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giovedì 28 dicembre 2017

Le mie peggiori letture del 2017

Ed eccoci arrivati al momento della verità. Lo so, in queste ultime settimane di classifiche di libri e letture ne avrete già viste tante e molto variegate, al punto che forse sarete anche un po' stufi. Ma credo sia perfettamente normale arrivare a fine anno e tirare un po' le somme delle cose che si sono fatte, di quelle che si sono viste e, quindi sì, anche dei libri letti.

Come sempre, stilerò due classifiche: le mie letture peggiori e le mie letture migliori di questo 2017 (e quel "mie" è fondamentale, perché si tratta ovviamente di un giudizio molto soggettivo).

Ho letto un po' meno del mio solito quest'anno, almeno per quanto riguarda le letture per piacere. Tra romanzi, fumetti, libri per bambini e ragazzi e una rilettura arrivo a quota 75. Sì, lo so, settantacinque libri in un anno sono tanti. E anche se ci sono tanti anni, in passato, in cui avevo letto molto di più, devo dire che come cifra mi piace, perché rispecchia appieno la mia voglia di rallentare un po', di leggere meno e leggere meglio, fregandomene di qualunque tempistica (sì, anche quella di aggiornamento del blog, una fonte di ansia notevole).

E devo dire che questa scelta ha ripagato, perché di libri brutti quest'anno ne ho letti davvero pochi. Sono solo quattro, infatti, i romanzi che rientrano in questa mia personalissima e assolutamente non condivisibile classifica, e cercherò di spiegarvi anche il perché.
Come sempre, su ogni titolo troverete il link alla recensione e poi, se volete, nei commenti possiamo discuterne.

La foto dei libri accompagnati dallo sguardo di disapprovazione del signor Fredricksen di UP
Orfani Bianchi di Antonio Manzini (chiarelettere) è stata la prima grande delusione dell’anno. Il romanzo ha come protagonista Mirta, una giovane donna moldava trasferitasi a Roma in cerca di lavoro, che ha lasciato in patria suo figlio, a cui cerca di mandare dei soldi ogni mese.
È un libro che mi ha fatta arrabbiare, perché l’ho trovato pieno di stereotipi e di generalizzazioni (dal romanzo sembrerebbe che tutti quelli che assumono una badante per seguire un parente anziano lo facciano perché sono degli stronzi che se ne fregano… e invece no) e che abbia puntato tutto sulla tragicità. Avrebbe potuto essere un gran bel libro su un argomento importante (tanti argomenti importanti, in realtà), ma Manzini si è fatto prendere un po’ troppo la mano con le sfighe da far succedere alla povera protagonista, dimenticandosi di andare più in profondità.

Etta e Otto e Russell e James di Emma Hopper (tradotto da Elena Dal Pra per Bompiani). Ho acquistato e letto il libro attratta dal titolo e dalla copertina, che trovo entrambi molto belli, senza preoccuparmi più di tanto della trama. Sapevo solo che protagonista era una coppia di anziani (tanto di moda in questo periodo) che si ritrovava a ripercorrere la sua storia. 
Una volta finita la lettura, l'unica parola che mi è venuta in mente per descrivere questo libro è: “boh!”. Il romanzo, infatti, è  molto confuso, con continui passaggi tra passato e presente senza che però sia presente un collante tra le due parti. Il lettore (o almeno, io) a volte non capisce cosa sta leggendo. 

Il corpo che vuoi di Alexandra Kleeman (tradotto da Sara Reggiani per Edizioni Black Coffee). Ammetto candidamente che questo romanzo compare in questa lista perché non l'ho capito. Non ho capito cosa volesse dirmi l'autrice, né la trama, né la sua protagonista. Intendiamoci, ho colto perfettamente l'abilità stilistica (anche se sul finale rasenta la follia), ho persino sottolineato alcuni passaggi molto belli, ma, arrivata con immensa fatica alla fine, mi ha lasciato addosso un senso quasi di fastidio, oltre che di confusione. Forse sono troppo scema io, per apprezzare libri come questo.

Requiem per un’ombra di Mario Pistacchio e Laura Toffanello. Mi sono avvicinata a questo libro con aspettative enormi, dopo quel gioiellino del loro primo romanzo, L’estate del cane bambino. E sono state tutte completamente disattese. Il romanzo dovrebbe essere un thriller, un hard boiled per essere più precisi, che però alla fine sembra essere solo un’accozzaglia di elementi già visti in mille altri romanzi dello stesso genere, in cui però sono stati sviluppati meglio. Probabilmente gli stessi autori hanno provato un po' di ansia da prestazione e si sono buttati su un genere che consideravano forse "facile". O forse sono io che, avendone letti tanti nella mia vita, non sono riuscita a trovare alcun elemento innovativo. Fatto sta che questo romanzo, per me, è stato un grande, grandissimo no.


Come vi dicevo, come anno di letture è stato molto positivo. Nei prossimi giorni uscirà anche la lista dei libri migliori che ho letto quest'anno. E voi che mi dite? Quali sono state le letture più deludenti che avete affrontato in questo 2017?

giovedì 29 dicembre 2016

Le mie peggiori letture del 2016

Il 2016 è ormai agli sgoccioli e, come ogni anno, è tempo di bilanci qui sul blog.
Quest’anno è stato un po’ particolare, a livello di letture. Ho affrontato un paio di crisi, che mi hanno portato a leggere meno del solito e, soprattutto, con molto meno entusiasmo. Probabilmente il peso di sette anni di blog (che sono stati sette anni bellissimi, sia chiaro!) sta iniziando a farsi sentire. E se a questo si uniscono i grandi cambiamenti nella mia vita (anche questi bellissimi) negli ultimi mesi… be’ si dovrebbe riuscire a capire il perché di questo rallentamento nelle letture.
Tutto questo, ovviamente, non mi esime dallo stilare le ormai tradizionali liste dei libri dell’anno. Non so dire in realtà quanti ne abbia letti in totale (ché insieme alla voglia di leggere ha latitato un po’ anche quella di aggiornare aNobii), ma so per certo quali sono stati i  libri più belli e quelli più brutti (perché, ribadiamolo da lettrice, che spende tempo e soldi per ogni libro che legge, ho tutto il diritto di dire se una lettura mi sia piaciuta o meno. E da blogger ancora di più).

Come ormai da tradizione, partirò proprio dalle letture più brutte dell’anno. 
Ovviamente, si tratta di un parere completamente soggettivo, legato a un gusto del tutto personale, con cui potete tranquillamente trovarvi in disaccordo (il bello della lettura è proprio questo… uno stesso libro che genera opinioni completamente e diametralmente opposte, in base a chi lo legge).

Il mio pinguino, triste perché questi libri non gli sono proprio piaciuti. (Nella foto ne manca uno)
Ed eccoli qua, i nove libri che avrei potuto tranquillamente evitare di leggere in questo 2016 senza perdere nulla:

FLORENCE GORDON di Brian Morton, edito da Sonzogno: aspettative enormi, enormissime, verso un personaggio che avrebbe potuto essere fenomenale e invece è stato ridotto a una mera macchietta.

CAFE’ JULIEN di Dawn Powell, edito da Fazi editore: altro problema di aspettative, autogenerate dal bel titolo e dalla bella copertina e completamente disattese. (Che noia, aggiungerei).

NESSUNO SCOMPARE DAVVERO di Catherine Lacey, edito da Sur: ho odiato la protagonista (e i suoi bufali interiori) fin dalla prima pagina e questa antipatia è durata per tutta la lettura, condizionandola inesorabilmente.

LA BATTAGLIA NAVALE di Marco Malvaldi, pubblicato da Sellerio: non immaginate quanto mi pianga il cuore a inserire un libro di Malvaldi in questa lista. Ma avevo aspettato così tanto una nuova storia dei vecchietti del BarLume, che trovarmi di fronte a questo, per me, è stata una vera fregatura.

TUMBAS. TOMBE DI POETI E PENSATORI di Cees Noteboom, uscito per Iperborea: immagino che il pellegrinaggio sulle tombe fatto da Cees Noteboom sia stato bellissimo, davvero. Ma leggere questo libro è un po' come quando qualcuno vuole a tutti i costi farti vedere le 1500 foto che ha scattato durante le sue vacanze: all'inizio rimani sveglio, poi dopo un po' ti chiedi semplicemente "perché?".

HARRY POTTER AND THE CURSED CHILD di J.K. Rowling, John Tiffany & Jack Thorne, pubblicato in Italia da Salani: sì, lo so che non era l’ottavo romanzo di Harry Potter. So che era il copione dell’opera teatrale e che leggere i copioni è sempre un po’ straniante. Però, che cavolo, un po’ di rispetto per tutti i fan di Harry Potter!

UN AMORE DI SALINGER di Frédéric Beigbeder, edito da Mondadori: ovvero lo scrittore più antipatico e autoreferenziale che io abbia mai letto. Almeno quest’anno.

KATHERINE di Rupert Thomson, pubblicato da NN: una lettura faticosissima, forse per un problema di distanza anagrafica con la protagonista. 

RICETTARIO AMOROSO DI UNA PASTICCIERA IN FUGA di Louise Miller, edito da Sonzogno: colpa mia, colpa mia… avrei dovuto immaginare che con un titolo così non si sarebbe trattato di un capolavoro. Ma mi sono fatta attirare da questa copertina bellissima (che trovo bellissima ancora oggi, nonostante tutto). Ben mi sta.

Tutto sommato, avrebbe potuto andare anche molto peggio. Anche perché il problema con la maggior parte di questi libri è legato più a una questione di mie aspettative che non di "bruttezza oggettiva" (checché se ne dica, esiste eccome) del romanzo. E poi, buona parte degli editori i cui libri si trovano in questa classifica di letture peggiori si troveranno anche in quella dei migliori, che uscirà nei prossimi giorni. 

E voi che mi dite? Quali sono state le vostre peggiori letture di questo 2016? 

domenica 29 dicembre 2013

I PEGGIORI 10 DEL 2013

E anche questo 2013 sta per finire... E, come ogni anno, qui sul blog è tempo di classifiche di gradimento. 
Si incomincia con quella dei libri peggiori che ho letto in questi dodici mesi, per poi chiudere in bellezza con quella dei migliori.
Il bilancio di quest'anno mi fa un po' paura: ho letto 135 libri, stando ad aNobii. Venti in più dell'anno scorso, ma qualche migliaio di pagina totale in meno (sì, lo so, queste statistiche non significano nulla... e non è importante tanto la quantità quanto la qualità... ma permettetemi comunque di rimanere un po' sbigottita).

Eppure, nonostante questi alti numeri,  devo ammettere che sono un po' in difficoltà nello stilare un elenco di dieci titoli peggiori. Nel senso che di libri, per me, proprio brutti brutti credo di averne letti solo tre o quattro, non di più. Sarà che i miei gusti si sono un po' affinati, che sto molto più attenta a che libri leggere, a che consigli seguire, a fidarmi molto di più dell'istinto senza lasciarmi abbindolare da titoli e copertine. Fatto sta che arrivare a dieci è stato difficile e ho incluso anche romanzi che non sono proprio brutti brutti, ma che per un motivo o per l'altro non mi sono piaciuti.

La classifica è, ovviamente, del tutto personale. L'ordine è del tutto casuale e cliccando sul titolo di ogni singola opera si arriva alla mia recensione.



LIBRI BRUTTI BRUTTI

IL TUTTOMIO  di Andrea Camilleri: niente da fare, io con Camilleri proprio non riesco ad andarci d'accordo. I romanzi di Montalbano non riesco a leggerli perché non riesco a capire il linguaggio utilizzato (ho delle difficoltà con tutti i dialetti, non solo con il siculo) e quelli che invece non parlano di Montalbano non riesco a leggerli perché proprio non mi piace la storia. Che sia ora di lasciar definitivamente perdere?

UN ATTIMO, UN MATTINO di Sarah Rayner: qui mi sono lasciata fregare dalla copertina tazzosa, molto molto bella e d'impatto. Peccato che poi la storia all'interno fosse molto scialba, banale ed talmente eccessiva nella sua tragicità da infastidire, più che commuovere.

MIRTILLI A COLAZIONE di Meg Mitchell Moore: questa, invece, me la sono andata a cercare. Sapevo del cambio di titolo effettuato dalla casa editrice (chissà quale, eh?), ma speravo che almeno un mirtillo nelle 312 pagine che compongono il libro ci fosse. E invece niente. Niente mirtilli, ma soprattutto niente spessore nella storia né nei personaggi, molto, molto insulsi. Cosa ho imparato? Non leggere più libri con faccioni in copertina.

AMORI IMPREVISTI DI UN RISPETTABILE BIOGRAFO di Penelope Lively: noia, noia, noia, noia... oh sì, e anche noia.

RICOMINCIO DA TE ( El bolígrafo de gel verde) di Eloy Moreno: ho apprezzato abbastanza la prima parte del romanzo, quest'uomo in crisi che si confronta con il mondo circostante, a cui si alternano flashback sul suo passato bambino. Mi è paciuta molto, molto meno la seconda parte, un po' troppo mistica e, secondo me, anche un po' confusa. Forse con un editing più attento (il romanzo si è diffuso tramite autopubblicazione e poi dopo pubblicato con una casa editrice), il risultato sarebbe stato diverso.


LIBRI CHE NON MI HANNO CONVINTA DEL TUTTO (più spiegazione del perché non mi hanno convinta del tutto)

I BACI NON SONO MAI TROPPI (Los besos no se gastan) di Raquel Martos: una storia di amicizia tra due donne, amiche d'infanzia e allontanatesi per un periodo a causa di un uomo, che si ritrovano improvvisamente e sembra che il tempo non sia mai passato. Peccato che poi tutta una serie di tragedie, una peggiore dell'altra, si accanisca su una delle due protagoniste con l'unico scopo di far piangere il lettore. A metà già si sa come andrà a finire. Peccato.

ISTRUZIONI PER RENDERSI INFELICI di Paul Watzlawick: è una sorta di manuale di autoaiuto in chiave molto ironica, che mostra qual è il modo migliore per essere e apparire patetici. Dovrebbe essere un monito per chi vive così davvero, perché apra gli occhi. Ma in alcuni tratti l'ho trovato un po' troppo superficiale (fosse davvero così semplice, di persone infelici non ce ne sarebbero).

ALTA DEFINIZIONE di Adam Wilson: questo non è assolutamente un libro brutto, ma è uno di quelli da cui mi aspettavo tanto, tantissimo e che invece mi ha lasciato, una volta conclusa la lettura, un sapore amarissimo in bocca. Una forte delusione, insomma, causata forse più dalle mie aspettative che non dal romanzo in sé. E quindi finisce qui in mezzo. 

TUTTI MI DANNO DEL BASTARDO di Nick Hornby: Nick, non sai quanto mi dispiaccia infilarti in questa lista. Ma non posso evitarlo, anche se, forse, non è nemmeno del tutto colpa tua, ma della casa editrice che ha cercato di vendere questo racconto breve come un nuovo romanzo, con un'impaginazione imbarazzante per farlo sembrare più lungo. In lingua originale era uscito solo ed esclusivamente in ebook, e un motivo ci doveva pur essere. Un racconto che avrebbe tutto il potenziale per diventare un grande romanzo, uno di quelli a cui Hornby, anni fa, ci aveva abituato. E invece arrivi alla fine che nemmeno capisci come e perché sia finito. Peccato, davvero.

COCAINA di Massimo Carlotto, Giancardo De Cataldo, Gianrico Carofiglio: non ci fosse stato Carofiglio, questo libro (una raccolta di tre lunghi racconti, in realtà), sarebbe finito tra i libri brutti brutti. Per fortuna c'è lui, con un racconto meraviglioso, a salvare la baracca.


E i vostri libri peggiori quali sono?

domenica 30 dicembre 2012

I PEGGIORI 10 DEL 2012

La fine dell'anno si sta avvicinando e quindi è tempo di bilanci. Bilanci sulla vita, sul lavoro, su quello che è stato e non avremmo voluto e su quello che non è stato ma avremmo tanto desiderato. Ed è quindi tempo anche di fare bilanci letterari, sui libri migliori e peggiori letti quest'anno.
Inizio dai peggiori, per concludere in bellezza e con ottimismo domani.

Ammetto che ho faticato parecchio ad arrivare a 10. Sarà che forse sono diventata una lettrice ancor più esigente e che se non sono convinta di un libro non lo prendo nemmeno più in considerazione. E solitamente ci azzecco. Poi certo, ci sono quei casi in cui uno si aspettava una cosa e se n'è trovato davanti un'altra o in cui è andato contro al suo istinto e al buon senso, pensando "ma no, dai, non sarà così brutto".
Di veramente brutti nella lista di quest'anno ce n'è solo uno (tra l'altro, uno di quelli che invece speravo mi avrebbe regalato maggiori emozioni). Gli altri li definirei solo "un po' meno belli".

Ovviamente i miei sono giudizi personali, dettati da motivazioni più o meno valide: antipatia per i personaggi, mancata comprensione della trama o dello scopo del libro (sì, a volte non capisco cosa vogliano dire), mancata empatia, etc... etc... Ovviamente spero che nessuno si offenda o se la prenda a male. Comunque, ovviamente siete liberissimi di smentirmi/ribattere/insultarmi (vi prego solo, se mi insultate,  di non farlo da anonimi!)

Andiamo a incominciare. L'ordine è assolutamente casuale, a parte l'ultimo, che è quello che davvero userei come nell'immagine che accompagna questo post.

RITRATTO IN SEPPIA - Isabel Allende: questa volta la Allende non mi ha convinta per niente. Il romanzo non decolla e l'ho trovato davvero troppo uguale a tutti gli altri (alcuni li ho amati molto, altri molto meno).

UNA PROPOSTA PERFETTA - Katie Fforde: qui me la sono cercata, perché lo so già che a me i romanzi d'amore tutti melensi e stucchevoli innervosiscono e fanno arrabbiare. Ma era in super offerta in inglese, non potevo non comprarlo...

LE SCARPE ROSSE - Joanne Harris: avevo davvero tante aspettative, troppe forse, per questo "seguito" di Chocolat... e all'interno di questo romanzo non sono riuscita a ritrovare la magia e la poesia che mi aveva fatto tanto innamorare del primo. Probabilmente se non fosse il seguito di un capolavoro il mio giudizio non sarebbe stato così negativo.

I FUNERACCONTI - Benedetta Palmieri: qui credo di non essere riuscita a capire lo scopo dei racconti, tutti a tema "funerario"... e alla fine non mi è rimasto nulla. 

L'ALBERGO DELLE DONNE TRISTI - Marcela Serrano: un'altra donna con cui ho un rapporto davvero conflittuale. Amo alla follia alcuni suoi romanzi ("Arrivederci, piccole donne" ad esempio), mi annoiano e irritano altri. E questo rientra nella seconda categoria.

LA CUSTODE DI LIBRI - Sophie Divry: ho odiato la protagonista fin dalla prima pagina. E visto che tutto il libro è in realtà un suo monologo, facile capire perché non mi sia piaciuto...

LA SOLITUDINE DEL MANAGER - Manuel Vázquez Montalbán: il mio primo Montalbán e mi ha lasciata davvero perplessa... forse sarà stata di nuovo colpa delle aspettative, ma non sono riuscita ad appassionarmi a Pepe Carvalho.

LEZIONI DI VOLO PER SONNAMBULI - Sion Scott-Wilson: con questo libro forse il problema è stato generazionale... sono troppo vecchia e non sono riuscita a identificarmi con il protagonista adolescente. Che a tratti ho trovato un po' stupido...

IL NULLA QUOTIDIANO - Zoe Valdés: un libricino sottile sottile, che richiede un bel po' di tempo di riflessione per capire che forse (forse) dietro alla storia narrata c'è qualcosa di più profondo. Forse.

Ed eccoci arrivati al più brutto in assoluto. Per me è stata davvero una delusione e dalla prima all'ultima pagina ho avuto l'impulso di alzarmi e andare a prendere a sberle protagonista maschile, protagonista femminile e autore. Sto parlando di:

A parte il titolo che non c'entra assolutamente niente, è una delle storie d'amore più insulse e banali che abbia mai letto (certo, ne leggo poche). Una delusione pazzesca.

La prima cosa che ho notato stilando questa lista è che su dieci libri brutti, sette sono di donne (tre delle quali, autrici che di solito amo molto). Effettivamente è una cosa un po' strana, che stupisce parecchio anche me, ma non cercate di trovare qualche significato nascosto in questa cosa, perché è solo un caso.

Quali sono state le vostre peggiori letture di quest'anno?