Sono qui davanti allo schermo del pc da una decina di minuti cercando disperatamente di scrivere un commento che renda il giusto merito a questo strepitoso romanzo. E non ci riesco. Mi verrebbe quasi da dire "stavolta non ve lo recensisco, leggetelo e basta, fidatevi di me" (ma forse sarebbe un po' presuntuoso da parte mia). Diego De Silva in questo romanzo riesce a descrivere uno spaccato incredibile della società italiana: parla di avvocati e parla di camorra, parla di uomini divorziati che vivono da soli in case arredate completamente con mobili Ikea, parla di figli adolescenti che stanno cercando di scoprire sè stessi, parla di sesso e parla di amore, parla della nostra società in generale, delle persone comuni che di colpo si rendono conto di non stare capendo più niente e di lasciarsi semplicemente trascinare dagli eventi. E lo fa con uno stile e un linguaggio semplicemente geniali: ironia dall'inizio alla fine, anche quando di ironico non ci sarebbe niente. Ma alla fine anche le scene più tragiche hanno necessariamente un aspetto buffo.
E fenomenali sono anche i personaggi, a partire dal protagonista e, soprattutto, dalla sua fantastica bodyguard camorrista (descritti così sono quasi simpatici), così come tutti i personaggi di contorno, che con loro interagiscono.
Un romanzo che si divora, che ti fa sorridere (tanto) e che ti fa riflettere (ancora di più) e che riesce a ritrarre al meglio la nostra società. Perché alla fine, nessuno di noi ha mai veramente capito niente...
LEGGETELO!
Decidi con chi vuoi stare, cazzo. Decidila tu una cosa: agisci, invece di aiutare gli altri a prendere decisioni che non ti riguardano, fra l'altro. Ti rendi conto di che mestiere assurdo fai?Eh? Voltati da questa parte, idiota: ce l'hai già qualcuno che sa farti felice, che vuole solo che resti. E resta, santo Dio, tanto che ti costa restare?
Mi debilitano, i faccia a faccia con me stesso. Specie quando ha ragione quell'altro.
E vaffanculo.
E' questa la parola che viene istintiva quando ti capita di sentirti inaspettatamente felice, tutt'a un tratto.
Il problema è che spesso la gente non ha le emozioni chiare. Altro che le idee.
E' tipico dell'amore rendere inesistenti le persone amate e obbligare le persone che le amano a dimostrare continuamente che esistono. Perché quando uno si innamora non è mica tanto convinto che quello che gli sta succedendo sia vero.