Per Lulù, protagonista di questa opera prima, l'erotismo ha i caratteri di un'ossessione, di una condanna da scontare, di un richiamo che la spinge a sperimentare le estreme, più offensive forme di trasgressione: conseguenza paradossale di una prima, violenta e tenera esperienza avuta a quindici anni con Pablo, amico di famiglia di dodici anni più vecchio di lei, e del rapporto che i due hanno coltivato nella lontananza e nel desiderio fino a ritrovarsi e a sposarsi. Ma è un rapporto fondato sulla pratica del libertinaggio. La prossima età di Lulù sarà quella della fuga da Pablo e del tentativo di costruire un'esistenza autonoma: rimane però, irresistibile, l'attrazione per la sessualità più torbida e sfrenata, incarnata nella intensa figura di Ely.
Recensire un libro come questo è per me un'impresa difficile. Mi dimentico sempre, quando leggo romanzi come questo (ma anche come quelli di Lucía Extebarria) di quanto sia diverso il rapporto che gli autori e le autrici spagnole abbiano con il sesso. Ne parlano facilmente, lo descrivono in maniera diretta e impudica, facendoti entrare a pieno nelle scene descritte. E questo romanzo parla solo ed esclusivamente di sesso, per quanto nella quarta di copertina si sia tentato di mettere in mezzo una descrizione della societ' post franchista.
Si parla di sesso, non di sesso come amore, ma di sesso come possesso, come perversione, come qualcosa che ci impedisce di pensare e che ci trascina nei punti piú bassi di noi stessi. E di solito non ci arriviamo da soli, ma c'è qualcuno che ci trascina giú. Lulú si fa trascinare dal suo amore per Pablo, un uomo più grande di lei che vorrebbe impedirle di crescere, che la vede sempre bambina e che la usa a suo piacimento, nascondendosi dietro all'amore. E forse la ama davvero, perché alla fine nemmeno lui riesce a stare senza di lei.
Non lo so, non so bene che dire. Sono ancora un po' sconvolta dalla durezza e dall'esplicita' di questo romanzo. E anche da quanto in basso, seppur in un romanzo, si possa arrivare per seguire le proprie pulsioni. Non lo so
Di certo non lo consiglierò a nessuno.
Nota alla traduzione> ben fatta direi
Recensire un libro come questo è per me un'impresa difficile. Mi dimentico sempre, quando leggo romanzi come questo (ma anche come quelli di Lucía Extebarria) di quanto sia diverso il rapporto che gli autori e le autrici spagnole abbiano con il sesso. Ne parlano facilmente, lo descrivono in maniera diretta e impudica, facendoti entrare a pieno nelle scene descritte. E questo romanzo parla solo ed esclusivamente di sesso, per quanto nella quarta di copertina si sia tentato di mettere in mezzo una descrizione della societ' post franchista.
Si parla di sesso, non di sesso come amore, ma di sesso come possesso, come perversione, come qualcosa che ci impedisce di pensare e che ci trascina nei punti piú bassi di noi stessi. E di solito non ci arriviamo da soli, ma c'è qualcuno che ci trascina giú. Lulú si fa trascinare dal suo amore per Pablo, un uomo più grande di lei che vorrebbe impedirle di crescere, che la vede sempre bambina e che la usa a suo piacimento, nascondendosi dietro all'amore. E forse la ama davvero, perché alla fine nemmeno lui riesce a stare senza di lei.
Non lo so, non so bene che dire. Sono ancora un po' sconvolta dalla durezza e dall'esplicita' di questo romanzo. E anche da quanto in basso, seppur in un romanzo, si possa arrivare per seguire le proprie pulsioni. Non lo so
Di certo non lo consiglierò a nessuno.
Nota alla traduzione> ben fatta direi