Ma che rabbia che mi fanno i libri come questo! Quei libri che avrebbero potuto essere bellissimi, se solo l'autore non si fosse fatto prendere, boh, credo dalla fretta di finire ed evitando quindi di approfondire parti della trama che invece meritavano di più. Il problema è che questo libro è tutto così, tutto "poco approfondito".
Ci troviamo di fronte a una piccola saga familiare: nonni, tre figlie e due nipoti. E ovviamente una casa e un paese. La protagonista, Iris, eredita dalla nonna la casa di famiglia e aprendola si ritrova travolta dai ricordi e dai segreti che questa casa nasconde: il passato nazista del nonno, la malattia della nonna Bertha, il rapporto tra sua madre e le due sorelle, il rapporto tra lei e sua cugina Rosmarie e la loro amica Mira, e soprattutto il tragico evento della morte della cugina a soli 16 anni. Un passato che Iris ha cercato di dimenticare ma che ora a poco a poco si riaffaccia alla sua memoria.
Il potenziale per fare un bel romanzo c'è tutto. Ma l'autrice a mio avviso lo spreca, accennando frettolosamente a tutti i vari rapporti senza mai approfondirne più di tanto nessuno. Butta solo in mezzo episodi, così da dedicare qualche pagina più o meno a tutti i membri della famiglia, senza mai spingersi oltre. Il risultato è qualcosa di incompleto, a cui manca qualcosa. Ed è veramente un peccato.
Un centinaio di pagine in più, un po' più di approfondimento delle vicende e dei legami, e questo commento (ma soprattutto il successo del libro) sarebbe stato completamente diverso.
Nota alla traduzione: ci sono parecchie ripetizioni, anche all'interno della stessa frase. Ma difficile dire se è colpa del traduttore o dello stile dell'autrice.