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venerdì 13 novembre 2015

IL PESO - Liz Moore

Prima di tutto quanto, prima che Marty morisse, Marty, la mia più cara amica al mondo. Quando ancora insegnavo e anche prima. Quand’ero bambino. Quando non ero ancora nato. Mi sentivo destinato alla solitudine, certissimo che un giorno mi avrebbe trovato, così quando è accaduto non mi sono stupito e l’ho perfino salutata con gioia.
per tutta la vita ho incontrato solo una persona con la quale ho sentito un legame di questo genere, ed era Charlene Turner. Dal momento in cui l’ho conosciuta ho pensato, Anche tu? E dallo sguardo che aveva negli occhi ho capito che si sentiva così anche lei. All’epoca era più sola di me, lo intuivo, e questo mi ha spinto ad amarla.

Il dramma della solitudine lo chiamano al tg, ogni volta che viene ritrovato il corpo senza vita di una persona che ha sempre vissuto ed è sempre stata sola. Talmente sola che nonostante sia morta da mesi, anni, nessuno se n’era accorto prima. Mi colpiscono sempre molto, queste notizie. Pur non avendo io tanti parenti, e nemmeno poi così tanti amici, mi è inconcepibile pensare che per tutto quel tempo, nessuno si preoccupi per me, si chieda che fine ho fatto. Un parente, un amico, un conoscente, l’Enel, un vicino. Possibile che davvero nessuno si accorga quando una persona sparisce?

La sensazione che ho provato per buona parte della lettura di Il peso di Liz Moore, tradotto da Ada Arduini e pubblicato da Neri Pozza, è stata un po’ quella. 
Arthur Opp è molto grasso, eppure è invisibile. Per sua scelta, almeno in parte. Vive recluso in casa da anni, ordina solo online e apre solo al fattorino che gli consegna i suoi pacchi. Sua madre è morta, suo padre li ha abbandonati quando era ancora bambino e si è fatto una vita da un’altra parte. La sua migliore amica, anche lei, non c’è più. Gli rimane il ricordo di Charlene, quella strana studentessa a cui ha insegnato tanti anni prima e con la quale ha intrattenuto per anni una corrispondenza. Rilegge spesso le sue lettere e lì si sente un po’ meno solo. Finché un giorno, Charlene non ricompare e le cose per Arthur cambiano. Deve pulire casa, se la donna decidesse mai di venirlo a trovare. E così entra nella sua vita Yolanda, una giovane donna delle pulizie, che si è sempre sentita un po’ invisibile. Invisibile come non è mai stato invece Kel Keller, il figlio di Charlene, una promessa del baseball che ha sempre nascosto dietro a questa sua bravura il dramma della solitudine che vive in casa con sua madre. Ed è proprio per Kel che Charlene ricontatta Arthur, prima che sia troppo tardi.

Tante sono le solitudini che si incontrano in questo libro. E sono solitudini dettate dagli eventi, ma anche soprattutto dall'incapacità di reagire e di chiedere aiuto di ognuno dei suoi protagonisti. Arthur sceglie di mangiare e di essere solo, perché non sa cos'altro potrebbe fare né chi lo potrebbe volere. Charlene prova a non stare sola, ma anche sembra che non possa fare altro. Yolanda è sola perché chi la circonda sembra non volerla, e Kel è solo anche in mezzo a tanti, nel momento in cui nasconde quello che sta vivendo a casa. È un libro che fa un po’ male, perché chissà quante persone così sole, così bisognose di aiuto ma incapaci di chiederlo, incontriamo ogni giorno sulla nostra strada. 

La cosa bella è che Liz Moore offre a tutti un’occasione di riscatto. Fa vedere che, se si vuole davvero, da questa solitudine, da questo isolamento si può uscire. Facendo una telefonata, confidandosi con una persona fidata senza paura di venir giudicati, invitando a cena un vicino che sembra invadente ma che in realtà vuole essere solo gentile.

Che poi la solitudine non è necessariamente una cosa negativa. Ogni tanto si sente la necessità di stare da soli. Però ecco, io non vorrei mai che qualcuno mi trovasse morta dopo anni e solo per via dell’odore che si sente dalla porta. Non vorrei mai che la paura degli altri mi impedisse di comunicare. Come ci insegna il libro, non bisogna mai aver paura di chiedere aiuto. Perché stare soli sì può essere rassicurante, più facile a volte, ma stare soli insieme a qualcuno lo è sicuramente di più.
Ma tornando a Il peso di Liz Moore, direi che mi è piaciuto, mi è piaciuto davvero tanto.

Titolo: Il peso
Autore: Liz Moore
Traduttore: Ada Arduini
Pagine: 351
Editore: Neri Pozza, Beat
Anno: 2012
Acquista su Amazon:
formato brossura:Il peso
formato ebook: Il peso (Bloom)

4 commenti:

  1. Grazie per questa recensione, mi hai ispirato molto. Neri Pozza è praticamente una garanzia, anche se a volte ho preso delle cantonate. Credo proprio che questo libro finirà in lista.
    A presto
    Paola

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    1. Anche io con Neri Pozza ho preso a volte qualche cantonata (Un giorno di Nicholls ad esempio), ma ultimamente questa collana Bloom mi ha riservato delle belle sorprese.
      Spero che il libro ti piacerà! :)

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  2. Questo libro mi incuriosisce da tanto... dopo aver letto la tua recensione ancora di più :)

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