Visualizzazione post con etichetta Pancol K.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Pancol K.. Mostra tutti i post

domenica 1 luglio 2012

GLI SCOIATTOLI DI CENTRAL PARK SONO TRISTI IL LUNEDI'- Katherine Pancol

I personaggi di Katherine Pancol sono ancora affannosamente in cerca della felicità pur scansandola per mille, buone ragioni. Hortense, la sua sfacciataggine e la carriera che decolla, l'odio ostinato per i sentimentalismi e Dio sa quanta fatica per abbandonarsi all'amore. Shirley, un valzer serrato tra relazioni sbagliate che dura da troppo e ormai l'ha sfinita. E poi lei, Josephine. Timidezza incurabile e maglioni sformati. Che attraversa Parigi per prendersi cura di un fiore. Gary che non ha la pazienza di aspettare, Philippe che invece non fa altro, e infine Oliver - "faccia da re umile" - che fa l'amore come s'impasta del buon pane. Un girotondo di vorrei ma non posso che finalmente ha la forza di interrompersi: fare i conti con quello che è stato, farlo adesso e senza riserve, per afferrare un lembo di felicità. D'altronde, gli scoiattoli di Central Park insegnano: la felicità ci inganna e dura un istante. La domenica i turisti affollano il parco, ma il lunedì? 

E così siamo arrivati alla fine della trilogia di Katherine Pancol, e ammetto di sentirmi un pochino triste come gli scoiattoli di Central Park al lunedì, quando rimangono soli, senza nessuno che dia loro da mangiare o cerchi la loro compagnia.
Perché un po' ai personaggi di questi romanzi mi ci sono affezionata. Un legame che era nato già con il primo libro, "Gli occhi gialli dei coccodrilli", scoperto quasi per caso, e che aveva saputo conquistarmi con la sua trama, i suoi personaggi e la facilità con cui riuscivo a identificarmi con certi aspetti della personalità di Josephine, la protagonista.  Un rapporto che si era poi consolidato con "Il valzer lento delle tartarughe", in cui l'autrice ha dato una svolta noir alla trama senza però perdere la freschezza e l'originalità del primo romanzo.
E poi questo, in cui si tirano un po' le somme di tutto, in cui i protagonisti trovano finalmente il loro spazio e il loro posto nel mondo.

Ritroviamo Josephine, che sta cercando di scrivere il suo secondo romanzo, di essere presente per le figlie che ormai sono cresciute, di fare i conti con il suo passato dalla morte della sorella e soprattutto di decidere se abbandonarsi all'amore oppure no. E' ancora insicura di sè, ma molto meno rispetto ai precedenti romanzi: c'è stata un'evoluzione in lei, un'evoluzione che un po' la spaventa e un po' la lascia vivere. E questo grazie anche a Cary Grant.
Ritroviamo le sue figlie, Hortense e Zoé. Arrivista e sicura di sé la prima, ormai lanciata nel mondo della moda, ma ancora incapace di amare qualcuno, perché sa che l'amore ci distoglie da ogni cosa. Quindicenne, in quell'età difficile in cui si è ancora un po' bambini ma si è già anche adulti, la seconda, alle sue prime esperienze amorose e alla difficoltà di crescere.
Ritroviamo Shirley e Gary, che ora vivono a Londra e che si ritrovano, per la prima volta dopo anni, a dover affrontare le domande mai poste sul padre del ragazzo, un passato cancellato che ritorna a galla e che cambia radicalmente il rapporto tra i due.
Ci sono anche Philippe e Alexandre, che si sono trasferiti a Londra dopo la morte della madre. Innamorato di Josephine il primo, in cerca di stabilità e di affetto il secondo. Entrambi in cerca di capire chi sono e dove vogliono andare. 
C'è Henriette, che non accetta ancora il divorzio dal marito e che preferisce escogitare mille modi per fregargli dei soldi piuttosto che decidere di vivere la sua vita abbandonando i rancori e la bramosia di denaro. Ci sono Marcel, Josiane e Junior, che sono diventati una vera famiglia, che si vogliono bene e che devono difendersi dagli attacchi della ex moglie. E per fortuna ci riescono, perché Junior è semplicemente un genio.

Insomma, ritroviamo tutti i personaggi dei primi due romanzi, esattamente dove li avevamo lasciati. Personaggi a cui è difficile non affezionarsi, è difficile non amare (o anche odiare), talmente sono ben caratterizzati dall'autrice, che decide qui di tirare tutte le somme.
Certo, forse la trama e gli intrecci a volte sono un po' troppo macchinosi: l'inserimento del diaro misterioso che fa da spunto al romanzo di Josephine, ad esempio, o la storia di Gary e di suo padre, potevano essere forse gestiti un po' meglio, anche solo accorciati. Però credo che la scelta di inserire tutte queste informazioni, tutti questi intrecci, seppur macchinosi, sia voluta dall'autrice proprio per non lasciare nulla di non detto, per spiegare la situazione di tutti e analizzare le reazioni e i rapporti che queste vicende necessariamentre creano.

Ho letto molti pareri contrastanti su questo romanzo e sulla trilogia in generale. C'è chi l'ha adorata, chi ha amato solo il primo capitolo per poi dissociarsi dal secondo e criticare duramente il terzo. Chi li ha trovati troppo prolissi o troppo assurdi (effettivamente il personaggio di Junior, un bambino prodigio che a tre anni parla già latino, è un pochino azzardato e poco credibile) e chi non ha apprezzato il cambio di genere tra un romanzo e l'altro.
Io rientro nella prima categoria, in quella di chi ha adorato tutta la trilogia. Perché mi sono trovata molto in sintonia con lo stile dell'autrice, con il suo modo di narrare, buttando qua e là qualche perla di saggezza incredibile che mi ha fatto riflettere e che condivido pienamente. Certo, ogni volta che ho iniziato uno di questi tre romanzi sapevo che andavo incontro a una lettura lunga che mi avrebbe portato via più tempo di quello in cui sono abituata a leggere di solito un'opera.
Ma ogni volta, chiuso il libro, ho pensato che ne fosse valsa la pena.
E poi, ma vogliamo parlare di questi titoli incredibili?

Nota alla traduzione: secondo me il traduttore ogni tanto fa un po' di confusione nell'utilizzare le frasi inglesi, usate dall'autrice anche nel testo originale per sottolineare l'ambientazione che si divide tra Londra e Parigi. Però, a parte questo, direi ben fatta!

Titolo: Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì
Autore: Katherine Pancoll
Traduttore: Raffaella Patriarca
Pagine:762
Prezzo di copertina 11,90 €
 Editore: Dalai Editore
 Acquista su Amazon:Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì (Romanzi e racconti)

martedì 25 ottobre 2011

IL VALZER LENTO DELLE TARTARUGHE- Katherine Pancol

Sapere se davvero un coccodrillo dagli occhi gialli ha divorato oppure no suo marito Antonie, scomparso in Kenya, per Josephine non è più importante. Grazie ai soldi guadagnati con le vendite del suo best seller, ha lasciato Courbevoie, nella banlieue parigina, per un appartamento chic nell'elegante quartiere di Passy. Invece sua sorella Iris, che aveva tentato di attribuirsi la scrittura del romanzo, ha finito con il pagare la follia del proprio inganno in una clinica per malati di depressione. Ormai libera, sempre timida e insoddisfatta, attenta spettatrice della commedia strampalata e talvolta ostile che le offrono i suoi nuovi vicini, Josephine sembra alla ricerca del grande amore. Veglia sulla figlia minore Zoe, adolescente ribelle e tormentata, e assiste al successo dell'ambiziosa primogenita Hortense, che a Londra si lancia nella carriera di stilista. Fino al giorno in cui una serie di omicidi distrugge la serenità borghese del suo quartiere e lei stessa sfugge per poco a un'aggressione... Ancora una volta intorno all'irresistibile e discreta Josephine gravita tutto un mondo di seduttori, carogne, imbroglioni ma anche di persone buone e generose. Ancora una volta la penna di Katherine Pancol ci proietta in un vortice di eventi e personaggi all'affannosa ricerca di un senso nella inesauribile complessità della vita.

Adoro Katherine Pancol. Non so bene che altro dire, dopo aver appena chiuso il secondo capitolo delle avventure di Josephine e famiglia. E forse questo secondo romanzo mi è piaciuto ancor più del primo.
Sarà che conoscevo già i personaggi e ad alcuni ero già affezionata. Sarà che è tutto pervaso da un'onda di mistero, con il giallo che si mescola alla storia d'amore. Sarà che mi identifico veramente tanto in Josephine, per la sua goffaggine (non potete nemmeno immaginare di che cosa sia capace), per la sua timidizza e il suo voler credere nel principe azzurro, per le sue lotte interiori tra cervello e cuore, per la sua passione smodata per qualcosa che è sufficiente per farle amare la sua vita.
Insomma. Adoro Katherine Pancol. Mi piace molto come scrive, mi piacciono molto certe frasi e certi pensieri che tramite i personaggi riesce a trasmettere. E mi piacciono un sacco i fantastici titoli che sceglie per i suoi romanzi ("Gli Occhi Gialli dei Coccodrilli" il primo, "Il Valzer Lento delle Tartarughe" questo e " Gli Scoiattoli a Central Park sono tristi il lunedì", che sarà il prossimo che leggerò).
Forse l'unica pecca è che sono romanzi molto lenti da leggere. Ed è strano per me, trovarmi ad apprezzare così tanto un romanzo che mi richiede tutto sto tempo di lettura (solitamente, i bei libri li divoro). Però non stufa, anzi. Vorrei avere già tra le mani l'episodio successivo, per sapere che cosa succederà.
Non sono dei grandi capolavori, questo no. Ma hanno dentro una grande spensieratezza, un senso di leggerezza, e anche di normalità, che conquista.

Nota alla traduzione: peccato per le virgole messe a caso, anche tra soggetto e verbo. Da rivedere.

"E' più facile accusare gli altri, che mettersi in discussione"

"La vita è dura se non sei un koala"

"Sembra stupido, ma mi sono detta che l'amore è avere il cuore gonfio per aver annusato un vecchio maglione"


per acquistare su Amazon il libro di Katherine Pancol: Il valzer lento delle tartarughe (Super Tascabili)

domenica 11 settembre 2011

GLI OCCHI GIALLI DEI COCCODRILLI- Katherine Pancol

Tre generazioni di donne: la fredda matriarca, le sue nipoti e in mezzo, allo stesso tempo figlie e madri, Iris e Joséphine, sorelle dal carattere diversissimo. La prima è bella, ricca e vive un matrimonio in apparenza felice; la seconda è stata abbandonata dal marito e deve fare i conti con due figlie da crescere e una serie infinita di difficoltà finanziarie. Anche i loro sogni sono differenti: Iris spera in una brillante carriera da sceneggiatrice, Joséphine vuole affermarsi come studiosa di storia medievale. Ma le loro esistenze subiscono un'imprevista trasformazione. Durante una cena, Iris conosce un editore e gli fa credere, per darsi un tono, di essere alle prese con la stesura di un romanzo, restando però preda della propria bugia. Davanti all'offerta dell'uomo di pubblicarlo, si rivolgerà alla sorella chiedendo la sua complicità per scriverlo: l'una intascherà il successo, l'altra il denaro. In un crescendo di tensioni, il destino riserverà alle protagoniste incredibili sorprese, soprattutto quando il libro diventerà un best-seller. Una girandola di eventi che si susseguono fino all'ultima pagina, esplorando le pieghe più intime della natura umana, in special modo quella femminile. Su tutto, l'orgoglio di non cedere mai né al vittimismo né allo sconforto, nonostante le ferite e i dolori. Perché ognuno ha la sua stella da inseguire, gialla e brillante come gli occhi dei coccodrilli.

Fino a un paio di mesi fa non avevo mai sentito parlare di questo romanzo. Poi un giorno sono stata attratta da " Gli scoiattoli di Central Park sono Tristi il Lunedì", che ho scoperto essere il terzo libro di una saga. E dato che già una volta ho stupidamente iniziato una saga dal terzo e l'ho poi letta a ritroso, ho preferito questa volta iniziare dal primo. E così mi sono ritrovata tra le mani "Gli Occhi Gialli dei Coccodrilli".
Devo dire che è stata una piacevole scoperta. Un libro che si legge bene e che ti fa appassionare molto alle vicissitudini dei vari personaggi: Joséphine, protagonista principale, che caccia di casa il marito dopo mesi che questo è disoccupato, che si ritrova a dover lottare per sopravvivere e per mantenere le due figlie e che a poco a poco, nel corso del libro, maturerà e scoprirà la vera sè stessa. Iris, la sorella prediletta dalla madre, ricca, bella ma in realtà infelice, che coinvolgerà la sorella nel suo piano per guarire dalla noia che l'ha assalita. E poi c'è la madre delle due Herietta, una donna odiosa, che ama Iris tanto quanto odia Josephine e che per soldi è stata disposta a tutto, anche a sposare Marcel, un uomo ricco che non ama e al quale ha negato anche la sua unica richiesta, ovvero quella di un erede. Ma Marcel ha un suo piano per liberarsi di lei. E poi ci sono le figlie di Jospehine, che cercano di andare avanti nella loro vita dopo l'abbandono del padre. E c'è il padre, andato in Africa ad allevare coccodrilli in cerca di riscatto.
Sì, il libro è effettivamente pieno di personaggi e di storie che si intrecciano, che a prima vista potrebbero generare un po' di confusione. Ma l'autrice è bravissima a tenere in piedi tutta la trama e a portarla a termine senza lasciare nessun pezzo indietro. E non è da tutti.
Certo, siamo davanti comunque a un libro leggero, senza grosse pretese, dolce e un po' naive. Ma è proprio lì che sta la sua forza.
Lo consiglierei!
Ora, prima di leggere "Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì" dovrò leggere "Il valtzer lento delle tartarughe". E devo ammettere che questi titoli sono semplicemente geniali.

Nota alla traduzione: nulla da segnalare!

Bisogna essere coraggiosi per amare. Donare, donare, non pensare, non contare...

La felicità è accettare la lotta, lo sforzo, il dubbio e andare avanti, andare avanti superando gli ostacoli, uno per volta.

Quando si è innamorati, il 98% del cervello non funziona.