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lunedì 18 giugno 2012

IL RIFUGIO DEI CUORI SOLITARI - Lucy Dillon

Seduta di fronte all'antica scrivania di rovere, Rachel ascolta a malapena il borbottio dell'anziano notaio che sta sbrigando le ultime formalità testamentarie. Il suo sguardo è fisso sulla sua eredità: un muso piegato di lato e pieno di comprensione, due enormi occhi color ghiaccio, un orecchio nero floscio e l'altro bianco e dritto. Gem non è un cane come tutti gli altri, è il border collie dell'eccentrica zia Dot che, morendo, ha deciso di lasciare alla nipote una grande tenuta in campagna, un rifugio per cani abbandonati e soprattutto Gem, l'amico prediletto. Rachel non è certo un tipo da cani e la sua sofisticata e mondana vita a Londra non l'ha preparata al faticoso lavoro in campagna. Ma tutta la sua vecchia esistenza è appena andata a rotoli. Non tutto però è perduto e Rachel scopre, proprio grazie a Gem, di avere un sesto senso nel trovare i padroni più adatti a prendersi cura dei trovatelli del rifugio. Natalie e Johnny sono una coppia senza figli e solo le corte zampette di Bertie, un tenero basset hound, possono far tornare il sorriso sulle loro labbra. Zoe crede che la piccola labrador Toffee sia uno scomodo regalo dell'ex marito ai suoi figli. E Bill, un incallito cuore solitario, non sa resistere ai dolci occhi neri della barboncina Lulu, che lo guardano adoranti da sotto i ciuffi di pelo. A tutti loro Rachel dona una nuova opportunità per una vita migliore, ma dovrà essere forte abbastanza da dare una seconda occasione anche al suo cuore spezzato... 

Da bambina avevo una paura folle dei cani. Appena ne vedevo uno avvicinarsi, grande o piccolo che fosse, scappavo o mi nascondevo dietro a qualcuno che era lì con me ("meglio che morda lui/lei, piuttosto che me"). Poi, quando facevo seconda o terza media, il cane di un mio vicino di casa mi è saltato addosso per farsi fare le feste, mi ha dato un morso su una gamba e da allora ho smesso di avere paura. Non so bene cosa sia scattato nella mia testa, forse ho pensato che quello poteva essere il peggio che un cane potesse farmi e che tutto sommato non era niente di così tragico (ok, il cane che mi ha morso era un cagnolino abbastanza tontolone, di sicuro non una belva) e da allora io e questi animali andiamo parecchio d'accordo. Ho un rapporto bellissimo, ad esempio, con Billy, il cane del mio ragazzo, che piange se vede che sono al cancello e nessuno mi apre e che mi corre incontro ogni volta che metto piede in casa sua. Così come adoro Lilly, il golden retriever aziendale, che viene sempre a cercare un pat pat o qualcosa da mangiare appena ti vede.

E i veri protagonisti di questo romanzo sono proprio loro, i cani. Gli umani ci sono, sì, fanno andare avanti la storia, ma se non ci fossero questi animaletti pelosi la trama sarebbe quella di una semplice storia d'amore. Ed è abbastanza evidente che anche per l'autrice i personaggi adulti siano solo un pretesto per trasmettere il suo immenso amore per i cani.
Rachel, una donna in carriera da anni amante di un uomo sposato, ha appena perso tutto: quello che credeva l'amore della sua vita, il suo lavoro, dal momento che si tratta del suo capo,e l'appartamento in cui vive, sempre dell'amante. Ha però invece guadagnato una villa e un rifugio per cani in una cittadina di provincia, lascito di sua zia Dot, che l'ha nominata sua unica erede. Forse perché sapeva che lei e Rachel erano molto più simili di quanto si potesse pensare. Oltre alla villa, la donna ha ereditato anche Gem, il cane della zia che è stato con lei fino alla fine, una cifra da capogiro da pagare di spese di successione e a una schiera di suoi amici e di animali in cerca di una casa che deve aiutare.
Alla storia di Rachel, di questo suo disintossicarsi dalla città e riscoprire sé stessa, del suo rapporto prima scettico e poi piano piano più fiducioso con gli animali e le persone che incontrerà grazie al rifugio, si mischiano nella trama altre storie: c'è quella di Zoe, divorziata da poco, che deve occuparsi dei due figli piccoli e di Toffee, il cucciolo di labrador che il padre ha deciso di regalare ai bambini per comprarsi il loro affetto e mettere in discussione l'autorità della donna che si era sempre dichiarata contraria e che ora deve affrontare ogni giorno le difficoltà di una madre single con due figli che stanno soffrendo. C'è quella di Natalie e Johnny, una giovane coppia innamorata che sta cercando senza esito di avere dei figli e che prende in affidamento Bertie, un adorabile basset hound goloso di panini al bacon (ma anche di bottoni, biscotti e qualunque altra cosa masticabile), che si ritroverà in qualche modo a salvare la famiglia. C'è quella del medico Bill, quarantenne eterno scapolo che non riesce a trovare la donna giusta, e che adotterà la barboncina Lulù. 
E poi c'è il passato di Dot, un passato ben lontano dalla vita di campagna che ha condotto negli ultimi anni segnato da un segreto che ha comportato il suo allontanamento dalla famiglia e dalla sorella, madre di Rachel.

Come già aveva fatto con "Lezioni di Ballo", il suo primo romanzo, anche in questo caso Lucy Dillon ci racconta tante storie  e tante vite diverse legandole insieme con un espendiente: il corso di ballo nel primo caso, il rifugio per cani abbandonati e i cani in generale in questo, elevandoli, come dicevo prima, a veri e propri motori dell'azione.
E' impossibile leggere questo romanzo senza provare tenerezza e simpatia: ho adorato il basset hound Bertie dalla sua prima comparsa in scena (sarà che adoro questa buffa razza di cani) e mi sono commossa leggendo le storie degli abitanti del canile, tutti abbandonati e tutti bisognosi di coccole e attenzioni (ok, è anche immaginato quanto fascino potrebbe avere il bel medico Bill mentre coccola la sua barboncina).
 La trama "amorosa", così come il segreto di Dot, sono forse un po' scontati e banali e l'autrice avrebbe magari potuto pensare a qualcosina di meglio, anche solo di meno macchinoso. Ma è comunque riuscita a tenermi incollata alle sue pagine e a creare in me, una volta terminato, una leggera crisi di astinenza. E credo che questo faccia de "Il rifugio dei cuori solitari" un romanzo assolutamente ben riuscito. 

Certo, non è un capolavoro della letteratura, ma è perfetto se si vuole leggere qualcosa di leggero e di dolce, che sappia però suscitare anche delle emozioni e che trasmetta un po' di sano buonismo che ogni tanto male non fa. 
Consigliatissimo se adorate i cani, ma anche (o soprattutto) se ne diffidate un po'. Sono creature adorabili!
E ora vorrei proprio un basset hound!

Nota alla traduzione: ho un'unica, gigantesca, perplessità. A un certo punto, la protagonista si ritrova da sola in camera della zia per svuotare un armadio. E compare questa frase qui:" si sedette appoggiando la schiena al petto" (pag 316). Ma come diavolo fa?!? Vi giuro che ci ho anche provato, ma non riesco proprio a capire come si possa appoggiare la propria schiena al proprio petto... quindi immagino sia un errore, traduttivo o dell'autrice stessa, che mi ha lasciata veramente ma veramente sbalordita.

Titolo: Il rifugio dei cuori solitari
Autore: Lucy Dillon
Traduttore: Sara Caraffini
Pagine:488
Prezzo di copertina: 9,90€
Editore: Garzanti
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