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mercoledì 11 maggio 2016

Incontrando... Fabio Cremonesi, traduttore di Kent Haruf e della sua Trilogia della Pianura

Domani è il 12 maggio ed esce Crepuscolo, il terzo volume tradotto in italiano della Trilogia della Pianura di Kent Haruf. Dopo Benedizione e Canto della pianura, NN editore porta finalmente al lettore italiano anche l’ultimo volume che la compone.

Io ho avuto la fortuna di poter partecipare come blogger alla presentazione in anteprima del libro, proprio all’interno della casa editrice, e di ascoltare dal vivo la voce di Fabio Cremonesi, che questi tre libri li ha tradotti.
È la prima volta da quando ho il blog che partecipo a un evento in anteprima, riservato a blogger e giornalisti direttamente in casa editrice e, se un pochino avete imparato a conoscermi in questi anni, potete immaginare quanto fossi in ansia. Però si parlava di Kent Haruf, autore dei due libri che negli ultimi mesi, nel bene e nel male, mi hanno fatto emozionare e versare più lacrime in assoluto. Non potevo farmi fermare dalla mia timidezza e dal mio imbarazzo (e poi, lo ammetto, ero curiosissima di entrare in casa NN).
E quindi in un piovoso lunedì mattina di maggio, mi sono messa un maglioncino rosa, ho preso il treno e sono andata a Milano.

Entrare nella sede di NN editore è stato davvero un po’ come entrare in una casa. Libri ovunque (che spettacolo!), un bel po’ di disordine, scrivanie tutte vicine, una buffa divisione di uffici tra uomini e donne, e poi poltrone e divani vecchio stile. È esattamente come me l’ero immaginata.
Poi sono arrivati un po’ di altri blogger, abbiamo tirato fuori chi lo smartphone e l’iPad, chi carta e penna (a questi incontri preferisco ricorrere sempre alla vecchia maniera, anche se poi mi ritrovo a dover decifrare che cosa ho scritto) e l’incontro con Fabio Cremonesi è cominciato. 

Si è parlato prima di tutto del Kent Haruf scrittore, partendo da un’intervista rilasciata dalla moglie e uscita il 3 maggio sul sito della casa editrice americana, da cui emerge che era uomo molto metodico, che vedeva la scrittura come un vero e proprio lavoro e che quindi lo portava a cercare di scrivere sempre, tutti i giorni, per otto ore di fila, anche quando non aveva niente da dire. La cosa particolare è che usava come ufficio un capanno degli attrezzi in mezzo al verde e che scriveva con gli occhi coperti, per non farsi distrarre dai refusi durante la stesura.
Da lì si è passati a parlare delle differenze, stilistiche ma anche a livello di traduzione, dei tre romanzi della trilogia (che, ricordo, NN ha scelto di pubblicare partendo dall’ultimo, Benedizione). Tre romanzi che funzionano anche da soli, sebbene tra Canto della pianura e Crepuscolo ci sia una continuità ben evidente. Una continuità anche a livello di traduzione, in quanto più simili nello stile e nella voce rispetto al linguaggio più spoglio, più essenziale di Benedizione. (Bello l’aneddoto di Cremonesi che ha consegnato in ritardo la traduzione di Canto della pianura perché si aspettava la stessa “voce” di Benedizione e ci ha messo un po’ per trovare invece quella giusta).
E per quanto riguarda le tematiche? Se Benedizione parlava di fine vita, Canto della pianura di nascite e rinascite, in Crepuscolo si trova tutto quello che ci sta in mezzo, tra la nascita e la morte. Un libro che parla di vita, quindi, e, almeno stando alle parole di Fabio Cremonesi, anche d’amore.
Poi si è riflettuto sul fatto che i romanzi di Kent Haruf piacciono a tutti, giovani e adulti, senza alcuna distinzione di genere. Cremonesi ha provato riflettere sul perché, dicendo che uno dei motivi potrebbe essere che Haruf parla di cose di cui siamo un po’ disabituati a parlare, come la nascita e la morte, o a farlo con cinismo ed eccessiva ironia, mentre nei suoi libri Haruf mette delicatezza, dolcezza, rispetto e nessun giudizio anche nei momenti più difficili. (E poi qui se n’è uscito con un fantastico “insomma, Haruf spacca!”).

Alla fine, c’è stato chiesto come abbiamo conosciuto noi questi libri e perché ci sono piaciuti (io ho ammesso che subito non volevo leggerlo, perché ne stavano parlando in tanti e quando in tanti parlano di un libro ho sempre paura di non riuscire davvero ad apprezzarlo. E ho anche confessato di essere scoppiata a piangere nella sala d’aspetto del medico leggendo Benedizione. Cremonesi ha ribattuto dicendo che lui lo ha fatto in bagno, appena finito di tradurlo) e, dopo quattro chiacchiere, siamo usciti da lì con la nostra copia di Crepuscolo fresca di stampa, ma anche con Le cose che restano di Jenny Offill, in uscita lo stesso giorno di Haruf, con la borsa a tema e tanti altri piccoli gadget (volevo il notes di NN da un sacco!).


È stato un incontro molto piacevole, perché sentire parlare un traduttore del libro che ha tradotto è una cosa bellissima, soprattutto se lo ha amato tantissimo: ne senti l’entusiasmo, la passione, la fatica e il legame forte che questi libri e questo autore si è creato.  
Ringrazio quindi tantissimo Luca e tutta la NN per avermi permesso di esserci (e la mia amica Thais di Solo libri belli per aver affrontato insieme questa nuova esperienza da blogger).

E voi che cosa state aspettando? Leggete subito la Trilogia della Pianura di Kent Haruf!

venerdì 4 marzo 2016

BENEDIZIONE - Kent Haruf

C'è qui Rose Tyler, disse Alene a sua madre. È sola.
Guardarono la donna anziana seduta accanto alla finestra.

Non riuscirà mai a farsi una ragione del fatto che lui non c'è più, disse Willa.

Perché dovrebbe? Non ci riesce nessuno.

In questo momento fuori c’è il sole. Tira un forte vento e, se distolgo un attimo gli occhi dallo schermo del pc e guardo fuori, vedo le nuvole muoversi lentamente, su quella distesa azzurra che è il cielo. Fin da quando ero bambina, ho sempre amato guardare le nuvole. Ed è una di quelle cose che se non potessi fare mi mancherebbe. E soprattutto che mi piacerebbe aver la possibilità di fare un’ultima volta, quando sarà il momento.
Non sto delirando. Semplicemente, questa è una delle sensazioni che ho provato leggendo Benedizione di Kent Haruf, tradotto da Fabio Cremonesi e pubblicato da NN Editore. Sicuramente avrete già sentito parlare di questo autore. Della sua capacità di portare il lettore in un paesino della pianura americana, Holt, e raccontarne la bellezza ma anche il dolore, attraverso il personaggio di Dad, un anziano signore che sta morendo, e di tutta la comunità che va a rendergli omaggio.

Per cui non starò a raccontarvelo anche io. Un po’ perché qualunque cosa io vi dicessi, qualunque immagine io riuscissi a creare, non sarebbe mai all'altezza di quello che troverete in questo libro. Un po’ perché non saprei nemmeno come fare a riassumere tutta questa bellissima storia.
Benedizione è un libro che parla di ricordi e di rimpianti, quelli che inevitabilmente vengono fuori quando si è vicini alla fine. È un libro che parla d’amore, ma anche di vergogna, di incomprensione, di dolore. E lo fa attraverso la vita di un paesino, Holt appunto, popolato da persone semplici che hanno alle spalle delusioni e vite non sempre semplici; persone a volte ottuse, da un lato capaci di apprezzare più di chiunque altro la bellezza di un panorama o di un bagno in un abbeveratoio, dall'altro troppo caparbie, troppo testarde per ammettere di aver sbagliato.

Benedizione di Kent Haruf è un piccolo capolavoro, di trama e di stile. Questo ve lo posso dire, anche se, di nuovo, lo avrete già letto e sentito da qualche parte. È un libro che ti colpisce, soprattutto in quelle ultime quaranta dolorosissime e magnifiche pagine. (Ecco, magari leggetele quando siete da soli, o preparatevi alle reazioni di chi vi vedrà piangere come una fontana. A me questo non era stato detto, e ho faticato tantissimo a non lasciarmi andare). 
È un libro che ti entra dentro, qualunque cosa questo voglia dire. Per i suoi personaggi. Per l’amore di una moglie per il compagno di una vita e l’inevitabile fine. Per l’amore di un padre verso i propri i figli, che c’è, ma che non sempre, per convenzione, per incomprensione, per incapacità di empatia, viene dimostrato.
Perdonami, sussurrò lui. Ho sbagliato un sacco di cose.Avrei potuto fare di meglio. Ti ho sempre voluto bene.
Non me l'hai mai detto quando avevo la sua età.
Puoi perdonarmi anche  questo?
Sì, papà.
Voglio dirtelo ora, disse lui.
Lei lo guardò, lo stava fissando con gli occhi lucidi.
Ti ho voluto bene, sussurrò. Te ne ho sempre voluto. Ho sempre approvato ciò che facevi. Anche adesso.

Nella semplicità di queste 270 pagine, nella semplicità di questo paese sperduto nelle grandi campagne americane, nella semplicità dei suoi protagonisti, c’è un mondo. Bello e brutto, proprio come lo è il mondo vero, e che in parte ricorda un po' quello creato da Wendell Berry con la sua Port Williams.

Forse mi sono fatta prendere la mano e forse non avete capito niente di quello che ho scritto. Se fosse, scusatemi, ma il vento e le nuvole continuano a distrarmi. Fate una cosa. Leggetelo. Andate ad Holt. Andate a salutare Dad, a dire una parola di conforto a Mary o a Lorraine, senza offendervi se non vi lasciano entrare. Andate a prendere un caffè da Willa e Alene, o anche solo a fare due chiacchiere con la piccola Alice, che di affetto ne ha davvero tanto bisogno.

Leggetelo e andate a Holt, dicevo. E poi venite qui e sono sicura che capirete quello che sto dicendo. 
E ora mi toccherà leggere anche Canto della pianura, secondo volume pubblicato in Italia della Trilogia della pianura, e poi Crepuscolo, che dovrebbe uscire a Maggio. Visto che ho chiuso il libro ieri e, nonostante le lacrime, già Holt e i suoi abitanti già mi mancano terribilmente.


Titolo: Benedizione
Autore: Kent Haruf
Traduttore: Fabio Cremonesi
Pagine: 275
Editore: NN Editore
Prezzo di copertina: 17,00€
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formato ebook:  Benedizione