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mercoledì 1 dicembre 2010

GUARDA COME TI AMO- Luis Leante

"È la vita di una donna sui cinquant'anni, in crisi dopo un divorzio e la morte della figlia. Incidentalmente scopre la fotografia di un vecchio amore dell'adolescenza fino ad allora ritenuto morto. Nella sua fuga in avanti, decide di scoprire cosa ne è stato di quel fidanzato. E questo la porta fino al Sahara, fino ai campi per rifugiati saharawi." Così Luis Leante riassume uno degli aspetti narrativamente più significativi del romanzo. Giganteggia la figura della protagonista Montse Cambra, colta in un momento delicato della sua esistenza e rapita dalla memoria di un passato mai morto. Il viaggio nel deserto è costellato di avventure, di incontri, tra rifugi di fortuna, oasi e scontri con culture diverse.


Ho appena letto l'ultima pagina di questo romanzo e ora, davanti a questo post bianco, mi trovo in difficoltà su cosa scrivere. E questo è già un buon segno, perché vuol dire che mi è piaciuto (a massacrare libri, come sapete, non mi ci va poi molto). Ho delle difficoltà a buttar giù questo commento perché non voglio correre il rischio di far passare questa storia come una banalissima storia d'amore. E' vero, si tratta soprattutto di una storia d'amore, due giovani che si amano, che per condizioni avverse devono allontanarsi, che vanno avanti nelle loro vite fino a quando una fotografia riporta tutto alla mente e farà sì che Montse, la protagonista femminile di questa storia d'amore, parta alla ricerca del giovane che tanto aveva amato.
Ok, detta così, sembra veramente ma veramente banale. Ed è proprio qui che emerge a mio avviso la bravura di questo scrittore. Prendere una storia così e renderla avvincente, interessante e per nulla sdolcinata. Merito è soprattutto dell'ambientazione del romanzo: Spagna e Africa, nel passato e nel presente, e della capacità di Leante di descrivere e mischiare culture e periodi diversi.
Bella la descrizione del deserto e dei popoli che lo abitano. Bella la descrizione delle tradizioni locali. Così come ben fatta è la ricostruzione storica della rivolta in Marocco e della vita dei legionari del periodo.
Se vogliamo fare qualche critica a questo romanzo, si può forse citare l'eccessiva sfortuna che a volte colpisce i vari personaggi. Ma anche qui, è una scelta ben ponderata e assolutamente voluta, che trova il suo massimo compimento nel (lieto?) fine.
Da leggere assolutamente, anche se forse La Luna Rossa, l'altro suo romanzo, è un pochino più bello (ma solo perché parla di libri).

Nota alla traduzione: c'è qualcosa che non mi torna, qualche scelta traduttiva, soprattutto di termini comuni, che mi lascia un po' perplessa... io la rivedrei...

giovedì 28 ottobre 2010

LA LUNA ROSSA- Luis Leante

Il corpo esangue di Emin Kemal, celebre scrittore turco, giace a terra cadavere nel suo appartamento. Sul petto un libro: una raccolta di racconti di René Kunheim, dedicati dall'autore alla moglie dello stesso Kemal. René è uno scrittore frustrato ma di grande talento e soprattutto il traduttore di tutti i libri in spagnolo dell'autore turco. Il ritrovamento, che svela inequivocabilmente la tresca che lo legava alla moglie, sembra incastrarlo. A ritroso, Luis Leante ricostruisce l'intrigo e racconta la storia di Emin Kemal e René Kunheim, tra Alicante, Monaco e Istanbul, in un continuo gioco di specchi, incastri, collegamenti e coincidenze. La vita dell'autore turco e quella del suo traduttore sono il bianco e il nero di una stessa fotografia, due esistenze legate da una sola donna, sposa e amante: Derya.

Un libro incredibile che mi ha piacevolmente stupita. Una trama complessa, che si snoda tra la Spagna, Monaco e la Turchia. Tanti piccoli tasselli, che forse un pochino confondono ma che alla fine l'autore è in grado di rimettere perfettamente insieme, dando vita a un romanzo molto ma molto bello. Il rischio di perdersi dei pezzi, di non riuscire a far tornare tutte le vicende al proprio posto, era molto alto. Ma l'autore è riuscito a evitarlo. Forse anche perché parla di libri e di traduttori (due cose che io amo molto), perché c'è sì un mistero da risolvere che lascia in sospeso fino all'ultimo, senza che però cada mai nello scontato, nel banale e nel già letto.
Particolare l'alternanza di stili, dalla prima alla terza persona in base a quale epoca e quale personaggio è protagonista del capitolo.
Insomma, questo autore spagnolo non ha assolutamente nulla da invidiare ad altri suoi conterranei più famosi (vedi Zafón), anzi... il suo stile è molto meno "commerciale", (ed è per questo che forse non ha riscosso altrettanto successo qui in Italia).
E' un libro bello, intelligente e commuovente. Da leggere assolutamente.

Nota alla traduzione: non mi riesce tanto facile scrivere un commento dato che conosco la traduttrice del romanzo, che è stata mia insegnante all'università e, almeno in parte, la mia passione per la traduzione viene da lei. Eppure, devo ammettere che qualcosa non mi torna. Qualche scelta di termini e di espressioni molto discutibile, non so se legata allo stile originale del romanzo o a scelte traduttive personali. Spero che non me ne voglia...