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venerdì 2 aprile 2010

MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO- Jonathan S. Foer

A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". È l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.

E' difficile scrivere un commento su libri come questo, perchè si rischia di non rendere loro il giusto merito.
E' uno dei libri più belli e commuoventi che abbia mai letto. La storia è toccante, e non può essere altrimenti. Questo bambino , geniale ma un po' problematico, perde il padre nel crollo delle Torri Gemelle. E' solo in casa ed è l'unico a sentire i messaggi "rassicuranti" lasciati dal padre in segreteria. Tra le cose di suo padre troverà poi una chiave misteriosa, e la sua missione diventerà quella di scoprire cosa apre. Un viaggio che lo porterà a conoscere un sacco di persone e ad affrontare a poco a poco tutte le sue paure. Un modo per essere ancora una volta vicino al padre che non c'è più.
Ma sullo sfondo c'è un'altra tragedia, più vecchia di quella delle Torri Gemelle, ovvero quella del bombardamento di Dresda, raccontata dalla nonna del ragazzo e poi, piano piano, dal suo strano coinquilino.
Ho adorato la trama, molto commuovente e molto ben studiata. E ho adorato lo stile di Foer, che si aiuta nella narrazione con immagini, lettere, copioni e registrazioni.
Veramente un piccolo capolavoro.

Nota alla traduzione: ci sono parecchi calchi e qualche scelta traduttiva un po' discutibile (il protagonista, ad esempio, ripete sempre di avere le scarpe pesanti, come modo di dire per descrivere la sua tristezza... non è molto immediato però per il lettore italiano). Qualcosina da rivedere.

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