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sabato 25 agosto 2012

A PERFECT PROPOSAL - Katie Fforde

Sophie Apperly è considerata una specie di Cenerentola dalla sua famiglia di accademici che, pur disdegnando il suo grande senso pratico, non perde occasione per approfittare del suo buon cuore e della sua disponibilità. Ma stavolta quegli ingrati dovranno cavarsela da soli perché lei ha deciso di accettare l'invito della sua amica Milly di raggiungerla a New York. E si prenderà un'ulteriore rivincita, perché proprio in America si trova la chiave per risollevare le disastrate finanze degli Apperly. Sophie viene subito conquistata dalle luci scintillanti della metropoli, ma soprattutto da Matilda, un'anziana e ricca signora inglese che la prende sotto la sua ala protettrice. L'amicizia, però, è osteggiata da Luke, il fascinoso quanto arrogante nipote di Matilda, che teme che la ragazza voglia abusare della generosità della nonna. Eppure, poco dopo essere rientrata in Inghilterra, Sophie se lo vede comparire davanti. Con una proposta: lui l'aiuterà a salvare la sua famiglia dalla rovina se lei ricambierà il favore. Ma in che modo?

PICCOLA PREMESSA: se ami la Kinsella, ami tutti i romanzi rosa in genere e hai più borse e scarpe che libri in casa, non leggere questa recensione perché potrebbe urtare la tua sensibilità. E, nel caso tu decida di leggerla ugualmente, ti prego, non offenderti.

Un libro idiota. Potrei finire qua la mia recensione e sarebbe più che sufficiente per descrivere la mia opinione su questo romanzo.
Certo, sono stata un po' scema io. Va bene che costava solo 3,95€. Va bene che è sempre utile fare un po' di allenamento leggendo in lingua originale (cosa che purtroppo sto facendo sempre meno). Va bene anche che ero al mare, che non si possono leggere sempre libri impegnati (cosa che comunque non faccio) e che, come vi ho già detto, la selezione tra cui scegliere nella libreria dove ho acquistato questo ad Avignone era molto limitata. 
Però che cavolo, qui mi sono quasi sentita presa in giro.
Mi piace leggere ogni tanto storie d'amore con lieto fine assicurato, quelle che ti fanno emozionare e battere il cuore, pur sapendo che la trama magari non è delle più originali e che dopo non ti rimarrà quasi nulla.
Però, è davvero il caso di riempire questi romanzi di stereotipi?  E soprattutto: ma è possibile che in questo genere di romanzo noi donne dobbiam passare sempre per cretine??
Potevo quasi sopportare i riferimenti a Sex and the City (cioè, tu vai a New York per la prima volta e la prima cosa che ti viene in mente passeggiando per le strade è "oddio, stiamo facendo come Carrie!!!!"), sebbene già quelli mi avessero irritato parecchio, ma quando poi a un certo punto la protagonista se ne esce con la frase "grazie Luke per avermi aiutato a trovare la borsa perfetta", beh,mi è venuta voglia di scrivere all'autrice e dirle che noi donne non siamo tutte così.
Lo so, il target di questo genere di romanzi probabilmente è formato da persone che direbbero davvero una frase così. E forse io, avendo un rapporto molto molto ostico con la moda e lo stile (sostanzialmente, non me ne frega niente. mi vesto come mi piace e fine), leggo questa frase quasi come una presa in giro.
E poi, se a questi dialoghi, si aggiunge una trama stereotipata che più stereotipata non si può, davvero è impossibile non sentirsi irritati.

Sophie è una ragazza inglese incompresa dai famigliari per il fatto di non avere una laurea, che si barcamena tra un lavoro e l'altro per cercare di mettere da parte i soldi per iscriversi ad un corso (di cosa? boh, deciderò sul momento). Lui è un giovane avvocato straricco di New York, divorziato e circondato da bellone che puntano solo al suo patrimonio. A farli incontrare è la nonna di lui, che viene salvata dalla ragazza mentre sta per svenire in una galleria d'arte newyorkese, dove la ragazza si trovata in gita. L'anziana, anch'essa di origine inglese, prende subito in simpatia Sophie, al punto da invitarla nella sua tenuta di campagna per la festa del ringraziamento (massì, tanto ti conosco da due giorni...) e le affida il compito, una volta tornata in patria, di cercare una casa in riva al mare che tanto adorava da bambina.
Ovviamente il nipote si mostra con Sophie molto burbero, pensando che questa stia puntando ai soldi della nonna. Ma come si può pensare una cosa del genere?!? Lei agisce solo perché ha buon cuore, non ci penserebbe mai a fare del male a nessuno.
L'ostilità tra i due si trasformerà a poco a poco in passione, quando lui andrà in visita in Inghilterra per cercare la casa insieme a Sophie. Ma ovviamente ci saranno poi di mezzo ex ragazzi, colleghe di lavoro innamorate, pericoli di annegamento, salvataggi in extremis, baci appassionati e dell'indimenticabile sesso.

Lo so, lo so. I romanzi rosa sono tutti così. Seguono delle linee precise e vivono di stereotipi e dei sogni che si pensa abbiano tutte le donne. E se si sceglie di leggere un libro così, si dovrebbe già sapere a cosa si va incontro.
Eppure, ogni volta che mi capita di leggerli (non tanto spesso, per fortuna), non posso fare a meno di arrabbiarmi e irritarmi (che poi è il motivo per cui mi tengo alla larga dalla Kinsella) per come ne veniamo sempre fuori. Anche io sono fan dei lieti fini e del "vissero per sempre felici e contenti". Ma abbiamo anche altri sogni e altre idee in testa, non siamo sempre così banali e frivole da pensare che non ci sia niente di meglio dell'avere la borsa coordinata con le scarpe.
Insomma, non siamo idiote!
L'unica cosa che potrebbe un pochino salvarsi è il continuo contrasto linguistico che c'è tra i personaggi americani e quelli inglesi: a livello linguistico è molto interessante vedere quante differenze ci possano essere anche con una base comune. Certo, diciamo che disturbare George Bernard Shaw in un romanzo del genere, forse è stato un tantino eccessivo...

Sì, insomma, un libro idiota.

Nota alla traduzione: letto in originale!

Titolo originale: A perfect proposal
Titolo italiano: Una proposta perfetta
Autore: Katie Fforde
Pagine: 384
Prezzo di copertina: 12 €
Editore: Arrow Book - Polillo
Acquista su Amazon:
lingua originale: A Perfect Proposal
lingua italiana: Una proposta perfetta

5 commenti:

  1. Una cosa è sicura: qualora vedessi questo libro su uno scaffale, ci rimarrebbe :D

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  2. Non ho letto questo libro (e credo me ne terrò lontana!), ma tempo fa ho letto sotto l'ombrellone la serie "I love shopping" della Kinsella. L'ho trovata una piacevole e divertente lettura di svago, anche se non mi sono per nulla identificata con la protagonista. certo, pensare che al mondo ci siano donne così mi intristisce parecchio, però non credo che il messaggio che l'autrice vuole trasmettere sia quello "tutte le donne sono oche che pensano solo allo shopping e ad accaparrarsi un uomo ricco". Credo semplicemente che volesse scrivere dei libri leggeri per far sorridere delle disavventure di Becky. Un po' come nel caso di Mr. Bean e Fantozzi.
    Ciò non toglie che della Kinsella non abbia più letto nulla e non abbia voglia di leggere libri simili ai suoi.

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  3. No beh, certo, probabilmente il messaggio che le autrici (Kinsella ma anche altre) di questi romanzi vogliono fare passare non è certo quello... ma è quello che trasmettono sempre a me, con queste trame insulse e tutte uguali, che mi irritano ogni volta.
    Adoro anche io le storie d'amore, ma non quelle narrate in questo modo, troppo finto e artificioso per poterci anche solo lontanamente credere.
    Ma ripeto, è forse principalmente un "problema" mio... E' che odio gli stereotipi, così banali, che la maggior parte dei romanzi rosa mette in scena.

    Mi rendo conto che a volte sembro un po' snob quando scrivo recensioni come questa... Ma mi intristisce sempre parecchio il pensiero che ci siano persone che leggono SOLO ed ESCLUSIVAMENTE romanzi di questo tipo, perché classificati come leggeri e spensierati, perdendosi così altri libri, altrettanto leggeri e spensierati, ma che hanno anche un valore letterario dietro.

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  4. Ti capisco benissimo e sono completamente d'accordo con te.
    Non è questione di essere snob, è questione di gusti e di punti di vista. E, sinceramente, preferisco essere come sono io, che leggo capolavori e libri evitabili, che mi rendo conto di quando leggo gli uni e gli altri, piuttosto che come quelle persone che leggono solo libri alla stregua di questo e credono di avere tra le mani dei capolavori indiscussi...

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  5. La prima riga della recensione mi ha fatto scoppiare a ridere di gusto. Stavo già passando avanti nella lista dei post da leggere, che copertina e titolo non è che mi dicessero molto... però poi ho letto il nome del blog e mi son detta 'Oh! Ma allora mi sarò tratta in inganno!'... e nel leggere la trama continuavo a chiedermi quale fosse il punto d'incontro tra te e il libro ed ero sinceramente confusa... davvero, la tua considerazione mi ha divertita e rassicurata insieme xD
    Comunque, devo dire che i libri rosa mi irritano anche per come dipingono la donna. Non è soltanto una questione di trama misera o di stile modesto, è proprio questo modo di presumere che siamo tutte ugualmente dementi che si taglierebbero un braccio per 'la borsa perfetta' o che passano le serate a piangere davanti a un film romantico con la vaschetta del gelato e il pigiamino rosa... cioè, mah. Io mi sento offesa ò_ò
    (Non ho mai letto la Kinsella, delle sue trame ho solo una vaga infarinatura quindi non mi ci pronuncio u_u)

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