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mercoledì 30 aprile 2014

Due titoli, un solo libro: ma perché? #77

La puntata di oggi nasce da una storia vera. Quella di una dolce fanciulla, appassionata di libri e che ama spendere ore in libreria, che un pomeriggio si trovava di fronte al reparto dei classici, davanti ai libri di Oscar Wilde, per l'esattezza.

C'erano Il ritratto di Dorian Gray e Il fantasma di Canterville, De profundis e una raccolta di aforismi, l'opera teatrale L'importanza di chiamarsi Ernesto e l'opera teatrale L'importanza di essere onesto...




 "Cavolo! Questi ultimi due si assomigliano proprio! Cambia solo la casa editrice che li pubblica! Vuoi vedere che dietro c'è qualche problema traduttivo?" ha pensato tra sé la fanciulla. Poi ha aperto entrambi i libri e confermato la sua supposizione: il titolo originale era lo stesso per entrambi, ovvero The Importance of Being Earnest, una commedia teatrale in 3 atti andata in scena per la prima volta a Londra il 14 febbraio 1895:




Ma da dove arrivano i due titoli italiani? Ovviamente da un serio problema traduttivo del titolo originale. Da quella parolina finale, quell'Earnest che in inglese può avere diversi significati che in italiano non possono essere racchiusi da una stessa parola.

Oltre che un nome proprio, Ernesto appunto, earnest può anche essere un aggettivo, che significa onesto, serio, affidabile, probo. Difficile trovare un nome proprio italiano che sia anche un aggettivo. E questa difficoltà ha dato vita a diverse versioni del titolo in italiano. Oltre a L'importanza di chiamarsi Ernesto e L'Importanza di essere onesto, esiste anche un L'importanza di essere Franco, che rispetta il gioco di parole originale ma ne cambia il significato (essere franco ed essere onesto e affidabile non è la stessa cosa), e un L'importanza di essere Fedele (idem come Franco).

Sono due però le cose che hanno sconvolto maggiormente la dolce fanciulla il libreria: la prima è che non si sia riusciti a stabilire un titolo definitivo, valido per tutte le edizioni e per tutte le case editrici, invece di avere titoli diversi. Forse questo è dovuto dalla difficoltà di capire quale sia la soluzione migliore... una difficoltà comprensibile. Nemmeno io onestamente saprei come tradurlo. Mi piace di più L'importanza di chiamarsi Ernesto, se devo essere sincera, ma mi rendo conto che la perdita del doppio significato è davvero enorme.

L'altra cosa, più che sconvolgere, ha fatta ridere la dolce fanciulla. C'è un editore che ha pubblicato il libro con entrambi i titoli. No, non entrambi i titoli sulla stessa copertina. Due titoli diversi in due edizioni diverse. Riuscite a indovinare di quale casa editrice sto parlando? Dai su, che non è mica difficile!
Esatto, proprio lei, la Newton Compton!

L'importanza di chiamarsi Ernesto è incluso in una raccolta che raccoglie diverse opere di Wilde con l'introduzione di Masolino D'Amico e le traduzioni di Aldo Camerino, Lucio Chiavarelli e Ginevra Vivante. L'importanza di essere onesto invece è da poco arrivato in libreria (e nei supermercati, negli autogrill, etc etc) nella nuova collana live deluxe, a 1.90 € (è deluxe perché ha la copertina cartonata). La traduzione è sempre di Lucio Chiavarelli, l'introduzione sempre di Masolino D'amico... insomma, solo il titolo cambia. Ma perché?
Ci sta che abbiano cambiato idea, che ritengano la scelta di Onesto migliore rispetto a quella di Ernesto, però secondo me un cambiamento del genere, piccolo ma profondo, avrebbe dovuto riguardare tutte le versioni da loro commercializzate, non averne un po' in un modo e un po' nell'altro.

Ma questa ovviamente è solo l'opinione di una dolce e pignola fanciulla, che si diverte a passare i suoi pomeriggi in libreria in cerca di libri e di titoli di cui (s)parlare in una rubrica sul suo blog.

4 commenti:

  1. Penso sia difficile tradurre un titolo dove ci sia una parola che si presta a vari significati. A quanto vedo anche le traduzioni in altre lingue hanno posto la solita difficoltà di interpretazione, forse sta nel lettore comprendere il vero messaggio del titolo che l'autore voleva dare. La soluzione potrebbe essere, come in certi titoli di film, lasciare l'originale senza traduzione, e fra parentesi una sbrigativa traduzione, ma non credo che nei libri gli editori possano adottarla esteticamente.
    Per non essere pignolo faccio notare che la data di rappresentazione credo sia stata invertita. :)

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    1. Urca, ho messo il mio anno di nascita e non quello della rappresentazione :P Correggo subito, grazie!

      Effettivamente tradurre titoli così deve essere davvero difficile e non mi sento di criticare nessuna delle soluzioni scelte... solo mi disturba un po' l'assenza di omogeneità... se ne doveva scegliere uno e uno doveva rimanere secondo me.

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  2. Giusto ieri mi sono imbattuta nell'ultima edizione Newton che proponi. A parte l'atroce copertina ho avuto anche io un momento di confusione e ho pensato 'mi ero persa un pezzo di Wilde?'. Trattandosi della Newton e nel mio caso di un espositore al supermercato nn ho indagato oltre. Grazie a te di averlo fatto. Come sempre.
    Dana

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  3. Questa volta ero super informata sul fatto! :-)
    La mia prof. di lettere era una grande estimatrice di Wilde e ci ha martellati su di lui ( fuori dalle ore scolastiche quando ci riunivamo a casa sua ...) tanto che molti della mia classe me compresa ci si è letti tutto Wilde e si è saputo tutto il possibile su lui :-)
    La mia opera favorita resta "Salomè" con le splendide illustrazioni di Beardsley, ma anche Ernesto/Onesto non è male! :-)
    Ho pure fatto una tesina sul Dandy in onore Di Wilde! :-)
    E dopo sta' spaghettata di fatti miei saluto :-)
    Dalia

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