mercoledì 3 aprile 2013

Due titoli, un solo libro: ma perché? #28

Per la puntata di questa settimana del confronto tra i titoli sono andata dritta dritta verso un libro presente nella mia libreria, di cui avevo già in mente di parlare da un po' ma che poi, per un motivo o per l'altro, ho sempre rimandato. Principalmente perché il libro in questione non mi era piaciuto per nulla. Però poi, pensandoci, a livello di cambiamento di titolo è un esempio molto interessante, di quelli che fai fatica a etichettare come giusto o sbagliato.

Il libro in questione è LA COTE 400 ovvero LA CUSTODE DI LIBRI di Sophie Divry:


Il romanzo è uscito in lingua originale nel 2010 e poi tradotto dal francese per la casa editrice Einaudi nel 2012 da Giusi Barbiani. Si tratta di un monologo, quello che la protagonista, bibliotecaria di una cittadina, fa a un frequentatore della biblioteca, che ha il brutto vizio di utilizzarla come bivacco notturno. Un potenziale micidiale, a mio avviso assolutamente sprecato con un personaggio antipatico e irritante. 

Comunque. Per quanto riguarda il titolo, come si può vedere la differenza tra originale e traduzione è davvero molto marcata. Come viene spiegato già nelle prime pagine del romanzo, "La cote 400" fa riferimento alla classificazione decimale Dewey, uno schema di classificazione bibliografia per argomenti, organizzati gerarchicamente, che è stata sviluppata nel 1876 da Melvil Dewey e poi con il tempo accresciuta e modificata. Questo sistema è molto diffuso nelle biblioteche, perché consente una classificazione chiara e univoca, facile da identificare per gli addetti ai lavori (pensandoci io stessa mi ero sempre chiesta, girovagando per la biblioteca della mia città, a che cosa corrispondessero quegli strani numeri sulle coste dei libri).

I numeri da 400 a 499 si riferiscono a linguaggio e alla linguistica e ogni decimale corrisponde a un sottoargomento preciso ( il 450 ad esempio, è il numero delle Lingue italiana, rumena e affini). 

Bisogna ammettere che, per chi non è addetto ai lavori, una traduzione letterale del titolo probabilmente non avrebbe avuto un grande potere evocativo, sebbene come vi dicevo prima questi numeri vengono spiegati già dalle prime pagine. Si è cercato quindi un titolo che rimandasse comunque all'ambiente della biblioteca e si focalizzasse sulla sua protagonista. Si è quindi approdati a "La custode di libri". Onestamente non riesco a decidere se questo titolo mi convinca o meno. E' immediato, certo. Non è poi nemmeno così lontano dalla trama. Però mi ricordo che quando ero arrivata alla fine, forse in preda all'irritazione post-lettura di un libro per nulla all'altezza delle mie aspettative, lo avevo giudicato in qualche modo fuorviante e sbagliato.

Voi che dite?

8 commenti:

  1. Io penso che avrebbero potuto osare e provare con un titolo che contenesse in qualche modo il riferimento alla linguistica, visto che il titolo originale indirizza il lettore consapevole a quella branca particolare.
    Così si sarebbe ottenuto il duplice effetto di semplificare un titolo per "addetti ai lavori" e di ottenere una traduzione più vicina all'originale.
    Almeno, questo è quel che penso io :)

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    1. Concordo con te!
      Forse avrei lasciato addirittura l'originale... ma se proprio non si poteva almeno un riferimento un po' più preciso comunque lo avrei fatto.

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  2. Non ho letto il libro, ergo non so se il titolo italiano possa comunque rendere giustizia al contenuto.
    Però, noto con dispiacere come, al solito, si preferisca sottostimare l'intelligenza dei nostri lettori e dare per scontato che uno sforzo, una curiosità, un amo meno che "facile" non siano alla nostra portata.

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    1. Esatto! E' anche questo che mi fa arrabbiare! Anche in Francia mica tutti sanno cosa sia il sistema Dewey eppure il libro lo han venduto lo stesso, no? Anche perché poi lo spiega entro le prime 5 pagine

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  3. Oddio, il riferimento alla Dewey è fantastico. Magari un po' ignoto, però fantastico. Sono d'accordo con Camilla, ci sarebbe voluto qualcosa di più linguistico. Che poi 'la custode dei libri' sarà anche un titolo immediato, però 'custode' fa venire in mente qualcosa di molto più misterioso rispetto alla trama che mi pare di ricordare...
    Comunque ieri sono incappata in un titolo tremendo e volevo linkartelo ma poi mi sono dimenticata e non so più dove trovarlo T^T però c'entravano vento e cannella e altra roba.

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    1. "Il vento che sa di miele e di cannella"? Indovina da che casa editrice è edito :P

      Io avevo trovato il titolo "La custode di libri" molto fuorviante, già solo un "la bibliotecaria" secondo me sarebbe andato meglio

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  4. Molto bella come rubrica. Io detesto quando cambiano i titoli ai libri. Sarebbe come se andassi in un altro stato e mi chiamassero Giovanna perchè Francesca è difficile da pronunciare o da capire...
    Io ho detestato il titolo Le bugie hanno le gonne corte che non c'entra niente di niente con il libro, mentre l'originale suonava come 'le vite segrete dei vestiti' che aveva tutta la sua ragion d'essere.
    Stessa cosa per 'In her shoes' tradotto in italiano con 'A letto con Meggia'... come direbbe la Gialapa's ... Ma perchè???

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    1. Pensa che una mia amica ha comprato "le bugie hanno le gonne corte" in lingua originale e poi l'ha ricomprato in italiano, con questo titolo osceno, senza sapere che fosse lo stesso libro, proprio perché non c'entrava assolutamente nulla!

      Alcuni cambi sono davvero ingiustificabili.

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