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lunedì 14 marzo 2016

L'ERA DI CUPIDIX - Paolo Pasi

Ci vuole poco a capire se una storia ha senso o meno, molto di più a uscirne. Quando ti innamori della persona sbagliata, puoi restarci dentro anni. E io non ho la vocazione al martirio.



Credo che sia capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di pensare «Quanto sarebbe bello poter prendere una pillola per potermi innamorare» (o far innamorare qualcuno di me). O forse, ancor più spesso, «Quanto sarebbe bello se esistesse una pillola che mi facesse smettere di soffrire per un amore passato, che mi facesse dimenticare i ricordi e mi permettesse di innamorarmi di nuovo». Poi magari se esistessero davvero non le prenderemmo, questo no, però il pensiero, almeno una volta, ha sfiorato tutti.

In L’era di Cupidix di Paolo Pasi, edito da Edizioni Spartaco, queste pillole esistono eccome. E, una volta lanciate sul mercato, hanno un successo strepitoso. Si parte con il Cupidix, la pastiglia che fa innamorare.

"Cupidix, la pillola per essere sempre innamorati.
[...] Cupidix era il sogni di una passionalità prolungata, e avrebbe risolto tanti problemi. Coppie scoppiate, eterni adolescenti, persone dall'animo sensibile ma dall'aspetto terrificante, romantici caratteriali, meteoropatici, depressi di tutte le generazioni, delinquenti abituali e maniaci occasionali. Un mercato senza confini. Bastava solo raggiungere in clienti."

Subito dopo arriva la pillola Disamor, per cercare di raggiungere quelli che il Cupidix non lo vogliono prendere perché troppo feriti dalla vita amorosa passata. 
Le due pillole si diffondono capillarmente nella società. Nessuno litiga più, vivono tutti d’amore e d’accordo. E se si è sofferto per amore, via, un bicchiere d’acqua e un Disamor e si è pronti per una nuova relazione. A poco a poco, però, qualcosa sembra incrinarsi, le due pillole stanno sviluppando degli effetti collaterali non tanto sulle persone quanto sulla società, che le rendono pericolose e difficili da gestire, tra movimenti di donne cornificate e una sorta di piattume affettivo, in cui tutti si amano e tutti si accoppiano, non necessariamente con il proprio partner. Finché non si pensa a una terza pillola, che dovrebbe riuscire a mettere d’accordo tutti.

Le vicende vengono raccontate attraverso tre storie: quella di Carlo, infermieri precario amante della musica, che a causa della sua tendenza a lasciarsi trascinare dalla passione non riesce a tenere in piedi una relazione stabile nel tempo; quella di Ada, che vorrebbe innamorarsi di nuovo ma proprio non riesce a dimenticare il suo ex che tanto l’ha fatta soffrire, e quella di Giovanni, che fa il pubblicitario proprio nell’azienda che produce le pillole miracolose, senza però averle mai provate.

L’era di Cupidix è un libro intelligente e molto originale, che da un lato mostra quanto difficile sia per le persone lasciarsi andare ai sentimenti e all'amore, superando ricordi dolorosi e difficoltà, e dall'altro che cosa succederebbe se davvero questo sentimenti si potessero stabilizzare con delle pillole. Un effetto devastante, come è facilmente immaginabile.

Di Paolo Pasi avevo già letto e apprezzato molto sia Memorie di un sognatore abusivo sia, soprattutto, Il sabotatore di campane, entrambi pubblicati da Edizioni Spartaco. Mi piace il modo in cui scrive, mi piace il suo modo di immaginare un futuro un po' distorto ma, pensandoci bene, possibile visto come si stanno evolvendo le cose oggi, e gli effetti devastanti che avrebbe sul mondo se si avverasse. E L'era di Cupidix forse mi è piaciuto ancora di più. Sarà che parla d'amore...
Insomma, consigliatissimo!


Titolo: L'era di Cupidix
Autore: Paolo Pasi
Pagine: 108
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Edizioni Spartaco
Prezzo di copertina: 10,00€
Acquista su Amazon:
formato brossura:

mercoledì 11 dicembre 2013

Due titoli, un solo libro: ma perché?#61

Dopo il viaggio a New York della settimana scorsa, nella puntata di oggi della rubrica di confronto tra titolo originale e titolo tradotto non andiamo da nessuna parte. Rimaniamo fermi qua, meglio se seduti, perché il confronto di oggi, per chi ancora non avesse visto in giro i libri di cui parlerò, potrebbe essere un po' scioccante.
Ammetto che, da quando l'ho notato, mi è sembrato sempre talmente tanto assurdo che ero perfino restia a parlarne. Mi sembrava un po' di sparare sulla croce rossa, mettendo in evidenza come questa maledetta moda dei titoli tutti uguali potesse davvero raggiungere livelli imbarazzanti. Però non ho avuto tempo di cercare altri libri, di fare ricerche più approfondite e quindi ho deciso di parlarne. Anche perché, diciamo la verità, voglio essere sicura che questo incredibile autogol arrivi a più persone possibile.

Qualche mese fa è uscito, per la casa editrice Garzanti, un romanzo dal titolo L'AMORE IN UN GIORNO DI PIOGGIA, scritto da Sarah Butler e tradotto da E. Budetta:


Sempre qualche mese fa è uscito, per la casa editrice Sperling & Kupfer, un romanzo dal titolo L'AMORE IN UN GIORNO DI PIOGGIA, scritto da Gwen Cooper e tradotto da G. Balducci:


Ovviamente, non ci potevo credere. Ho voluto anche dare il beneficio del dubbio alle due case editrici, andando a controllare i rispettivi titoli originali. E indovinate un po'? Nessuno dei due titoli originali corrisponde ai due titoli italiani.
Quello di Sarah Butler in originale si intitola, infatti, TEN THINGS I'VE LEARNED ABOUT LOVE

Tradotto letteralmente: Dieci cose che ho imparato sull'amore.

Quello di Gwen Cooper, invece, si intitola LOVE SAVES THE DAY

Tradotto letteralmente: L'amore salva la giornata.

Com'è possibile quindi che due libri che in originale hanno due titoli completamente diversi (l'unica cosa in comune è la parola amore sulla copertina), si siano ritrovati ad avere in italiano un titolo identico? 
Anche guardando la data di pubblicazione, è difficile capire di chi sia la disattenzione: entrambi sono usciti a settembre di quest'anno (il primo il 12 e il secondo il 10)... si tratta quindi di un'incredibile casualità? (in realtà pare che quello della Garzanti circolasse già qualche mese prima in ebook... ma per il momento non sono riuscita a trovare riscontri in proposito).
Può darsi quindi che sia una coincidenza, di quelle che fanno sorridere qualcuno ma sudare freddo altri, però ci terrei a sottolineare ancora una volta che se fossero stati mantenuti i titoli originali, questo non sarebbe mai successo.

E poi, porca misera, ma perché non hanno mantenuto le due bellissime copertine originali?