di smuovermi), che tutti i lettori appassionati almeno una volta nella loro vita dovrebbero leggere.

E, per quanto sia io preferisca sempre le traduzioni dei titoli originali, il cambiamento da To kill a mocking bird a Il buio oltre la siepe mi ha sempre convinta (per maggiori informazioni vi rimando al post in cui ne avevo parlato).

Ero quindi molto curiosa di sapere che cosa sarebbe successo al titolo di questo secondo romanzo. Avrebbero cercato di tradurre letteralmente? Avrebbero cambiato con qualcosa di altrettanto evocativo come è successo con il primo? Avrebbero cambiato drasticamente e senza alcuna logica?
Anche se il libro in Italia uscirà a novembre, con la traduzione di Vincenzo Mantovani, si sa già che l’editore italiano, sempre Feltrinelli, ha optato questa volta per la traduzione letterale dell’originale. Quindi, Go set a watchman in italiano diventa Va’, metti una sentinella.



Sicuramente il titolo, oltre a essere appunto quello originale, ha un suo senso una volta letto il libro. Quindi è difficile parlarne in anticipo. La prima impressione però è quella di una frase e un'immagine un po' strana, di cui personalmente fatico a comprendere il significato senza avere un contesto.

Voi che ne pensate?

14 commenti:

  1. Condivido l'affermazione secondo cui Il buio oltre la siepe è un cardine fondamentale della propria cultura di base. E' uno dei pochi libri che sono stata contenta di leggere a scuola, collettivamente. Niente contro I promessi sposi, ok, ma è anche buono gettare il cuore oltre il Lago di Como...E anche la traduzione italiana del titolo è convincente, tant'è che To kill a mocking bird mi ha sempre lasciato un po' perplessa, nonostante ne conosca l'argomento. Ho letto qualcosa su questo nuovo libro, che dovrebbe essere un seguito, e quasi sicuramente lo comprerò, andandomi a rileggere il primo. Per quanto riguarda il titolo...è difficile esprimere un'opinione a caldo, senza averlo letto, senza cadere nel sentenzioso. Devo dire che non mi piace, a pelle, ma questo è sicuramente frutto di qualche mio preconcetto che non ho ancora messo bene a fuoco. L'unica è attendere di averlo letto, per trovargli una spiegazione logica e fondata.

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    1. Ti dirò, a me non erano dispiaciuti nemmeno I Promessi Sposi.
      Sicuramente Il buio oltre la siepe andrebbe fatto leggere nelle scuole (cosa che da me ad esempio non era successo) e dovrebbe far parte della cultura di base di ognuno di noi.

      Per quanto riguarda questo titolo, sì, effettivamente senza aver letto il libro è difficile dare un'opinione precisa.
      C'è però proprio qualcosa a livello di suono e di italiano che secondo me non funziona... mi incaglio ogni volta che provo a pronunciarlo :/

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    2. ...è l'idea del "va'". Stona con il mettere una sentinella. Una svilisce l'altro. Mah...preconcetti al lavoro...:-D

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  2. È vero, il titolo sembra essere scarsamente comprensibile, se non alla luce del libro stesso, di cui ovviamente non si sa nulla. Riflettevo sul fatto che magari fosse dovuto a una tendenza che da anni ormai domina, cioè quello di usare come titolo una frase, appunto estrapolata dal libro stesso. Chiaramente non lo so, né so se in America c'è pure una tale tendenza. È un'ipotesi :)

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    1. Non mi piace tanto quell'imperativo in copertina, non in quella forma almeno. Poi secondo me "metti una sentinella" non è italiano :P Spero davvero che poi leggendo il libro la mia opionione cambi! :)

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  3. Non mi piace per nulla, suona malissimo. Poi è troppo esortativo T_T Ci sta malemalemalemale.

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    1. Anche per me suona malissimo. Non mi sembra proprio italiano :S

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  4. Mi chiedevo proprio come sarebbe stato tradotto il titolo e, francamente, trovarmelo così stampato mi lascia un po'perplessa. Staremo a vedere la storia o eventuali rimandi al contenuto o a qualche frase pronunciata dai personaggi, ma così, a pelle, mi sembra che sia l'originale che la sua traduzione siano molto meno efficaci in confronto ai corrispettivi del primo capitolo.

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    1. Confido anche io che una volta letto il libro e visti i rimandi, l'effetto perplessità passi!

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  5. Il titolo dovrebbe essere una citazione. Solitamente i titolisti italiani tendono a non tradurle, per non affaticare troppo i lettori, per cui (in controtendenza) sono piacevolmente stupito dalla scelta di Feltrinelli.
    ... in realtà ho controllato, è in Isaia 21:6 e compare allo stesso modo nella vecchia e nella nuova CEI. E trattandosi di un verso biblico, implica più di quanto appare alla lettera. Certo, forse è più facile da capire in un covo di teocon. Infatti io inizialmente avevo pensato a Giovenale! :)

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    1. Cavolo, sai riconoscere una citazione biblica così, solo leggendola?? Tanta stima! :D

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    2. Eheh, no, ho fatto una ricerchina. Io appunto avevo pensato a un "guardiano" di altra estrazione. :)

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  6. Vergogna a me, perché non l'ho mai letto.
    Ho un'estate per rimediare: ce la farò!

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  7. ho pensato la stessa cosa sul titolo. Ma la cover grafica, con questo stile stilizzato non mi dispiace.

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