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lunedì 4 gennaio 2016

FLORENCE GORDON - Brian Morton

Florence Gordon stava cercando i scrivere un memoir ma due fattori giocavano contro di lei: era vecchia ed era un'intellettuale. E chi mai al mondo, si domandava a volte, avrebbe voluto leggere un libro che parlava di una vecchia intellettuale?
Forse c'era persino un terzo fattore, perché non era solo un'intellettuale, era anche femminista. E questo significava che, se mai fosse riuscita a finire quel libro, i critici lo avrebbero inevitabilmente bollato come polemico e petulante.
Se sei una vecchia femminista, qualsiasi cosa tu dica è polemico e petulante per definizione.

Per qualche strano motivo, avevo verso Florence Gordon di Brian Morton, pubblicato in Italia da Sonzogno con la traduzione di Maura Parolini e Matteo Curtoni, delle aspettative altissime. Non riesco bene a ricordarmi da cosa derivassero, se da qualche bella recensione letta in giro o semplicemente dall'attrazione provata per la copertina (trovo il recente restyling grafico fatto da Sonzogno semplicemente strepitoso) e per la citazione riportata nella quarta. Quando è stato il momento di scegliere la prima lettura dell'anno, quindi, non ho avuto alcun dubbio: doveva essere Florence Gordon.

Qual è il problema con le aspettative, però, lo sapete benissimo anche voi. Disattenderle è facile, facilissimo, molto più facile che esserne invece all'altezza e quindi il rischio delusione era molto alto. 

Il romanzo racconta la storia di Florence Gordon, appunto, una scrittrice e femminista settantacinquenne, ormai famosa forse più per il suo brutto carattere che per i suoi scritti. Ha un ex marito, anche lui scrittore anche se ancor meno conosciuto di lei, un figlio, Daniel, che non ha voluto seguire le orme dei genitori ed è entrato in polizia, una nuora, Janine, psicologa che ha per la suocera una forma quasi fastidiosa di venerazione, e una nipote, Emily, che della nonna gliene importa ma fino a un certo punto. Poi, inaspettatamente, un libro di Florence viene recensito sul The New York Times e la consacrazione attesa da anni finalmente arriva. Ma con il successo arrivano anche altri problemi, che colpiscono un po' tutta la famiglia e la segnano per sempre.

Parlavamo di aspettative all'inizio di questa recensione. Di aspettative e di quanto sia facile disattenderle. Ecco, non pensavo così tanto però.
Il personaggio di Florence Gordon, che per il suo passato e per il suo carattere avrebbe potuto essere fenomenale, alla fine è quasi una macchietta. Sì, è burbera; sì, insulta un po' tutti; sì, è scontrosa e testarda. Ma non abbastanza da essere indimenticabile, da risultare simpatica nella sua antipatia (cosa che invece con i personaggi davvero ben riusciti succede quasi sempre). Manca qualcosa nella caratterizzazione di questa donna. E, di conseguenza, manca qualcosa anche in tutti gli altri personaggi che attorno a lei dovrebbero ruotare.
Alla fine più che del rapporto tra questa bisbetica donna e suo figlio o sua nipote, o dello scontro generazionale in più campi (tra nonna e nipote, tra femministe della vecchia guardia e della nuova, tra vecchia editoria e nuova editoria), ci si ritrova a leggere di crisi coniugali, drammi post adolescenziali e bollettini medici, che conducono a un finale frettoloso.
Peccato, davvero, perché Brian Morton non scrive male. E aveva a disposizione tanti spunti intelligenti tanti bei personaggi, che però l'autore non è stato in grado di sfruttare come avrebbe dovuto. Non so se gli sia mancato il coraggio di andare più a fondo, se la storia che voleva scrivere era proprio così leggera o se le mie aspettative abbiano condizionato in qualche modo la mia percezione del libro. Però non c'è niente che mi irrita di più di un buon libro che l'autore è incapace di rendere grande.

Perché sì, Florence Gordon non è sicuramente un brutto libro. È una storia alla fin fine leggera, scorrevole e, in alcuni punti, anche divertente. Ma mi aspettavo qualcosa di più, di molto di più.


Titolo: Florence Gordon
Autore: Brian Morton
Traduttore: Maura Parolini e Matteo Curtoni
Pagine: 318
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Sonzogno
Prezzo di copertina: 17,50€
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formato brossura: Florence Gordon
formato ebook: Florence Gordon

10 commenti:

  1. Concordo pienamente con te. Letto nei giorni dell'uscita, spinto dal tanto entusiasmo, l'ho trovato un po' deludente. Troppo alleniano per i miei gusti. Freddino. Eppure io i personaggi come Florence, in potenza, li adoro tutti.

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    1. Ammetto di non conoscere molto Woody Allen quindi non so dire se simile o meno. Però, come te, l'ho trovato freddo e che si perde un po' in dettagli inutili, senza sviluppare bene la trama. Per me è un peccato, perché poteva venir fuori un grandissimo personaggio!

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    2. Allen, come Morton, è tutto chiacchiere fiume e New York, essenzialmente. A volte mi piace, altre mi irrita profondamente. Florence Gordon non ha toccato né un estremo, né l'altro, quindi spero di mettere a fuoco l'autore più in là. Comunque, tra misantropi che sono i nuovi simpatici, penso mi toccherà diventare estroverso, per essere alternativo. :-D Ormai le letture sono piene di personaggi come Florence: lei, purtroppo, si ricorda meno di altri.

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  2. Ciao Elisa, concordo con te. L'ho letto appena pubblicato, pensando che Florence fosse uno di quei personaggi che ti ammaliano tenendoti incollata alle pagine, e invece, mi sono ritrovata in una storia fredda e non ben amalgamata! Peccato!

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    1. Avrebbe dovuto ruotare tutto intorno a lei, e invece ci siamo trovati in mezzo a crisi coniugali o strani drammi adolescenziali (la storia di Emily e Justin è ciò che mi ha lasciato più perplessa in assoluto) senza quasi senso :/

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  3. Concordo su tutto. Il finale poi, che avrebbe potuto segnare un punto a favore, ancor più deludente, per me.

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    1. Sì, il finale è stato proprio buttato via... come se avesse fretta di concludere! Che fregatura!

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  4. Quando un libro delude le aspettative è davvero brutto, in passato è successo anche a me con libri che la maggior parte della gente osannava. Ma ancor più brutto, come hai detto tu, è avere una bella storia tra le mani e non saperla rendere. Peccato che gli editor di Morton non gli abbiano dato qualche dritta in più...
    Claudia

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    1. Sì, secondo me una storia con potenziale sprecata è peggio di un libro trovato semplicemente brutto. L'editor può fino a un certo punto, secondo me... gli autori devono prendersi le loro responsabilità! :P

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  5. Tiziana (Perchedirvelo)7 gennaio 2016 alle ore 15:21

    A posto, è (a questo punto "dovrebbe essere") tra i libri da leggere a breve.

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