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domenica 31 gennaio 2021

GENNAIO

E così siamo arrivati anche alla fine di gennaio. Un mese che ho trovato lunghissimo, nonostante sia iniziato con sei giorni di ferie, a causa di una quantità sovraumana di lavoro scolastico a cui dover star dietro: siamo tornati in presenza, ed è bellissimo ma dopo due mesi a parlare davanti a uno schermo senza doversi preoccupare di mascherine che proprio non ne vogliono sapere di rimanere sul naso, di aeroplanini che volano, di ragazzi che non la smettono più di parlare (e, giusto, questa cosa mi ha commosso... almeno per i primi dieci minuti), riabituarsi alla vita di classe ha richiesto un certo dispendio di energie. Poi ci sono stati gli scrutini, gli stage di tre classi da far partire, i lavori extrascolastici che arrivano sempre tutti insieme... insomma, festeggio il 31 gennaio come se fosse il 31 dicembre.

Ma ora sono qui, a tener fede al mio buon proposito di scrivere almeno un post al mese per parlarvi dei libri che ho letto e delle "cose letterarie" che ho fatto.

Partiamo dalle letture che mi hanno tenuto compagnia in questo primo mese dell'anno. Sono partita con molto slancio nelle prime settimane, ma poi le letture hanno risentito degli impegni della vita vera e quindi alla fine ho concluso solo tre libri (a cui però si aggiungono due inediti letti per lavoro, quindi, insomma, poteva anche andare peggio).


Sono partita con AL CENTRO DEL MONDO di Alessio Torino, pubblicato da Mondadori a settembre del 2020. Di Alessio Torino credo di aver letto tutto, apprezzando sempre il suo stile e il suo modo di raccontare, ma non sempre ritrovandomi del tutto nelle sue trame. E questo suo ultimo romanzo non fa differenza.

È la storia di Damiano Bacciardi, un adolescente che vive con la nonna Adele, il nonno e zio Vince a Villa Croce, una tenuta di campagna famosa per produrre "la manna", un miele miracoloso che favorisce le gravidanze. Ma è anche famosa per la quercia dove si è impiccato il padre di Damiano: era stato lui a trovarlo e da allora qualcosa nella sua testa si è incrinato. Lo zio Vince vorrebbe liberarsi della tenuta, ma Damiano fa di tutto per evitarlo, per difendere quel mondo in rovina che è l'unico che conosce e in cui si sente al sicuro.

Si girò verso il campo. Damiano stava rientrando in casa. Visto di spalle le sembrò soltanto il ragazzino di diciassette anni che era. Rabbrividì al pensiero di quanto poteva essere crudele la vita. E di quanto potevano esserlo, ancora di più, le persone.

Ho fatto un po' di fatica a leggere questo romanzo: non mi sono mai trovata davvero immersa nella storia né sono riuscita a comprendere appieno le dinamiche dei personaggi. È una storia triste, cupa, di sofferenza e ricordi del passato che sembrano impedire di vivere il presente, illuminata a volte da momenti di pura poesia e di tenerezza, che però rimangono, appunto, solo momenti. Il romanzo è scritto bene, ma a volte si ha la sensazione che Alessio Torino si sia concentrato di più sullo stile che non sulla storia e questo lo fa risultate a tratti un po' macchinoso da seguire. Una lettura che sicuramente non sconsiglio, ma nemmeno adatta a tutti e in ogni momento.

Dopo è toccato a NOMADLAND di Jessica Bruder, pubblicato da Clichy edizioni con la traduzione di Giada Diano. Un racconto d'inchiesta, recita il sottotitolo, e in effetti questo è: l'autrice per mesi ha vissuto in un camper documentando la vita degli americani itineranti, donne e uomini perlopiù pensionati che hanno abbandonato la loro casa e la loro città per spostarsi in giro per l'America, seguendo lavori stagionali. Da qui è stato tratto l'omonimo film con Frances McDormand come protagonista, che ha vinto il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2020.

La prima domanda che potrebbe sorgere spontanea prima di iniziare a leggere questo romanzo è: ma a me esattamente cosa importa di leggere un reportage su un gruppo di pensionati americani che decidono di andare a vivere in un camper o in un furgone? Una domanda che, ammetto, per un momento mi sono posta anche io. Poi però ho iniziato a leggere, ho conosciuto Linda May e tutti i workamper come lei (lavoratori che vivono in camper, furgoni, van, automobili e si spostano per il paese di lavoro stagionale in lavoro stagionale): persone che per problemi economici non sono più riusciti a sostenere i costi di una casa e si sono visti costretti a cambiare radicalmente il loro stile di vita, tra mille difficoltà ma anche tra momenti di assoluto cameratismo e comunione. Ho scoperto i lavori stagionali americani: tra tutti Amazon, ma anche i custodi di campeggi, gli addetti alla raccolta delle barbabietole, i gestori di luna-park... Ho imparato tanto, leggendo questo libro, grazie anche allo stile dell'autrice che riesce a essere coinvolgente fin dalla prima pagina. Lo consiglio caldamente.

 La verità, per come la vedo io, è che le persone sono capaci di lottare e allo stesso tempo di conservare il proprio ottimismo, anche davanti alle sfide più ardue. Non significa negare la realtà. Piuttosto, dimostra la notevole capacità del genere umano di adattarsi, di cercare un significato e un senso di affinità di fronte alle avversità. Come fa notare Rebecca Solnit nel suo "Un paradiso all'inferno. Le straordinarie comunità solidali dei terremoti e di altri disastri", le persone non solo si tirano su nei momenti di crisi, ma lo fanno con "sorprendente, marcata allegria". È possibile subire avversità che mettono a dura prova il nostro desiderio di resistere, ma trovare al tempo stesso la felicità nei momenti di condivisione.

 L'ultima lettura di gennaio è stata una decisione improvvisa. IL SELVAGGIO di Guillermo Arriaga (edito da Bompiani e tradotto da Bruno Arpaia) se ne stava lì nella mia libreria da almeno un paio d'anni, in attesa che io mi decidessi di leggerlo. Era la mole a spaventarmi, devo ammetterlo, perché un libro di più di settecento pagine letto nel momento sbagliato può trasformarsi in una vera tortura.

Ma poi senza pensarci troppo l'ho iniziato e mi sono ritrovata a leggere un romanzo meraviglioso, talmente coinvolgente e ben scritto che la sua lunghezza non mi è mai pesata, anzi, arrivata alla fine avrei voluto averne ancora. Ho conosciuto Juan Guillermo, questo ragazzino messicano che, nel giro di pochi anni, vede la sua famiglia morire, uno dopo l'altro: il fratello è stato ucciso, la nonna non ha retto il dolore, i genitori si sono spenti e lui rimane da solo a lottare per farsi giustizia e per sopravvivere.

Selvaggio. Sarò il selvaggio. Non mi fermeranno. Se deve vendicarmi, mi vendicherò. Se devo perdonare, perdonerò. Se devo amare, amerò. Se devo cedere, cederò. Se devo combattere, combatterò. Mi è chiaro che sarà la vita – non la morte – a guidare le mie decisioni. Darò la vita per la vita, sempre per la vita.

Al di là della trama, che offre uno spaccato molto convincente della vita in Messico negli anni settanta, e dei personaggi, la forza del romanzo sta nella scrittura di Arriaga, in grado di alternare lunghe descrizioni a capitoli più brevi e concisi, di giocare con le parole sfruttandone al massimo tutta la forza e il potere evocativo.   Qui dentro c'è la storia di un paese, c'è la storia di un ragazzo, c'è la letteratura, c'è il dolore, la voglia di riscatto e di vendetta, c'è l'amore. C'è tutto, in questo romanzo.

Un altro mio buon proposito per questo 2021, oltre a quello di aggiornare il blog una volta al mese e di segnare le mie letture su un quadernino apposito (lo sto facendo, giuro!), c'è quello di regalarmi almeno un libro al mese. A gennaio i libri sono stati due e conto di iniziarli entrambi a breve: Esercizi di fiducia di Susan Choi (tradotto da Isabella Zani per edizioni Sur) e Swing Low di Miriam Toews (tradotto da Maurizia Balmelli per marcosymarcos).

 


Poi, mi sono anche regalata un ordine su The UnemployedPhilosphers Guild, perché sono passati alcuni anni dall'ultimo arrivo di Little Thinkers in questa casa ed era giunta l'ora di rimediare. Questa volta però non abbiamo preso pupazzi grandi, ma "solo" magnetic personalities (nello specifico Cthulhu, Garcia Márquez, Joyce e Whiltman), più un burrocacao di Shakespeare e il puzzle da 1000 pezzi con i più famosi incipit della letteratura mondiale.



E domani è febbraio. Sicuramente leggerò i due romanzi che mi sono regalata a gennaio e, per quanto riguarda i libri da regalarmi, ci saranno sicuramente Casa è dove fa male di Massimo Cuomo, in uscita il 24 febbraio per edizioni e/o,  e Io e Mr Wilder di Jonathan Coe, in uscita per Feltrinelli il 18 febbraio... ma non escludo altri acquisti d'impulso.

Per ora è tutto, ci rileggiamo qui tra un mese!

lunedì 1 febbraio 2016

Un gennaio di libri

Con un giorno di ritardo arriva il post di riepilogo del gennaio rampante. Avevo preso l'abitudine di pubblicarlo l'ultimo giorno del mese, ma per un piccolo contrattempo (che consiste in mare, cibo e passeggiate) arriva solo oggi.

© Gizem
Siamo già al 1° febbraio, porca miseria. Dico porca miseria perché oggi è un anno giusto giusto che ho smesso di ricevere uno stipendio fisso a fine mese (evento che mi avevo raccontato in questo post). Non dico che sono disoccupata, perché in realtà di lavoretti in questo anno ne ho fatti eccome, però, ecco, senza la certezza della cifra fissa e di quei contributi che tra 1500 anni mi avrebbero permesso di andare in pensione. Per festeggiare, questa settimana farò il mio tradizionale invio di cv alle case editrici: lo faccio più o meno ogni due mesi, di scegliere una settimana e mandare cv come se non ci fosse un domani. Per ora i lavori che ho trovato sono arrivati da altri canali, ma non si sa mai! (Case editrici che state leggendo, state pronte insomma!)

A questo proposito, ho finalmente pubblicato qui sul blog una pagina qui sul blog dove offro Servizi editoriali. Ci stavo pensando già da un po', vista anche l'esperienza accumulata in questi anni. E finalmente la pagina ha preso vita e spero porti presto grandi risultati.

Ma veniamo al blog e a come è stato il suo gennaio.

La primissima cosa da segnalare è sicuramente il primo incontro ufficiale del progetto Una valigia di libri, organizzato da me, da Claudia di Il giro del mondo attraverso i libri e da Stefania della Libreria sulla parola. Dopo la presentazione di dicembre, finalmente il 16 gennaio abbiamo dato il via agli incontri veri e propri. Ed è stato bellissimo sedersi a chiacchierare di libri, italiani in questo caso, e del mondo della lettura in generale insieme a persone così partecipi e così interessate. Potete leggere un piccolo resoconto dell'incontro e i libri che sono stati consigliati qui.
Inutile dire che non vedo davvero l'ora che arrivi il 20 febbraio per il secondo incontro (dedicato all'Europa!).

Direi comunque che in questo mese ho principalmente letto. Tra una lunga traduzione da consegnare, qualche gita con il lettore rampante e un paio di visite molto fruttuose al mercatino dell'usato di Chivasso, non c'è stato molto tempo per fare altro. Otto sono stati i libri di questo mese. Alcune belle letture, alcune un po' meno, ma nel complesso mi posso ritenere completamente soddisfatta.


I libri che ho letto a gennaio, meno due che sono in prestito!

Ecco qui un piccolo sunto di che cosa ho letto:

- FLORENCE GORDON di Brian Morton, edito da Sonzogno e tradotto da Maura Parolini e Matteo Curtoni: è stato il primo libro dell'anno e, devo ammettere a malincuore, la prima delusione. Mi aspettavo tanto da questo romanzo e dalla sua protagonista. E in cambio non ho ricevuto molto.

- SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO di Antonio Manzini: un libricino piccino picciò, in una bella edizione Sellerio, che racconta in modo molto utopistico cosa potrebbe venir fuori dalla fusione tra Mondadori e Rizzoli. Troppo utopistico, forse.

- BELLA ERA BELLA, MORTA ERA MORTA di Rosa Mogliasso, edito da NN editore: un bel romanzo, che fa ridere e riflettere su una di quelle situazioni in cui personalmente spero di non trovarmi mai, ovvero la scoperta di un cadavere.

- TERAPIA DI COPPIA PER AMANTI di Diego De Silva, edito da Einaudi: il re delle pippe mentali è tornato ed è più in forma che mai. Bello, bello, bello.

- IL NUOVISSIMO GALATEO DEL BORZACCHINI di Giorgio Marchetti, edito da Ponte alle Grazie: mi sono mancate un po' di basi per comprendere appieno tutto quello che viene raccontato in questo libro, ma lo stile di Giorgio Marchetti e la storia del buon vecchio Ambrogio sono più che sufficienti per farmi dire che il libro mi è piaciuto molto.

- COME UNA PIETRA CHE ROTOLA  di Maria Barbal, edito da marcos y marcos e tradotto da Gina Maneri: un libro trovato per caso in un mercatino dell'usato e che, nella sua semplicità, mi è piaciuto tantissimo.

- BENGODI di George Saunders, pubblicato da minimum fax con la traduzione di Cristiana Mennella: anche in questo caso, forse non ho capito proprio tutto. Però lo stile di Saunders (e la bella nota introduttiva) valgono da soli tutto il libro.

- CARO LETTORE IN ERBA... di Gianluca Mercadante, pubblicato da Las Vegas edizioni: una bella  e ironica riflessione sullo stato della lettura e dei lettori di oggi, ma anche una critica diretta a certi atteggiamenti.

Il mio febbraio è iniziato con un bellissimo libro in lettura, I venerdì da Enrico's di Don Carpenter, che mi sta piacendo davvero molto.

E il vostro gennaio com'è stato?