domenica 5 maggio 2013

IL SABOTATORE DI CAMPANE - Paolo Pasi


Sindaco e assessori sono preoccupati: la popolazione diminuisce di anno in anno e loro rischiano la poltrona se il comune verrà declassato a frazione. Un orologiaio anarchico, meglio conosciuto come il «sabotatore di campane», accenderà i riflettori su Roccapelata. Da tempo Gaetano Gurradi è in cammino per spegnere la voce di Dio in ricordo di un eccidio dimenticato. Stavolta, proprio quando sta per mettere a segno il «colpo», viene scoperto sul fatto dal parroco che, dopo una colluttazione, scivola giù per le scale e muore. L’anarchico si costituisce. Nessuno gli crede. Uno dopo l’altro i paesani sfilano davanti all’ambizioso magistrato che coordina le indagini, Astolfo Carugis, autoaccusandosi e svelando scheletri nell’armadio pur di ottenere notorietà. Gli aspiranti colpevoli richiamano così l’attenzione dei media sul paese moribondo.

Ci sono dei libri che ti lasciano semplicemente senza parole e che per quanto tu ti possa sforzare sai che non riuscirai mai a mettere per iscritto tutto quello che ti hanno trasmesso e ti hanno lasciato. Non succede tanto spesso, non tutti i libri hanno questo potere. Ci si accorge di trovarsi di fronte a uno di essi già mentre si legge, dopo poche pagine. Ci si ritrova immersi, diventa impossibile staccarsene e si arriva alla fine con uno strano senso di tristezza.
"Il sabotatore di campane" di Paolo Pasi è stato per me uno di questi libri. Sto cercando di fare chiarezza nei miei pensieri, di dare un senso logico a questa recensione che vorrei potesse essere all'altezza del libro, per paura di non riuscire a dargli il giusto merito. Sono decisamente spiazzata e un po' in difficoltà perché, devo ammetterlo, non me l'aspettavo proprio.

Dopo "Memorie di un sognatore abusivo", in cui Paolo Pasi portava il lettore in un mondo utopistico in cui l'unica tassa che i cittadini devono pagare è quella sui sogni, l'ambientazione di questo romanzo purtroppo di utopico ha poco o nulla. Siamo a Roccapelata, un piccolo paese governato da un sindaco e due assessori, in cui non succede mai nulla e per questo destinato a breve a scomparire. La gente se ne va o muore, bambini non ne nascono... insomma, bisogna inventarsi qualcosa.
Una notte giunge in paese Gaetano, un anarchico che porta avanti da anni una missione speciale: sabotare tutte le campane delle chiese, per impedire loro di suonare. Un gesto simbolico affinché nessuno dimentichi il terribile eccidio avvenuto nel '44 da parte dei fascisti, in cui solo il prete si è salvato proprio perché li aveva favoriti. Arrivato a Roccapelata però qualcosa va storto, il sacerdote lo scopre e, durante una collutazione, scivola, batte la testa e muore. Gaetano si dichiara subito colpevole. Ma il paese non vuole lasciarsi sfuggire un'occasione del genere. Un fatto di cronaca nera così grave è proprio ciò di cui ha bisogno per far parlare di sé a livello nazionale. Così a poco a poco tutti rivelano, chi in questura, chi direttamente ai giornali, fatti e testimonianze che, oltre alla confusione, portano il 90% degli abitanti nel registro degli indagati. E l'unico, solo, vero colpevole non viene tenuto in considerazione.

E' un libro molto particolare, che si divide in due livelli: da un lato c'è la storia di Gaetano e di Roccapelata dal momento del tentativo di sabotaggio e della "follia" che questo scaturisce in tutti gli abitanti. Dall'altro c'è il passato dell'uomo come anarchico che permette al lettore di capire come sia arrivato lì.
Il primo livello inizialmente fa sorridere, è grottesco. Ma a un certo punto diventa impossibile non fermarsi un attimo a riflettere, per scoprire quante similitudini, sebbene qui sicuramente marcate, ci siano con la vita reale, con i giornali e le televisioni che si trasformano in sciacalli di fronte agli omicidi e con la mania di protagonismo che troppo spesso colpisce anche le persone più impensabili, disposte a tutto per due minuti di fama. La storia del passato di Gaetano invece fa commuovere. Il rapporto con il padre, vero fautore del suo pensiero anarchico, quello con gli altri anarchici, la voglia di innamorarsi ma l'impossibilità di fermarsi in un posto per sempre. La stanchezza che viene con gli anni, l'incredulità di fronte all'ignoranza di certe persone, che preferiscono nascondere la verità e cercare la soluzione più conveniente. La voglia di non arrendersi, anche quando non ce la si fa più, e il bisogno di avere accanto qualcuno che ci sostenga e che, se non ci crede, almeno ci riesce a capire.

Il risultato finale è semplicemente incredibile. Davvero, non riuscivo a smettere di leggere e anche adesso, a distanza di qualche ora dalla fine del libro, sento ancora il bisogno di aprirlo, di leggere qualche pagina, di ritornare per un attimo a Roccapelata per rendermi conto dell'assurdità verso cui sta tendendo il mondo, o di leggere qualche pensiero di Gaetano, dei suoi ideali, condivisibili o meno, ma comunque molto forti.
Come vi dicevo all'inizio, non me l'aspettavo. E credo che questo libro mi seguirà per un bel po'.
Assolutamente consigliato!

"Sabotare una campana non è così difficile. Occorrono pochi attrezzi, tempismo e capacità di adattamento alle circostanze. Agire di notte, in primo luogo. Spesso è sufficiente calarsi sotto la bocca della campana e allentare i bulloni che reggono il batacchio, l'ugola di Dio, come la chiamava Libero. Oppure si può liberare il batacchio tranciando la striscia di cuoio che lo assicura all'asola della campana. Nelle situazioni più difficili, quando il tempo scarso o la rimozioni impossibile, si può sempre optare per uno straccio avvolto attorno all'ugola. [...].
Sono sempre scappato prima che il paese si svegliasse, ma sempre avrei voluto fermarmi per godermi la scena."

Titolo: Il sabotatore di campane
Autore: Paolo Pasi
Pagine: 199
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: Edizioni Spartaco
ISBN: 978-88-96350-32-4
Prezzo di copertina: 12,00€
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formato brossura: Il sabotatore di campane

11 commenti:

  1. E citando i gabbiani di Alla ricerca di Nemo, dico 'mio'. Assolutamente. Capita di rado che venga dato tanto senso all'assurdità.

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    1. Sì, devi assolutamente leggerlo! Non credo sia possibile rimanerne delusi.

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  2. Ecco, io lo so che certe recensioni non debbo leggerle perché poi mi avvincono e provo il morboso desiderio di leggerlo. Per Torino mi sa che sarò indulgente con il mio limite di acquisti...

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    1. Dai... è di una casa editrice piccolina... è scritto molto bene, molto ben curato anche a livello di editing e impaginazione... e poi la storia è davvero stupenda... direi che puoi ampiamente ridimensionare il tuo limite :P

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    2. Io me lo sono scritto. Se poi a Torino lo vedo in giro (e se non mi dimentico il taccuino) penso che lo prenderò!

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    3. Non ho fatto a tempo a dirtelo, ma alla fine l'ho preso! ;)

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    4. Fammi poi sapere allora!! :)

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    5. Per inciso, così che non si dica che poi mi dimentico, l'ho letto e apprezzato! Ci ho messo un anno ma ne è valsa la pena. Terribile come alla fine anche il nostro Gaetano si debba piegare alla realtà grottesca del paesello - o della società tutta?

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  3. Ricordo molto bene la tua recensione sul libro precedente dell'autore, "Memorie di un sognatore abusivo". Sicuramente anche questo mi incuriosisce molto. Bella recensione :)

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  4. Cara "Lettrice",mi presento,son un neolettore che si è avvicinato ai libri solo da poco tempo ma già fegato,nervi e funzioni varie ne hanno già colto i saggi effetti curativi^^
    bisogna ammetterlo Roccapelata,i vari personaggi descritti e i 3 mebri del comune non sono altro che la triste rappresentazione della nostra società odierna.. con metropoli sempre più villane... e aimè classi politiche ormai obsolete rispetto alle reali necessità dei cittadini.. Ps un saluto!

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