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sabato 4 aprile 2015

STORIE D'ALTRE STORIE - Giovanni Arpino

Mi capita spesso, quando termino un romanzo, di domandarmi che cosa succederà da quel momento in poi ai suoi protagonisti. Noi lettori vediamo spesso (non sempre, che ci sono romanzi che prendono un protagonista dalla nascita alla morte) solo uno stralcio della loro vita, il momento che l’autore ha deciso di raccontarci. E dopo, però, che succede? 

Molti scrittori, del passato e del presente, hanno provato a rispondere a questa domanda, giocando con i romanzi che li hanno formati e con i lettori appassionati. Tra questi c’è anche Giovanni Arpino con il suo Storie d’altre storie.

Un libricino sottile sottile, quasi troppo viene da pensare una volta chiuso, che si compone di racconti che hanno come protagonisti alcuni dei personaggi più importanti della letteratura mondiale. Personaggi cresciuti, cambiati, diversi da come noi lettori abbiamo imparato a conoscerli e amarli. C’è Cappuccetto rosso ormai adulta e sposata, che è stufa della sua vita da casalinga ma soprattutto di quel vecchio tappeto di pelo di lupo che attira la polvere in salotto. C’è Sandokan, che ora si guadagna la vita come può. Ci sono Faust e Casanova, un po’ invecchiati e un po’ più insicuri. C’è una Lolita ormai adulta, che non riesce a smettere di indossare quei calzini bianchi che, da bambina, tanto l’hanno resa felice. Ci sono Sancho e Don Chisciotte fuori dal loro contesto ma sempre l’uno la spalla dell’altro. Tarzan e Jane analizzati dalle scimmie. Un Frankestein un po’ mammone e una fantastica Alice invecchiata nel corpo ma non nella mente. E ancora don Rodrigo, Achab, Marlowe e Falstaff in cerca di mecenate, per poi arrivare a Pinocchio, che forse forse preferiva essere un burattino, che almeno non sentiva mal di pancia e dolori.

Trovo l’idea alla base del libro davvero geniale. Così come lo sono alcuni racconti: divertenti (quello di Cappuccetto rosso e di Pinocchio), poetici (Alice, semplicemente incredibile) e anche un po’ tristi (il futuro di Lolita è esattamente come me l’ero immaginato una volta terminato il libro). Quello che traspare in ogni parola è la conoscenza profonda ma anche la passione e l’amore di Giovanni Arpino per i personaggi di cui ha parlato. Ed è bello vedere dei tributi così grandi di scrittori ad altri scrittori.

Ora, dopo tutto questo entusiasmo, arriva il mio piccolo però. Che nulla ha a che vedere con il libro, in realtà, ma che riguarda principalmente me stessa. Per apprezzare al meglio tutti questi racconti è necessario avere una conoscenza profonda delle opere da cui sono tratti. Conoscenza che, in alcuni casi (non in tutti per fortuna), purtroppo a me manca. Non ho mai letto Sandokan. Non ho mai letto le storie di Marlowe e Falstaff. E, lo confesso, nemmeno Moby Dick. Delle lacune che questo libro e questi racconti un pochino ammetto mi hanno fatto pesare, perché non mi hanno permesso di apprezzarlo del tutto. Che sia giunta l’ora di rimediare a queste lacune?

In ogni caso, se siete appassionati di letteratura classica, se anche voi vi siete chiesti spessi “e ora che succede?” alla fine di un libro, se avete voglia di farvi due risate ma anche di riflettere un po’ e, soprattutto, se volete conoscere uno scrittore italiano forse poco ricordato e considerato nella storia della nostra letteratura (anche qui, devo ammettere di nuovo con somma  franchezza, che prima di questo libro non conoscevo Giovanni Arpino, anche se ha vinto diversi premi, tra cui uno Strega e un Campiello nel corso della sua carriera), che meriterebbe invece molta più attenzione… beh, Storie d’altre storie fa sicuramente per voi.


Titolo: Storie d'altre storie
Autore: Giovanni Arpino
Pagine: 104
Editore: Lindau
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formato brossura:Storie d'altre storie

3 commenti:

  1. Ma Lolita non morì di parto a 17 anni? O è così solo nei film, nel libro no?
    Anche io alcune di queste storie le conosco solo a grandi linee, o tramite versione cinematografiche. Il BISOGNO di sapere cosa succede dopo l'ho sempre avuto però, mi sono tolta un po' di soddisfazioni con i vari seguiti austeniani negli ultimi due anni, ma è stata solo la punta dell'iceberg :D E poi vorrei che fossero gli autori originali a dire come prosegue la vita dei loro personaggi..sono grata alla Rowling, per esempio, perché in questo ci soddisfa spesso :)

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  2. Cognetti parlava di "something glimpsed" per il concetto che hai espresso nelle prime righe... Il motivo per cui amo i racconti.

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