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domenica 7 ottobre 2012

RITRATTO IN SEPPIA - Isabel Allende

Aurora del Valle è una giovane donna che, alla soglia dei trent'anni, deve affrontare il tradimento dell'uomo che ama. Catapultata in una situazione emotiva insopportabile, cerca di venirne a capo recuperando la memoria del suo passato e, in particolare, di alcune fasi della sua vita che le sono rimaste sempre oscure. Ripercorriamo così, a partire dalla sua nascita nel 1880, una storia avventurosa, centrata attorno al personaggio della nonna paterna, Paulina del Valle, che le apre, quasi per caso, il mondo della fotografia.

E' forse la prima volta che mi trovo in seria difficoltà nella recensione di un romanzo di narrativa sudamericana. Un romanzo scritto da Isabel Allende per di più, un'autrice universalmente conosciuta e amata, di cui in passato ho anche io apprezzato le opere.
Eppure, con "Ritratto in seppia" ho davvero faticato parecchio. Sarà che forse non sono riuscita a dedicargli la giusta attenzione, in una settimana non proprio piacevole della mia vita, però l'autrice questa volta non è riuscita a conquistarmi: faticavo ad andare avanti, ad entrare nella storia e ad appassionarmici, al punto che ho addirittura pensato di abbandonarlo, per riprenderlo magari più avanti. Ma anche questa idea mi infastidiva, più della lettura stessa, e ho quindi deciso di continuare.

"Ritratto in seppia" appartiene alla trilogia sulla famiglia Del Valle, che comprende anche "La figlia della fortuna" e "La casa degli spiriti", due romanzi che ho letto e amato molto. E forse parte della mia delusione deriva anche da questo.
So che molti di voi mi odieranno per quello che sto per dire, ma credo che a volte questa autrice scriva, per quanto stupendamente, storie tutte uguali. Personaggi femminili più o meno forti, donne giovani che affrontano la vita, donne anziane che fanno da guida, passioni, tradimenti, scandali e rivoluzioni. Sicuramente sono temi che la Allende conosce molto bene e con cui gioca con destrezza, creando sempre personaggi indimenticabili... ma che alla lunga un pochino stufano.
Non sono riuscita a provare nessuna empatia per Aurora Del Valle né ad appassionarmi alla sua storia, a volte un po' troppo confusa e troppo dilata nel tempo.
Certo, il personaggio della nonna, Paulina Del Valle, è sicuramente un gran personaggio, esempio di donna forte che sa farsi rispettare anche in un periodo e in un luogo in cui le donne teoricamente non dovevano contare nulla. Eppure anche in lei a volte ho notato delle contraddizioni, soprattutto nel rapporto con la nipote Aurora, difficili da comprendere.

Davvero, non riesco nemmeno a scrivere la recensione di questo romanzo perché non so che cosa dire talmente poco è quello che mi è rimasto da questa lettura. Quasi un'irritazione, che non riesco bene a giustificarmi.
Forse semplicemente non era il momento giusto per questo libro. Forse è normale che, per quanto ci piaccia un autore, a volte con lui non si crea il legame che di solito invece ci lega e quindi rimaniamo delusi da certe opere.
Non lo so. 
Di sicuro non vi sto consigliando di non leggerlo, anche se io credo che me ne terrò lontana per un po'. Diciamo che se non avete mai letto nulla di questa autrice, "Ritratto in seppia" non è secondo l'opera da cui cominciare.

Nota alla traduzione: direi nulla di particolare da segnalare!

Titolo: Ritratto in seppia
Autore: Isabel Allende
Traduttore: Elena Liverani
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2002
Editore: Feltrinelli
ISBN:978-8807817465
Prezzo di copertina: 7,50€
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formato brossura: Ritratto in seppia

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