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mercoledì 9 settembre 2015

OLIVETTI, MOULINEX, CHAFFOTEAUX ET MAURY - Quim Monzó

“Ora però non era il momento di lamentarsi e di parlare di quel che si sarebbe potuto fare e non si era fatto perché, al momento buono, si tace, si manda tutto a quel paese e si tira dritto. In fondo, si vive solo una volta o due, e che il soffitto e il pavimento crollassero e le fondamenta su cui per tanti anni si era retta la sua esistenza andasse in briciole era il minimo che ci si poteva aspettare da una situazione come quella, da un vicolo cieco che minacciava di risucchiarlo per sempre e farlo sparire in una spirale senza fine”


Ma quanto mi piacciono i raccontini di Quim Monzó! Poche pagine ciascuno, quasi dei flash, che però riescono a dire più di quanto molti lunghi romanzi non facciano.
Me ne ero già accorta con le due raccolte di racconti precedenti, Mille cretini e Il perché di tutto sommato, e con questo Olivetti, Moulinex, Chaffoteaux et Maury, pubblicato sempre da marcos y marcos con la traduzione dal catalano di Gina Maneri, ne ho avuto la conferma.

Fin dal primo racconto, un banale tema di un bambino delle elementari su che cosa ha fatto la domenica che però nasconde una piega inaspettata. Ma anche dal racconto dello scrittore che non riesce a scrivere, distratto dai mille problemi tecnici nella casa in cui si è rifugiato apposta per cercare pace e, appunto, scrivere. O da quello di quell'uomo che vede ovunque la donna con cui ha passato la notte, solo che a volte è lei e a volte non lo è, anche se ha lo stesso aspetto. Di quell'altro che può fondare tutta una vita su un paio di gambe accavallate in un vagone di un treno o di quell'altro ancora, che proprio vorrebbe imboccare contromano uno dei viali più grandi della città. Ma anche il dialogo tra due gemelli che litigano per amore e la storia quell'acrobata di un circo che non ha mai messo piede due volte in una stessa città e non sa che effetto possa fargli, e quello di quella coppia che vuole lasciarsi e che riflette su cosa perde e cosa guadagna se finisse la loro relazione (Il nord del sud, il racconto che mi è piaciuto di più in assoluto).  

E si prosegue così, quasi senza accorgersene, a leggere dei bellissimi racconti (l’uomo vittima di telefonate anonime erotiche che non riesce più a vivere la sua vita; l’uomo che ha voglia di uccidere così, senza motivo; la donna che scrive una lettera a un uomo dicendogli che non avrà mai il coraggio di suicidarsi per lei, e che viene ritrovata sul cadavere dell’uomo; scherzi di puntualità; vecchi cinema che stanno chiudendo; di uomini depravati che si scontrano con donne dai problemi bizzarri; di scrittori che scrivono tutto che si dice). 

Sono proprio belli, vi dicevo, questi racconti, perché all'inizio parlano di persone qualsiasi, affette da problemi qualsiasi, che potremmo avere anche noi, e che poi virano verso un finale ad effetto, inaspettato, che colpisce il lettore nei punti giusti. Qui sta la forza della scrittura di Quim Monzò: nel creare situazioni banali, normali, con personaggi un po’ sfigati, molto comuni, le cui vite però nell'arco del racconto prendono pieghe inaspettate, virano a volte verso il nonsense, ma in tutta naturalezza, con una vena caustica e ironica che alla fine di ognuno lascia di che pensare. 
L’autore non fa sconti a nessuno, ma al tempo stesso non giudica, nemmeno i personaggi all'apparenza più moralmente deprecabili. Perché la vita è fatta così e le situazioni dei suoi personaggi potrebbero capitare un po’ a tutti.

Olivetti, Moulinex, Chaffoteaux et Maury è un libro piccino piccino ma in realtà grande, nei contenuti e nella vitalità che emana. Se amate quella vena di nonsense che c’è nella vita di tutti, allora dovete proprio leggere Quim Monzó e i suoi racconti di vita.

Titolo: Olivetti, Moulinex, Chaffoteaux et Maury
Autore: Quim Monzó
Traduttore: Gina Maneri
Pagine: 157
Editore: marcos y marcos
Prezzo di copertina: 10,00 €
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