Oggi vorrei parlare della crisi dei lettori in Italia. Sì, lo so che lo stanno facendo un po' tutti, che stanno uscendo articoli su molti blog e quotidiani nazionali e che, alla fine della fiera, una vera soluzione non sembra esserci. Ma vorrei parlarvene lo stesso, dire come la penso io e cosa, secondo me, si potrebbe fare per migliorare un po' la situazione.
Il tutto è nato dalla pubblicazione delle più recenti stime dell'ISTAT riguardo alle percentuali di lettori in Italia, che potete trovare qui.
La percentuale di lettori, che hanno letto almeno un libro all'anno (ma sono lettori, questi?) rispetto al 2012 è scesa dal 46% al 43%. Permane la disparità tra i sessi, con le donne che leggono molto di più degli uomini (49,3% della popolazione femminile rispetto al 36,4% di quella maschile), così come quella territoriale (al Nord, per qualche strano motivo, si legge più che al Sud).
©Diana Toledano |
Sorge quindi spontaneo chiedermi: ma perché la gente non legge?
Una domanda a cui in tanti, tantissimi, molto più esperti di me, stanno cercando disperatamente di trovare risposta, senza però riuscire in realtà a fare nulla di concreto per migliorare questa situazione. Belle proposte, come quelle lanciate da diversi editori sull'ultimo numero di Tuttilibri, l'inserto letterario de La Stampa (e che a poco a poco stanno comparendo anche online: potete già leggere le idee di Claudia Tarolo, della Marcos y Marcos, e di Ernesto Ferrero, il patron del Salone del Libro di Torino), o pesanti critiche al sistema editoriale (Antonio Scurati, sempre su Tuttolibri, e Luca Formenton su Il fatto quotidiano), che pubblica troppi libri in troppo poco tempo, troppi bestseller, puntando più sulla quantità che sulla qualità.
E partiamo un attimo da questo, un argomento non poi troppo difficile da trattare, basta entrare in una qualunque libreria, soprattutto quelle di catena, per capire che effettivamente si pubblica davvero troppo (più di 50.000 libri nuovi ogni anno) e soprattutto si pubblicano libri destinati a rimanere sugli scaffali per pochi, pochissimi mesi. Un ricambio continuo, in cui la quantità prende decisamente il sopravvento sulla qualità, e che porta a mio avviso più confusione che voglia di leggere. Non sai dove guardare, non hai tempo di scoprire un libro (non è sempre amore immediato, a volte ci va anche un po' prima di decidere se leggere o meno un determinato volume), che subito vieni bombardato da un altro libro. Come è possibile che diminuiscano i lettori, diminuiscano le stime delle vendite, eppure aumentino le pubblicazioni? Mi sembra assurdo pensare che sia l'offerta a mancare e che quindi sia necessario produrre sempre di più. Eppure a volte l'impressione è proprio quella.
E partiamo un attimo da questo, un argomento non poi troppo difficile da trattare, basta entrare in una qualunque libreria, soprattutto quelle di catena, per capire che effettivamente si pubblica davvero troppo (più di 50.000 libri nuovi ogni anno) e soprattutto si pubblicano libri destinati a rimanere sugli scaffali per pochi, pochissimi mesi. Un ricambio continuo, in cui la quantità prende decisamente il sopravvento sulla qualità, e che porta a mio avviso più confusione che voglia di leggere. Non sai dove guardare, non hai tempo di scoprire un libro (non è sempre amore immediato, a volte ci va anche un po' prima di decidere se leggere o meno un determinato volume), che subito vieni bombardato da un altro libro. Come è possibile che diminuiscano i lettori, diminuiscano le stime delle vendite, eppure aumentino le pubblicazioni? Mi sembra assurdo pensare che sia l'offerta a mancare e che quindi sia necessario produrre sempre di più. Eppure a volte l'impressione è proprio quella.
Un altro argomento su cui si spinge tanto è poi l'importanza delle scuole e delle famiglie, per avvicinare i più giovani al mondo dei libri, della lettura e della cultura. Una cosa non semplice da attuare, soprattutto se alle spalle di questi ragazzi che si vuol trasformare in lettori ci sono genitori che lettori non sono. Gli stessi genitori che si lamentano se i figli hanno troppi compiti, troppe cose da leggere e da fare per la scuola. Eppure, se guardiamo ai dati ISTAT la fascia d'età in cui si legge di più è quella tra gli 11 e i 14 anni. Quindi non è del tutto vero, che i ragazzini non leggono.
Sia chiaro, non tutti i genitori sono così, ci sono quelli che hanno sempre letto ai propri figli, che ci provano ogni giorno, senza successo. I figli, soprattutto se adolescenti, non sono sempre facili da convincere.
Non so come funzioni oggi, ma quando andavo a scuola io, alle elementari avevamo istituito una piccola biblioteca di classe: ognuno portava uno o più libri da scambiare con i compagni. Alle medie, complice una professoressa d'Italiano eccezionale, leggevamo tanto, tantissimo. E idem al liceo (anche se devo ammettere che lì è stato più grazie a quella di Letteratura inglese, che non a quella di lettere). Ora non funziona più così? Davvero non ci sono più insegnanti che, con le loro parole e la loro passione, riescono a coinvolgere i propri alunni? Non ci credo. Non ci posso e non ci voglio credere.(E non è nemmeno una questione di mancanza di fondi, di tagli, che sicuramente hanno colpito le scuole, martoriandole, ma che non hanno alcuna influenza sulla scelta o meno di far leggere libri o di creare biblioteche di classe).
Altro argomento molto sentito è quello del costo dei libri, che viene visto come un deterrente per l'acquisto e la lettura. Premesso che io stessa, come ho già detto più volte, credo che in alcuni casi il prezzo del libro sia esagerato, soprattutto in relazione a quanto viene effettivamente offerto (cartonato da dodici kg, scritto in carattere diciotto, per aumentare il volume e quindi giustificare, in qualche modo, i 18-20€, se non anche 25€, del prezzo di copertina), questa mi sembra, francamente, una delle scuse più insensate mai sentite. Esistono le biblioteche. Esiste il bookcrossing. Esistono le offerte, le promozioni, i libri usati, gli scambi. Modi per leggere senza spendere un euro, o spendendone proprio pochi, ce ne sono eccome. Se solo si vogliono sfruttare.
E poi adesso arrivano le detrazioni fiscali: 1000 € per la scolastica, 1000€ per tutti gli altri libri saranno detraibili del 19% a partire, forse, da quest'anno (dichiarazione del 2014). Un ulteriore incentivo, stimolo, all'acquisto che però, onestamente, più che portare in libreria lettori nuovi darà una mano a quelli già attivi. Che è meglio di niente, sicuramente (e io sto gongolando da quanto è uscita la notizia, sia chiaro), ma che non so quanto possa risolvere il problema e incentivare la lettura di chi di libri proprio non vuol sentire parlare.
Non credo neanche che il problema sia l'avvento della tecnologia, degli smartphone, di internet e dei videogiochi. Io ho uno smartphone, lavoro al pc tutto il giorno, sempre connessa a internet e leggo comunque tantissimo. E come me molti, moltissimi altri. Anzi, internet è stato più e più volte un ulteriore stimolo, uno strumento efficace per portarmi a conoscere nuovi libri che altrimenti non avrei mai conosciuto. Quando ero più giovane e avevo più tempo, giocavo anche ai videogame (con delle sessioni di The Sims e di Age of Empire che duravano ore). Eppure leggevo e leggo. E come me, sono sicura molti, moltissimi altri.
E poi c'è lei. La tv, che forse forse un po' di responsabilità per l'abbassamento del livello culturale in Italia ce l'ha. Programmi idioti, spesso volgari, con conduttrici e conduttori che fanno del trash e dell'eccessivamente tragico il loro cavallo di battaglia, portando in qualche modo al loro livello le menti con un po' meno senso critico di altre di chi li guarda. (E il problema è che poi questi stessi conduttori scrivono libri, altrettanto idioti, che vendono).
Secondo me, il problema principale è la pigrizia che ha colpito un po' tutti. Il "non riesco a fare tutto" e quindi non leggo. Il "perché devo sforzarmi di leggere un libro quando posso vedere il film?" o "la biblioteca è lontana". Da dove arrivi questa idea che leggere sia un'attività faticosa, onestamente, non lo capisco. Capisco la problematica del tempo, quella sì, ma non può valere sempre.
E l'altro grosso, grossissimo problema è che la lettura viene spesso vista come un'alternativa a qualcos'altro. Se spendo i soldi per lo smartphone non li posso spendere per i libri. Se spendo i soldi per una pizza non li posso spendere per i libri. Se compro i piatti di carta (che poi questa "notizia", riportata su Officine Masterpiece, mi ha fatto un po' ridere, perché è come dire che si spende più di detersivi o di assorbenti che non di libri... i paragoni vanno fatti tra oggetti di uguale o simile portata), non posso comprare i libri. Finché persino dall'alto verranno fatti questi paragoni, finché si contrapporrà la lettura a tutto il resto, secondo me, non si andrà da nessuna parte. Si può fare tutto: avere lo smartphone ma anche un libro in borsa, mangiare una pizza fuori (o in casa, o dove vi pare) e nel mentre parlare di libri con i vostri compagni di cena, e idem comprare i piatti di carta, i videogiochi, etc etc etc. Se si vuole, si può fare tutto.
Cosa fare quindi per invogliare i non lettori a diventare lettori? Come si fa a far capire loro cosa si stanno perdendo, a causa della loro pigrizia? Onestamente, non lo so. Regalare o prestare loro dei libri, trascinarli a presentazioni, a fiere o anche solo il libreria e in biblioteca, per dieci minuti, tutte le settimane. Raccontare loro dei propri viaggi di carta o dei propri amici d'inchiostro. Sbattergli qualcosa sulla testa finché non rinsaviscono (ok, questo rimedio è un po' violento, non fatelo magari).
Non so quali di queste cose potranno effettivamente funzionare. Ma tentare non ci costa nulla, no?
*Per il titolo del post ringrazio Lisa, una fan della pagina facebook del blog, che ha scritto questa frase qualche tempo fa... frase che è diventata il mio motto.
Sia chiaro, non tutti i genitori sono così, ci sono quelli che hanno sempre letto ai propri figli, che ci provano ogni giorno, senza successo. I figli, soprattutto se adolescenti, non sono sempre facili da convincere.
Non so come funzioni oggi, ma quando andavo a scuola io, alle elementari avevamo istituito una piccola biblioteca di classe: ognuno portava uno o più libri da scambiare con i compagni. Alle medie, complice una professoressa d'Italiano eccezionale, leggevamo tanto, tantissimo. E idem al liceo (anche se devo ammettere che lì è stato più grazie a quella di Letteratura inglese, che non a quella di lettere). Ora non funziona più così? Davvero non ci sono più insegnanti che, con le loro parole e la loro passione, riescono a coinvolgere i propri alunni? Non ci credo. Non ci posso e non ci voglio credere.(E non è nemmeno una questione di mancanza di fondi, di tagli, che sicuramente hanno colpito le scuole, martoriandole, ma che non hanno alcuna influenza sulla scelta o meno di far leggere libri o di creare biblioteche di classe).
Altro argomento molto sentito è quello del costo dei libri, che viene visto come un deterrente per l'acquisto e la lettura. Premesso che io stessa, come ho già detto più volte, credo che in alcuni casi il prezzo del libro sia esagerato, soprattutto in relazione a quanto viene effettivamente offerto (cartonato da dodici kg, scritto in carattere diciotto, per aumentare il volume e quindi giustificare, in qualche modo, i 18-20€, se non anche 25€, del prezzo di copertina), questa mi sembra, francamente, una delle scuse più insensate mai sentite. Esistono le biblioteche. Esiste il bookcrossing. Esistono le offerte, le promozioni, i libri usati, gli scambi. Modi per leggere senza spendere un euro, o spendendone proprio pochi, ce ne sono eccome. Se solo si vogliono sfruttare.
E poi adesso arrivano le detrazioni fiscali: 1000 € per la scolastica, 1000€ per tutti gli altri libri saranno detraibili del 19% a partire, forse, da quest'anno (dichiarazione del 2014). Un ulteriore incentivo, stimolo, all'acquisto che però, onestamente, più che portare in libreria lettori nuovi darà una mano a quelli già attivi. Che è meglio di niente, sicuramente (e io sto gongolando da quanto è uscita la notizia, sia chiaro), ma che non so quanto possa risolvere il problema e incentivare la lettura di chi di libri proprio non vuol sentire parlare.
E poi c'è lei. La tv, che forse forse un po' di responsabilità per l'abbassamento del livello culturale in Italia ce l'ha. Programmi idioti, spesso volgari, con conduttrici e conduttori che fanno del trash e dell'eccessivamente tragico il loro cavallo di battaglia, portando in qualche modo al loro livello le menti con un po' meno senso critico di altre di chi li guarda. (E il problema è che poi questi stessi conduttori scrivono libri, altrettanto idioti, che vendono).
©Virginia Mori |
E l'altro grosso, grossissimo problema è che la lettura viene spesso vista come un'alternativa a qualcos'altro. Se spendo i soldi per lo smartphone non li posso spendere per i libri. Se spendo i soldi per una pizza non li posso spendere per i libri. Se compro i piatti di carta (che poi questa "notizia", riportata su Officine Masterpiece, mi ha fatto un po' ridere, perché è come dire che si spende più di detersivi o di assorbenti che non di libri... i paragoni vanno fatti tra oggetti di uguale o simile portata), non posso comprare i libri. Finché persino dall'alto verranno fatti questi paragoni, finché si contrapporrà la lettura a tutto il resto, secondo me, non si andrà da nessuna parte. Si può fare tutto: avere lo smartphone ma anche un libro in borsa, mangiare una pizza fuori (o in casa, o dove vi pare) e nel mentre parlare di libri con i vostri compagni di cena, e idem comprare i piatti di carta, i videogiochi, etc etc etc. Se si vuole, si può fare tutto.
Cosa fare quindi per invogliare i non lettori a diventare lettori? Come si fa a far capire loro cosa si stanno perdendo, a causa della loro pigrizia? Onestamente, non lo so. Regalare o prestare loro dei libri, trascinarli a presentazioni, a fiere o anche solo il libreria e in biblioteca, per dieci minuti, tutte le settimane. Raccontare loro dei propri viaggi di carta o dei propri amici d'inchiostro. Sbattergli qualcosa sulla testa finché non rinsaviscono (ok, questo rimedio è un po' violento, non fatelo magari).
Non so quali di queste cose potranno effettivamente funzionare. Ma tentare non ci costa nulla, no?
*Per il titolo del post ringrazio Lisa, una fan della pagina facebook del blog, che ha scritto questa frase qualche tempo fa... frase che è diventata il mio motto.
hai ragione, io lo sostengo da sempre: volendo, il problema del "costo" è aggirabile in mille modi diversi, non è quello il problema.
RispondiEliminapersonalmente, mi scoccia parecchio sapere che in Italia si legge così poco.
nel mio piccolo, un contributo cerco pure di darlo: ad esempio, l'anno scorso ho regalato una ventina di libri alla biblioteca della mia città (Asti) che, pur essendo diretta da un personaggio di prestigio (Faletti), come tutte le biblioteche non naviga certo nell'oro.
così come mi capita spesso di prestare (spesso a fondo "perduto") alcuni dei libri che leggo, per il semplice piacere di condividere un'emozione.
vabbè...
Anche a me scoccia tantissimo! Anche perché è una cosa così semplice e, volendo, pure a costo zero o quasi!
EliminaNon sapevo che la biblioteca di Asti fosse diretta da Faletti! Quello di regalare i libri in biblioteca o di prestarli o regalarli in giro è un ottimo sistema, alla portata di tutti, per aiutare a diffondere la lettura!
Concordo su quanto dici, concordo che i mancati lettori italiani siano pigri... ma non solo.
RispondiEliminaMi spiego, a volte la pigrizia non è altro che una forma di giustificazionismo: non leggo perchè sono pigro e non mi va di arrivare alla biblioteca/guardarmi i libri in libreria. Stesso problema con la questione del costo dei volumi o di come spalmare e proprie finanze...
La verità è che a gran parte degli italiani non piace leggere (ma ahimè ad una discreta fetta di questi piace scrivere e vedersi pubblicati. -.-') e non c'è libro, ispirazione, influenza genitoriale o dei professori che tenga. Se leggere non ti piace, non ti piace.
E da dove deriva questa passione per la lettura, poi? Confesso che non sono in grado di definire il perchè mi piace così tanto leggere. Non solo i miei genitori, tutta la mia (numerosa) famiglia, dalla nonna ai cuginetti più piccoli, non legge. Ho imparato a leggere solo alle elementari e non ho mai vissuto l'esperienza della "bliblioteca di classe", però sono diventata una divoratrice di libri professionista ben prima che i miei professori di medie e liceo cominciassero a consigliarmi dei volumi.
Che sia anche questione di fortuna?
Mentirei se ti dicessi che non ho pensato al fatto che ci sia gente a cui, semplicemente, "non piace leggere". Ma mi faceva troppa tristezza metterlo per iscritto. Anche perché, pur sapendo che in molti casi è così, sono anche convinta che tutti, prima o poi, riusciranno a trovare il libro giusto.
EliminaUn esempio: la madre del lettore rampante legge poco o nulla. Poi le ho regalato "Io che amo solo te" di Bianchini. Lo ha divorato e ora sta recuperando tutti i suoi libri. Può essere un caso, certo, ma può anche dimostrare che, una volta trovato il libro o l'autore giusto, si diventa un po' meno pigri, almeno per un po'.
Da dove arrivi la mia passione per la lettura non lo so bene, in realtà. Mio padre leggeva, mia madre per nulla, mio fratello prima no e ora sì, mia sorella ha sempre letto abbastanza. Credo che sì, sia anche questione di fortuna o di qualche predispozione mentale.
si, per quanto ne so, Faletti sta facendo un ottimo lavoro, con tante iniziative interessanti, durante tutto l'anno.
RispondiEliminail problema, come dicevo, è la "cronica" carenza di fondi.
secondo me, nel caso volessi fare un post sulle problematiche delle biblioteche, potresti proporgli un'intervista, non credo sarebbe un grosso problema.
L'argomento biblioteche non lo tratto mai molto, se devo essere sincera. Ma perché non le frequento (anche se quelle volte in cui vado in quella della mia città, esco sempre stracarica).
EliminaCi penserò su però! :)
Guarda mi hai tolto le parole di bocca! Sui costi dei libri concordo totalmente: le biblioteche esistono, sono tante, sono piene di libri gratis che aspettano solo qualcuno che vada a leggerli. E con l'armadietto dei libri in classe alle elementari mi hai fatto tornare indietro nel tempo...lo facevamo anche noi! Addirittura gli ultimi due anni di elementari, le nostre maestre e la nostra scuola (piccola piccola) sono riuscite a mettere insieme un bel po' di libri e a dedicare una stanza a biblioteca scolastica per noi alunni! Bei ricordi :) Serve solo voglia di fare, nient'altro.
RispondiEliminaCredo che fosse una cosa abbastanza diffusa, quella della biblioteca di classe alle elementari :) Ed è una cosa bellissima che, se ci pensi, non costa praticamente nulla!
EliminaOvvio, non è quella la soluzione a tutto il problema dei lettori in Italia... però secondo me, il fattore pigrizia conta tanto, tantissimo. Insomma, i non lettori lo sono per scelta.
Mmh... è un argomento che dire spinoso è dire poco.
RispondiEliminaCredo però un paio di cose.
1. La lettura è sì più difficile di qualsiasi altra forma di intrattenimento. Non si può negare Elisa, secondo me. E la punto sull'intrattenimento perché secondo me è il primo passo per invogliare una persona a leggere.
Se io ho voglia di una storia, è indubbiamente più comodo vedere un film piuttosto che leggere un libro. Un film, per prima cosa, mi offre su un piatto d'argento molte cose che, invece, nel libro, devo crearmi io. Cioè, la visualità nella lettura è compito solo mio.
E poi, Diciamocelo, con un film in due ore ho tutta la storia, o in un telefilm ne ho una bella parte. Un libro può richiedere anche molto tempo per ottenere una storia chiara.
dico questo perché da lettori, secondo me, teniamo a dimenticarci che la lettura è un'attività indubbiamente più attiva della tv, dei film, e anche dei videogiochi.
2. Non è necessariamente un problema dell'entusiasmo dei professori, che comunque secondo me è molto, ma molto, ma molto carente. E' un problema di programma. Se io devo per forza farti leggere la divina commedia, beh, per quanto uno possa invogliarmi, è comunque la Divina Commedia. Non so se mi spiego. Se i professori si mettessero a includere nelle liste di lettura libri contemporanei, secondo me ci sarebbe maggior riscontro.
3. i soldi non sono IL problema. Se anche io lo volessi comprare, un libro, e fossi un non lettore... beh, da passare dalla fascia zero libri alla fascia un libro all'anno arriverei a spendere, se mi andasse male, 25 euri. Insomma... dai!
4. i genitori contano molto, ma come dici tu, se non ci sono genitori lettori...
Perché secondo me conta molto il fatto di avere libri sparsi per casa, perché io posso avventurarmici in mezzo!
Io, lo dico da persona che è stata lettore di ZERO libri all'anno fino alla terza media, quasi, posso semplicemente dire che il libro che mi ha fatto cambiare idea è quel libro che mi ha colpito al cuore, ma FORTE! Una persona deve trovare il libro giusto, e vedrai che inizierà a leggere. Però deve esserci qualcuno in grado di proporti alcuni libri...
Ti rispondo per punti, che è più semplice :)
Elimina1) Secondo me rientra anche questo nel discorso della pigrizia... si tende a volere tutto pronto, a non chiedere sforzi mentali, ad annullare quasi totalmente le proprie capacità di pensiero.
2). Io ho studiato la Divina Commedia e allo stesso tempo letto altri libri. La bravura sta nel farti innamorare di altri libri mentre spieghi la Divina Commedia. Se fosse solo una questione di programma, tutti gli insegnati sarebbe uguali... Ci va anche curiosità da parte dell'alunno, certo. Ma soprattutto, tanta passione in chi insegna, programma o non programma (ripeto, fosse per la mia professoressa di letteratura italiana del liceo, io ora sarei al grande fratello probabilmente :P Per fortuna avevamo quella di letteratura inglese, che era eccezionale nel comunicare il suo entusiasmo)
3. Quello dei soldi è una delle motivazioni che viene spesso usata dai non lettori. Non leggo perché i libri costano troppo. Secondo me, in parte, un po' un problema lo è (ma sicuramente più per me accanita lettrice che non per chi non legge mai nulla)
4. Concordo sì!
Così come concordo sul bisogno che ogni persona ha di trovare il libro giusto, quello che lo spinga a leggere.
Che il mio sguardo sia un po' offuscato dal fatto che appartengo alla categoria di lettori fortissimi, non posso sicuramente negarlo. E' che, davvero, questi dati mi mettono una tristezza infinita.
Ma infatti sono dati tristi, molto tristi.
EliminaMa infatti, è pigrizia Elisa! Il problema però è: perché dovrei sbattermi per una cosa che non mi piace?
Io sono sincerò, non ho mai avuto un insegnante di italiano che mi appassionasse ai libri, mi spiace, sebbene qualcuno abbia provato qualche tattica. Quindi io la vedo così.
Specialmente se consideri che oggi i bambini sono parzialmente più instupiditi di quanto lo eravamo noi, per tutta una serie di motivi temporali. Quindi secondo me bisogna partire proprio dal piacere. Quindi ci deve essere un insegnante davvero, ma davvero, ma davvero molto bravo per farmi piacere la divina commedia.
La chiave secondo me è tutta lì, darmi un motivo che mi spinga a sforzarmi di leggere. Ed è uno sforzo. NOTEVOLE! Quando io iniziai ci mettevo una vita a finire un libro. Ma quel libro mi piaceva, quindi andavo avanti. Tutti i precedenti non mi convincevano abbastanza da girare pagina. Péerò se io leggo un libro regalato a caso, o che mi è stato consigliato da un maestro giusto per... beh, poi mi farà schifo e lo metterò da parte e non ci proverò più. Deve esserci una lieve insistenza da parte di qualcuno capace. E bisogna non essere stupidi e capire che ogni persona ha dei gusti. secondo me questo manca molto.
Sul fatto che, soprattutto a quell'età, sia importante avere accanto una figura che riesca a "influenzarti" e a farti piacere quello che sei comunque obbligato a studiare è indubbio. Però sicuramente c'è anche qualche pregiudizio, qualche "se me lo fanno leggere a scuola allora è brutto per forza". C'erano ai nostri tempi (sigh :P), figuriamoci oggi che tutto è ancor più semplificato e dovuto!
EliminaSul discorso dei gusti sono completamente d'accordo con te!
Beh, ovvio che in parte c'è il pregiudizio, si è accumulato con anni e anni. Bisognerebbe vedere da dove è partito, magari da cattivi insegnanti. Però secondo me non guasterebbe dare pure letture più attuali.
EliminaCiao!
RispondiEliminaL'annosa questione.... la "scusa" che sento io continuamente è una di quelle che hai citato: "non ho tempo". Allora, è vero che io faccio la pendolare quindi ho molto tempo per leggere, ma credo che troverei comunque uno spazio per me se è una cosa che mi piace e che mi dà serenità, quindi la scusa non regge, mi dispiace!
Però ultimamente, non so se è la mia influenza (:P), la mia attività bloggeresca, ma alcune amiche mi stanno chiedendo se posso prestare loro un libro perché hanno voglia di cominciare o ricominciare a leggere e di questo non posso che essere felice.
Comunque probabilmente si tratta di un insieme di tutte le giustificazioni che hai citato, il prezzo dei libri è un forte deterrente secondo me (20€ sono troppi, anche per la mia autrice preferita); in base alla mia esperienza non ci sono più gli insegnanti di una volta, con la passione sincera per il loro lavoro e la voglia di condividerla; i troppi libri pubblicati (soprattutto bestseller che spesso e volentieri non sono né carne né pesce).
La soluzione? Credo che intanto il lavoro di noi blogger letterari sia importante a livello divulgativo e conoscitivo, bisogna stimolare le menti che, come dici tu, sono diventate troppo pigre e - complice la situazione di crisi mondiale - anche depresse.
Perciò uniamo le nostre forze! :-)
Credo che il "contagio" sia una delle forme più efficaci. Nel senso che se io vedo qualcuno tanto appassionato di qualcosa, come minimo un po' di curiosità dovrebbe venirmi. Per questo i blog, quelli onesti, senza influenze esterne, hanno un grande "potere", o almeno si sforzano di averlo: riuscire a far appassionare gli altri. :)
EliminaMi faceva notare un amico ex-libraio che quel dato è poco significativo per due ragioni: primo, si riferisce ai lettori ultra-deboli, che leggono un solo libro all'anno (uno in 13 mesi o uno in 11 non fa grande differenza); secondo, non necessariamente è correlato al numero di libri venduti - che poi è quello che impatta su tutta la filiera. (Per avere dati sulle vendite c'è l'agile rapporto dell'AIE in vendita a 12 €.) La domanda è: gli italiani leggono poco, ma quanto è "poco"? Quanto deve leggere un cittadino, anche in relazione a fattori come la fascia d'età, perché sia sufficientemente virtuoso? E' una questione di volume di vendite, che dev'essere sufficiente a far sopravvivere il mercato (editori, distributori, venditori)? Dobbiamo leggere quanto i francesi? L'equivalente dell'ISTAT in Francia considera lettore "forte" uno che legge il doppio dei libri di un lettore forte italiano. E poi, boh. Credo che le fasce d'età basse leggano di più, con un calo di interesse fra le superiori e l'università e... beh, quando inizi a lavorare, abitare da solo e magari ad avere una vita sociale il tempo si azzera facilmente. Il calo è naturale. Non so, mi sembra un argomento troppo complesso per discuterne senza dati e un modello alla mano.
RispondiEliminaPer inciso, ho fatto due conti, magari li posterò, ma credo che le detrazioni siano più che altro una trovata pubblicitaria. Vedremo. Intanto non ho trovato linee guida ufficiali: come comportarmi per gli acquisti online? serve lo scontrino parlante? Intanto il primo acquisto l'ho fatto. (Argh!)
Beh, però se i lettori ultradeboli sono più del 50% mi sembra comunque un dato significativo... E' ovvio che poi ci sono anche lettori che alzano e di parecchio la media.
EliminaSul discorso dei libri venduti sono assolutamente d'accordo, ma la mia preoccupazione non è rivolta al fallimento delle case editrici, o almeno non in questo caso specifico. Da quel che ho capito io (ma magari mi sbaglio eh!) questi dati ISTAT non fanno riferimento ai libri venduti ma a quelli letti! E la percentuale secondo me, a primo impatto, è imbarazzante... indipendentemente da modelli e dati alla mano. Se solo il 43% dichiara di aver letto almeno un libro, vuol dire che c'è un 57% che non l'ha fatto.
Sul discorso delle detrazioni sì, ho già letto qualcosina riguardo al fatto che in realtà incidano poco o nulla e che sia più un modo per far vedere che si sta facendo qualcosa. Uno specchietto per le allodole (che mi sta comunque facendo gongolare, che ci posso fare? :P). Per ora comunque le info sono praticamente assenti... ho chiesto anche a diversi librai e per ora brancolano nel buio.
In realtà sono questioni strettamente correlate, la vendita e la lettura, per questo mi è difficile visualizzare la tematica nella sua interezza. Siamo d'accordo che 43% è un numero ridicolo. Fra l'altro, in un post che mi vergogno a condividere (perché ho "cannato di brutto" l'analisi) avevo provato ad analizzare l'andamento di questo numero negli anni. Sono 2 anni che è in calo, se ti interessa, tornando ai livelli del 2005-2008 in cui oscillava ma non di molto. Sfortunatamente non ho strumenti per valutare se questa oscillazione è entro un intervallo di confidenza ragionevole - in altre parole, se queste oscillazioni sono dovute all'incertezza o se si possa individuare un trend. Se così fosse, significherebbe propri che stiamo regredendo.
EliminaAbbraccioti.
RispondiEliminaAllora.
Secondo me le responsabilità/cause per la mancanza di lettori sono diverse. C'è quella dei genitori, che spesso, non essendo lettori loro stessi, non sanno come avvicinare i figli alla lettura. Poi beh, la scuola. Ricordo la bellissima biblioteca delle elementari, era fornitissima e tutti ci sentivamo spronati a leggere senza sentirci costretti. Però una volta approdata alle medie ho notato una differenza enorme tra me e i compagni di classe, tutti provenienti da una stessa scuola elementare in cui era evidente che agli insegnanti non importasse affatto che gli studenti leggessero. Le elementari sono un momento cruciale, temo.
Poi secondo me il problema maggiore è la familiarità coi libri. Nella mia famiglia si è sempre letto un sacco, è ovvio che mi sia sempre sentita a mio agio tra i libri. Ma durante lo stage in biblioteca e in libreria ho assistito alla palese difficoltà che incontrano non soltanto i più giovani, ma anche diversi adulti, nella scelta di un libro. Non distinguono le età di lettura, non hanno ben chiari i propri interessi, non sanno che stile o trama approcciare... magari si sforzano anche, però non è il loro ambiente, e si vede. Se fossero stati lasciati liberi di scorrazzare in mezzo ai libri fin da piccoli, sarebbe tutto un altro discorso.
Per quanto riguarda il prezzo... beh, dipende. Di certo influenza la crisi dell'editoria, o almeno di una sua parte, anche se nell'ultimo anno c'è stato un considerevole abbassamento dei prezzi. Per dire, dai 22 euro de Il seggio vacante si è passati ai 16-17 de Il richiamo del cuculo. Direi che almeno qualcuno l'ha capita, dai.
Però... non so. E' vero che ci sono le biblioteche, ma non sono sempre così fornite. Dalle mie parti la situazione è veramente squallida, specie per quanto riguarda le letture per i più piccoli. Mi capita spesso di non trovare nulla da leggere, il che è tutto dire. Invero la mia voglia di libri è stata finanziariamente sostenuta dai miei genitori fino all'uscita di Harry Potter e il Calice di Fuoco, i cui 14 e passa euro, confrontati ai 7-8 cui i miei erano abituati... ecco, credo che sarebbe molto più semplice per i genitori sostenere la voglia di lettura dei figli se non fosse per i prezzi delle novità. Ma temo che il costo dei libri non sia dopotutto granché rilevante, per la mancanza di lettori in Italia.
Forse dipende anche dal fatto che non ci sono più momenti morti. Cioè, ti annoi? Internet. Film. Serie televisive. Chiami un amico. Videogiochi. C'è così tanto da fare, così poco tempo per farlo, che l'istinto alla lettura è un richiamo debole, per chi non sa cosa lo aspetterebbe.
Ci vorrebbe qualcosa di enorme, su larga scala, per riportare la gente in mezzo ai libri. Per far capire cosa voglia dire leggere a persone che non hanno idea di ciò a cui stanno rinunciando. Non ho idea di cosa potrebbe essere.
Però credo che già riempire i media di inviti indiretti alla lettura, come personaggi fortemente librovori, potrebbe essere una buona mossa. Oppure un qualcosa che si basa sul sistema-lettura... non so. Ci spero, ma molto molto molto poco.
Sorry per l'incongruo papiro xD
Ma figurati! Mica è incongruo, anzi :)
EliminaConcordo sul fatto che le elementari siano un momento cruciale di iniziazione, che ti porta poi a crescere appassionato di libri e di lettura. E conta molto anche l'approccio dell'insegnante, della maestra o comunque di chi ti sta intorno. E io, come dicevo, ho avuto la fortuna di avere due insegnanti di italiano molto brave, alle elementari e alle medie che mi hanno resa lettrice fin da subito.
E poi sì, in casa mia ci sono sempre stati libri, magari non proprio ovunque come adesso in camera mia, ma comunque ero libera di girare, sfogliare, prendere e rimettere a posto... e anche questo, effettivamente, fa tantissimo.
Per quanto riguarda il costo non lo so, è una cosa per cui mi batto ancora tantissimo... soprattutto quando prezzi esorbitanti arrivano non dalle piccole case editrici ma da quelle enormi, che possono fare il bello e il cattivo tempo (ma io sono anche un po' tirchia dentro, lo ammetto :P).
Però se le biblioteche non funzionano ci sono gli scambi, gli amici, il book crossing... cioè secondo me, se uno vuole, qualcosa da leggere lo trova sempre e comunque. Certo, bisogna avere voglia e sbattersi un po' nella ricerca,
Sui tempi morti, non lo so. E' vero che crescendo questi diminuiscono, ma è anche vero che non è che si pretende che tutti leggano 150 libri all'anno. Se ho tempo di guardare la tv o di giocare a un videogioco, ho anche tempo di leggere.
Comunque quale sia la soluzione, se ce ne possa essere davvero una, onestamente non lo so :/
Secondo me è un mix fra tutti i fattori citati. La presenza di libri in casa (ma anche i genitori che ogni sera ti leggono un libro prima di dormire - mio papà faceva anche le voci) e avere genitori lettori è sicuramente un grande stimolo, ma non è detto che funzioni con tutti. Io ho due fratelli più piccoli: uno ha avuto un periodo (anche alle elementari, con biblioteca di classe) in cui non leggeva e diceva che non gli piaceva, ora, nonostante studi medicina, il tempo lo trova; l'altro è in prima media, ma nonostante l'esempio di genitori e fratelli maggiori non ne vuole sapere. Eppure anche la sua maestra aveva messo in piedi una biblioteca di classe. Secondo me è questione di fortuna, di chimica, di qualcosa che scatta dentro di noi.
RispondiEliminaIl prezzo dei libri è solo una scusa: se anche si è pigri e non si vuole andare in biblioteca basta investire in un lettore ebook e si trovano anche le novità a prezzi più bassi del cartaceo.
Insomma, la gente non legge perché non ha voglia. Il tempo per giocare su Candy Crush lo trovi? Allora perché non per leggere? I soldi per andare avanti a birra tutta la sera ci sono? Allora perché per un libro non ci sono mai? E' più facile trovare scuse o spaparanzarsi sul divano, ma a questo punto non vedo perché sforzarsi di trovare per forza una soluzione. Certo, che i programmi scolastici (e la selezione dei docenti) possano essere migliorati è vero, però è anche vero che non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare..E' un peccato ed è triste che gli italiani siano così.
Concordo sul fatto che avere tanti libri in casa o avere una famiglia che legga sia sicuramente un buon vantaggio, ma che non implichi per forza che ne venga fuori un lettore. Credo sia chimica, passione o qualche altra strana cosa che viene fuori dentro di noi.
EliminaIl prezzo dei libri è sicuramente una scusa (anche se, da lettrice accanita, continuerò a lamentarmene :P) per giustificare in qualche modo la propria pigrizia e la propria mancanza di voglia (così come quella del tempo, anche se non in tutti i casi).
Anche io credo che sia triste e l'idea di dire semplicemente "peggio per loro" senza provare a far nulla non mi piace per niente.
No, certo, provare si può e si deve provare..però qualcosa si è rotto nell'ingranaggio, secondo me. Se penso al ruolo di "maestra" della Rai di una volta mi viene spontaneo chiedermi se adesso la gente non abbia più voglia di imparare..perché in fondo di documentari e di programmi interessanti ce ne sono, cercandoli. Tuttavia, se la maggior parte delle persone non va a guardarli neanche se piazzati in prima serata, non so che conclusioni trarre..perché mi rattrista pensare che si sia persa la curiosità di imparare cose nuove.
EliminaVero sì, anche la tv non è in realtà tutta da buttare. Ma poi vedi, trovi quei programmi che provano a far cultura e si beccano comunque le critiche, le polemiche (tipo Fazio quando presenta i libri...)
EliminaTra le tante cose, vogliamo metterci anche che un adolescente che ama leggere viene additato dai coetanei come "secchione" "sfigato" "perdente"?
RispondiEliminaI modelli sbagliati che la nostra società sta lanciando da qualche anno a questa parte sono, secondo me, i maggiori responsabili di questo declino.
Se incominciassero a fare delle campagne che mostrano che chi legge è un vincente, credo che molta gente salirebbe sul carro dei lettori.
Sicuramente qualcuno si perderebbe per strada; ma molti altri scoprirebbero quanto è bello poter "viaggiare" con un libro.
Milly
Vero anche questo, sì! La società ha creato (e sta ancora creando) molti modelli sbagliati che influenzano tutto il resto.
EliminaSono tutti motivi validi, vorrei aggiungere alcune cose
RispondiElimina1 il valore della professionalità: credo che se in biblioteca e in libreria ci fossero persone che sanno fare il loro mestiere davvero (ovvero conoscere libri, case editrici, cataloghi, territorio in cui ci si muove ..) sarebbe diverso. Credo che tanti danni siano stati fatti da librai-commessi inetti (a Natale ero in fila in libreria per comprare un DVD e la signora davanti a me chiedeva un'informazione su un libro a una commessa che non sapeva...le ho risposto io, con tanti ringraziamenti da parte di entrambe) e da bibliotecari messi a caso in biblioteca. Gli insegnanti per me non devono necessariamente sapere anche di editoria: certo sarebbe bello se conoscessero i libri dei loro alunni...ma purtroppo vedo che hanno tantissimi altri problemi da affrontare prima. Sarebbe bello invece se si affidassero a librai/biblitoecari esperti per unire le forze.
2-la biblioteca di classe: su questo sono in disaccordo pur avendola avuta anch'io alle elementari. Questo perché è importantissimo che i bambini fin da piccoli vengano abituati a pascolare liberamente tra scaffali di libri e libri. La biblioteca di classe ha un numero limitato di libri e titoli, se invece si portano i bambini in biblioteca ogni tanto li si abitua ad un luogo che trasuda sapere in ogni forma, è importante trasmettere proprio la sensazione di stare in mezzo ai libri.
Secondo me per far appassionare un non-lettore ai libri sicuramente non devi colpevolizzarlo, una persona nel suo tempo libero fa quello che gli pare, che sia leggere o fissare il vuoto: se inizia a rampognarlo sul fatto che deve leggere stai certo che non lo farà mai. Un modo che uso io per incuriosire gli altri è parlare dei libri che sto leggendo o che mi sono piaciuti, raccontando spesso tutta la trama (tanto so che non leggerà mai quel libro), metterli cmq nello stato d'animo giusto tipo "ehi, ma allora leggere non è noioso!".
Poi boh, secondo me tanto sta anche nel trovare il libro giusto se sei un non-lettore, quello che ti fa appassionare a un genere o a un autore, un mio amico ha avuto il colpo di fulmine con Dan Brown e dopo aver letto tutti i suoi libri sta spaziando ad altri dello stesso genere.
Vero sì, anche la professionalità è fondamentale in posti come librerie e biblioteche... hai per le mani la possibilità di far leggere un libro a qualcuno che ti chiede consiglio, di influenzarlo in qualche modo. E se sei un imbecille, questo qualcuno sicuramente sarà scoraggiato. Non sono tutti così eh, ci sono anche librai bravi. Ma nelle librerie di catena soprattutto purtroppo non sempre si trovano.
EliminaAlle gite in biblioteca non avevo pensato! Ma forse semplicemente perché noi le facevamo (era troppo lontana la biblioteca dalla mia scuola). Credo che l'importante comunque sia farli stare in mezzo ai libri fin da piccoli, farli curiosare tra le pagine.
Sono d'accordo sul non colpevolizzarlo (lo so, il titolo del post dice un po' il contrario, ma mi faceva troppo ridere per non usarlo :P), anche perché appunto, alla fine ognuno è libero di fare quello che gli pare :) Però anche fargli capire quanto sia bello leggere secondo me è importante, anche rischiando di diventare pesante e fastidioso!
Concordo comunque sul discorso del libro giusto, quello che ti sblocca!
Cercherò di andare per punti. Parto dal prezzo dei libri che è uno di quegli argomenti che mi fanno andare in bestia come poche cose al mondo. Il prezzo incide. Ci metto la mano sul fuoco che chiunque, specie chi non è abituato, quando legge 22 euro come prezzo di copertina ripoggia il libro lì dove sta. Lo faccio anche io più spesso di quanto immagini, per questo capisco perfettamente l'atteggiamento. Ma, cribbio, se leggi un solo libro all'anno proprio quello da 22 euro devi leggerti? Non è che non esistano i Beat (il più caro costa 12 euro e ha tipo 800 pagine), gli economici della Feltrinelli (10-12 euro in media), e i tanto amati Newton Compton a 9.90. Anche la Garzanti adesso pubblica a 9.90. Per cui, mi dispiace, il prezzo è un motivo valido fino a un certo punto. Vuoi quel libro? Attendi l'economica e nell'attesa ti leggi il libro da 10 euro. Con 50 mila libri pubblicati in un anno (ma siamo pazzi? Numeri da far girare la testa proprio) vuoi che non ce ne sia uno da 10 euro che ti piace? Essù, non fatemi essere volgare.
RispondiEliminaPoi se vivi a Roma o Milano o anche Catania c'è almeno una biblioteca che ospita un paio di libri decenti. Non aggiungo considerazioni sugli impiegati in libreria o in biblioteca perché altrimenti sforo i caratteri consentiti da blogspot, dico solo che il livello di istruzione è spesso indegno e chiudo perché altrimenti mi inalbero.
I professori, altro problema. La mia professoressa alle elementari non c'era mai, per cui è come se mia madre si fosse sostituita a lei. Non so cosa leggevo e perché, ma i libri campeggiavano in casa per cui l'approccio alla lettura c'è stato indipendentemente dalla scuola. Alle medie avevo un'insegnante fantastica che ci faceva leggere almeno un libro al mese. Al liceo, invece, ho avuto un'insegnante tremenda. Se ti piacevano i libri lei ti portava a odiarli. Durante le vacanze estive dovevamo leggere 30 libri... Il problema non era il numero (anche se 30 sono un po' troppi) quanto i titoli e la mole! Non puoi darmi La Gerusalemme liberata e L'Orlando furioso da leggere se ho 15 anni! E insieme a questi altri 28 libri in due mesi. E così per tutti gli anni del liceo, davvero una cosa indegna forse peggio dei commessi coatti alla Mondadori. Molti dei miei compagni che si erano avvicinati alla lettura hanno poi lasciato perdere, associando i libri a una cosa impegnativa e noiosa.
Non dico che i classici non sono importanti e leggere gli autori che si studiano ha una certa importanza. Ma, ecco, magari per l'estate mi dai un libro da leggere (esempio Foscolo) e poi un altro a mio piacere o, che ne so, moderno almeno! Si potrebbero fare dei sondaggi, si possono creare i gruppi di lettura in classe, si possono fare i laboratori di scrittura creativa. Tante cose si potrebbero fare, ma a molti insegnanti non frega nulla. A loro importa che tu legga La Gerusalemme liberata a 15 anni, punto. Perché così sta scritto nel programma e basta.
Lo stesso si potrebbe fare negli oratori (non ho frequentato la chiesa da piccola, quindi forse dico una cretinata eh)... Non so, la butto lì. Però bisogna che siano gli adulti a spingere i bambini a leggere. Se non lo fanno i genitori, se non lo fanno gli insegnanti, ma chi lo deve fare?
Ecco, detto ciò... mi dileguo dopo ‘sto papiro xD
Questo tipo di blocco non l'ho mai capito. Io ho subito tutta una serie di iniziative atte a farmi leggere - ma leggevo già moltissimo - eppure, a un certo punto, ti mettono in mano "I promessi sposi", magari la seconda volta, e... tu non li leggi. Non io, il compagno generico. Io mi sono divertito moltissimo a leggerli, nonostante la stazza. Sono strano io? A mia discolpa, ammetto che non mi hanno mai dato per compito da leggere poemi cavallereschi... ma il "Don Chisciotte" sì, e quello sì, che faceva paura! :O
EliminaForse sono io, quello strano, ma l'impressione è che buona parte dei miei compagni (liceo classico) fossero poco ricettivi alla lettura. Che siano stati traumatizzati in precedenza? Io alle medie mi sono letto Asimov e Manfredi, con il benestare (poteva anche male-stare, l'avrei fatto comunque, ma è indice di una certa apertura) della prof. Però ciò che mi piace l'ho scoperto da solo. Ecco, il punto è questo. Sono d'accordo con Nereia: un classico e un libro, magari in "scelta guidata", che aiuti lo studente a scoprire ciò che gli piace, a esplorare una letteratura che, partendo da Gilgamesh, ha fatto molti passi avanti - e anche qualche passo indietro.
Scusa se mi sono intromesso, ma il tuo papiro mi ha chiamato. :)
Io ho adorato il don Chisciotte e letto con gusto anche i Promessi Sposi, se devo essere sincera :P
EliminaPerò capisco che 28 libri tra cui la Gerusalemme Liberata e L'orlando furioso a quindici anni non sia esattamente un incentivo alla lettura. La nostra prof ci dava degli elenchi di tot libri, dicendo dovete leggerne almeno due, gli altri li lascio a voi. Così c'era chi si leggeva solo due libri (magari scegliendoli pure male) e chi invece allargava di un sacco i suoi orizzonti.
Sulle competenze sono d'accordo... anche se non sono tutti così. Ci sono librai preparatissimi e altri che invece lo fanno solo per lo stipendio a fine mese.
E sul costo dei libri, hai perfettamente ragione!!
Ma cioè, sì, io ho letto Jane Eyre, Cime tempestose, Canne al vento, La metamorfosi, Il fu Mattia Pascal senza che nessuno me lo dicesse e mi sono piaciuti più o meno tutti. Però, ecco, io La Gerusalemme liberata l'ho letto eh ma vi assicuro che leggerlo sulla spiaggia ad Agosto non è il massimo e, dopo averlo terminato, prendere L'Orlando furioso (1490 pagine in versi) tra le mani non è confortante... Ecco, vi assicuro che per quanto possano essere belli i poemi cavallereschi a 15 anni ti piacerebbe leggere altro. Magari una robetta meno pesante de L'Orlando furioso. Poi, certo, se sei sopravvissuto e ti tocca leggere anche Fogazzaro, Foscolo, Goethe, D'Annunzio... Dai, tutte letture impegnative in un mese e mezzo. Di' che vuoi uccidere gli studenti che non leggevano manco prima che fai prima xD Perché è, in effetti, un tentato omicidio per un non lettore.
EliminaO magari L'Orlando Furioso raccontato da Calvino. Non è una cosa così insensata. La prof di inglese ci fece scegliere se leggere, in alternativa, "The ryme of the ancient mariner" o ascoltare l'omonima canzone degli Iron Maiden. È un modo intelligente (ma la mia classe era pochissimo ricettiva) per approcciarsi a un gioiello della letteratura. Forse la didattica del futuro deve essere più transmediale, post* (quello che vi pare) e contaminata. Avvicinarsi al linguaggio di quel 57% che sa come installare un'app ma difficilmente sa come scegliersi un libro.
EliminaHo iniziato a leggere questo post stamattina e ho finito ora, commenti inclusi. Credo abbiate detto tutto voi... resta il fatto che se ci sono dei problemi, ci saranno anche dei motivi ma un problema del genere si risolve all'origine nel momento in cui nasce il desiderio di leggere. Io non vengo da una famiglia di lettori, sono l'unica che compra libri in famiglia e tra i miei amici sono quella che ne compra e legge di più. Ho una vita e faccio tante cose, sono precaria e i soldi mi mancano sempre, a volte devo fare delle scelte... le biblioteche le adoro, ma capisco chi non le ama se e quando ci vanno trovano persone incapaci di fare il loro lavoro... in libreria peggio. Eppure si legge. Con piacere.
RispondiEliminaCredo che il problema sia alla base, è una questione di mentalità che incide poi sul mercato. Si è portati a credere al libro come a un oggetto in vendita uguale a un prosciutto, quindi così come ci sono 20 tipi di prosciutto devono esserci 20 libri magari sullo stesso argomento, magari con le stesse parole, ma venduti come se fossero diversi, per un apostrofo o un paragrafo. Questo determina crisi di mercato, crisi di settore e persone che lavorano nel campo nettamente decimate o sottopagate. E allora si pensa che per incrementare la domanda bisogna aumentare l'offerta. E si ritorna la punto di partenza. Un circolo vizioso. Io sono dell'idea che tutto passi per come si viene educati alla cultura. Ma questo non significa obbligare alla lettura. Ce lo ha detto anche Pennac che un ragazzo obbligato a leggere odierà farlo per sempre. Bisogna rispettare le sue inclinazioni facendogli allo stesso tempo capire che un libro non è un obbligo ma un'opportunità. Sta a lui coglierla o meno. Nell'ipotesi che questa concezione fosse realmente diffusa, il problema di chi legge 10 libri l'anno, chi 5 o chi 100 non esisterebbe, perché il mercato rifletterebbe l'idea comune ovvero che il libro non è un prosciutto e che alla quantità sarebbe preferibile la qualità. Un mondo ideale? Forse.
Credo anche io che alla base di tutto ci sia un problema di mentalità, della visione del libro come semplice oggetto, prodotto da vendere... e viste le scarse vendite, anziché la qualità si incrementa la quantità, che magari con più scelta la gente osa di più. A me sembra assurdo, ma comprendo il ragionamento dietro a questa "soluzione".
EliminaConcordo anche sul fatto che non bisogna obbligare nessuno a leggere, anche perché solitamente le cose che siamo obbligati a fare (siano leggere ma anche altro!) tendiamo a farle male, controvoglia, senza soffermarci realmente su quello che stiamo facendo. Bisogna stimolare, incoraggiare... come? Non lo so onestamente. Anche perché non è solo un problema dei ragazzini questo.
però secondo me non siamo ancora del tutto senza speranza... qualcosa si può ancora fare!
Ciao,
RispondiEliminaLeggo spesso il tuo blog, ma ho scelto questo post per fare il mio primo commento poiché è un argomento che mi sta molto a cuore.
Sono una lettrice da sempre. Quando ero piccola e mi chiedevano cosa volevo per regalo, rispondevo sempre "un librino". E dire che in casa mia non legge nessuno, ma proprio nessuno nessuno! Ho frequentato la biblioteca per anni perché, da studentessa, non avevo tanti soldi per comprare tutto quello che volevo leggere.
Ultimamente ho rallentato un pochino i soliti ritmi: ho una bambina di 2 anni e mezzo, un lavoro a tempo pieno e una casa da tenere in maniera, almeno, decorosa... però non rinuncio ai miei libri. Per me rappresentano un milione di nuove vite da vivere!
Mio marito, al contrario, non comprende questo mio amore. Mi considera una mezza svitata: povero, non sa cosa si perde.
Anche la mia bimba sembra interessata alle storie e me ne chiede sempre di nuove: praticamente ha una biblioteca personale più grande della mia! Ma quando ho sospirato "Speriamo diventi una lettrice", mio marito mi ha guardata con occhi sgranati dicendomi "Perché?"
Ma come perché? Perché i libri rappresenteranno sempre un angolo di pace, anche se nella tua vita stai affrontando una tempesta. Perché potrai viaggiare nel tempo, visitare tutti i luoghi che non potrai mai vedere. Perché conoscerai le persone migliori ma anche le peggiori. Perché ti renderai conto che, anche se di fronte a te hai un ostacolo che ti sembra insormontabile, qualcuno prima di te l'ha affrontato e può indicarti la strada.
E poi, non ti rendi conto che tua figlia, al nido, è l'unica che parla benino e che ha un vocabolario decente? Tra l'altro è l'unica che usa il gerundio!!!!!!!
In sostanza, non so come poter stimolare i non lettori, spero solo, nel mio piccolo, di crescere una lettrice!
PS: ti ringrazio infinitamente per avermi fatto conoscere "La banda degli invisibili". L'ho adorato... e anche regalato per Natale!
Sono contenta tu abbia deciso di commentare! E con un bellissimo commento tra l'altro! :)
EliminaSecondo me molte persone sottovalutano l'importanza del leggere... e forse è proprio per quello che non riescono (o non vogliono?) appassionarcisi così tanto.
E tua figlia che usa il gerundio al nido deve essere proprio uno spettacolo! :)
Post ultracondivisibile, anche se molto amaro, che scatena in me un complicato flusso di coscienza.
RispondiEliminaSono innanzitutto d'accordissimo con il fatto che la diffusione delle biblioteche e i sistemi di connessione fra le varie strutture rendano ridicola l'affermazione di chi si appella all'onere economico della lettura.
Quanto all'ipertrofia delle pubblicazioni, penso crei più problemi ai "lettori forti" (che, oltre a leggere molto, hanno anche specifiche esigenze sulla qualità dei testi) che al potenziale pubblico del "libro sotto l'ombrellone" e che, quindi, non sia di per sé un fattore di allontanamento dalla lettura... d'altronde i buoni libri si trovano sempre!
Trovo, inoltre, che si debba ridurre la portata delle influenze della scuola e della famiglia, o meglio ritengo che da esse non debba arrivare tanto la proposta della lettura (che comunque è un fattore importante), quanto, più in generale, quella dell'amore per la riflessione e il raccoglimento: il problema diffuso in questa società di non-lettori mi sembra (ma potrebbe essere una mia sensazione) vada legato ad un generale rifiuto di tutto ciò che non è immediato e rapidamente consumabile; ovvio, un libro si può "divorare", come sappiamo noi che, se siamo qui a leggere e commentare, dobbiamo avere un grande amore per la lettura, ma il rapporto con il testo è fatto di un lento e progressivo godimento e coinvolge tanta parte della nostra consapevolezza che questa operazione risulta, per luogo comune, noiosa o faticosa.
Insomma, stiamo scontando la diffusione di un pregiudizio velenoso e, come affermi tu stessa nelle tue conclusioni, di una pigrizia dilagante di cui -temo- non smetteremo mai di rammaricarci. Forse l'unico tentativo che possiamo fare è quello di cercare di coinvolgere gli altri con il nostro entusiasmo, presentando i libri come un vero piacere: forse qualcuno continuerà a non far caso a noi e ai nostri slanci appassionati, ma, magari, in qualcun altro si accenderà l'idea di provare a diventare lettore... anche fosse una sola persona, sarebbe già un grande risultato! :)
E' vero, probabilmente io ragioni da accanita lettrice che quando si trova di fronte a quelle immense pile di libri tutti uguali e allo stesso tempo tutti diversi ogni mese ha la tentazione di dar loro un calcio è buttarli giù :P. Certo è che se uno non è avvezzo alle librerie e ci entra di rado finisce immancabilmente su certi libri che, diciamolo, non è che alla letteratura facciano fare proprio una bella figura.
EliminaPer il resto concordo su tutto! C'è pigrizia, c'è rifiuto di tutto (o comunque di buona parte) di ciò che non sia immediato e spendibile, di tutto ciò che richieda uno sforzo mentale un po' più profondo. La domanda allora è: come siamo arrivati a questo punto? E' davvero internet (eppure siamo qui, a discuterne su internet e su un blog), gli smartphone? Da dove è partito tutto questo?
Comunque, speriamo davvero che prima o poi il nostro entusiasmo riesca a coinvolgere anche qualche non lettore :)
Non è a causa di internet: la rete ha comunque stimolato un qualche tipo di interazione e impegno nella ricerca delle informazoni (poi si può discuere sul buono o cattivo uso del mezzo, ma è altra storia). Non ho dubbi nel dare la colpa alla tv, quella orribile scatola trita-pensiero: è questo che ha appiattito la consapevolezza. Scenario troppo Orwelliano?
EliminaMa prima della televisione la gente leggeva? Io credo che certe cose (non la TV in sé, come dici bene, ma l'uso progressivamente decerebrante che ne è stato fatto negli ultimi 20 anni) abbiano piuttosto influito nella qualità della lettura. Fabio Volo, per dirne uno. In linea di principio, fermandoci ai numeri, la TV nella declinazione "volante" potrebbe anche avvicinare alla lettura una determinata fascia di persone che trovano interessante tale personaggio. Stessa cosa vale per internet, che tuttavia è un medium attivo e interattivo: un po' di testa che la devi mettere (anche se magari hai perso la capacità di discernere perché non hai imparato a leggere, se ne può discutere).
EliminaDifficile dire se prima della tv la gente leggesse o meno... perché era tutto molto meno accessibile (si aveva magari una sola tv in un paese e librerie solo nelle grandi città). Però è vero anche quello che dici tu, che in certi casi potrebbe avvicinare alla lettura: vedo Volo in tv e compro il libro di Volo. Secondo me quello che sta venendo meno è la capacità di riflettere su quello che si guarda in tv.
EliminaSi tende ad accettare tutto, a prendere tutto per vero, senza più porsi domande o riflettere su quello che ci viene messo davanti. (che poi è lo stesso motivo per cui c'è chi usa internet come strumento di informazione, di cultura, di conoscenza, e chi per condividere cavolate)
Oggi per caso mi è capitato sotto mano l'inserto della Stampa di cui parlavi su, e dopo aver leggiucchiato qualche opinione per risolvere il prob. mi sono imbattuta in quella dell'editore DONZELLI , non ho letto i commenti fatti prima di me quindi non so se è stato citato o meno, io volevo solo dire che abbraccio totalmente, svisceratamente e con entusiasmo il Donzelli pensiero, senza riserve e senza remore, io leggo già parecchio, se vogliono farmi comprare più libri devono fare come Donzelli, con me sarebbe l'unica strada per farmi comprare tutti i libri che voglio legger, mentre ora di quelli che leggo la metà circa li prendo in prestito in biblioteca.... se gli editori vogliono vendermi più libri facciano come Donzelli quindi! :-)
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