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giovedì 28 gennaio 2010

LA CATTEDRALE DEL MARE-Ildefonso Falcones


Barcellona, XIV secolo. NeI cuore dell'umile quartiere della Ribera gli occhi curiosi del piccolo Arnau sono catturati dalle maestose mura di una grande chiesa in costruzione. Un incontro decisivo, poiché la storia di Santa Maria del Mar sarà il cardine delle tormentate vicende della sua esistenza. Figlio di un servo fuggiasco, nella capitale catalana Arnau trova rifugio e quella sospirata libertà che a tutt'oggi incarna lo spirito di Barcellona, all'epoca in pieno fermento: i vecchi istituti feudali sono al tramonto e mercanti e banchieri in ascesa, sempre più influenti nel determinare le sorti della città, impegnata in aspre battaglie per il controllo dei mari. Intanto l'azione, dell'Inquisizione minaccia la già non facile convivenza fra cristiani, musulmani ed ebrei... Personaggio di inusuale tempra e umanità, Arnau non esita a dedicarsi con entusiasmo al grande progetto della "cattedrale del popolo". E all'ombra di quelle torri gotiche dovrà lottare contro fame, ingiustizie e tradimenti, ataviche barriere religiose, guerre, peste, commerci ignobili e indomabili passioni, ma soprattutto per un amore che i pregiudizi del tempo vorrebbero condannare alle brume del sogno...

E' il classico libro da spiaggia o da treno. Si legge bene, non richiede troppi sforzi mentali e appasiona al punto giusto. L'ambientazione spagnola, poi, mi ha aiutato ad apprezzarlo ancora di più.
Il rimando a Follet e ai suoi due capolavori "I Pilastri della Terra" e "Mondo senza fine" è abbastanza evidente, soprattutto all'inizio, quando vengono presentati per la prima volta i personaggi. Ed è sicuramente la parte più noiosa del libro.
Poi per fortuna Falcones si rende conto delle potenzialità del suo libro e osa un po' di più. La società spagnola della seconda metà del '300 diventa la vera protagonista del libro, in un ritratto forse non fedelissimo ma che sicuramente tocca tutti gli avvenimenti storici del periodo: la fioritura e il decadimento della Barcellona mercantile, il rapporto con gli ebrei e, il più grave forse, l'inquisizione. E lo fa tramite la storia di Arnau, che si troverà protagonista di ognuno di questi punti: da schiavo in cerca di libertà, diventerà poi un manovale libero, un banchiere e mercante e per finire una vittima dell'Inquistizione. Il tutto con affianco il suo fedele Guillem, un ebreo "convertito" con il quale instaurerà una bella amicizia.
E' scritto sicuramente bene e gli amanti del genere (tipo me!) non potranno certo rimanere delusi. Anche se, ripeto, bisogna cercare di superare in fretta le prime 150 pagine e non giudicare immediatamente il libro come una "copia di Follet riuscita male". Perchè non è così.

Nota alla traduzione: ci sono note dove non dovrebbero essercene e non ce ne sono dove servirebbero. Poteva essere fatta meglio.

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