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lunedì 3 settembre 2018

INVIDIA IL PROSSIMO TUO - John Niven

Era così perso in quei calcoli che gli ci volle un po' per rendersi conto di cosa aveva sotto gli occhi, proprio accanto a un piede.
La pallina di Craig.
Sapeva che era sua perché gli aveva dato alcune vecchie palline dalla sua sacca: tutte quante con sopra scritto «Titleist», la marca, in giallo. Si girò. Craig era a una ventina di metri, a capo chino, di spalle, indaffarato a cercare.
Di colpo un angelo con la faccia di Barack Obama apparve sulla spalla sinistra di Alan e un diavolo con la faccia di Donald Trump apparve su quella destra.
«Chiamalo, dài, - disse Obama. Digli che hai trovato la sua pallina.»
«Affanculo quel tipo, - sbraitò Trump. - Vuoi VINCERE sì o no? Eddài, cazzo. È il tuo circolo. Paghi tu. "Scalogna"? Ti rendi conto di cosa ha detto? Quello stronzetto...»
Prima ancora di capire cosa stava facendo, Alan aveva già calciato la palla di Craig sotto un folto ciuffo d'erba e schiacciato violentemente il ciuffo con la scarpa, nascondendola del tutto alla vista.
Barack Obama si coprì il viso per la vergogna.
«Sei un figo, - bisbigliò Trump. - Make Alan Great Again!»



Se dovessi spiegare in poche parole perché mi piace John Niven, credo che la primissima cosa che direi è perché è uno stronzo. O meglio, lo è nei suoi libri, lo sono gran parte dei suoi personaggi e delle situazioni spiacevoli che racconta. E lo fa senza vergogna, senza remore e senza troppi scrupoli.
E tutto questo mi piace non solo perché mi diverte, ma perché credo che, alla fine, la stronzaggine con cui caratterizza i suoi personaggi rispecchi molto del mondo reale, di quelle persone e di quelle situazioni in cui spesso ci si ritrova a vivere.

Invidia il prossimo tuo, ultimo romanzo uscito a marzo di quest’anno per Einaudi con la traduzione di Marco Rossari, è forse l’esempio più lampante. Come il titolo lascia facilmente intendere, protagonista è l’invidia, quel sentimento a volte molto labile, altre talmente forte da farci uscir di testa, che tutti almeno una volta nella nostra vita, in modo più o meno conscio, proviamo. Invidia per un’altra persona e per quello che ha ottenuto, magari a discapito nostro. Invidia per ciò che uno possiede, mentre noi non possiamo permettercelo, o per ciò che uno è e che noi non saremo mai.

Protagonista è Alan, un celebre critico gastronomico, che vive con la moglie e i tre figli in un’enorme casa poco fuori Londra. Un giorno, all’uscita della metropolitana, s’imbatte in Craig, quello che da giovane è stato il suo migliore amico e che poi è diventata una rockstar. Alan è senza parole, perché Craig adesso è un barbone, sporco, puzzolente e costretto a chiedere l’elemosina per sopravvivere. Alan decide di portarlo a bere una birra, in onore dei vecchi tempi e anche per quella sensazione di pietà che a poco a poco, un bicchiere dopo l’altro, si fa strada dentro di lui. Come può non aiutarlo? Come può lasciarlo in mezzo a una strada, visto che ha tutto lo spazio e i mezzi per accoglierlo? Certo, la sua non è proprio solo generosità... è anche un senso di rivalsa, nei confronti di quell’uomo che da giovane, pur dichiarandosi suo amico, lo ha fatto sempre sentire inferiore, non all’altezza. E adesso chi è ad avere bisogno di aiuto? Chi è che ce l’ha fatta? Quindi Alan ospita Craig a casa sua, almeno fin quando non si sarà rimesso in carreggiata. La moglie non è troppo contenta, ma alla fine Craig non dà troppo fastidio, è una presenza quasi invisibile. Finché, a un certo punto, tutto il mondo che si è creato Alan sembra iniziare a cedere, tutto insieme, in un inquietante effetto a catena. Che stia ripagando la sua falsa generosità? O che sia di nuovo l’invidia che ci mette lo zampino?

Invidia il prossimo tuo è un romanzo divertente e molto piacevole da leggere, che però, nonostante la tematica così universale, è forse un po’ meno brillante rispetto ai romanzi precedenti di Niven (non solo di A volte ritorno, che rimane irraggiungibile, ma anche di Maschio bianco etero e di Le solite sospette), soprattutto nella seconda parte.
Per quanto ben caratterizzati i personaggi, e ben descritto quello stato d’animo di generosità che in realtà nasconde tutt’altro, tutto il romanzo è caratterizzato da un senso di prevedibilità che penalizza molto la lettura. Se si esclude la riflessione finale (che forse da sola vale tutto il libro), manca un po’ di spessore, un po’ di introspezione e il testo spesso sembra ridursi a un mero accumulo di episodi (a volte esilaranti, come la partita di golf; altri forse un po’ eccessivi, anche se da uno come Niven si possono aspettare) che sfociano in una catastrofe piuttosto "telefonata".

Negli uomini, le dinamiche si fissano presto. Poco importava quanti soldi aveva fatto, quanto successo aveva ottenuto. Poco importava se lui indossava un vestito di oro zecchino e Craig era sdraiato nudo in una fogna. Alan avrebbe sempre cercato di impressionare Craig. E Craig avrebbe sempre disprezzato Alan.

Invidia il prossimo tuo non è un brutto un libro, intendiamoci. Si legge davvero bene e lo stile di Niven a me fa sempre impazzire. Però questa volta l’ho trovato un po’ sottotono, come se avesse fretta di concludere (e il fatto che questo romanzo sia il più corto scritto finora non fa che avvalorare questa mia tesi), come se non sapesse del tutto come gestire la tematica. D’altronde l’invidia è una brutta bestia e raccontarla in modo così universale, in cui tutti, volenti o nolenti, ci possiamo rispecchiare, non dev’essere per niente semplice. Nemmeno se sei uno stronzo.

(Giovedì 6 settembre andrò a vederlo al Festivaletteratura di Mantova. Magari dal vivo che credo sia uno scrittore stronzo non glielo dico, perché in realtà di persona non lo è e non vorrei si offendesse.)



Titolo: Invidia il prossimo tuo
Autore: John Niven
Traduttore: Marco Rossari
Pagine: 290
Anno di pubblicazione: 2018
Editore: Einaudi
Prezzo di copertina: 18,00 €
Acquista su amazon:
formato cartaceo: Invidia il prossimo tuo
formato ebook: Invidia il prossimo tuo (Einaudi. Stile libero big)

4 commenti:

  1. Ciao! Mi sembra una lettura interessante e piuttosto attuale… l'invidia sociale oggi pare essere un problema più vivo che mai!

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. io avevo letto A volte ritorno e mi era piaciuto parecchio, ma non mi aveva convinto.
    Volevo dargli una seconda possibilità con il libro delle vecchine arzille ma anche questo sembra carino!

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