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mercoledì 16 gennaio 2013

Due titoli, un solo libro: ma perché? #17

Voglio dedicare la puntata di oggi a un libro che amo molto, scritto da un autore che probabilmente, se non avessi frequentato l'università e incontrato lungo il mio cammino due professori così appassionati, non avrei mai scoperto. Ce ne sono, di docenti così. Di quelli che trasmettono talmente tanta passione in quello che insegnano che è impossibile non rimanere contagiati.
L'autore in questione è Manuel Puig, scrittore argentino morto nel 1990 e forse ora un po' dimenticato, ma che negli anni '70 e '80 è stato protagonista del boom della letteratura sudamericana. Da uno dei suoi libri, forse il più famoso, ovvero "Il bacio della donna ragno", uscito nel 1976, è stato poi tratto anche un film nel 1985 con la regia di Hector Babenco e con William Hurt nel cast.

Quello di cui vi voglio parlare oggi però è un altro, uscito in Argentina nel 1969 e arrivato in Italia nel 1971.
Sto parlando di BOQUITAS PINTADAS ovvero UNA FRASE, UN RIGO APPENA

Il libro è una sorta di grande soap opera popolare in cui gli eventi della vita quotidiana di un gruppo di persone semplicissime, gli abitanti di Coronel Vallejos, uno sperduto paese della pampa argentina, diventano protagonisti di un romanzo di forti sentimenti, passioni, dolore e morte. Il punto forte del libro sono gli espedienti narrativi utilizzati da Puig: ritagli di giornale, verbali, certificati di nascita e di morte, struggenti flussi di coscienza, diari e lettere d'amore, riviste femminili e radio-romanzi  (non per niente il libro non è diviso in capitoli ma in puntate) vengono utilizzati per portare avanti la trama e delineare i rapporti tra i vari protagonisti.

Di questo romanzo esistono due traduzioni. La prima è stata fatta nel 1971, per Feltrinelli, da Enrico Cicogna. Poi, il romanzo è stato ritradotto per Sellerio da Angelo Morino. Non sto qui a spiegarvi le differenze tra le due traduzioni... le scoprirete da soli se deciderete di leggere il romanzo, in quanto al fondo si trova una nota di Morino in cui spiega somiglianze e divergenze. 
Mi limiterò, come tipico di questa rubrica, ad analizzare il titolo.
Il titolo originale rinvia al verso di un fox trot, Rubias en Nueva York, interpretato dal grande Carlos Gardel, che viene citato all'inizio della terza "puntata" del romanzo: "Deliciosas criaturas profumadas /quiero el beso de sus boquitas pintadas". La traduzione letterale sarebbe "Boccucce dipinte". 
E' evidente che un titolo del genere per il lettore italiano non avrebbe significato nulla. Si era quindi cercato un titolo tra i testi delle canzoni italiane dello stesso periodo di quella di Gardel. La scelta è ricaduta sul tango "Scrivimi", il cui testo è stato scritto da Enrico Frati e musicato da Giovanni Raimondo. L'inizio del ritornello di questo tango recita: "Amore scrivimi, non lasciarmi più in pena, una frase un rigo appena calmeranno il mio dolor". 
Oltre al titolo in copertina sono ovviamente cambiati anche i titoli delle "puntate" in cui il romanzo si divide, che si riferivano anch'essi a canzoni argentine del periodo. Quindi "Boquitas pintadas de rojo carmensí" (Boccucce dipinte di rosso carminio) diventa "una frase scritta con elegante calligrafia", mentre "Boquitas azules, violaceas, negras (Boccucce azzurre, violacee, nere) diventa "Un rigo sbiadito, scarabocchiato, cancellato".

Io, personalmente, la trovo una scelta perfetta, perché, oltre ad avere un forte potere evocativo, rende al meglio il senso di tutto il romanzo. Un folletín, un dramma melenso e banale che i protagonisti vivono con trasporto e passione.

Vi consiglio di leggere questo romanzo, così come il già citato "Il bacio della donna ragno" e "Scende la notte tropicale". Sono tre piccoli capolavori, molto diversi l'uno dell'altro, che meriterebbero di essere molto più conosciuti di così.

4 commenti:

  1. Tiziana♥ (perchedirvelo)22 gennaio 2013 alle ore 15:49

    Leggermente ot: quando farai "3 titoli, un solo libro"?
    Giusto per evoluzione.
    Qualche giorno fa stavo per comprare un doppione, perchè il titolo da "la commedia degli orrori" era nel frattempo diventato "Demoni. Istruzioni per l'uso."

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  2. Tiziana♥ (perchedirvelo)23 gennaio 2013 alle ore 09:44

    :D
    Yes. Ok, ammetto che il nuovo titolo è più vicino a quello originale, però uno si perde...
    E' di Christopher Moore.
    Dovevo dirtelo in privato, vero?

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  3. Ahahaha ma no figurati!
    Mi informo comunque e magari ne parlo prossimamente :)

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