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martedì 19 febbraio 2013

OLIVIA ovvero la lista dei sogni possibili - Paola Calvetti

Inaspettati. Così sono tutti i doni degni di questo nome. E del tutto inaspettato è l'inizio di questa storia, con gli sguardi di due bambini che si sfiorano da lontano. Qualche anno dopo, a pochi giorni dal Natale, Olivia - la poco più che trentenne protagonista di questo romanzo - viene licenziata. O meglio: non viene licenziata perché non è mai stata assunta; semplicemente perde il posto di lavoro precario e si ritrova più precaria e fragile di prima. Così si rifugia in un bar tabacchi e, in attesa di riorganizzare, il suo futuro, scorre il suo curriculum pensando a tutto ciò che quelle pagine tralasciano: gli incontri che l'hanno segnata, gli amori veri e quelli che credeva lo fossero, le persone che non ha fatto in tempo ad abbracciare. E le passioni, i sogni, i fallimenti, la forza dei desideri. In quel bar tabacchi, che con il passare delle ore si popola di personaggi personaggi buffi, matti, generosi e pedanti, su Olivia veglia la nonna mai scomparsa davvero dalla sua vita, capace di leggere i segnali della felicità nelle scie di un aereo o nel verso di una poesia. La stessa nonna che le ha fatto un dono speciale: una Polaroid con la quale strappare al tempo gli istanti più belli, complici dell'inarrestabile e salvifica fantasia di Olivia. Nelle stesse ore, come in un film a montaggio alternato, irrompono tra le righe i passi di Diego. Anche per lui è un giorno speciale, forse l'alba di un nuovo inizio, che saprà offrire una tregua all'innominabile ferita che ha segnato la sua infanzia.

Di solito quando tutti parlano di un libro, aspetto che l'entusiasmo e la moda scemino un po' (e che il prezzo si abbassi, lo ammetto) prima di decidermi di leggerlo. Ho sempre fatto così, forse per non lasciarmi troppo influenzare nel giudizio dalle opinioni di chi lo ha letto prima di me. E anche per "Olivia" ho fatto la stessa cosa.
Di questo romanzo ho letto tante recensioni positive e qualcuna anche negativa e non sapevo bene cosa aspettarmi. Dalla copertina temevo si trattasse dell'ennesima banalissima storia d'amore, con niente di troppo profondo. E mi sono dovuta, almeno in parte, ricredere.

I protagonisti del romanzo sono due. Da un lato c'è Olivia, trentaduenne single, che ha appena scoperto di aver perso il lavoro, nuovamente vittima della precarietà che tanto affligge i giovani in questi anni. Uscita dall'ufficio con il suo scatolone di cose, Olivia è spaesata, confusa, e si rifugia in un bar-tabaccheria a pensare a se stessa e alla sua vita passata e futura. Rimarrà lì dentro, protetta dal mondo, per tutto il giorno, coccolata con discrezione dal cameriere e circondata da persone che vanno e che vengono. 
In parallelo c'è la storia di Diego, single più o meno della stessa età di Olivia, che porta ancora addosso il peso della grave tragedia che ha colpito la sua famiglia quando lui era bambino e da cui sta piano piano guarendo. Ha lasciato la donna con cui stava a un matrimonio, perché si è reso conto di non amarla abbastanza e ora cerca di riprendere in mano la sua vita e il suo futuro, troppo segnato dal passato.
Tramite flashback dei due personaggi ci viene raccontato il passato. Olivia ha un forte legame con la nonna, di cui cerca ancora i consigli e i segnali, sebbene sia mancata quando lei aveva sei anni. Ha una passione per le Polaroid e una migliore amica soddisfatta dalla vita, lavoro stabile, sposata con un uomo di cui si è innamorata a prima vista e un bimbo, di cui però non riesce a essere gelosa. Ha una laurea in lingue e tutta una serie di stage e di lavori precari sul curriculum. Diego, come si diceva, ha portato sulle spalle il peso di un tragedia familiare, avvenuta quando lui era ancora troppo piccolo perché non potesse riprendersi, ma che ha segnato inesorabilmente i suoi genitori, soprattutto la madre, che nonostante gli anni non è mai riuscita a superare quello che è successo.
Finché ovviamente i due a un certo punto si incontrano...

Se devo essere onesta, il libro non mi ha convinta del tutto. Si legge bene, è scorrevole ed è davvero facile, almeno per me, identificarsi con la protagonista, almeno per quanto riguarda la situazione lavorativa (sono un po' più giuovane ma sono anche io laureata in lingue e ho un contratto a progetto da tre anni). Eppure qualcosa stona in questa storia, anche se non saprei bene spiegarvi cosa. Ho trovato un po' forzato il finale, l'incontro tra Diego e Olivia, che si sono sfiorati già più di una volta ma senza accorgersene. Certo, capisco che ci vada un lieto fine per i due protagonisti, per ridare loro un po' di speranza... eppure l'amore non era, almeno per me, una parte così fondamentale della storia. Soprattutto per quanto riguarda Olivia. Certo, cercava l'amore, ma in quel momento forse più che l'arrivo di Diego avrebbe preferito uno o due colloqui di lavoro. 
Così come non mi ha convinto molto il suo rapporto con la nonna. Forse parlo per inesperienza, avendo conosciuto solo uno dei miei nonni, mancato quando avevo cinque anni, però pensare che dopo tanto tempo la ragazza si ricordi così perfettamente della donna mi sembra quasi irreale. E non so se sia un irreale voluto o meno.

Tra le due trame parallele, prima che si incontrino, ho preferito quella di Diego. La sua storia difficile, da ragazzo che vorrebbe solo essere normale e dimenticare ma che si porta sulle spalle il fardello, a volte leggerissimo altre pesante, del dolore dei suoi genitori.

Per cui, ripeto, non lo so. Il libro in parte mi è piaciuto, anche perché si inizia e si finisce di un fiato, ma non riesco a fare a meno di trovarci qualche limite.


Titolo: Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili
Autore: Paola Calvetti
Pagine: 181
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Mondadori
ISBN: 978-8804615668
Prezzo di copertina: 17 €
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formato brossura: Olivia. Ovvero la lista dei sogni possibili

2 commenti:

  1. Uhm. Sì, ne avevo letto un po' ovunque... diciamo che la tua recensione coincide con l'idea che me n'ero fatta.
    (Comunque ho finito L'inconfondibile tristezza della torta al limone e forse ho capito cos'è che non ti ha convinta ò_ò Anche se a me è comunque piaciuto un fracco.)

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    1. bellino eh, per carità... però boh non mi ha colpito più di tanto. Avrebbe forse dovuto trattare più il tema del lavoro che non quello dell'amore...

      (Sulla torta al limone... è il dono del fratello che mi ha lasciata davvero, davvero tanto perplessa...)

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