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lunedì 12 marzo 2018

La mia giornata a Tempo di Libri 2018

Come avevo annunciato, sabato 10 marzo sono stata a Tempo di libri, la fiera internazionale del libro di Milano, che quest’anno, per la sua seconda edizione, si è tenuta a Fieramilanocity.
E questo è già stato un punto a suo favore, perché questo spazio espositivo è dentro Milano, facilmente raggiungibile con ben due linee della metropolitana (viva la Lilla, ché è tutta lilla!) al prezzo del biglietto urbano (mentre l’anno scorso, per andare a Rho, si pagavano cinque euro solo di trasporti).
Sono arrivata addirittura prima dell’apertura. Il mio pass blogger mi ha consentito di non fare la coda fuori alla pioggia e poi di valicare i tornelli proprio alle 10 in punto, così da vedere la fiera vuota e nella sua interezza. 



La primissima nota dolente, almeno dal mio punto di vista, è il fatto che i due padiglioni che ospitavano gli stand e le sale degli incontri fossero su due piani diversi, separati da una specie di balconata intermedia da dove si entrava in fiera e poi si sceglieva se scendere al padiglione 3 o salire al 4. Per buona parte della mattinata, dovendo passare rapidamente da un incontro all’altro (ovviamente su livelli diversi), ho avuto l’impressione di vivere sulla scala mobile (sentendomi a tratti anche un po’ scema, devo dir la verità). Questa divisione, inoltre, faceva forse sembrare la fiera molto più ridotta di quanto non fosse realmente. Mi rendo conto che se gli spazi espositivi sono quelli non ci si può fare molto, ma l’ho trovato in qualche modo un po’ penalizzate.

Di positivo, positivissimo, invece, c’era l’atmosfera. Chiunque abbia partecipato anche all’edizione dell’anno scorso non può non aver notato l’enorme differenza: non c’era più un’aria di catastrofe imminente, quell’ansia da prestazione che, almeno in parte, ha un po’ penalizzato la prima edizione. Forse si è finalmente capito, da una parte e dall’altra, che la contrapposizione con Torino è insensata e inutile, oltre che penalizzante per entrambe. Insomma, quest’anno Tempo di libri era una normalissima fiera del libro, con stand, tante sale per gli incontri e un programma tutto sommato abbastanza ricco, anche se forse puntava più su personaggi acchiappafolle che non su scrittori veri e propri.

Foto scattata dalla scala mobile in discesa, un minuto dopo le 10 (è per questo che non c'è ancora nessuno)
Tutti gli eventi a cui ho partecipato io erano comunque strapieni. Si è riempita la sala Bianca, alle 10.30, per parlare di traduzione in un appuntamento organizzato da Amazon publishing (sì, a Tempo di libri c’è anche lo stand di amazon, due in realtà: uno dell’editore e uno dedicato ad audible); si è riempito a mezzogiorno l’incontro con Marco Missiroli che raccontava il suo rapporto con Dino Buzzati, così come era tutto esaurito anche un altro incontro dedicato alla traduzione, nel pomeriggio, organizzato dal Master in editoria della Cattolica (tra gli ospiti, qui c’era Roberta Scarabelli, che ha raccontato come è stato tradurre Origin di Dan Brown, chiusa per due mesi in un Bunker a Barcellona insieme agli altri traduttori). L’ultimo mio incontro della giornata è stato quello con Rosella Postorino e Massimo Recalcati, ancora più pieno di tutti i precedenti, con anche una lunga coda per entrare decisamente mal gestita. (Peccato che l’incontro in sé non sia riuscito così bene e più che invogliare alla lettura di un libro decisamente molto bello l’abbia un po’ scoraggiata).

Per quanto riguarda gli stand, come è risaputo, la maggior parte erano di grandi editori. Non ho mai capito onestamente quanto senso abbia comprare un libro di un grande editore in una fiera, pagando sia il biglietto d’ingresso sia il volume a prezzo pieno. Forse l’offerta, molto più ampia rispetto a quella che si trova solitamente in libreria; forse la bellezza (sicuramente d’impatto) di vedere tutti quei libri messi insieme in contesti e luci particolari (non ho ancora deciso se lo stand Rizzoli, per esempio, mi piaccia da matti o mi sembri una sala operatoria)… insomma, gente comunque ce n’era. Così come ce n’era tanta, tantissima negli stand di alcuni editori indipendenti. A parte NN, lo stand che per doveri coniugali ho monitorato con più costanza, mi ha fatto davvero piacere vedere alcuni espositori sommersi di lettori: è il caso per esempio di Triskell edizioni che, al mattino, quando sono passata io a salutare, era letteralmente invaso. In generale, comunque, il sabato di gente in giro ce n’era eccome.
È un peccato che l’angolo dedicato ai libri antichi non sia stato invece valorizzato a dovere. Pur essendo segnalato, in modo in realtà non molto chiaro, sulla mappa quasi non si sapeva che ci fosse (ecco, la segnaletica di TdL è davvero qualcosa su cui bisogna lavorare). Noi ci siamo capitati quasi per caso… ed è un vero peccato perché negli stand dei Librai antiquari si ha la possibilità di vedere delle vere e proprie meraviglie.

Come in tutte le fiere, però, la cosa più bella in assoluto sono le persone. I “ci vediamo per un caffè?”, i “passo a salutarti, dove sei?”, i "come ti riconosco?" e “oddio, che bello, finalmente ci conosciamo!”, insomma… il poter scambiare saluti, sorrisi, chiacchiere con persone che magari conosci solo in rete a cui puoi finalmente dare un volto. Da questo punto di vista, per me, è stata davvero una bella giornata. Ho scambiato due chiacchiere con alcuni uffici stampa con cui ho sempre interagito solo via mail; ho salutato altre blogger, che conoscevo solo su facebook; ho parlato con altri traduttori e con amici virtuali che in quel momento diventano reali; e sono stata persino intervistata da due carinissime ragazze del master di Editoria dell'Università Cattolica, con le quali il reciproco imbarazzo è stato cancellato da una marea di risate (e spero vivamente di aver detto anche cose intelligenti).
Non faccio l’elenco delle persone che ho visto perché ho paura di dimenticarmene qualcuna e mi dispiacerebbe molto. Però è stato bello, davvero, e mi ha fatto un piacere immenso, oltre a farmi capire ancora una volta quanto forte sia il potere dei libri.

Insomma, a me questo Tempo di libri è piaciuto molto. Certo, alla sera, dopo dieci ore lì dentro non ne potevo più (nonostante i caffè e i dolcini buonissimi della Sala Stampa), e non oso immaginare cosa sia per un editore, magari uno piccolino, dover fare quegli orari (è davvero necessario tenere una fiera aperta fino alle 22?). Però, secondo me quest’anno, alla seconda edizione, si è dimostrato che anche Tempo di libri ha un suo perché, una sua identità (ancora migliorabile, sicuramente) e che può coesistere tranquillamente con tutte le altre fiere. Ora bisogna vedere cosa succederà al BookPride il fine settimana del 23, 24 e 25 marzo… ma essendoci là solo editori indipendenti, con un programma dedicato, un nuovo direttore, ed essendo a ingresso gratuito, non credo che abbia niente da temere, perché il pubblico è in buona parte diverso.

L’unica grande, grandissima pecca è che non ho comprato niente. 

8 commenti:

  1. Ciao! Anche io l'anno scorso sono stata a questa fiera...è stata una bella esperienza per me! Sono contenta che sia stato ancora meglio quest'anno :-)

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    1. A me era piaciuta anche l'anno scorso eh, però il cambio di atmosfera quest'anno era bene evidente. Sono contenta che ti sia piaciuta! :)

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  2. Concordo con l'atmosfera decisamente più rilassata e con l'impressione di essere costantemente sulle scale mobili. Non ho fatto il conto dei km percorsi in lungo in largo ma sono convinta che per un bradipo come me siano tantissimi.
    Sono felice di averti finalmente potuto salutare dal vivo!! :)

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  3. Devo dire che Tempo di libri quest'anno mi è piaciuto molto di più rispetto all'anno scorso. Altra atmosfera, meno ansia da prestazione. E poi ho avuto il piacere di conoscerti e di intervistarti: dietro il tuo blog ho scoperto una persona dolce e disponibile! La timidezza alla fine non ci ha fermate, anzi! Un bell'incontro, parlare di libri con chi li ama è sempre una grande emozione. Spero di rivederti presto,ora si punta a Bookpride ;)
    Ioanna

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  4. Quest’anno a TdL si respirava decisamente aria di fiera consolidata, con alcune cosine da sistemare soprattutto in termini di logistica. Io ho apprezzato che agli incontri fosse dedicato un piano a se stante, anche se questo ha comportato fare le maratone in su e in giù. Sull’incontro con la Postorino, come detto, condivido la delusione. Come tu abbia fatto a non comprare niente rimane un mistero (sei stata minacciata da Luna?).

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    1. Però devo anche ammettere che dalla Postorino in un certo qual modo mi sono anche divertita... mi sembrava di essere a scuola, nei banchi in fondo, a far casino :P

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