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venerdì 2 settembre 2011

IL LIBRAIO- Régis de Sà Moreira

A migliaia di chilometri dal luogo in cui vi trovate, in un paese, una città, una libreria come tante, vive un libraio un po' fuori dal comune. Si nutre solo di libri e tisane e, per non abbandonare i suoi libri, tiene aperta la libreria giorno e notte, sette giorni su sette. Si prende cura dei suoi clienti, in particolar modo di quelli che non hanno mai letto un libro, quelli che frugano tra gli scaffali alla ricerca di sé stessi, quelli che cercano risposte spinti da un interrogativo che li perseguita, e delle ragazze affette dalla sindrome da ultima pagina. Eppure il libraio non sa di essere speciale; pensa di essere come tutti gli altri, o, almeno, come tutti gli altri librai.

Recensire i capolavori è sempre difficile. Ancor più se si sono scoperti assolutamente per caso. Ho inserito questo libro nell'ultimo ordine fatto su amazon prima dell'entrata in vigore della legge Levi. Mi ha attirato il titolo ovviamente, così come la copertina, stupenda (ok ok, anche il prezzo, superscontato). Il mezzo sospetto di trovarmi di fronte a un piccolo capolavoro ce l'ho avuto fin da subito, leggendo la quarta di copertina, ma il rischio che l'intero romanzo non fosse all'altezza era alto.
Invece si tratta di un libricino semplicemente incredibile. Un libro che chi ama leggere (e bere il tè) non potrà non amare. Questo libraio un po' bislacco, che odia vendere libri di merda, che si spaventa quando coppiette entrano nel suo negozio, e che non chiude mai la sua libreria perchè non si può mai sapere a che ora una persona abbia bisogno di un libro, è un uomo un po' solo che vive (sopravvive) grazie alla compagnia dei suoi amati libri (oltre che dei suoi 10 fratelli, sparsi per il mondo, dai quali riceve una lettera al giorno e ai quali invia ogni giorno delle pagine strappate da libri). Ci racconta dei clienti del suo negozio, dei dialoghi e delle richieste strane che riceve, dei tre amori della sua vita che lo hanno svuotato e di quel vuoto che solo leggendo può riempire.
Certo, a tratti è un po' surreale (bellissimo il capitolo in cui la morte lo va a trovare, così come Dio che esce dalla libreria sbattendo la porta o i suoi dialoghi con i testimoni di Geova), ma anche questo surrealismo ha un suo significato profondo, che consente di entrare ancora di più nel mondo dei libri.
Ho riso, mi sono commossa a volte. E ho riflettuto molto anche sul significato che hanno i libri per me.
E in questo momento, dopo averlo chiuso meno di un'ora fa, il sogno di aprire una mia libreria è più vivido che mai.
LEGGETELO!

"Non appena apriva un libro, si sentiva felice.
O per lo meno, si sentiva bene
Era quasi una gioia infantile.
Ma anche una debolezza.
Aveva l'impressione che qualcuno si occupasse di lui, che qualcuno si prendesse cura di lui.
Per dirla tutta, quando il libraio leggeva un libro, aveva l'impressione di essere amato"

"A metà giornata, quando non aveva più nemmeno la forza di leggere, il libraio, a occhi aperti, sognava. E quando sognava, sognava di leggere"


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