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sabato 19 giugno 2010

CECITA'- José Saramago

In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.


Saramago scrive in un modo fantastico. Il libro, devo ammetterlo, è un po' inquietante. Questa cecità, questo "mal bianco" che si diffonde in tutto il mondo come un'epidemia senza cura da quale nessuno scampa è veramente angosciante.( lo ammetto, sono arrivata a sognare sti ciechi)
E il modo di scrivere di Saramago contribuisce a creare questo senso. Bello il suo sviluppare, anche solo in poche righe, il "cosa succederebbe se...", e brutto scoprire dalla sua narrazione cosa succederebbe se d'un tratto tutti diventassimo ciechi.
Lo consiglio caldamente (magari non leggetelo la sera prima di andare a dormire)

1 commento:

  1. Infinito amore per Josè. Leggi ''L' anno della morte di Ricardo Reis'' .... superlativo!

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