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lunedì 4 gennaio 2021

Buoni propositi per un 2021 di libri

I buoni propositi non sono mai stati il mio forte. Ci penso sempre, all'inizio dell'anno, a cosa vorrei cambiare della mia vita, a cosa vorrei iniziare a fare o smettere di fare rispetto all'anno precedente, ma è un pensiero fugace, che raramente trova voce. A volte porto avanti i miei buoni propositi senza nemmeno rendermene conto, altre li faccio naufragare miseramente dopo qualche debole tentativo di rispettarli (come nel 2020, quando ho iniziato a mettere da parte ogni giorno qualche moneta per comprarmi l'aspirapolvere Dyson, "perché così dà più soddisfazione", e poi durante il lockdown ho usato quelle stesse monete per pagare la consegna a domicilio del cinese, "perché sono gli unici contanti che abbiamo in casa, l'aspirapolvere capirà"). 

E allora perché sono qui a scrivere un post, nei primi giorni di gennaio di un nuovo anno, sui buoni propositi? Perché ci voglio provare, ancora una volta. Il 2020 è stato un anno difficile per tutti: per alcuni tragico e doloroso, per altri "solo" psicologicamente complicato. Io sto iniziando ad accusare l'impossibilità di muoversi, di uscire, di andare in giro, di vivere la mia quotidianità normalmente e serenamente solo dagli ultimi mesi. Sarà la DaD, sarà l'incertezza di quando tutto questo finirà, ma in queste ultime settimane mi sembra di non avere prospettive e obiettivi concreti da raggiungere. Ho il lavoro, certo, con la scuola e con le traduzioni. Ho un marito, con cui sono riuscita ad andare d'accordo anche stando insieme 24 ore su 24 (e no, non era una cosa così scontata, né per lui, né per me, né per nessuno). Ho la salute, ho i libri, ho Netflix e un sacco di ricette di dolci da provare ogni giorno. Insomma, sono fortunata, ma questo clima di incertezza perenne inizia a farsi sentire, ecco. 

Tra le tante idee che mi sono venute in mente, quelle che riguardano il mondo dei libri sono tre e ho deciso che, oltre ad annunciarle sui social, dovevano essere scritte anche qui, nero su bianco su sfondo a pois, per dare loro una maggiore "ufficialità".


©Toscano

E quindi, in questo 2021 voglio assolutamente:

- Segnare su un quadernino le mie letture. Voglio molto bene ad aNobii e non ho alcuna intenzione di abbandonarlo, ma ho voglia di scrivere a mano, di annotare ciò che leggo in modo un po' più artigianale, senza dover aspettare di accendere il pc o una app per farlo. Ho già iniziato, in realtà, con la mia prima lettura dell'anno, ma ancora devo trovare la forma che più mi convinca (segno solo titolo e autore? Segno la data di inizio e di fine? Segno il numero di pagine? Le mie impressioni? Qualche citazione?). In ogni caso vedere il primo titolo lì in alto sulla prima riga del quadernino di mi ha dato una certa soddisfazione. 


- Scrivere almeno un post al mese sul blog, per raccontare ciò che ho letto e le mie impressioni a riguardo. Non saranno vere e proprie recensioni, perché dubito che troverei il tempo e la forza per scriverle, ma una sorta di riepilogo dei libri che mi hanno tenuto compagnia in quel determinato periodo. È una cosa che sento di dovere al blog, per quello che ha rappresentato e ancora rappresenta nella mia vita, ai libri che leggo e a chi ancora adesso, sebbene non abbia praticamente più scritto né aggiornato i vari social, mi dice che aspetta il mio parere e i miei consigli. E poi anche un po' per me, per tentare di ritrovare il gusto di scrivere che negli ultimi anni si è perso un po' per strada.

- Regalarmi almeno un libro al mese. Questo buon proposito sembra facilissimo da rispettare, ma mi sono resa conto che nel 2020 non mi sono comprata un libro ogni mese (certo, poi ci sono stati mesi in cui ne ho comprati anche quattro, quindi la media è comunque rispettata) e spesso ho rimandato acquisti di romanzi che volevo leggere senza alcun motivo preciso. Quindi per quest'anno, almeno un libro nuovo al mese deve arrivare (quello di gennaio sarà sicuramente Swing Low di Miriam Toews, in uscita il 20 gennaio per marcosymarcos... ma non escludo ne possano arrivare anche altri).


Sono tre buoni propositi molto piccoli, quasi banali e, per questo, spero semplici da portare avanti. A questi se ne sommano poi altri che non riguardano i libri (imparare a cucinare la carne non solo ai ferri o scaloppina; ridurre ulteriormente l'uso della plastica in casa; etc...) e sicuramente ce ne saranno altri ancora, che si formeranno nella mia testa con il passare dei mesi. Tutti insieme spero mi aiutino a sopportare un po' meglio questo periodo privo di certezze.


E voi avete qualche buon proposito per questo 2021?

lunedì 26 giugno 2017

Di libri da leggere durante le vacanze scolastiche e di qualche considerazione sui titoli da proporre, più una bella lista.

Sono passati molti anni dall'ultima volta che mi è stata data una lista di libri da leggere durante le vacanze estive e quindi, devo ammettere, fatico un po’ a ricordare che struttura avessero. Ricordo una lista delle scuole medie, nell’estate tra la seconda e la terza, di cui bisognava leggere tutti i libri elencati (erano I Malavoglia di Verga, Una Donna di Sibilla Aleramo, Metello di Vasco Pratolini e Il Fu Mattia Pascal di Pirandello). Mi ricordo il mio sconforto iniziale, che si è tramutato in stupore davanti alle avventure della famiglia Malavoglia, davanti alla storia di Metello e di sua moglie Ersilia, davanti alla buffa vicenda di Mattia Pascal che decide di non essere più lui (per Una donna, invece, confesso di essere traumatizzata ancora adesso).

Ricordo poi un’altra lista, credo tra la prima e la seconda superiore, che era piena di titoli tra cui scegliere. È così che ho letto L’amore ai tempi del colera di García Márquez e poi, con un po’ di insistenza esterna, anche Cent’anni di solitudine. È così che ho letto Andrea De Carlo e, se non ricordo male, Calvino. Una lista lunghissima, da cui dovevamo scegliere un certo numero di libri: c’era un minimo ma non un massimo, e le possibilità erano davvero molteplici.

©Angela Keoghan
In questi giorni è di nuovo momento di liste. Le scuole sono finite da un pezzo e, passate le prime settimane di svago più totale, è giunto il momento di prendere in mano questi elenchi e decidere che cosa leggere. L’altro giorno, una ragazzina tra il primo e il secondo anno di un istituto professionale ha postato su twitter la sua lista di letture, comunicando con entusiasmo a Sofia Viscardi (youtuber diciottenne molto famosa tra i ragazzini di oggi, ndr) che tra i libri tra cui scegliere era presente anche il suo.

La mia prima reazione è stata abbastanza ottimista, devo dire la verità. “Ma sì, dai, la professoressa avrà fatto una lunga lista di titoli, tra cui ha inserito anche quello di Sofia Viscardi così, per ingraziarsi un po’ i suoi studenti tra un classico del ‘900 e l’altro”. Poi ho visto i titoli e l’ottimismo è un po’ sfumato. Oltre a Succede di Sofia Viscardi, appunto, c’erano After di Anne Todd, Wonder di R.J. Palacio e Io e te di Niccolò Ammaniti. Passi Ammaniti, passi ancora Wonder (anche se un po’ fuori età), ma After mi ha lasciato più senza parole di Sofia Viscardi.

A peggiorare ulteriormente le cose c’è il fatto che da questa lista, ogni studente deve scegliere solo un libro da leggere durante quest’estate. Un solo libro e potrebbe essere After? Ma perché?
Da un lato posso immaginare quale sia stata l’idea del docente: inserisco pochi libri, un paio che sentono vicini (se addirittura non li hanno già letti) e via, mi assicuro che leggano qualcosa e che poi l’anno prossimo non mi odino. E capisco, davvero, la volontà di svecchiare le liste di letture e di cercare il più possibile di andare incontro agli studenti, soprattutto se non lettori. Ma davvero serve? Ma davvero così facendo la scuola svolge il suo compito? Ma soprattutto, davvero non ha trovato nessun altro libro altrettanto leggero ma un po’ più intelligente (è una brutta parola, lo so, ma non saprei quale altra usare, in relazione al fatto che sono comunque libri consigliati a scuola) da far leggere?

Alla base potrebbe esserci un po’ di rassegnazione, sicuramente. I ragazzi di oggi leggono poco, se imponi le letture li allontani ulteriormente (tutti questi scrupoli un tempo non si facevano e, soprattutto, secondo me, non fanno nemmeno così bene, perché sei comunque una scuola e sì, certi libri in quegli anni vanno fatti leggere) e quindi non ci sono tante soluzioni. In questo caso specifico (che per fortuna non pare essere poi così diffuso, ci sono tantissimi insegnanti che danno liste ed elenchi con libri più variegati, per andare incontro ai gusti di tutti, ma al tempo stesso libri che hanno anche un qualche valore “scolastico”) l’impressione che ci sia stata un po’ di mancanza di voglia è abbastanza forte.

Però, secondo me, a questi ragazzi bisognerebbe dare anche un po’ più di fiducia.

Un mesetto fa, sono stata insieme alle mie amiche Claudia e Stefania in una scuola, a parlare di libri e di blog a dei ragazzi. Era un istituto agrario, dove diciamo che la letteratura italiana e la lettura in generale non sono considerate delle priorità (al punto che agli incontri i docenti di italiano nemmeno si sono visti), eppure, dopo un po’ di timidezza iniziale, qualcuno ha ammesso (sì, uso questo verbo perché a volte sembra che molti a quell'età si vergognino a dire che leggono) di essere un lettore, davanti allo stupore un po’ di tutti.

Questo per dire che non è vero che tutti i ragazzi non leggono. Non è vero che non frega niente a nessuno e che, per questo, bisogna dare meno titoli possibile e tutti il più vicini possibile al lettore. Anzi. Così si rischia solo di peggiorare le cose, secondo me, e di allontanare chi magari un po' di curiosità ce l'ha ma non sa come soddisfarla. 
Certo, magari qualcuno parte dal libro di Sofia Viscardi o da After e poi pian piano si forma come lettore. Qualcuno invece lo leggerà sentendolo come un’imposizione proprio come farebbe con qualunque altro libro. Ma c’è anche qualcuno che invece vorrebbe leggere, ma non sa bene da che parte girarsi, da dove partire e che da queste liste di libri da leggere per le vacanze cerca gli spunti giusti, qualche novità, qualche nuovo titolo. E si ritrova a poter scegliere solo tra quattro libri.

Dopo aver letto quel tweet l’altro giorno, ho lanciato sulla pagina Facebook del blog una specie di sondaggio, per provare a creare tutti insieme una lista alternativa di letture per l’estate. Sono venuti fuori tantissimi titoli, dai classici ai romanzi più contemporanei, che per la loro varietà potrebbero raggiungere molti gusti diversi. 
Preciso che non sono intervenuta in alcun modo sui consigli arrivati dai fan della pagina, se non semplicemente fornendo anche i miei. In alcuni casi non sono del tutto d’accordo (per tematiche o per difficoltà stilistiche, alcuni non sono libri che io quindicenne avrei letto... ma magari qualcun altro invece sì), altri sono state delle vere e proprie sorprese a cui non avevo minimamente pensato. E sicuramente ne mancano ancora tanti, tantissimi altri che andrebbero bene per quell'età e per formare i nuovi lettori senza traumatizzarli troppo.

Prima di passare all'elenco, ci tengo davvero tanto a ringraziare tutti coloro che sono intervenuti e che hanno lasciato i loro consigli di lettura.
© Saeed Sadeghi
Ho diviso i consigli in blocchi, per renderli più semplici da consultare: Narrativa italiana contemporanea, Narrativa straniera contemporanea, Classici italiani del ‘900, Classici stranieri del ‘900 e Classici. (Magari su qualche titolo in qualche categoria potreste non essere d’accordo… su qualcuno ho avuto qualche dubbio anche io, ma portate pazienza, è proprio solo per praticità).

Narrativa italiana contemporanea
CHI MANDA LE ONDE Fabio Genovesi
NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI Fabio Geda
L’AMORE CHE MI RESTA di Michela Marzano
ANNA Ammaniti
IO NON HO PAURA Ammaniti
PIÙ PICCOLO È IL PAESE, PIÙ GRANDI SONO I PECCATI Davide Bacchilega
CAMERE SINGOLE Chiara Sfregola
SE HAI SOFFERTO PUOI CAPIRE Giovanni F.
DOVE NASCE L'ARCOBALENO di Andrea Caschetto
LA STANZA PROFONDA Vanni Santoni
FIGLI DELLO STESSO FANGO Daniele Amitrano
IL RUMORE DEI TUOI PASSI Valentina D’Urbano
Tutti i romanzi di Fabio Bartolomei
I romanzi di Valerio Massimo Manfredi

Narrativa straniera contemporanea
QUALCUNO CON CUI CORRERE David Grossman
L’OMBRA DEL VENTO Carlos Ruiz Zafon
IL VANGELO SECONDO BIFF Christopher Moore
A VOLTE RITORNO John Niven
AMERICAN GODS Neil Gaiman 
NESSUN DOVE Neil Gaiman
LEGGERE LOLITA A TEHERAN Azar Nafisi
YERULDELGGER Ian Manook
MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO Jonathan Safran Foer
STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI Markus Zusak
I PILASTRI DELLA TERRA Ken Follet
I FIGLI DELLA MEZZANOTTE Salman Rushdie
LA SAGA DI AGNES BROWNE Brendan O’Carroll
LA CASA DEGLI SPIRITI Isabel Allende
L’ELEGANZA DEL RICCIO Muriel Barbery,
TRILOGIA DELLA CITTA DI K Agota Kristof
LA SOTTILE LINEA SCURA Joe R. Lansdale
ZIA MAME Patrick Dennis
LA MIA VITA È UN PAESE STRANIERO Brian Turner
IL PARADISO DEGLI ORCHI Daniel Pennac
COME UN ROMANZO Daniel Pennac
OPEN Andres Agassi
COLLA Irvine Welsh
SHINING Stephen King
IT Stephen King
LA SAGA DELLA TORRE NERA Stephen King
L’UOMO IN FUGA di Stephen King
MI CHIAMO LUCY BARTON di Elizabeth Strout
NORWEGIAN WOOD Murakami
IL SENTIERO DEI SOGNI LUMINOSI di Jasvinder Sanghera
TISHOMING BLUES Elmore Leonard
IL CLUB DEGLI INCORREGIBILI OTTIMISTI Jean Michel Guenassia
NIENTE Janne Teller
SKELLING David Almond
LA NOSTRA CASA Bov Bjerg
LA VITA SECONDO BANANA PP Wong
LA RAGAZZA DAI SETTE NOMI Hyeonseo Lee 
RIPARARE I VIVENTI Maylis De Kerangal
IL SENSO DELLE COSE Richard Feynman
LA BASTARDA DI ISTANBUL Elif Shafak
TRE FIGLIE DI EVA Elif Shafak
MAUS Art Spiegelman
PAPER MAGICIAN Charlie N. Homberg
IL MURO INVISIBILE Harry Bernstein
DANNY L’ELETTO Potok
Il BUDDA DELLE PERIFERIE Hanif Kureishi
LE CENERI DI ANGELA Frank McCourt
DEMOLITION MAN Robert Tine
IO NON MI CHIAMO MIRIAM Majgull Axelsson
I romanzi di Sharon M. Draper
I romanzi di Zimmer Bradley

Classici italiani del ‘900
IL BARONE RAMPANTE Italo Calvino
IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO Italo Calvino
SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE Italo Calvino
IL SISTEMA PERIODICO Primo Levi
SE QUESTO è UN UOMO Primo Levi
LA COSCIENZA DI ZENO Italo Svevo
IL FU MATTIA PASCAL  Luigi Pirandello
LA STORIA di Elsa Morante
LA BELLA ESTATE Cesare Pavese
FONTAMARA Ignazio Silone
IL NOME DELLA ROSA di Eco
IL SENATORE Giancarlo Buzzi
GLI OCCHIALI D'ORO Giorgio Bassani
CRISTO SI È FERMATO A EBOLI Carlo Levi
RIMINI Pier Vittorio Tondelli 
SOSTIENE PEREIRA Antonio Tabucchi

Classici stranieri del ‘900
IL BUIO OLTRE LA SIEPE Harper Lee
1984 George Orwell
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI George Orwell
CRONACHE MARZIANE Ray Bradbury
FAHRENEITH 451 Ray Bradbury
SULLA STRADA Jack Kerouac
CENT’ANNI DI SOLITUDINE Gabriel Garcia Marquez
L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA Gabriel Garcia Marquez
LO HOBBIT Tolkien
IL SIGNORE DELLE MOSCHE William Golding
MRS DALLOWAY di Virginia Woolf
IL GIOVANE HOLDEN J.D. Salinger
LA VALLE DELL’EDEN John Steinbeck
UOMINI E TOPI di John Steinbeck
I BUDDENBROOK Thomas Mann
LO STRANIERO di Albert Camus
LORD JIM di Joseph Conrad
IL VAGABONDO DELLE STELLE di Jack London
DIECI PICCOLI INDIANI Agatha Christie
IL PROFETA Kahil Gibran
LA SVASTICA SUL SOLE Philip Dick
FINE DI UNA STORIA di Graham Green
LEGGERMENTE FUORI FUOCO di Robert Capa
LA STORIA INFINITA Michael Ende
L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE Milan Kundera
ZIA MAME Patrick Dennis

Classici
I TRE MOSCHETTIERI Dumas
I VIAGGI DI GULLIVER Jonathan Swift
IL RITRATTO DI DORIAN GRAY Oscar Wilde
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO Jane Austen
PERSUASIONE Jane Austen
ANNA KARENINA Lev Tolstoj
FRANKENSTEIN Mary Shelley
NOTRE DAME DE PARIS Victor Hugo
IL CONTE DI MONTECRISTO Alexandre Dumas
JANE EYRE Charlotte Bronte
VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI Jules Verne
ARMANDALE Wilkie Collins
LE AFFINITÀ ELETTIVE di Goethe

Magari anziché fornire una lista di quattro titoli e dire di sceglierne solo uno, se ne potrebbe dare una più lunga, suddivisa per argomenti (questi o altri, più inerenti magari al percorso di studi), alternando libri più complessi ad altri più leggeri e chiedere di sceglierne magari tre o quattro... nessuno è mai morto per aver letto tre libri in tre mesi. Nemmeno un non lettore.

giovedì 24 ottobre 2013

4 anni rampanti!

C'era una volta un re...... diranno i miei piccoli lettori.Ma no, vi state sbagliando, c'era una volta... una ragazza con una passione incredibile per la lettura. Leggeva sempre e ovunque, un po' per passare il tempo,ma soprattutto perché non riusciva a farne a meno.E dopo aver letto ogni libro, sentiva il bisogno di esprimere la sua opinione e di condividerla con altri. Per farlo, ha creato questo blog. Un posto dove poter dire liberamente quello che si pensa di un libro (con commenti per niente imparziali), elogiandolo e criticandolo in qualità di lettori.Buona lettura!
Quattro anni fa oggi compariva questo breve testo sul blog. Il primo post. Mi ricordo di aver pensato per quasi due ore a cosa scrivere e che alla fine l'ho pubblicato così, per disperazione. 
Forse come inizio non è stato dei più brillanti, ma tant'è.
Quel 24 ottobre del 2009 non avevo idea di dove mi avrebbe portato questo blog né immaginavo che sarebbe durato così tanto (la costanza non è esattamente la mia qualità migliore). Eppure, a distanza di quattro anni è ancora qui, più vivo e attivo che mai, a riempirmi ogni giorno di soddisfazioni.



Grazie al blog ho dato sfogo alla mia voglia di scrivere che non riusciva a soddisfarsi in altro modo, alla mia voglia di parlare di libri con tutti senza dover assillare i poveri malcapitati che stanno al mio fianco a cui non sempre dei libri importa qualcosa. Grazie al blog ho conosciuto un sacco di persone, altri appassionati lettori come me, e ho iniziato a scambiare quattro chiacchiere anche con gli autori, oltre che a conoscere un po' di più il mondo della letteratura e dell'editoria. Grazie al blog ho iniziato a collaborare come articolista per un giornale, come editor per una piccola casa editrice e sono persino finita su Rai Letteratura.
Ne abbiamo passate tante insieme la Lettrice Rampante ed io.

E in mezzo a tutto questo, ovviamente, ci sono sempre loro, i libri. Miei compagni di viaggio e di avventura in ogni momento della vita. Non riuscirei a immaginarmi senza di loro, non riuscirei a immaginare di non leggere. I gusti sono cambiati con il tempo e con l'età, sono cresciuti forse, così come è cambiato e cresciuto il mio modo di approcciarmi a loro. Ma sono sempre con me.

Non sono tanto brava nei discorsi, quindi concludo semplicemente ringraziando tutti quelli che mi seguono o mi leggono sempre, sia sul blog sia sulla pagina Facebook, quelli che capitano qui per caso una volta e non ci ritornano più, le persone che commentano e quelle troppo timide per farlo, chi crede in me anche senza avermi mai vista in faccia e chi mi è accanto ogni giorno anche al di fuori di questo spazio e mi sprona a non mollare mai.
Insomma, grazie davvero a tutti!

martedì 2 luglio 2013

Festival letterari: una semplice operazione di marketing?

Come vi avevo già accennato nel post sulla mia Grande Invasione, durante l'incontro "Leggere la rete", nel quale sono intervenuti alcuni membri dei più diffusi book blog italiani, è stata posta una domanda un po' provocatoria da parte di un ragazzo del pubblico.
Il ragazzo ha chiesto se tutto questo (la conferenza nello specifico, ma anche tutta la rassegna in generale) non fosse altro che un'operazione commerciale, il cui fine è semplicemente quello di vendere i libri (nello specifico della minimumfax, visto che la rassegna è stata organizzata da loro in collaborazione con libreria La galleria del libro di Ivrea).
Il pubblico lì presente quindi, per questo ragazzo, altro non era che il target di un prodotto, che è stato accalappiato tramite un'operazione commerciale al fine di un guadagno.


Premesso che io stessa sono uscita da uno di questi incontri (il reading di "Una cosa divertente che non farò mai più" di David Foster Wallace da parte di Giuseppe Battiston) e sono corsa immediatamente a comprare il libro, onestamente durante i giorni e durante gli incontri a cui ho partecipato non mi sono mai sentita una semplice acquirente a cui si stava cercando di rifilare qualcosa. Né in questa rassegna né in altre a cui ho partecipato. Nessuno mi ha puntato una pistola alla testa dicendomi "compra assolutamente questo libro", né mi è stato vietato l'ingresso se in mano non avevo la giusta edizione o se mi ero portata il libro da casa anziché acquistarlo sul momento.

E' ovvio che una rassegna del genere, così come tutte le rassegne, ha anche scopo pubblicitario e di vendita. Ma, almeno per me, risulta impossibile pensare che sia solo ed esclusivamente quello. Si è fatta cultura in quei quattro giorni. Così come si fa in ogni festival letterario, in ogni presentazione di un libro, in ogni intervista.
Poi,  certo, se io sull'onda dell'entusiasmo per quello che ho visto, letto, sentito voglio acquistare il libro è una scelta mia, che ovviamente porta poi un vantaggio alla casa editrice in questione.

L'idea che questi eventi siano semplici operazioni commerciali mi risulta ancor più difficile da digerire se penso alle vere operazioni di marketing che prendono vita ogni giorno ad esempio sui social network. "Mandami una foto e puoi vincere il libro". "Scrivi un recensione e verrai premiato con un buono sconto". "Raccontaci il momento più triste della tua vita e se ci farai più pena degli altri, ti manderemo il libro con una trama ancor più sfortunata". 
Non critico assolutamente nemmeno queste iniziative, sia chiaro. Io stessa passo i miei venerdì a decidere che foto mandare ai contest settimanali della Sperling & Kupfer su Facebook (anche se poi immancabilmente non vinco o vinco libri che non mi interessano per nulla). Dico solo che queste mi sembrano operazioni commerciali il cui fine è vendere un semplice prodotto, facendo leva sullo spirito di competizione di chi partecipa. I festival, i reading, gli incontri con gli autori e i traduttori sono invece un modo per dare ancor più valore al libro, per farlo conoscere anche nei dettagli più particolari, per far entusiasmare e coinvolgere il potenziale lettore attraverso l'entusiasmo di chi a questo libro ha partecipato attivamente.

Il fatto che questa domanda sia stata rivolta a un gruppo di blogger si ricollega poi al tanto discusso discorso delle "marchette". Le case editrici inviano gratuitamente i libri ai blogger affinché vengano presentati e /o recensiti.
Libro in cambio di pubblicità. Regalo in cambio di un commento, possibilmente positivo, che verrà letto probabilmente da molti, generando quindi vendite. 
Peccato che la domanda è stata posta a un gruppo di blogger che, sebbene abbia dichiarato (non tutti, ognuno attua politiche diverse) di ricevere libri dalle case editrici, non si è mai lasciata ingabbiare in questo sistema (e se esistano blog che invece lo fanno, non mi è dato sapere... o meglio, posso immaginarlo, ho una coscienza critica che mi permette di capire di quali blog fidarmi e quali meno, ma non voglio focalizzarmi su questo). 
E questo lascia intendere come, a volte e da parte di certe persone, ci sia una scarsa conoscenza dei blog letterari, che spesso vengono considerati come dei semplici strumenti al soldo delle case editrici. Cosa che, invece, non sono, perché si focalizzano più (o solo) sul rapporto con il lettore, senza alcuna influenza esterna.

Non voglio negare che buona parte del mondo dell'editoria oggi si basi sul marketing nudo e crudo. E' sufficiente vedere le locandine, le pile di libri nei negozi, le pubblicità sui giornali, il clima di attesa che viene creato ad hoc per l'uscita di certi libri e best seller (e Facebook e i social network in generale aiutano molto in questo senso). Ma questo sistema è utilizzato soprattutto dalle grandi case editrici, quelle che spesso puntano più sulla quantità che non sulla qualità di quello che vendono, che sfornano bestseller ogni due giorni e che possono permettersi di spendere tanto in pubblicità diretta.
Ma non è tutto così il mondo dell'editoria. Ci sono case editrici che organizzano festival (vedi appunto la minimumfax ma anche molte altre), altre che organizzano serate a tema (mi viene in mente il caffè letterario della e/o sull'isola Tiberina a Roma), giusto per fare due esempi. Certo, lo scopo finale è forse (anzi, sicuramente) lo stesso: vendere libri. Ma cambia il modo, cambia la passione che l'editore o chi per esso ci mette o almeno che trasmette a chi è lì ad assistere (sono sicura che anche i colossi editoriali trovino soddisfazione in certi libri e in certe pubblicazioni a cui tengono particolarmente).
Cambia però, almeno per me, quello che viene in qualche modo "offerto" in cambio al lettore, ovvero la possibilità di parlare, ascoltare, vedere, confrontarsi. 

Non so bene quale sia lo scopo di questo post. Non voglio fare una critica né a quel ragazzo che ha comunque posto una domanda legittima e con un suo perché, né ai grandi editori sforna best seller o a quelli che vendono libri come se fossero mozzarelle. E mi rendo conto di aver fatto forse un'analisi molto superficiale di una questione che, invece, sarebbe molto complessa.
E' solo che trovo un po' triste l'idea che alla voglia di fare e diffondere cultura venga sempre associato il discorso economico, come se fosse l'unica cosa che davvero conta (e conta, lo so benissimo che conta, perché mangiare dobbiamo tutti), come se non ci fosse niente di più.

Che poi, siamo noi stessi che decidiamo se essere o meno target commerciali. E se devo scegliere tra farmi abbindolare da una pubblicità su un bus o un reading meraviglioso di un attore, beh, io scelgo senza ombra di dubbio la seconda.