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domenica 29 dicembre 2019

Il mio 2019 in libri

A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai... 

come trovare finalmente il tempo di aggiornare il proprio blog dopo mesi di silenzio imbarazzante!
Eh sì, è da inizio settembre che non riesco ad avere un momento libero lungo a sufficienza da scrivere un post di senso compiuto. E così non ho raccontato dei bellissimi incontri al Festivaletteratura di Mantova, delle pochissime ma buonissime letture degli ultimi mesi e, soprattutto e con enorme rammarico, non ho festeggiato come si deve i dieci anni del blog, che cadevano a ottobre.  Ma sono stata risucchiata dal vortice del lavoro: sono stata riassunta a scuola, ho tradotto e sto ancora traducendo dei libri per bambini, ho continuato a editare e leggere per lavoro... insomma, capite che mi è rimasto a malapena il tempo di respirare, figuriamoci quello per aggiornare il blog.
Ma ora ci sono le vacanze di Natale e tra una mangiata e l’altra, posso finalmente togliere un po’ di polvere e ragnatele da queste pagine e dedicarmi ai tradizionali bilanci di lettura di fine anno. 

Che palle, direte voi, stiamo leggendo classifiche e liste ovunque. 

E ora vi beccate anche le mie, ecco.

©Ann Decemebre

Il 2019 è stato per me un anno di poche letture. O meglio, ho letto tantissimi libri, ma per lavoro... al punto che leggere per piacere è diventato quasi una sofferenza (“non si può mica sempre leggere” è stata una delle frasi che ho ripetuto più spesso quest’anno, e se ci penso mi sembra davvero incredibile). Ho tamponato un po’ la situazione buttandomi sulle serie TV (guardate tutti “The Crown”, se ancora non l’avete fatto!), ma i libri un po’ mi sono mancati.
Ho letto poco, dicevamo. Quarantatré libri, stando ad aNobii. Però ho letto bene. Quando si ha poco tempo si selezionano meglio le proprie letture, ci si orienta fin da subito verso testi che si immagina possano piacere e questo riduce drasticamente il numero di libri brutti che ci capitano sottocchio. 

Di davvero evitabili, che non mi hanno lasciato quasi niente, ne ho solo due: La misura dell’uomo di Marco Malvaldi, libro con cui ho iniziato (malissimo) l’anno; e Diario di scuola di Daniel Pennac, che mi ha terribilmente annoiata e non mi ha insegnato nulla di applicabile su come entrare nelle classi e farmi ascoltare da alunni che di ascoltarmi non sempre hanno molta voglia. In entrambi i casi forse la colpa è stata mia che avevo riversato aspettative ingiustificabilmente alte (ma ehi, si trattava di Malvadi e di Pennac, era mio diritto aspettarmi tanto!) su due libri che sulla carta erano prevedibilmente noiosi.



Il 2019 però è stato anche l’anno di grandi scoperte. Ho finalmente letto i romanzi di Robert Galbraith, per esempio, e mi sono follemente innamorata di Cormoran Strike. 
Ho letto diversi fumetti, dagli ultimi due volumi della raccolta completa di strisce di Calvin&Hobbes, a Sio con le sue Storiemigranti e Vincent VanLove di Ernesto Anderle, fino a Mooncop di Tom Gauld, che ho avuto la fortuna di incontrare al Festivaletteratura di Mantova.



Ho conosciuto i gialli torinesi di Cristian Frascella e del suo Contrera e le Figlie di una nuova era di Carmen Korn. Ho letto commossa La versione della cameriera di Daniel Woodrell e vissuto La mia estate fortunata con Miriam Toews (il suo romanzo d’esordio, bellissimo). 
Ho scoperto quella gran donna di Dorothy Allison, leggendo prima Due o tre cose che so di sicuro, poi partecipando al suo incontro a Mantova, per poi approdare a La bastarda della Carolina.

E poi c’è stato Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin, uno dei romanzi più belli che abbia letto negli ultimi anni. Un libro che parla di perdite, di dolore, ma anche di rinascita e d’amore. Se mi venisse chiesto di scegliere un solo romanzo da consigliare, sarebbe sicuramente questo. E lo consiglierei proprio a tutti, a chi ha perso qualcuno che ama e ancora non riesce a farsene una ragione, ma anche a chi semplicemente ha voglia di leggere una storia che, alla fine, lo faccia stare in pace con se stesso.



E adesso sta per iniziare un nuovo anno. In questo 2020 mi piacerebbe avere più tempo per leggere e per riprendere ad aggiornare il blog con una maggior frequenza. Ma soprattutto spero di trovare tanti libri e tante storie belle, da leggere e da vivere.

mercoledì 28 agosto 2019

Festivaletteratura 2019: chi, cosa, dove, come, quando e perché

Tra una settimana esatta inizia il Festivaletteratura 2019, giunto quest'anno alla sua ventiduesima edizione. Da mercoledì 4 a domenica 8 settembre le piazze, i cortili e i palazzi di Mantova saranno invasi da eventi e incontri con gli autori. 
Chi segue il blog da qualche anno saprà già quanto io ami questo festival. Tra tutte le fiere e gli eventi legati al mondo dei libri a cui ho partecipato nel corso del tempo, il Festivaletteratura è il mio preferito in assoluto. I motivi sono quelli che ripeto tutti gli anni: i tortelli di zucca, la torta sbrisolona, la mostard... ah... no, scusate, questi sono solo motivi complementari (ma di uguale importanza). È un bel festival perché coinvolge davvero tutta la città, sia per i luoghi degli eventi sia perché gli autori e le autrici ospiti si mimetizzano con la gente, passeggiando allegramente per la città. E poi appunto, ci sono i tortelli di zucca e la sbrisolona.

L'illustrazione di quest'anno è di Sarah Mazzetti
Il programma di quest'anno è particolarmente ricco (o, detta come l'ho detta l'altro giorno a una mia amica che mi chiedeva se sarei andata anche quest'anno: "sì, perché c'è un programma della madonna!".), a compensare un po' quello leggermente sottotono dell'anno passato. 

L'elenco completo degli eventi lo trovate sul sito, insieme alle istruzioni sulla prenotazione dei biglietti (per chi non è socio, le prenotazioni aprono venerdì 30). Ricordo che la maggior parte degli eventi è a pagamento (6€ ovunque, tranne quelli che si tengono in Piazza Castello che costano 7€) ma ce ne sono anche parecchi gratuiti (tutti quelli in Tenda Sordello, per esempio).

Io qui ho fatto una mia personale selezione degli eventi che più mi interessano e a cui cercherò di partecipare nei giorni in cui sarò presente:

Giovedì 5 settembre:

h 15.00 FUMETTI E ROMANZI DI PROUST. Tom Gauld con Chiara Valerio - Chiostro del museo Diocesano


h 21.00 WORDS ARE VERY NECESSARY. Tom Gauld e Alessandro Sanna - Piazza Leon Battista Alberti

Venerdì 6 settembre:

h 11.00 PAY SOME ATTENTION. Joshua Cohen - Tenda Sordello

h 18.15 MADRI E FIGLIE CORAGGIO. Dorothy Allison e Gaia Manzini - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara

h 21.00 REINVENTARE L'AMERICA. Colson Whitehead e Stas' Gawronski - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara

Sabato 7 settembre

h 10.00 IL CLIMA SIAMO NOI. Jonathan Safran Foer con Carlo Annese - Palazzo Ducale, Piazza Castello.


h 18.15 UN SOGNO COLTIVATO A LUNGO. Gail Honeyman con Paola Saluzzi - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara

h 21.00 COME DIVENTIAMO LETTORI. Marianne Wolf e Alberto Manguel - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara


Domenica 8 settembre (anche se noi saremo già ripartiti, ma lo segnalo comunque perché se rimanessi a Mantova ci andrei di sicuro)

h 18.30 IL BISOGNO PRIMARIO DEL ROMANZO. Ian McEwan con Marcello Fois - Palazzo Ducale, Piazza Castello.


Ecco, questo è più o meno tutto quel che cercherò di andare a sentire. Poi probabilmente non ci riuscirò, ad alcuni eventi magari se ne sostituiranno altri e sicuramente mi perderò qualcosa di altrettanto bello. In ogni caso, non vedo l'ora di andarci.
Voi ci sarete? 

sabato 29 dicembre 2018

Le mie letture del 2018

E così finalmente questo 2018 giunge al termine. È stato un anno difficile, forse il peggiore in assoluto da che io mi ricordi, e ammetto che, pur sapendo che in realtà tra il 31 dicembre e il 1 gennaio non cambia assolutamente nulla, sapere che finisca mi fa tirare un sospiro di sollievo.
Qualche gioia durante l’anno c’è stata, sia chiaro: un paio di lavori che mi hanno fatto esclamare “oddio, che figata! Ma sta succedendo proprio a me?” (uno di questi lo troverete in libreria nei primi mesi del 2019); la vita matrimoniale che procede a gonfie vele; qualche bel film; qualche bella gita (tante mostre, quest’anno!); qualche bel momento con amici e persino un musical (Mary Poppins, al Teatro Nazionale a Milano... meraviglioso!), a cui non assistevo da un bel po’. Ma il tutto è stato offuscato da un grande dolore che ha gettato una cappa nera sulla seconda metà dell’anno: piano piano si sta un po’ diradando, ma dubito che se ne andrà mai del tutto e devo ancora capire come fare a conviverci (però giuro che mi sto impegnando). Quindi ecco, meno male che stai finendo, stupido 2018.

Anche per quanto riguarda le letture, quest’anno non è stato al massimo del suo potenziale. O meglio, lo è stato, se si considerassero tutti i libri che ho letto per lavoro, a discapito di quelli per piacere. Le mie letture personali si fermano a quota 55: che non sono poche, ma nemmeno tantissime rispetto al mio solito. È che tra i mille lavori, le mille letture (a cui segue una scheda, o una correzione, o una traduzione... ) e la conseguente stanchezza, sempre più spesso ultimamente, a me, lettrice rampante incallita, è capito di non avere voglia di leggere. A farne le spese è stato anche il blog, ovviamente, sempre più abbandonato a se stesso nonostante i miei sporadici post di buoni propositi, in cui promettevo che avrei cercato di aggiornarlo di più. E chissà che con il nuovo anno non ci riesca davvero.

© Georgiana Chitac

Ma veniamo ai bilanci di lettura veri e propri. Cinquantacinque libri, dicevamo (di cui uno, Lettere a Theo di Vincent Van Gogh, ancora in lettura, ma conto di finirlo entro il 31 dicembre); e la cosa bella è che sono state praticamente tutte letture che meritavano. Non tutti capolavori, ovviamente, ma di libri che avrei potuto tranquillamente risparmiarmi non ce ne sono stati.
Certo, magari un 200 pagine di All’inizio del settimo giorno di Luc Lang me le sarei evitate volentieri; forse forse mi sarei evitata anche qualche pippa mentale di Théodore e Dorothee di Alexander Postel o qualche eccessiva riflessione poetica di L'amore di Maurizio Maggiani, per non parlare di alcune parti di Asimmetria di Lisa Halliday... però anche questi qualcosa mi hanno lasciato.  E quindi, urrà, un anno di letture azzeccate!

Per quanto riguarda i libri belli, invece, ne ho letti diversi che, per un motivo o per l’altro, mi sono rimasti nel cuore. I migliori in assoluto, quelli che proprio mi porterò con me per tanti anni a venire, sono nove, ma anche per tutti gli altri ne è valsa sicuramente la pena. Specifico che non si tratta esclusivamente di libri usciti nel 2018... insomma, fa fede la data di lettura e non quella di pubblicazione.


L'ordine come sempre è casuale. E, come sempre, cliccando sul titolo del libro verrete rimandati alla recensione. Eccoli qui:

IL CLUB DEL LIBRO E DELLA TORTA DI BUCCE DI PATATE DI GUERNSEY di Mary Ann Shaffer & Annie Barrows, tradotto da Giovanna Scocchera ed Eleonora Rinaldi per Astoria edizioni: uno dei primi libri letti quest'anno e che mi è rimasto nel cuore. Anche se ancora non ho provato a preparare la torta di bucce di patate. (Molto bello anche il film che ne è stato tratto, uscito su Netflix ad agosto).

UN RAGAZZO D'ORO di Eli Gottlieb, tradotto da Assunta Martinese per minimum fax: di libri che parlano di autismo ce ne sono tantissimi, ma belli come questo non credo di averne mai letti. Un romanzo dolcissimo e terribile al tempo stesso, con un protagonista, Todd, che è impossibile non amare.

PATRIA di Fernando Aramburu, tradotto da Bruno Arpaia per Guanda editore: semplicemente un capolavoro.

CLESSIDRA di Dani Shapiro, tradotto da Gaja Cenciarelli per Clichy: una grande scoperta di quest'anno, un memoir sulla vita di coppia che mi ha commossa, perché se si vuole ce la si fa sempre, nonostante tutto.

LO ZOABLATORE di Sergio Olivotti, pubblicato da Lavieri edizioni: un libro illustrato, per bambini ma anche per adulti, divertente e con dei disegni semplicemente fenomenali.

MANHATTAN BEACH di Jennifer Egan, tradotto da Giovanna Granato per Mondadori: il mio primo romanzo di Jennifer Egan, a quanto dicono diversissimo da tutti gli altri suoi. A me è piaciuto tantissimo, davvero un bel "romanzone"

IL MARE DOVE NON SI TOCCA di Fabio Genovesi, pubblicato da Mondadori: Genovesi  per me è sempre una garanzia, soprattutto nei momenti più bui e tristi, perché ti insegna che sì, la vita a volte è davvero terribile, ma in un modo o nell'altro si riesce sempre a sorridere.

IL DINER NEL DESERTO di James Anderson, tradotto da Chiara Baffa per NN editore: quanto mi piacerebbe salire sul camion di Ben e andare in giro con lui per il deserto dello Utah.

DESTINO di Raffaella Romagnolo, edito da Rizzoli: ho un legame affettivo molto stretto con i luoghi che fanno d'ambientazione a questo romanzo, e quindi almeno in parte questo ha influito sul mio giudizio. Ma, cavolo, Raffaella Romagnolo scrive davvero bene ed è in grado di raccontare l'umanità e le vite che si nascondono dietro a ogni avvenimento storico.


Questi sono i nove che mi sono piaciuti di più in assoluto, ma in realtà se ne potrebbero menzionare anche altri: Vincoli di Kent Haruf per esempio (di cui qui ancora non c'è la recensione, ma merita), oppure La manutenzione dei sensi di Franco Faggiani... però una selezione va fatta e quindi mi fermo qui. Spero che anche voi abbiate letto tanti libri belli e, soprattutto, che con voi il 2018 abbia picchiato un po' meno forte. 

Sperando che il 2019 sia un po' meno doloroso e un po' più pieno di letture bellissime come queste (e di tempo per aggiornare il blog), vi auguro un buon anno nuovo, pieno di tutto ciò che più desiderate!