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mercoledì 24 dicembre 2014

L'UOMO CHE METTEVA IN ORDINE IL MONDO - Fredrik Backman

Fino all'anno scorso vivevo in una villetta a schiera, la quinta di una fila di dieci. I miei genitori sono stati tra i primi ad andarci ad abitare, quando le hanno costruite alla fine degli anni ’70. A poco a poco poi si sono popolate tutte, con persone più o meno diverse, più o meno simpatiche che comunque, in un modo o nell'altro, hanno fatto parte della mia infanzia e della mia adolescenza. Ci sono stati momenti drammatici (le tre alluvioni, per esempio, e il vicino ripescato per un pelo dall'acqua) e momenti comici (le battaglie a palle di neve da un cortile all'altro o la corsa agli addobbi di Natale), litigate pazzesche e chiacchierate tranquille, momenti tristi e grandi dimostrazioni d’affetto. Se ci ripenso ora, non cambierei per nulla al mondo il contesto in cui sono cresciuta.

Un contesto che ho ritrovato in L’uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik  Backman e che, più di altre cose, me ne ha fatto innamorare.
Il romanzo ha come protagonista Ove, un cinquantanovenne rimasto vedovo da poco che ha appena saputo di essere stato messo in prepensionamento dalla sua azienda. Difficile da accettare per lui, grande lavoratore fin da ragazzo e, soprattutto, molto abitudinario. E ora si ritrova a non avere più un lavoro e nemmeno le sue perlustrazioni mattutine in giro per il quartiere, ad assicurarsi che non ci siano auto parcheggiate sul vialetto, biciclette fuori posto o che la rimessa sia chiusa, riescono a distrarlo. Così decide che la cosa migliore sia raggiungere sua moglie, dalla cui morte non si è mai del tutto ripreso. Peccato che abbia deciso di mettere in pratica questa sua decisione proprio il giorno dell'arrivo dei suoi nuovi vicini di casa: un simpatico imbranato, incapace di guidare un auto con rimorchio, con una moglie incinta e due bambine piccole e chiacchierone.  Questa famiglia irrompe letteralmente nella vita di Ove e, con il passare dei giorni, gli farà capire che forse qualcosa per cui vale ancora la pena vivere c’è.

Devo ammettere che all'inizio il romanzo non mi convinceva del tutto. Il protagonista, soprattutto, mi lasciava qualche dubbio. Presentato come un cinquantanovenne, in realtà sembrava nei modi di fare e nella caratterizzazione, un signore davvero anziano, molto solo, di quelli che purtroppo spesso si vedono in giro. Non lo vedevo credibile come uomo di neanche sessant'anni. Andando avanti con la lettura, però, a un certo punto questa caratterizzazione ha smesso di darmi fastidio e mi sono resa conto di avere di fronte un libro divertente e molto, molto dolce.

È bella la storia d’amore tra Ove e la moglie, sia la storia passata e sia quella presente, sebbene lei non ci sia più. È bello il rapporto che si crea con i vicini nuovi e il modo in cui invece viene recuperato quello con i vicini più anziani, con cui da anni, per motivi futili che nessuno ricorda, l’uomo non parlava più. È  bello il contatto con gli ex alunni della moglie e, ancor di più, quello con il gatto.
È sicuramente una storia molto, forse troppo, buonista. Ma è anche un romanzo divertente e intelligente che parla di solitudine, di malattia, di diversità, di ingiustizie e di come queste possano essere superate con l’amicizia, l’affetto e l’amore che può arrivare anche dalle persone più impensabili.

Quando ho chiuso il libro, dopo la prevedibile lacrimuccia, il mio primo pensiero è stato un ricordo di quasi dieci anni fa, di quella volta in cui un mio vicino di casa (uno dei più pittoreschi, diciamoci la verità) è andato a trovare mio padre quando era in ospedale e uno dei due ha detto all'altro una frase tipo “Noi abbiamo discusso spesso negli anni, ma c’è sempre stata grande stima reciproca”.
Il secondo è che voglio assolutamente un gatto.
Il terzo è che quello che avevo appena chiuso è sicuramente un libro bellissimo.

Titolo: L'uomo che metteva in ordine il mondo
Autore: Fredrik Backman
Traduttore: Anna Airoldi
Pagine:320
Editore: Mondadori
Anno: 2014
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domenica 21 dicembre 2014

Un libro per tè: L'uomo che metteva in ordine il mondo e il tè al cioccolato


Primo giorno di inverno e meno quattro a Natale! E come iniziare a festeggiare? Ma leggendo uno dei libri che per Natale mi sono stati regalati (sì, che alcuni regali si possono anche aprire prima, dai) e bevendo il tè al cioccolato fondente di Whittard, ovviamente!

Di L'uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman ho sentito parlare solo bene. Per ora ho letto solo una sessantina di pagina e ancora non mi sta entusiasmando (c'è qualcosa di fondo che non mi convince, ma non saprei bene dire cosa)... ma magari è solo uno di quei romanzi che ci mette un po' di tempo a decollare!

Il tè al cioccolato fondente, invece, mi piace molto. Lo avevo già assaggiato in passato, in tisaneria, ma non questa versione di Whittard. Che sa tanto di cacao, ma che richiede anche una buona dose di zucchero per renderlo più appetibile.
Da capire quindi se, a livello di calorie, è meglio mettere lo zucchero nel tè o bere direttamente una cioccolata calda