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venerdì 20 aprile 2018

CLESSIDRA - Dani Shapiro

Ci penso io, disse M. Un ritornello familiare, che ho sempre amato e al quale ho sempre desiderato poter credere. Questo desiderio - il mio desiderio - è parte del nostro matrimonio. Stiamo insieme da quasi vent'anni. Il picchio, le creature inquietanti, lo sciame di parole. La casa vecchia, la velocità del tempo, l'accrescersi della tristezza. Le cose che possono o non possono essere riparate. Ci penso io.

Io e mio marito siamo sposati da poco più di sei mesi. Prima c’è stato un annetto di convivenza, due mesi circa di corteggiamento consapevole, e non so dire quanti di parole prima sporadiche e poi sempre più impellenti, che ci hanno portato qui. A condividere una casa; a non avere più solo cose mie e sue, ma anche cose nostre; e un anello al dito, a sancire tutta l’intenzione di non lasciarci più.
Siamo quindi una coppia relativamente fresca, stiamo insieme da meno di due anni; e anche se qualche nostra abitudine, qualche piccola routine, già ce l’abbiamo, ne abbiamo ancora molte da sviluppare.

Forse è stato questo, il nostro essere ancora una coppia “giovane”, a spingermi verso Clessidra di Dani Shapiro, un memoir da poco pubblicato da edizioni Clichy e tradotto da Gaja Cenciarelli, in cui questa autrice americana racconta i suoi diciotto anni di matrimonio con il marito M. Diciotto anni, rispetto ai nostri quasi due, sono tantissimi e sicuramente tante sono le cose che si devono affrontare, e che potrebbero cambiare, in tutto quel tempo.

Loro, per esempio, hanno avuto un figlio e poi hanno rischiato di perderlo. Hanno dovuto affrontare lutti, malattie e perdite che sembrano incolmabili e che su di loro pesano ancora come un macigno; hanno avuto momenti pieni di lavoro (entrambi freelance, entrambi nel mondo della scrittura, lei vera e propria scrittrice, lui ex fotografo di guerra ora sceneggiatore) e altri di difficoltà ad arrivare a fine mese. Hanno avuto momenti di gelosie, di paure, di incomprensioni che, nel corso degli anni, un po’ li hanno allontanati pur rimanendo vicini. Momenti di “e se”, di rimpianti. Cose che all'esterno non si mostrano, ma che sono sempre presenti e non li abbandonano mai.
Quello che non pubblichiamo su Instagram: gli estratti conto; gli avvisi di mancato pagamento; le occhiate veloci che ci scambiamo quando nostro figlio non ci guarda. I doposbronza; le notti insonni; le rette scolastiche. Le e-mail con notizie spiacevoli; i moduli dell'assicurazione sulla vita. Le ultime volontà; i testamenti. I sospiri ansimanti. Il modo in cui talvolta ci abbracciamo la mattina presto - gli occhi gonfi, il caffè sul fuoco - e sprofondiamo la testa sulla spalla dell'altro. Andrà tutto bene, vero?Le braccia rafforzano la presa. Andrà tutto bene. Un linguaggio comune - come una colonna sonora della nostra vita - talmente familiare che ormai facciamo fatica a capire chi di noi stia parlando.

Dani Shapiro racconta tutto questo con intelligenza, senza nascondere nulla, senza dare la visione di un amore perfetto che si è mantenuto intatto e immutabile nel tempo, ma descrivendone tutti i cambiamenti, tutte le evoluzioni, tutte quelle piccole grandi cose della vita che avrebbero potuto intaccarlo e cambiarlo, e in parte lo hanno fatto senza però distruggerlo ma facendolo semplicemente maturare.

Clessidra mi ha commossa. Forse perché sono una romantica, che crede nel lieto fine e nell’amore che vince sopra ogni cosa, ma  non sono così ingenua da non sapere che la vita può metterti davanti di tutto, momenti bellissimi ma anche enormi difficoltà, in cui perdersi potrebbe essere un attimo.
I passi falsi e le cadute; gli errori di valutazione; i pericoli scampati: gli «avrei potuto». Sono arrivata a nutrire la convinzione che non sono tanto gli errori che commettiamo a influenzare la nostra vita, quanto il momento in cui li commettiamo. Ora c'è meno elasticità. Meno tempo per reagire. E quindi do ascolto a quel sussurro urgente e mi muovo con sempre maggiore circospezione. Tengo la mia vita con M. tra le mani con la stessa delicatezza che riservo alla maiolica che abbiamo riportato dalla luna di miele tempo fa. Siamo delicati. Siamo belli. Non siamo nuovi. Dobbiamo essere maneggiati con cura.
Dani e suo marito, però, dopo vent'anni d'amore e diciotto di matrimonio ce la stanno facendo, sono ancora insieme, nonostante tutto. E da questo memoir, che non è mai sdolcinato e non edulcora nulla, il loro amore emerge forte e chiaro in ogni pagina, in ogni dettaglio, in ogni parola che la scrittrice sceglie per raccontarlo e in ogni difficoltà che devono affrontare. Ed è bello, forte anche quando insicuro, e trasmette un sacco di speranza a chi invece è solo all'inizio, ma non desidera altro che avere esattamente lo stesso e farà di tutto per farlo succedere.
Il nostro mondo si restringerà quando la tempesta del tempo si abbatterà su di noi. Ci sbiancherà, metterà a nudo i nostri nodi, ci spezzerà come legna trasportata dal fiume. È questo restringimento - non l'incertezza - a essere inevitabile. Il restringimento non succederà oggi, né domani. Non quest'anno, né il prossimo. Non in questi dieci, né - forse - nei prossimi dieci. Fortuna permettendo, certo. Ma non solo fortuna.


Titolo: Clessidra
Autore: Dani Shapiro
Traduttore: Gaja Cenciarelli
Pagine: 152
Anno di pubblicazione: 2018
Editore: Clichy
Prezzo di copertina: 15€
Acquista su amazon:
formato brossura: Clessidra. Tempo, memoria, matrimonio
formato ebook: Clessidra: Tempo, memoria, matrimonio (Rive Gauche - Fiction e non-fiction americana)

giovedì 30 giugno 2016

LAST DAYS OF CALIFORNIA - Mary Miller

Me ne starò sempre in disparte, a preoccuparmi delle espressioni che fa la mia faccia, di cosa pensa la gente di me. A osservare le debolezze e i difetti degli altri, le cosce grosse, i denti storti e l’acne, la loro mancanza di sicurezza, le loro paure. Penserò sempre il peggio delle persone e questo mi impedirà di avvicinarmi a loro, perché non sono in grado di accettare me stessa.



Avere quattordici anni non è per niente semplice. Soprattutto se sei una ragazzina e assisti impotente agli strani e incontrollabili cambiamenti del tuo corpo. I brufoli, l’acne, il seno che a volte non cresce a volte cresce troppo,  il sentirsi sgraziati in ogni cosa che si fa. 
Ancor più difficile se hai una sorella di poco più grande di te, che la tua età l’ha già passata e non ha avuto nessuno dei tuoi problemi. Lei era bella e tu ti senti brutta. Lei era magra e tu non riesci a smettere di mangiare. Lei aveva (e ha ancora tanti amici) e tu invece non riesci a essere amica nemmeno con te stessa.
Certo, se poi fai parte di una famiglia estremamente religiosa che crede alla Seconda Venuta e al Paradiso, quanto detto sopra si complica ancora di più.

Immaginatevi allora la vita di Jess, una ragazzina quattordicenne un po’ grassottella, che un giorno viene caricata in auto dai genitori insieme alla sua bellissima sorella maggiore, Elise, per partire alle volte della California, per assistere in prima fila al Giorno del Giudizio.
Questa è la trama di Last Days of California di Mary Miller, pubblicato in Italia da edizioni Clichy nella collana Black Coffee e tradotto da Sara Reggiani.

Un viaggio on the road su un'auto sgangherata, tra motel fatiscenti, Starbuck’s , Burger King, Waffle House e volantini per convertire le persone, prima che sia troppo tardi. 
Jess non ha forse ben chiaro davvero lo scopo del viaggio. È partita perché i suoi le hanno detto di partire, così come è sempre andata in chiesa per quello e, soprattutto, ha sempre creduto perché le è stato detto di doverlo fare. Piano piano, con il passare dei chlometri e con questa vicinanza forzata, Jess prenderà coscienza di sé, delle debolezze dei suoi genitori e di tutto quello in cui hanno sempre creduto. Un viaggio verso la fine del mondo, che però le permetterà di fare i conti anche con se stessa e con quello che effettivamente vuole.
Voglio che Dio, se esiste davvero, resti dov’è, dov’è sempre stato. Sì, vorrei che la mia vita fosse diversa, migliore, ma voglio essere io la responsabile di questo cambiamento.

Last days of California è un libro di fini. Di fine del mondo, certo, ma soprattutto di fine di illusioni e di fine di innocenza.
Un libro che ti porta a spasso per gli Stati Uniti, tra la desolazione dei paesini sperduti in mezzo al nulla e il bagliore delle grandi città.

Quanta tenerezza che mi ha fatto Jess. Con le sue insicurezze, con la sua incapacità di accettarsi, con il suo quasi odiare la sorella maggiore per la sua perfezione ma al tempo stesso amarla e preoccuparsi per lei come solo una sorella può fare, con la sua difficoltà ad approcciarsi agli altri e a capire quanto vale. A tratti mi ha un po’ ricordato la Nomi di Un complicato atto d’amore di Miriam Toews. Per il discorso religioso (anche se nel libro della Toews la comunità era mennonita, e non aspettava alcuna fine del mondo), ma soprattutto per questa lotta interiore che la piccola protagonista deve vivere.

Mi è piaciuta molto la scrittura di Mary Miller, il suo modo di raccontare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, il suo modo di farci stare lì, in auto con Jess e la sua famiglia, a chiederci cosa davvero ci riserverà questo viaggio.


Titolo: Last days of California
Autore: Mary Miller
Traduttore: Sara Reggiani
Pagine: 267
Editore: Edizioni Clichy
Prezzo di copertina: 15€
Acquista su Amazon:
formato brossura: Last days of California

martedì 1 marzo 2016

Se febbraio non febbreggia, marzo campeggia... che non so cosa voglia dire, quindi, nel dubbio, leggo!

Ed ecco che siamo già arrivati al 1° marzo. Non so per voi, ma questi primi mesi dell'anno stanno passando velocissimi e, devo dire, ne sono molto contenta. L'autunno e l'inverno non mi piacciono molto, soprattutto quest'anno che non si è visto nemmeno un fiocco di neve. Preferisco vedere i fiori che sbocciano e sentire arrivare il caldo. E poi, con l'arrivo della primavera arrivano anche le fiere del libro (Bookpride, Salone del Libro, La grande invasione...). Insomma, per fortuna siamo già al 1° marzo!

Febbraio è stato un mese molto ricco. Non tanto di letture, in quanto mi sono fermata a quota sette libri letti (che sono tante, sicuramente, ma meno del mio solito), ma di molte altre cose. E partiamo proprio da quelle.

Il mese è iniziato con il confronto tra un libro originale e la sua versione distillata. Un lavorone di due giorni e molte imprecazioni, che ho riassunto nel post: "Di quella volta in cui ho comprato un libro distillato (e poi l'ho confrontato con l'originale)"
Querele per fortuna ancora non me ne sono arrivate e sono davvero contenta di essermi tolta la curiosità di sapere quanto triste poteva essere quest'operazione.

Poi, io e il lettore rampante siamo andati in gita a Verona per San Valentino. Non ho scritto nessun post a proposito, ma di cose letterarie ne abbiamo fatte un sacco anche lì. (Come potete immaginare, c'erano Romeo e Giulietta ovunque). Tra l'altro, proprio a Verona ho finalmente incontrato dal vivo alcune persone che ho sempre e solo conosciuto in rete: Cristina del blog Athenae Noctua e Elisa e Alessandro di Di questo libro e degli altri. Che bello scoprire i nostri visi al di là dello schermo!

Io e il buon vecchio William a Verona
Parlando sempre di lettore rampante, ho cercato di rubargli il bancomat in una nuova puntata di Casa Rampante.

Il 20 febbraio si è tenuto il secondo incontro di Una valigia di libri, questa volta dedicato agli scrittori e ai romanzi europei. Come credo di aver già detto e scritto in ogni occasione possibile, è stato davvero bellissimo. Tanta gente, un clima perfetto (grazie all'ospitalità della Libreria Sulla parola, che è un piccolo angolo di paradiso libresco) e tantissimi consigli arrivati. Non vedo davvero l'ora che sia il 19 marzo per il terzo incontro.

Il mese si è concluso con la bella intervista sul blog Impression chosen from another time, in cui racconto come è nata La lettrice rampante e altre amenità. Grazie ancora per l'ospitalità! (E voi, se ancora non la conoscete, cosa state aspettando?)

E ora veniamo ai libri. Sette sono state le mie letture questo mese. Tante, rispetto alla media nazionale, ma in leggero calo per i miei standard. Una scelta voluta, in realtà, perché mi sono resa conto che stavo diventando un po' una macchinetta e questo mi portava a godermi un po' meno quello che stavo leggendo. Quindi la parole d'ordine da questo mese è «lentezza» (per quanto mi sia possibile, ovviamente).

I libri letti questo mese, meno uno.
Sette letture, dicevamo, e tutte davvero molto belle:

I VENERDI' DA ENRICO'S  di Don Carpenter: pubblicato in Italia da Frassinelli con la traduzione di Stefano Bortolussi, è un libro che parla di libri, certo, ma soprattutto di scrittori e di quanto sia difficile soddisfare le aspettative, soprattutto se autoimposte.

LA PROPRIETA' TRANSITIVA di Nelson Martinico e Federico Ligotti : pubblicato da edizioni Spartaco, è un romanzo utopico in cui il nostro paese, schiacciato da anni di corruzione e raccomandazioni, finalmente vede un po' di luce quando viene eletto come presidente del consiglio un ex trans, grande idealista e sognatore.

UN COMPLICATO ATTO D'AMORE di Miriam Toews: l'unico libro della Toews pubblicato non da marcos y marcos ma da Adelphi, con la traduzione di Monica Pareschi. Eh niente, io amo questa autrice e non c'è molto altro da aggiungere.

I GATTI NON HANNO NOME di Rita Indiana: pubblicato in Italia da NN Editore con la traduzione di Vittoria Martinetto, il libro è un viaggio in Sudamerica, ma soprattutto nella testa di un'adolescente alle prese con la scoperta di se stessa e della vita.

IL PORTO DEI SOGNI INCROCIATI di Björn Larsson: un libro di sogni e di mare, pubblicato da Iperborea con la traduzione di Katia de Marco.

LA TRAMA DEL MATRIMONIO di Jeffrey Eugenides: un romanzo che parla d'amore e di quanto a volte possa essere difficile. Pubblicato da Mondadori con la traduzione di Katia Bagnoli e, per me, più bello di Middlesex.

COME ACCADDE CHE THOMAS LECLERC 10 ANNI 3 MESI E 4 GIORNI DIVENNE FULMINE TOM E SALVO' IL MONDO di Paul Vacca: un libro sull'autismo con un protagonista che è un piccolo supereroe.  Edito da Edizioni Clichy con la traduzione di Tania Spagnoli e Federico Zaniboni.


E il vostro febbraio come è andato?

lunedì 29 febbraio 2016

COME ACCADDE CHE THOMAS LECLERC 10 ANNI 3 MESI E 4 GIORNI DIVENNE FULMINE TOM E SALVO' IL MONDO - Paul Vacca

E lui, Thomas Leclerc, ragazzino dal ciuffo ribelle e dalle lenti spesse, capace di risolvere problemi di matematica in un lampo e di viaggiare nelle galassie più remote con la forza del pensiero, sarà Fulmine Tom?
Se sua madre è disperata per la sua incapacità di trasmettere le proprie emozioni, le sua inattitudine a sorridere o a piangere, la sua impossibilità a comunicare con gli altri umani che nessun medico riesce a curare, adesso, da quel famoso settembre 1968, lui sa che è perché è un supereroe.
Non è forse, come tutti quei supereroi, un essere gettato in un mondo che non sembra fatto per lui?

Credo che tutti, almeno una volta, quando eravamo bambini abbiamo sognato di essere dei supereroi e salvare il mondo. Quando ero piccola io, l'universo dei fumetti con protagonisti supereroi per i non appassionati si limita ai film di Superman e ai film e al cartone di Batman (É l'uomo pipistrelloooo, è Batmaaaan, si avvolge nel mantello, è proprio Batmaaaan, è rapidissimo, è fortissimo, è giustissimo...). Poi con gli anni 2000 sono arrivati i film di Spiderman e di più o meno tutti i supereroi della Marvel, rendendo ancora più facile per un bambino di oggi questa identificazione.
Ad accomunare quasi tutti questi supereroi è il fatto che, una volta tolto il costume, sono persone normalissime. Addirittura un po' sfigate, a volte, e, soprattutto, con un grande dolore alle spalle.

Negli anni '60 i film non c'erano ancora e questo processo di identificazione arrivava tramite i fumetti. Ed è così che il piccolo Thomas Leclerc, protagonista di questo libro dal titolo lunghissimo e bellissimo di Paul Vacca, pubblicato in Italia da edizioni Clichy con la traduzione di Tania Spagnoli e Federico Zaniboni, li ha conosciuti e amati.

Oggi il piccolo Tom verrebbe definito un bambino un po' speciale, allora, nella periferia di Parigi degli anni '60 in cui il romanzo è ambientato, veniva chiamato diverso, non normale. Thomas Leclerc è infatti un bambino autistico, con la grande passione per i fumetti con i supereroi e una grande difficoltà a lasciarsi andare e a relazionarsi con gli altri. Vorrebbe, ma non ci riesce. Finché non capisce che la sua diversità non è poi così diversa da quella degli eroi di carta che tanto ama e scopre così di essere anche lui un supereroe: Fulmine Tom, pronto a eliminare i cattivi e salvare il mondo. Da quel momento la sua vita cambia, anche se forse lui stesso non si rende conto quanto, e inizia ad aprirsi agli altri e a cercare di aiutare come può chi gli sta attorno: da quel cane legato alla catena che non la smette di abbaiare, alla nonna un po' distratta, da quel bambino come lui che non riesce a smettere di fissare le aiuto, a Palma, quella ragazzina che sogna un giorno di diventare una diva del cinema, fino ai suoi genitori, forse il suo lavoro più difficile. Riuscirà Fulmine Tom a salvare la sua famiglia? Riuscirà a sconfiggere i cattivi che hanno fatto del male ai suoi amici? E se sì, a quale prezzo?

Come accadde che Thomas Leclerc 10 anni 3 mesi e 4 giorni divenne fulmine Tom e salvò il mondo è un libro dolcissimo, che affronta in modo intelligente e diverso dal solito il tema dell'autismo e di come ci si può rapportare a questa malattia. Thomas è un bambino speciale davvero, un supereroe, che nella sua ingenuità e nel suo candore capisce del mondo, anche delle parti più brutte e dolorose di esso, molto più di quanto non riescano a capire gli altri e cerca in ogni modo e con ogni suo mezzo disponibile di migliorarlo. 
É un romanzo sicuramente buonista, che però non nasconde le difficoltà che ci possono essere in una famiglia quando si trova a dover crescere un bambino con questo problema. Una famiglia che, per quanto ami con tutta se stessa quel bambino, vorrebbe solo un po' di normalità, per poi sentirsi in colpa ad averlo pensato. E non nasconde nemmeno quanto brutto possa essere il mondo là fuori, quando si è troppo piccoli e indifesi (oh, piccola Palma...). Thomas lo sa, perché il mondo, prima che diventasse un supereroe, per lui era brutto anche dentro.

Un supereroe deve affrontare il mondo.
E Tom deve superare il suo muro di silenzio per andare a vedere cosa succede dall'altra parte.

Come accadde che Thomas Leclerc 10 anni 3 mesi e 4 giorni divenne fulmine Tom e salvò il mondo è un libro che fa sorridere, che fa commuovere e che fa anche tanto pensare. Un libro da leggere.


Titolo: Come accadde che Thomas Leclerc 10 anni 3 mesi e 4 giorni divenne fulmine Tom e salvò il mondo
Autore: Paul Vacca
Traduttore: Tania Spagnoli e Federico Zaniboni
Pagine: 300
Editore: Edizioni Clichy
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formato brossura:Come accadde che Thomas Leclerc 10 anni 3 mesi e 4 giorni divenne Fulmine Tom e salvò il mondo