Al suo ritorno in Italia nel 1815, Articiocco ha solo ventisei anni ma ha già appreso tantissime cose: a suonare "Fra' Martino" con l'ascella; ad attaccare le caccole sotto i tavoli senza farsi notare; a determinare la traiettoria di volo di un moscone ubriaco. Ma soprattutto Articiocco ha imparato moltissime lingue (pare fosse riuscito a tradurre "Tu scendi dalle stelle" in nepalese mentre era dal parrucchiere).
Proprio grazie a queste conoscenze, inizia a concepire geniali esperimenti scientifici che furono la premessa alla sua più celebre invenzione, quella per cui entrerà nella Storia: lo ZOABLATORE.
Appesa in camera da letto, proprio sopra al letto, abbiamo
una stampa di un gattone che dorme e sogna pesci. L’avevamo comprata quasi d’impulso
allo stand di Lavieri edizioni durante Più Libri Più Liberi nel 2016, senza
sapere né di chi fosse né da cosa fosse tratta. Ci piaceva troppo per porci
altre domande e, soprattutto, per lasciarla lì.
Un paio di settimane fa, poi, nella bellissima libreria
della nostra città, la libreria Namastè di Tortona, era in programma un evento
intitolato “Lo Zoablatore – presentazione spettacolo con Sergio Olivotti”,
accompagnato da un’immagine che mi era stranamente familiare. Ci è voluto solo
un secondo per capire perché. E poi solo un altro per decidere di andare (anche
se apparentemente poteva sembrare un evento rivolto ai bambini… io non mi sono
mai fatta fermare da queste quisquiglie).
E così ho conosciuto Sergio Olivotti. L’ho visto disegnare
dal vivo, cantare e raccontare storie tratte da Lo Zoablatore e ho riso tanto, tantissimo, al punto che alla fine non
ho proprio potuto fare a meno di acquistare anche il libro.
Ho scoperto così le incredibili gesta di Pico de Articiocus,
detto Articiocco, un grandissimo inventore, conosciuto soprattutto per l’invenzione
dello zoablatore, ovvero, citando la definizione del Vocabolario
Selo-Sapevo della Scienza e della tecnica:
Chiamasi Zoablatore ogni dispositivo atto a tradurre bidirezionalmente da una lingua umana ad una animale e viceversa.
Insomma, uno strumento per permettere a umani e animali di
comunicare tra loro, così che finalmente si possa scoprire di cosa parlano tra
loro i gatti, i cani e gli altri animali. Una vera rivoluzione che, come tutte le
rivoluzioni, si porta dietro un cambiamento epocale nella società, e nei diritti e nei
doveri di ciascuno, uomo o animale che sia. Perché ora che gli animali possono
far sentire la loro voce, non ci stanno più a farsi sfruttare dall’uomo. E ora
che finalmente possono farsi capire dai loro animali, anche gli uomini certi
atteggiamenti proprio non li possono più reggere.
Il Governo Internazionale ascoltò le proposte di riforma degli Animali, replicando che a maggiori diritti avrebbero corrisposto anche maggiori doveri: i gatti non avrebbero potuto continuare a poltrire tutto il giorno sul letto del padrone e avrebbero dovuto ripagare di tasca propria i danni provocati con le unghie sul divano; i piccioni, con spugna di ferro e scopa, avrebbero dovuto ripulire tutti i monumenti dalle loro cacchette. Insomma c'erano molti punti da chiarire per quanto riguarda i diritti e i doveri degli animali. Ci furono riunioni: chi voleva che i croccantini fossero fabbricati più grandi, chi invece che i criceti non dovessero più girare le ruote; i bassotti pretesero di non essere più insultati e di essere chiamati "cani diversamente alti".
Chiarite queste cose, però, la convivenza è pacifica e molto produttiva, soprattutto nel campo dell'arte e della vita quotidiana (con il celebre patto di pace tra cani e postini, per esempio.)
Ovviamente, però, non mancano nemmeno i detrattori di questa grande
rivoluzione. Il gatto John, per esempio, proprio non ne voleva sapere di
comunicare con gli umani: ci teneva alla sua libertà e alle sue tradizioni, e
nemmeno la Loggia degli Zoablatori riuscì a convincerlo. Così come non mancano
i nostalgici, quelli che sì, belle le evoluzioni tecnologiche e le rivoluzioni,
ma forse non sempre sono così necessarie, perché per capirsi non sempre servono
parole.
Sergio Olivotti è bravissimo a disegnare e a inventare
storie, adatte sì a un pubblico bambino, ma con molte, moltissime strizzate d’occhio
anche agli adulti. Lo Zoablatore è un libro incantevole, pieno di cose divertenti
e geniali, che ti fa divertire da matti fin dalla prima pagina e che, una volta
arrivati alla fine, ti spiace di aver finito.
E infatti ora credo che recupererò qualunque altra cosa
disponibile di questo autore, da Otto e Rino si senton bene a La seconda arca (...quella
costruita da Bartolomeo, il cugino di Noè, che ha raccolto un sacco di animali
che non avevano trovato posto sulla prima arca, ma di cui purtroppo si sono perse le
tracce).
E un plauso va sicuramente anche a Lavieri, per aver pubblicato le
opere di Sergio Olivotti e per la bella veste grafica con cui le presenta.
Titolo: Lo Zoablatore
Autore: Sergio Olivotti
Pagine: 80
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: Lavieri
Prezzo di copertina: 13€
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formato brossura: Lo zoablatore. L'invenzione che cambiò la storia. Ediz. a colori