Pagine

martedì 11 giugno 2013

STRINGIMI LE MANI - Massimo Petrucci

Non sei tu, sono io. E ti giuro che non è una frase fatta. O meglio, sì, lo è, ma la gente la usa davvero. E poi detto da te che parli per ovvietà credendoti filosofo... sì, insomma, come obiezione non sta tanto in piedi. O forse, non sei tu, non sono io, ma siamo noi, il problema. 

Lo immaginavo eh. Perché la tua quarta di copertina mi attirava sì, ma era un'attrazione strana, di quelle che già sai che non dureranno molto.  E la copertina stessa mi lasciava intendere che, sì non sei brutto, assolutamente, ma non sei nemmeno esattamente il mio tipo.

Ma mi son detta proviamoci. Molte tra le storie d'amore più belle e durature nascono da un "proviamoci e vediamo come va". E io ci ho provato, davvero. E all'inizio sei anche riuscito a farmi ridere, a farmi commuovere, a farmi emozionare. Mi veniva voglia di abbracciarti, di proteggerti in qualche modo, da quella tua perfida ex che proprio non riesci a dimenticare. Dalla vita che ti sembrava non andare da nessuna parte, come a molti, a tutti, capita a quell'età. 
Poi però hai iniziato anche un po' a irritarmi. I tuoi difetti si sono amplificati. Il tuo filosofeggiare senza agire mi ha lasciata interdetta. Il tuo non svegliarti, il tuo non andare avanti. E anche i tuoi vestiti da paninaro e quello stupido cocktail che ordini sempre, birra e cointraux, e il tuo odio per il Mojito, il mio preferito. E Tiziano Ferro. Perché Tiziano Ferro? Cioè, lo ascolto anche io ogni tanto, in auto quando ho voglia di cantare a squarciagola... però, insomma, citerei qualcun altro come mia guida.

Eppure, nonostante l'irritazione, so che dentro di te c'è anche qualcosa di bello. So che molti dei problemi di cui parli sono gli stessi di tutti gli adolescenti che si affacciano nella vita adulta e che la tua descrizione è assolutamente fedele e realista: la fine di un amore che sembra una catastrofe, la difficoltà negli studi, le incomprensioni con gli amici di sempre e le nuove compagnie in cui non ti trovi. Alla fine hai ventidue anni, non cinquanta, anche se troppo spesso nella narrazione sembri dimenticartene. 

Solo che non si è creata empatia. Forse perché la mia adolescenza e il mio passaggio alla vita adulta sono stati molto più diretti e traumatici, quasi in una sola notte. Non è colpa tua, certo. Ma non è nemmeno colpa mia.  E quindi boh, non so, non me la sono sentita di abbandonarti, tra i tuoi mille complessi e le tue mille difficoltà, lavorative e amorose. E sono stata contenta per te, davvero, quando alla fine del libro sei riuscito almeno in parte a trovare te stesso, o comunque a incamminarti verso la tua strada. 
Però ora è finita e tiro anche un sospiro di sollievo. Non parliamone più. Non pensiamoci più. Abbiamo provato, un po' ha funzionato e un po' no. Fine. Amici come prima (non credo in realtà che si possa rimanere amici alla fine di una storia, breve o lunga che sia stata, ma vabbè, anche queste sono frasi che si dicono).

Hai del potenziale, ragazzo. E sono sicura che crescendo e maturando questo verrà fuori. E magari allora ne potremmo riparlare. Magari potremmo incontrarci in un bar e prendere un caffè e ricordare i tempi andati. Ricordare quella volta che ci abbiamo provato e non ha funzionato e magari riscoprire qualche punto di contatto.

Ma adesso no, mi spiace... meriti qualcuno di meglio, qualcuno che ti capisca e ti apprezzi di più. E quella persona non posso essere io. Ma tranquillo, non devi piangere, non devi deprimerti né struggerti. 
E' pieno di lettori là fuori. Troverai quello giusto.


Titolo: Stringimi le mani
Autore: Massimo Petrucci
Pagine: 281
Anno di pubblicazione: 2011
Editore: Giraldi Editore
ISBN:978-8861554368
Prezzo di copertina: 15,00 €
Acquista su Amazon:
formato brossura:Stringimi le mani

8 commenti:

  1. Un po' diversa dal solito, questa recensione, direi ^-^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' in linea con il tema e lo stile del romanzo... m'è venuta così :P

      Elimina
  2. Questo post entra tra i miei preferiti in ASSOLUTO!!! XD
    Soprattutto, mai fidarsi di uno che non apprezza il Mojito (che è anche il mio preferito!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahahahahaha diventerà il mio motto "Mai fidarsi di uno che non apprezza il mojito"! :D

      Elimina
  3. Risposte
    1. Lo so che potrebbe sembrare che mi sia bevuta il cervello... ma leggendo il libro si capisce anche il tono della recensione :P

      Elimina
  4. Che bella recensione. Forse tra le migliori che ho letto e che parlano del mio romanzo. Beh, ricorda che poi è un romanzo e non è che sono io davvero, non del tutto almeno.

    Il mojito davvero non mi piace e ti giuro che c'ho provato più di una volta a berlo, insomma lo prendevano tutti perché a me non doveva piacere? Ma niente, non mi va giù... è anche vero che non sono un bevitore esperto, per lo più bevo acqua e nemmeno troppo fredda.

    Ho apprezzato molto questa tua recensione, i suoi contenuti, lo scontro con il personaggio del romanzo ed un po' con me che l'ho scritto.

    Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato sia nella lettura del romanzo che nella scrittura di questa recensione. Scrivimi a fb@massimopetrucci.it, se ti va, così t'informerò del prossimo libro, magari ti prendo meglio questa volta e prometto che al personaggio principale, che è una donna, gli farò bere con piacere un fantastico mojito. ;-)

    Felice giornata.
    Massimo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao! Ti ringrazio per essere passato e per aver commentato :)

      Lo so che non sei davvero tu, ma spesso i romanzi che parlando di adolescenti e di crescita hanno qualcosa di autobiografico. Non so bene se mi sono scontrata più con il personaggio o più con lo stile... In ogni caso ho la consapevolezza che sia un "problema" mia, che un libro così ad altri possa davvero piacere!

      Invece per il Mojito mi dispiace un sacco! :P

      A presto!

      Elimina