Io ho una passione per i vecchi pulmini Volkswagen. Non so
bene da dove sia nata, considerando anche che non sono mai salita su uno, però
quando vedo un pulmino Volkswagen o qualcosa che ne ritrae, me ne sento irrimediabilmente
attratta. Un’altra cosa che amo molto è il mare. Quell'enorme distesa prima
azzurra e poi blu che sembra non voler finire mai e quelle onde che si
infrangono sulla spiaggia e poi tornano indietro, quasi indecise su che cosa
fare.
Potete immaginare quindi quale possa essere stata la mia
prima reazione quando ho visto la copertina di Chi manda le onde di Fabio Genovesi. Un pulmino Volkswagen con
sopra un canotto e sullo sfondo spiaggia e mare all'infinito. Già solo vedendo
la copertina e leggendo la trama, sapevo che il libro mi sarebbe piaciuto. Quello
che non sapevo è che mi sarebbe piaciuto così tanto.
Il romanzo racconta la storia di Luna, Luca e della loro
madre Serena. Luca è il figlio maggiore, perfetto in ogni cosa che fa, amato e
adorato da tutti. Luna è una bambina intelligente, un po’ ingenua e credulona,
sempre alla ricerca di avventure. E soprattutto, è albina e per lei che dal
fratello ha ereditato l’amore per la spiaggia e il mare è una vera tortura.
Serena li ha avuti da un uomo misterioso, con cui ha avuto due brevi, ma
indimenticabili, rapporti. Sono una famiglia felice, loro tre. Finché non
succede qualcosa di terribile, che li destabilizzerà completamente. Attorno a
loro ruotano altri personaggi: il piccolo Zot, che arriva da Chernobyl, che
parla l’italiano degli anni ’60 e che subito si ritrova preso in giro e isolato
dai suoi compagni, proprio come Luna; c’è Sandro, che ha quarantanni ma ancora
non ha ben capito cosa vuole fare della sua vita, e che si affeziona molto a
Luca, e poi si innamora di Serena. Insieme a lui ci sono i suoi amici di
sempre, quarantenni insicuri e un po’ sfigati proprio come lui. E poi c’è Nonno
Ferro, che si prende cura di Zot a modo suo. Questi personaggi in un modo o
nell'altro convergono e si ritrovano insieme, uniti, in un gruppo molto
improbabile ma che, in qualche modo, riesce a sopravvivere.
Non mi aspettavo mi sarebbe piaciuto così tanto, vi dicevo.
Non mi aspettavo di ritrovarmi così immersa nella storia, sebbene a tratti un
pochino prevedibile, e, soprattutto, di affezionarmi così tanto ad alcuni dei
suoi personaggi. Luna è incredibile, certo, ma ancor più incredibile, per me, è
stato il piccolo Zot, questo bambino all'apparenza ingenuo e sfortunato, che
forse, con la sua fisarmonica sgangherata, le sue canzoni stonate e la sua
inconsapevole poesia, della vita ha capito più di tutti gli altri. Non pensavo
nemmeno che avrei capito così tanto Sandro, anche se ogni tanto un paio di
schiaffi glieli avrei dati volentieri, e la sua paura di muoversi che lo ha
portato a stare fermo, a non compiere mai scelte, a disimparare in qualche modo
a vivere. Così come mi è piaciuta tantissimo Serena, con il suo amore
passeggero e all'apparenza un po’ (tanto) incosciente, che però le ha portato
i doni più belli che potesse avere e che ora deve lottare in ogni modo per non
riuscire a perdere. (Che invece avrei adorato Nonno Ferro lo sapevo già).
E poi c’è il mare, c’è tanto, tantissimo mare, che condiziona suo malgrado le
vite di tutti, portandosele via o riportandole indietro a chi credeva di non
averne più.
Io credo molto nella bellezza delle piccole cose, nella
poesia che ogni piccolo gesto piò racchiudere in sé. E questo libro ne è pieno,
per chi la sa cogliere. E Fabio Genovesi è stato davvero bravo nel creare
questa storia, nel mettere insieme tanti problemi (l’affrontare un lutto, il
sentirsi diversi, l’aver paura di scegliere e di muoversi, l’affrontare cose
più grandi di noi, capire finalmente se stessi e l’amore, solo per citarne
qualcuno) e raccontarsi senza mai scadere nel patetico, nel banale, nel già
letto e già sentito.
Insomma, Chi manda le onde è stato per me un libro molto
bella. Di quelli che non riesci a smettere di leggere, anche se è notte fonda o
hai mille altre cose da fare. Un libro che ti fa venire voglia di sole, di
mare, di luna, di amici, di follia e di amore. Un libro assolutamente da
leggere.
E ora che ho finito questa recensione, sebbene siano passati
molti anni, forse è davvero ora anche per me di rispondere a quella cartolina
che mi è arrivata dalla Germania una mattina d’estate, tramite un palloncino
atterrato in giardino. Chissà perché ho aspettato così tanto.
Titolo: Chi manda le onde
Autore: Fabio Genovesi
Pagine: 391
Editore: Mondadori
Anno: 2015
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formato brossura:Chi manda le onde
formato ebook:
pare che il furgoncino Volkswagen ribaltato e bruciato sul penultimo tornante, sia arrivato qui nel lontano 84. e che sia finito li' durante un assalto di alcuni giovani 10 anni dopo. la proprietaria originale non era piu' la stessa. quella era una tedesca, che lo scambio' con un biglietto di treno nel 1981. ossia... anche io ho una passione per quei furgoncini li'. o almeno, ce l'ho da quando vivo a Tieffe.
RispondiEliminaMi sa che siamo in tanti ad avere questa passione! :)
EliminaUn libro che mi ha già attirata più di una volta, in libreria. :)
RispondiEliminaSpero che ti piacerà, quando deciderai di prenderlo!
EliminaDi Genovesi ho letto e amato "Esche vive", se ti manca recuperalo! Mai mi sarei aspettata di appassionami di un libro che parla di pesca e ciclismo...
RispondiEliminaVoglio anche questo ^^
Me ne state parlando tutti di Esche vive... e ora lo voglio anche io! :D
EliminaA me non è piaciuto. Ho trovato la storia banale e scritta in maniera approssimativa. L'autore mi sembra un tantino maschilista per quante volte usa 'zoccole'. Solo per questo sarebbe da bannare, ma si sa le donne non si rendono conto di quando hanno di fronte in questo caso un autore che 'disprezza' le donne.
RispondiEliminaMa dire che le donne sono sceme perché non si accorgono di chi le disprezza non è disprezzarle a tua volta?
EliminaNon so, ci può stare eccome che il libro in sé non ti sia piaciuto. Ma accusare uno scrittore di disprezzare le donne perché nel suo romanzo a dei personaggi (che non sono lo scrittore, sono i personaggi che ha creato e caratterizzato) fa dire qualche volta la parola "zoccola" mi sembra eccessivo e forse anche un po' offensivo
Anonimo non sa che autore e narratore non sempre coincidono?
RispondiEliminaLo dico non avendo letto il romanzo, tra l'altro, ma boh. Come te amo quei pulmini, e non ci sono mai salito neanch'io, e sento che potrei amare in parte anche questo romanzo. Sarà il mio primo di Genovesi? Senz'altro è quello che mi ispira di più, tra i suoi. :)
Io leggendo non ho percepito nessun disprezzo nei confronti delle donne, anzi! (E se devo essere sincera nemmeno mi ricordavo che "zoccole" venisse detto così spesso, segno che non mi aveva offesa per niente). Che l'anonimo sia un po' suscettibile? :P
EliminaTi ringrazio tantissimo per avermi nominata, ma non solo solita partecipare a questi premi. In ogni caso, grazie! :)
RispondiEliminala storia l'ho trovata carina, l' ambientazione anche e da buona toscana l' ho apprezzata. Ma la scrittura proprio no, non riesco a tollerare di leggere un libro con il congiuntivo più volte sbagliato!
RispondiEliminaIl libro come l'autore sono sopravvalutati. Il romanzo è estenuante così come la scrittura. Ho assistito anche ad una presentazione e lo scrittore mi è sembrato di quelli che vogliono sembrare migliori, per poi sentire -per caso- suoi commenti a presentazione conclusa dove si capisce che recita il ruolo di quello simpatico. Insomma una delusione!
RispondiEliminaNel selezionare il profilo non c'è account yahoo. Comunque mi chiamo Cristina.
Ciao Cristina, non so effettivamente come funzioni la scelta del profilo per commentare... né se possa fare qualcosa per aggiungere altre voci :/
EliminaComunque... a me il libro è piaciuto molto, non so se l'autore sia sopravvalutato o meno perché qui riporto sempre e solo il mio giudizio personale (cercando di non farmi influenzare dai commenti esterni e dai giudizi generali di altri). Quindi per me, ovviamente, rimane un gran bel libro :)
Ho assistito a una sua presentazione solo di recente e lì non mi è sembrato un personaggio costruito, però non ho avuto modo di vedere come fosse fuori da quel contesto, quindi non ti so dire.
(Ricordiamoci però che gli autori sono esseri umani, quindi come tutti ci può stare che magari una sera abbiano i problemi loro e si sforzino di essere simpatici per la presentazione e poi appena finisce tornino a pensare ai problemi loro).
Ciao Elena. Ti rispondo con questa frase di Giuseppe Prezzolini: il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
RispondiEliminaEcco cosa penso su Genovesi.
Ciao, Cristina.
Mi chiamo Elisa :)
EliminaNon ho le capacità di giudicare una persona dopo una sola presentazione in cui, magari, nemmeno gli ho parlato direttamente.
Poi ribadisco... a me questo libro è piaciuto. Mi spiace, ma mi sa che dovrai fartene una ragione :)
Ciao Elisa. Un semplice errore di battitura tra Elena e Elisa. Non intendo far cambiare idea a nessuno. Penso che i confronti siano liberi e costruttivo. Poi ognuno rimane sulla sua opinione. Noto che difendi Genovesi a spada tratta. Che ti sei innamorata anche tu come altre fan?? So che usa il suo carisma per legare i lettori. Va beh . . . Siamo in un mondo libero.
EliminaTendo a innamorarmi dei libri, più che degli scrittori, di solito. E sì, di "Chi manda le onde" mi sono innamorata.
EliminaIn realtà non mi sembra di stare difendendo Genovesi a spada tratta, semplicemente, non conoscendolo dal vivo e avendo assistito solo a una sua presentazione senza nemmeno avergli parlato direttamente, non sono nella posizione di poterti dire "sì, hai ragione tu, è antipatico".
Poi i gusti sono gusti e le antipatie sono antipatie, e grazie al cielo ognuno alle sue e tutti siamo liberi di manifestarle.
ognuno alle sue = ognuno ha le sue
Elimina(scusa l'errore, ma sono sveglia dalle 6)