(Queste considerazioni sono state pubblicate sulla pagina Facebook del blog, ma ho deciso di riportare piano piano tutte le recensione fatte di là anche qui, così da non perderle e ritrovarle più facilmente nel tempo)
Ho terminato Spare di Prince Harry (che poi chissà perché in italiano hanno lasciato Prince, anziché tradurre come è stato fatto in altre lingue), tradotto da Sara Crimi, Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso per Mondadori.
Ed ecco un po' di considerazioni, DEL TUTTO PERSONALI:
- è una lettura scorrevolissima, io ho potuto dedicargli un po' di tempo, ma anche se lo avessi letto solo nei ritagli non credo che ci avrei messo molto di più. Ed è scritto molto bene, in ogni sua parte, con una certa attenzione ai dettagli e una certa cura nelle descrizioni. Ribadisco che Moehringer sa il fatto suo e bravo Harry a scegliere (ok, ovviamente potendosi permettere economicamente di farlo) di affidarsi nella scrittura a qualcuno che sa cosa sta facendo e lo sa fare bene.
- l'autobiografia si compone di tre parti, più un epilogo immagino aggiunto all'ultimo momento dedicato alla morte della regina. La prima parte percorre gli anni dell'adolescenza di Harry, da un attimo prima della morte di Diana fino alla scelta ormai ventenne di entrare nell'esercito, dopo una carriera scolastica non poi così brillante. Nella seconda ci sono gli anni dell'esercito, la carriera militare, i fidanzamenti con Chelsy e Cressida, il matrimonio di William e Kate, tutto ciò, insomma, che c'è stato prima di Meghan. E la terza ovviamente è dedicata agli ultimi anni, dall'arrivo di Meghan fino alla decisione di mollare tutto.
La parte più interessante, per quanto mi riguarda, è stata la prima, che ho trovato in alcuni punti davvero molto curiosa, e in altri davvero molto toccante. Nella seconda è dove si concentrano il maggior numero di cavolate fatte da Harry (sei un po' un salame, perdonami se te lo dico) ma anche tutto il racconto del suo impegno con i reduci di guerra e la sua frustrazione nel non riuscire a trovare davvero la sua strada. Nella terza ovviamente c'è Meghan, ovunque.
- non ho trovato i grandi attacchi alla corona che il lancio del libro aveva fatto presagire. Se la prende perlopiù con Camilla, per cavalcare a distanza di anni la rivalità con Diana, e con William, da cui si dichiara più e più volte non capito, senza che però si interroghi mai se per William non sia reciproco. Ho trovato imbarazzanti le pagine sul matrimonio tra William e Kate, onestamente (*******SPOILER: perché con tutto quello che aveva da raccontare ribadire così tanto di aver avuto il pene congelato mi sembra una cosa più da adolescenti che da adulti, quasi un dispetto verso il fratello. FINE SPOILER*******), così anche come quelle delle discussioni tra fratelli, che tendono a risolversi sempre con Harry che liquida il tutto con "William è geloso di me e si mette in competizione".
Carlo da questa autobiografia mi sta ancor più simpatico (lo avevo rivalutato molto scoprendo la sua infanzia e la sua adolescenza in The Crown, a dir la verità), perché ha cercato a modo suo di fare il padre pur non essendone particolarmente portato e pur senza aver mai ricevuto particolare affetto dal suo, di padre. Harry stesso con lui è molto indulgente, e anzi alcuni degli aneddoti del loro rapporto sono tra i più belli del libro.
La critica a Kate è invece piuttosto blanda, in realtà, e si riduce a uno scontro di culture tra lei e Meghan: la fredda inglese contro l'espansiva e solare americana. Ancora non si è capito chi abbia fatto piangere chi al matrimonio di Meghan, ma devo dire che trovo l'accusa, da un lato o dall'altro, abbastanza ridicola a prescindere (io mi lagnavo di chi mi faceva piangere all'asilo e alle elementari, credo, poi basta).
Comunque tutte le rivelazioni "scabrose" sono cose già emerse in passato nelle varie interviste, documentari, etc etc... sempre e solo da Harry e Meghan, quindi il legittimo dubbio sulla loro veridicità rimane, e soprattutto sono sempre accompagnate dalla solita tendenza alla lagna di Harry, che pervade tutto il libro.
- a uscirne male sono sicuramente la stampa inglese e i paparazzi, con la loro ricerca ossessiva dello scoop, anche a costo di inventarselo di sana pianta, e della foto, anche nei momenti meno opportuni, fomentando incomprensioni e fornendo una visione un po' distorta della realtà. Al tempo stesso però traspare anche l'ossessione stessa di Harry nei loro confronti, che a volte si risolve in modi un pochino ridicoli (nei soprannomi che gli dà, nel commentare che scrivono male, etc etc...) e anche un pochino ingenui.
- Ma per quanto mi riguarda, chi ne esce peggio di tutti è Harry stesso. Sembra assurdo, visto che il libro racconta la sua vita dal suo punto di vista, eppure questa tendenza alla lagna, a dichiararsi incompreso da tutti, a non capire che è normale il rapporto tra fratelli a dieci anni sia diverso rispetto che a trenta (le pagine in cui dice che William e Kate non lo invitano mai a cena e quindi lui si sente messo da parte sono quasi patetiche), che si debba evolvere per forza di cose, è a tratti imbarazzante. Ho detto più e più volte che secondo me avrebbe bisogno di andare da uno psicologo bravo che lo aiuti a rielaborare il lutto della madre, perché dopo tanti anni si deve imparare a gestire quel dolore (lo so che non si supera, ma avanti si deve andare), e poi scopro che dallo psicologo ci va, prima da uno consigliato di William (ma ovviamente non ci si trovava) e poi finalmente da uno consigliato da Meghan che, guarda caso, finalmente lo sblocca. Lo sblocca a tal punto da scrivere un'autobiografia di 520 pagine in cui la madre viene nominata praticamente in tutte, anche quando non c'entra nulla. Ed è un peccato, perché sembra non rendersi conto di avere anche tante cose interessanti e belle da raccontare, e non solo recriminazioni.
- su Meghan preferisco davvero non commentare.
È valsa la pena leggere questo libro? Sì, devo dire di sì, l'ho trovato ben scritto e con alcuni aneddoti davvero interessanti e curiosi sulla vita di corte e su come funzioni la vita di un membro della famiglia reale. È una visione del tutto parziale, ovviamente, ma in molte parti Harry riesce a non lasciarsi sopraffare dalla voglia di lagnarsi e raccontare un dietro le quinte che mi ha sempre incuriosito.
Ho cambiato la mia opinione su Harry e Meghan? No, anzi mi stanno ancora più antipatici. O meglio, Harry mi fa un po' tenerezza perché mi sembra ancora adesso completamente smarrito, come lo è stato per buona parte della sua vita, e che non sappia bene come si sia ritrovato nella situazione in cui è né come fare a uscirne.
Ho buttato via 25 euro (che era un po' la preoccupazione di molti, nei vari commenti)? No, ho acquistato libri molto ma molto più brutti e inutili di questo, che mi hanno lasciato molto, molto meno.
La Letteratura morirà dopo la pubblicazione di Spare (altra preoccupazione molto comune)? No, sono sicura che la letteratura sia salva e anzi mi fa davvero piacere sapere che nel mondo un sacco di persone, che magari di solito non leggono grazie alla curiosità verso il principe Harry stiano leggendo una storia scritta da un premio Pulitzer, che magari li porterà a leggere altri libri di questo autore (consiglio Open, la biografia di Agassi, ma soprattutto Il bar delle grandi speranze)