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mercoledì 23 ottobre 2013

Due titoli, un solo libro: ma perché?#54 Speciale: DA TIFFANY

La puntata di oggi sarà dedicata a Tiffany. "Traduzioni farlocche di titoli da Tiffany" la possiamo sottotitolare se vi va.


Prima di portarvi dentro al fantastico mondo sbarluccicoso della gioielleria newyorkese però devo ringraziare chi mi ha fatto venire l'idea di questo speciale: c'è un gruppo su facebook che tratta proprio l'argomento dei titoli e di come vengono cambiati e uniformati in traduzione. Si chiama La bambina che ne aveva abbastanza, e ci si trovano delle vere e proprie perle. Grazie!

Ma veniamo a noi!
Se aprite una qualunque libreria online e digitate nel campo di ricerca la parola Tiffany, verrete sommersi da un numero di titoli all'apparenza tutti uguali, che si diversificano solo per una parola. La struttura del titolo è "XXXX da Tiffany".

James Patterson, ad esempio, da Tiffany ci passa le domeniche:

Mellisa Hill ci compra un regalo:

Lauren Weisberg direttamente un anello (spero il Picasso Paloma, che è meraviglioso):

Karen Swan prima ci va a comprare un diamante, poi, dopo aver fatto shopping da Prada, ci ritorna per un appuntamento:

Marjorie Hart invece gli dedica una bella dichiarazione d'amore:

Susan Vreeland ci manda invece una ragazza:

Insomma, che ormai Tiffany fosse un po' inflazionato (nonostante i prezzi proibitivi) ce n'eravamo accorti un po' tutti. Titoli uguali e facilmente confondibili, copertine estremamente simili (care fanciulle in copertina, mi dispiace dirvelo, ma di Audrey Hepburn ce n'è una sola) e un povero Truman Capote costretto a rivoltarsi nella tomba (o a imprecare per quello che il suo Colazione da Tiffany ha creato).
 Quello che mi ha lasciato un po' più perplessa è il fatto che Tiffany compaia anche nelle opere pubblicate da case editrici insospettabili (che lo facesse la Newton Compton ce lo potevamo aspettare un po' tutti, ma la Neri Pozza?). 
Ovviamente sono poi andata a controllare i titoli originali, per capire se fosse l'ennesima moda italiana o se invece anche in originale ci fosse tutta questa affluenza nella celebre gioielleria. E ho trovato entrambe le cose.
James Patterson, ad esempio, trascorre le sue Sundays at Tiffany's anche in lingua originale:

Come così Melissa Hill  compra Something from Tyffany's:

Le prime differenze arrivano con Karen Swan. Se in italiano da Tiffany compra un diamante, in lingua originale preferisce trascorrerci il Natale (Christmas at Tiffany's):

Di fare shopping da Prada e poi incontrarsi da Tiffany, invece, proprio non ne vuol sapere. E infatti il titolo originale di Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany è PLAYERS (che letteralmente si potrebbe tradurre con "giocatrici"):


Marjorie Hart che in italiano aveva urlato ai quattro venti il suo amore per la gioielleria, in lingua originale invece ci trascorre l'estate: SUMMER AT TIFFANY è infatti il titolo inglese:

Come vi dicevo all'inizio, il titolo che più mi ha sorpresa è stato quello del libro della Neri Pozza. Ho sperato con tutta me stessa che fosse l'originale, perché un cambiamento del genere colloca il libro in un filone ben preciso, ben lontano dai bei romanzi storici che la casa editrice milanese di solito pubblica (e che anche questo pare essere). E invece, il titolo originale di Una ragazza da Tiffany è CLARA AND MR. TIFFANY (letteralmente "Clara e Mr. Tiffany"):
*EDIT: ero talmente presa dallo sbarluccicoso mondo della gioielleria che non ho controllato: il Tiffany del libro di Susan Vreeland non è la gioielleria ma il creatore delle lampade. Certo è che se uno legge solo il titolo non ci arriva... ed è ancora più fuorviante! Grazie a chi me l'ha segnalato!

Quindi, in alcuni casi Tiffany compare anche nell'originale, in altri viene inserito per sfruttare la moda del momento, con risultati non del tutto piacevoli secondo me ("Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany" è uno dei titoli più idioti che abbia mai sentito).

Di sicuro comunque, quelli di Tiffany & Co. risparmiano sul marketing.



Domeniche da Tiffany,James Patterson, Garbielle Charbonett, TEA, 2011, trad. di E. Frontori
Un regalo da Tiffany, Melissa Hill, Newton Compton, 2011, trad. di M. Faccia, R. Lanzi e R. Prencipe
Un anello da Tiffany, Lauren Weisberger, Piemme, 2010, trad. di V. Daniele
Un diamante da Tiffany,Karen Swan, Newton Compton, 2011, trad di R. Visconti
Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany, Karen Swan, Newton Compton,2013, trad. di S. Pederzolli
I love Tiffany, MArjorie Hart, Newton Compton, 2012, trad. di A. Volta
Una ragazza da Tiffany, Susan Vreeland, Neri Pozza, 2010, trad. di M. Ortelio

18 commenti:

  1. Ciao!
    Io detesto quando modificano il titolo di un libro o un film... Non ne comprendo proprio il motivo! :P

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    1. Anche a me non piace... soprattutto quando poi si creano queste strane mode di seguire sempre la stessa struttura e di inserire sempre un elemento comune.
      Però evidentemente se lo fanno vuol dire che vendono anche con questi titoli :/

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  2. Anche qui, AH! X__X
    Però una sola rpecisazione, che sicuramente sai, il Tiffany della Vreeland non è il Tiffany gioielliere, ma quello delle lampade. Che credo fosse il figlio! credo.

    Comunque oscenità, 'ste cose!

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    1. Urca! Che figura! Ammetto di non aver controllato! Lo aggiungo, grazie!

      Però c'è anche da dire che come l'ha messa la Neri Pozza non ti viene il dubbio... cioè se avesse lasciato "Clara e Mr Tiffany" sarebbe stato diverso, avrebbe generato un effetto diverso!

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    2. Infatti hai ragione. Allo stesso tempo, però, non trovo strano questo titolo. Può essere che un po' ci sia la mossa marpiona eh, per carità. Ma allo stesso tempo secondo me è importante specificare che si tratta di una donna che lavora da tiffany, perché sarà lei, donna, a rivoluzionare un po' le cose. Cioè... non lo trovo un titolo fuori luogo, mentre magari Clara e il signor Tiffany la getta sull'amoroso, cosa assolutamente non vera.

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    3. "La ragazza delle lampade Tiffany" :D Bom, mi propongo come titolista per la Neri Pozza.

      Non lo so, io avrei comunque lasciato l'originale, per evitare qualunque fraintendimento...oltre che evitare l'effetto titoli tutti uguali...

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    4. Ma vedendolo adesso ti do ragione. Però secondo me non è voluta, la cosa. Anche perché la Vreeland è comunque conosciuta e il suo pubblico l'ha già.

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  3. Ciao, volevo solo dirti che il Tiffany nel titolo del libro di Susan Vreeland (quello della Neri Pozza) non è il famoso negozio di New York ma il creatore delle famose lampade colorate (le lampade Tiffany appunto). A livello di titolo cambia poco ma se si legge la trama è subito chiaro l'abisso tra questo romanzo e tutti gli altri...

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    1. Aggiungo subito la precisazione! E' che ormai ero lanciata e ho preso tutti i titoli con Tiffany senza controllare la trama.
      Il fatto è che a livello di titolo è comunque fuorviante :/

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  4. Il romanzo della Vreeland è tra i milleuno libri da leggere assolutamente di una classifica che stò seguendo su "La stamberga dei lettori" :-) ( pubblicata il Lunedì di 20 romanzi in venti :-) ...)
    Me lo ero segnato perché la storia mi ispirava ma ancora non l'ho letto.
    Pure io sapevo che quel Tiffany era quello che faceva vetrate , oggetti vari & Co. ....questo perché ho letto la trama , ma la prima volta che ho letto il titolo sono stata forviata eccome, mi ricordo di aver pensato anch'io a Tiffany la gioielleria e al romanzo di Truman Capote di rimando, penso sia una cosa che venga in automatico e quindi per me è voluta eccome .... avrei preferito il titolo originale, avrebbe incuriosito lo stesso il cognome Tiffany ma subito si sarebbe capito che sotto c'era forse altro...
    Dalia

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    1. Anche io trovo difficile credere che non sia voluto... e non so davvero se questa scelta vada a loro vantaggio. Certo, è Neri Pozza e libri troppi frivoli non li pubblica mai, però in questo modo trasmettono un'idea sbagliata. Soprattutto perché il titolo originale è diverso! Se lo cambi, lo fai per un motivo ben preciso!

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  5. condivido pienamente i tuoi commenti su questa bulimia di tiffany!

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  6. Noo, tiffany nooo, basta! Non se ne può più, sarà che io ODIO tutte queste cose da ragazzine di classe e perfettine e sono più rozza, ma proprio non ce la faccio più a vedere cuoricini argentati a colli, orecchie e polsi delle mie coetanee che smaniano per avere dai fidanzati uno di quei pacchettini costosissimi! E non è invidia, giuro: credo di essere l'unica donna al mondo che passando sulla Fifth Avenue ha fatto "toh, c'è Tiffany" e ha tirato di lungo!
    Quindi proprio l'idea di leggere una storiellina al riguardo mi nausea.
    Forse, Susan Vreeland fa un po' storia a sé, visto che una scrittrice d'altro livello....

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    1. ah, infatti non parla d gioielli...ecco spiegato ;)

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    2. Non parla di gioielli, no... però cambiando così il titolo il rimando, almeno per me, è stato immediato!

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  7. Ciao,

    ho appena visto un libro che mi ha fatto pensare a questa rubrica: si tratta de "Il club delle cattive ragazze" di Sophie Hart (Feltrinelli): la storia della proprietaria di un locale che decide di animarlo con un club del libro, dedicato alla letteratura erotica; in originale il titolo è "The Naughty Girls Book Club". Ora, mi ha colpito il fatto che sia stato lasciato quasi invariato TRANNE che per il riferimento ai libri (che poi è centrale nella trama, e anche la copertina mostra una ragazza che legge); era troppo lungo e pesante "Il club del libro delle cattive ragazze"? O "Il club delle cattive ragazze" suonava più piccante e tirava di più (visto l'andazzo)?

    https://www.goodreads.com/book/show/18715120-il-club-delle-cattive-ragazze

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    1. Per me, la seconda che hai detto. "Il club delle cattive ragazze" suona molto più piccante e trasgressivo. Se i libri sono fondamentali, non so quanto sia stato giusto toglierli...

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