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giovedì 13 gennaio 2011

LA CASA DEI FIAMMINGHI- Georges Simenon

Chi ha ucciso Germaine Piedboeuf sfondandole il cranio a colpi di martello? E perché il corpo è stato gettato nella Mosa solo tre giorni dopo l'assassinio? Ma soprattutto: può una donna avere tanta forza da uccidere qualcuno a martellate? Maigret osserva e registra, com'è sua abitudine, i gesti e gli sguardi, gli ambienti e gli odori. E quando avrà trovato l'autore di questo delitto se ne tornerà a casa, lasciando che la colpa trovi il suo castigo nella progressiva rovina della "casa dei fiamminghi".



Inizialmente la tentazione è stata di scrivere come commento semplicemente un: "vedi qualche recensione precedente", visto che più o meno si confermano le stesse impressioni già dette in precedenza. Maigret come investigatore non mi convince molto, perché non investiga, non deduce (o meglio, deduce ma non lo dice al lettore) e si sofferma su particolari che sembrano rilevanti e invece non lo sono (un tentativo di depistaggio, forse?). Non amo i suoi modi burberi, né il suo modo di gestire i casi e i sospettati. Però questo romanzo ha effettivamente qualcosina in più del giallo, rispetto al precedente che ho letto. Riesce a insinuarti il dubbio e i sospetti, a farti immaginare trame e intrighi... fino al finale, forse un pochino scontato ma l'unico possibile...
Insomma, un giallo che va bene da leggere in spiaggia o sul treno o svaccati sul divano, per passare il tempo senza impegnare troppo la mente.
Diciamo che se non avete mai letto un giallo in vita vostra (non ci credo, dai!), non iniziate con quelli di Simenon...

Nota alla traduzione: è di nuovo una traduzione Adelphi...

4 commenti:

  1. Non ho ancora letto nulla di Simenon che però mi incuriosisce molto come persona e come scrittore. Pare riuscisse a scrivere i suoi romanzi in una settimana (niente male,direi).
    Qui c'è un post molto bello, in proposito:
    http://www.minimaetmoralia.it/?p=3234
    Complimenti per il blog!!

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  2. Ti dirò... forse scrivere romanzi in fretta non è necessariamente un pregio... gli ultimi due gialli suoi che ho letto mi sono sembrati veramente un po' troppo "sbrigativi"... come se avesse l'ansia di arrivare a 130 pagine e pubblicare...
    Di Simenon avevo ad esempio adorato parecchio "L'uomo che guardava passare i treni", senza Maigret però...
    Grazie per i complimenti e per il suggerimento! :)

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  3. Beh, alla fine, pare sia davvero un grande della letteratura (qualunque cosa possa voler dire questa espressione). Per esempio Eco dice cose interessanti in proposito:
    "A distanza di più di mezzo secolo si comincia a capire che le storie del commissario non erano solo un giallo di consumo ma le forme più nobili di una certa letteratura franco-belga."
    Il resto è qui: http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/01/19/news/anticipazione_eco-11385665/
    ma l'argomento non è Georges Simenon.

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  4. ciao Lettrice Rampante! mi fa piacere trovare il tuo blog :-) a me Maigret piace molto, lo sento una figura familiare, ma posso capire che non faccia colpo su tutte! questo non l'ho letto, ho soltanto visto il film con Cervi.
    ciao, a presto!

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