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mercoledì 4 gennaio 2017

IL MUGGITO DI SARAJEVO - Lorenzo Mazzoni

«[...] Mi piaceva l'idea della mucca perché, a volte, la senti che muggisce da qualche parte. Non è spaziale un bovino che sopravvive nella Sarajevo assediata?»

Non avevo nemmeno dieci anni quando è scoppiata la guerra in Bosnia ed Erzegovina e non mi ricordo quasi nulla. Troppo piccola io per interessarmene allora e troppo recente come storia per essere poi studiata a scuola. Ho solo qualche ricordo molto vago, che si concentra soprattutto su quando la Jugoslavia è poi diventata ex- Jugoslavia.

Per questo sono stata molto attratta da Il muggito di Sarajevo di Lorenzo Mazzoni, pubblicato da Edizioni Spartaco. Volevo provare a colmare una mia lacuna e, come quasi sempre mi capita in questi casi, volevo farlo tramite un romanzo. Di Lorenzo Mazzoni, poi, avevo già letto e amato molto l’opera precedente, Quando le chitarre facevano l’amore, uscito per lo stesso editore, quindi avevo nei suoi confronti una certa fiducia sul fatto che si sarebbe trattato di un bel libro.

E quindi eccomi nella Sarajevo del 1993, dilaniata dalle continue rappresaglie tra serbi e bosniaci, in compagnia della giovane Amira, della sua cigar box guitar e del suo sogno di diventare una rockstar. Ma anche insieme a Carlo e Oscar, due fotoreporter italiani che arrivano in una città assediata inseguendo una leggenda all'apparenza un po' folle. Sono andata con Mozambik l’irlandese a rubare i generi di prima necessità, per essere sicuri che arrivasse davvero a chi ne avesse bisogno. Sono finita poi in mezzo a cecchini dei servizi segreti serbi con la passione per Barbra Streisand e nel cortile di Ivan, un negoziante di tabacchi che ha convertito il suo negozio in una fumeria d’oppio. E in questo mio viaggio per Sarajevo, sono stata sempre accompagnata da un muggito, a volte lontano, a volte talmente vicino da sembrare che ci fosse davvero una mucca accanto a me.

Attraverso questi personaggi, a volte crudeli e spietati, altre un po’ ingenui, altre semplicemente desiderosi di non arrendersi mai, di combattere e di non piegarsi al destino, Lorenzo Mazzoni crea un ritratto fedele di una città assediata, riuscendo a trasmetterne ogni sfumatura e ogni contraddizione. La paura e il terrore. La violenza e le ingiustizie. Ma anche i sogni, gli amori e la voglia di non arrendersi mai. Il tutto a tempo di musica, quella che Amira suona e compone con il suo strano strumento musicale, e di muggiti.
Prima di andare a recuperare la sua Golf crivellata ripensò un'altra volta alla questione della mucca. Sorrise. Sarajevo era il posto più pazzesco del mondo.
Il muggito di Sarajevo è un gran bel romanzo. Bello per il modo in cui è nato, che Lorenzo Mazzoni racconta nella nota finale. Bello per il modo in cui viene raccontata la storia di una città e delle tante vite che la popolano. 
Bello per quella piccola speranza che ti lascia alla fine, nonostante tutto.


Titolo: Il muggito di Sarajevo
Autore: Lorenzo Mazzoni
Pagine: 252
Editore: edizioni spartaco
Anno: 2016
Acquista su Amazon:
formato cartaceo: Il muggito di Sarajevo

4 commenti:

  1. Uhu. Lo voglio leggere pure io questo. Grazie. :)

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  2. Potrebbe essermi utile per gli studi, lo segno. Altro gran bel romanzo ambientato a Sarajevo in quegli anni - ma di certo lo conosci già - è Venuto al Mondo di Margaret Mazzantini, forte eppure incredibilmente profondo.

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    1. Sì, conosco Venuto al mondo ma ammetto di non averlo mai letto... Ho dei problemi con la Mazzantini da quando ho letto, troppo da piccola, Non ti muovere. Mi ha un po' traumatizzata :/

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