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giovedì 13 gennaio 2011

LA CASA DEI FIAMMINGHI- Georges Simenon

Chi ha ucciso Germaine Piedboeuf sfondandole il cranio a colpi di martello? E perché il corpo è stato gettato nella Mosa solo tre giorni dopo l'assassinio? Ma soprattutto: può una donna avere tanta forza da uccidere qualcuno a martellate? Maigret osserva e registra, com'è sua abitudine, i gesti e gli sguardi, gli ambienti e gli odori. E quando avrà trovato l'autore di questo delitto se ne tornerà a casa, lasciando che la colpa trovi il suo castigo nella progressiva rovina della "casa dei fiamminghi".



Inizialmente la tentazione è stata di scrivere come commento semplicemente un: "vedi qualche recensione precedente", visto che più o meno si confermano le stesse impressioni già dette in precedenza. Maigret come investigatore non mi convince molto, perché non investiga, non deduce (o meglio, deduce ma non lo dice al lettore) e si sofferma su particolari che sembrano rilevanti e invece non lo sono (un tentativo di depistaggio, forse?). Non amo i suoi modi burberi, né il suo modo di gestire i casi e i sospettati. Però questo romanzo ha effettivamente qualcosina in più del giallo, rispetto al precedente che ho letto. Riesce a insinuarti il dubbio e i sospetti, a farti immaginare trame e intrighi... fino al finale, forse un pochino scontato ma l'unico possibile...
Insomma, un giallo che va bene da leggere in spiaggia o sul treno o svaccati sul divano, per passare il tempo senza impegnare troppo la mente.
Diciamo che se non avete mai letto un giallo in vita vostra (non ci credo, dai!), non iniziate con quelli di Simenon...

Nota alla traduzione: è di nuovo una traduzione Adelphi...

giovedì 23 dicembre 2010

UNA TESTA IN GIOCO- Georges Simenon

Quanto vale la testa di un uomo? Secondo Maigret abbastanza da giocarsi la carriera. Ma questa volta il commissario rischia davvero grosso: far evadere dalla Santé, sulla base di una semplice intuizione, un condannato a morte alla vigilia dell'esecuzione capitale è una scommessa che potrebbe costargli cara. Pedinando l'evaso, Maigret si ritrova alla Coupole, confuso tra la fauna cosmopolita del carrefour Montparnasse: ricchi sfaccendati, artisti falliti, parassiti. E qui incontra colui che del romanzo è il vero protagonista: Jean Radek, ex studente di medicina cecoslovacco, spiantato e geniale. Una personalità tortuosa e malata, che per la prima volta riesce a stupire e disorientare Maigret sfidandolo a un duello sul terreno dell'intelligenza e dell'astuzia.

I gialli sono una categoria di romanzo che mi piace molto. Soprattutto quelli "seriali", con investigatori più o meno geniali che affrontano i casi e che grazie alla loro intelligenza o al loro estro arrivano a scoprire la verità. Adoro il Poirot di Agatha Christie. Adoro Adamsberger di Fred Vargas, e non mi dispiace nemmeno il buon vecchio Sherlock Holmes.
Che dire di Maigret? Forse tra tutti è quello che mi entusiasma di meno, almeno in questo romanzo specifico. Un po' troppo antipatico e scontroso per i miei gusti. E in questo romanzo, almeno per buona parte, non dimostra nemmeno una grande e spiccata intelligenza. Si muove in base ad un sospetto, che la persona condannata per omicidio in realtà sia innocente, al punto da farlo evadere dal bracico della morte. Il resto è poi un po' tutto confuso. Come se si ritrovasse casualmente catapultato dentro alla verità.
Non mi ha convinta del tutto.

Nota alla traduzione: le traduzioni Adelphi non mi convincono mai del tutto.