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sabato 30 agosto 2014

EDMOND GANGLION & FIGLIO - Joel Egloff


L'ultimo libro che ho letto al mare è forse anche il più strano. Strano per come è arrivato nella mia libreria, comprato praticamente a caso, senza mai aver sentito nominare l'autore, in un mercatino dell'usato per via del prezzo irrisorio.Strano per la storia che racconta e per la sua scorrevolezza nella lettura. E strano soprattutto per le sensazioni che ti lascia una volta finito. 

Lo spunto iniziale è spiazzante e geniale: c'è un paesino sperduto da qualche parte in Francia, Saint Jean, ormai abbandonato a se stesso: ci sono pochissime attività, pochissimi abitanti e, di conseguenza, anche pochissime morti. Un problema non da poco per Edmond Ganglion, che gestisce l'agenzia di pompe funebri locali. Difficile mantenere i suoi due dipendenti, Georges e Molo, e riuscire ad andare avanti così, soprattutto visto che nemmeno tra gli anziani abitanti del paese sembra essercene uno in punto di morte. 
Poi però, quasi all'improvviso, un morto arriva e dopo la cerimonia e il rinfresco di rito,  Georges e Molo partono per trasportare la salma al cimitero di una cittadina vicina. O almeno, che dovrebbe essere tale. Il viaggio si rivela infatti più difficile e strano del previsto, tra nebbia, spiagge e incontri inaspettati. Ma Georges e Molo sanno che, pur essendo uno sporco lavoro, è loro dovere portarlo a termine, nonostante tutto.

E' una storia di poco più di cento pagine, quella raccontata in Edmond Ganglion & Figlio. Una storia tragicomica e misteriosa, che forse avrebbe avuto bisogno di maggiore spazio e approfondimento per essere ancor più efficace. Ma è difficile riuscire a spiegare il perché senza fare spoiler (e qui il colpo di scena è davvero fondamentale).
Il lettore si immerge nella lettura e ne esce solo alla fine, alternando tutta una serie di emozioni, che vanno dal divertito nella parte iniziale, in cui si raccontano i problemi queste pompe funebri e come vengono affrontati, al confuso nella parte finale, con una svolta un po' troppo surreale nella trama che lascia  un enorme punto interrogativo. 
Ancora adesso, a distanza di giorni dalla fine della lettura, ho ancora addosso una strana sensazione, che non riesco bene a decifrare: non so dirvi se il libro mi sia piaciuto o meno, né cosa non mi abbia convinto del tutto e perché. So che avrei voluto qualcosina di più, uno sviluppo diverso o uguale ma più approfondito della trama. So che avrei voluto, sul finale, più spiegazioni.

Nel complesso però mi sento di consigliarlo (soprattutto se avete la fortuna, come me, di trovarlo a un prezzo davvero ridicolo), per la sua originalità, per lo stile dell'autore molto ironico ma mai irrispettoso, visto l'argomento che tratta. E poi anche per capire che sensazioni può lasciare a un altro lettore (che magari può venire poi qui e spiegarmi alcune cose che io non sono riuscita a capire).


Titolo: Edmond Ganglion & Figlio

Autore: Joel Egloff
Traduttore: Maurizia Balmelli
Pagine: 105
Anno di pubblicazione: 2005
Editore: Instar libri
ISBN: 978-846100719
Prezzo di copertina: 10 €
Acquista su Amazon:
formato brossura: Edmond Ganglion & figlio

venerdì 29 agosto 2014

DALLA PARTE DI BAILEY - W. Bruce Cameron

Un libricino leggero leggero, una storiella tutto sommato divertente e coinvolgente, anche se non scritta con una prosa eccelsa, ideale da leggere in spiaggia, soprattutto se i vostri vicini di ombrellone hanno due cagnolini seduti accanto a loro (due cagnolini buffissimi, tra l'altro, uno iperattivo e l'altro invece calmissimo e rilassatissimo).

Se dovessi riassumere in poche righe  la mia opinione su Dalla parte di Bailey credo che direi più o meno così. E forse aggiungerei anche che la forza del romanzo sta prima di tutto nella copertina, decisamente accattivante, e nella capacità che l'autore ha di far leva sui sentimenti. in particolare dei proprietari di animali. Se la copertina non vi ispira e i cani non vi piacciono, non credo che questo libro possa fare per voi.

Protagonista è Bailey, un cane davvero speciale. O meglio, tanti cani diversi: un bastardino prima, un golden retriever poi, un cane poliziotto e, per finire, un labradror nero. Perché ogni volta che muore, per naturale corso della vita o per cattiveria umana, rinasce come cane nuovo, ricordandosi però tutte le esperienze del passato. Soprattutto di quella con Ethan, con cui ha vissuto tanti anni  e tante avventure, quella che gli ha fatto conoscere l'amore e la forza che questo può avere.

L'espediente narrativo delle rinascite è originale, anche se forse in alcuni casi un po' troppo sbrigativo  e poco approfondito (soprattutto nella storia iniziale). E altrettanto originale è la scelta di affidare la narrazione direttamente al cagnolino, che in prima persona ci racconta le sue avventure, i suoi pensieri, le sue reazioni e i suoi sentimenti di fronte a quello che la vita, anzi tutte le sue diverse vite, gli mettono di fronte.

Insomma, non è sicuramente un capolavoro della letteratura. E sicuramente ci sono qua e là diverse pecche narrative (ma cosa pretendete? è la narrazione in prima persona di un cane, non può che essere scritto "da cani"... ok, la smetto) che un lettore un po' più accorto percepisce. Ma l'intento dell'autore non era sicuramente vincere il Nobel e il romanzo riesce perfettamente nell'intento di divertire il lettore e di farlo appassionare alla sua storia.
Sicuramente, se avete o avete avuto in passato un cane, se vi sconvolgete ogni volta che sentite al tg o leggete sul giornale delle cattiverie che noi umani a volte siamo capaci di compiere nei confronti di questi buffi animaletti pelosi, non potrete non affezionarvi a Bailey in tutte le sue reincarnazioni, sorridere  e versare qua e là qualche lacrimuccia. 
Se invece, come dicevo già all'inizio, questi argomenti non vi toccano in alcun modo o state cercando una storia un po' più profonda, potete tranquillamente passare oltre.


Titolo: Dalla parte di Bailey
Autore: W. Bruce Cameron
Traduttore: Duccio Viani
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Giunti
ISBN: 978-8809776968
Prezzo di copertina: 5.90 €
Acquista su Amazon:
formato brossura: Dalla parte di Bailey. Una storia per umani
formato ebook: Dalla parte di Bailey

mercoledì 27 agosto 2014

Due titoli, un solo libro: ma perché? #89

  

Stessa copertina, anche se con i colori un po' diversi. Stesso sottotitolo, tradotto abbastanza fedelmente. 
Ma allora perché non sono riusciti a fare la stessa cosa con il titolo? Perché anziché tradurre semplicemente con "Tracce di zampe al chiaro di luna", hanno dovuto scomodare il povero Calvino e il suo Se una notte d'inverno un viaggiatore? Perché, perché, perché?

(Potreste obiettare che io ho fatto la stessa cosa con il nome del blog. Però è ben diverso: il mio è un gentile omaggio, adattato tra l'altro. E soprattutto non avevo un titolo originale in un'altra lingua!)


Titolo originale: Paw tracks in the Moonlinght
Titolo italiano tradotto in modo assai bislacco: Se una notte d'inverno un gatto
Autore: Denis O'Connor
Traduttore italiano: B. Piccioli
Editore lingua originale: Constable
Editore italiano: De Agostini

martedì 26 agosto 2014

SECOND HAND. Una storia d'amore - Michael Zadoorian

Non è così semplice parlare di Second Hand di Michael Zadoorian. Non è stato nemmeno così semplice leggerlo, in realtà, sebbene sia scorrevolissimo e scritto molto bene. Forse perché, dopo l’entusiasmo per In viaggio contromano, romanzo dolcissimo e bellissimo che mi ha fatto scoprire e amare questo autore, da questa seconda lettura mi aspettavo qualcosa di simile. 
E invece mi sono trovata di fronte a una storia più dura, più forte, a tratti anche un pochino disturbante, che mi ha lasciata un po’ spaesata.

Protagonista è Richard, proprietario di un negozio di oggetti usati, junker per professione ma soprattutto per passione. Adora raccogliere quegli oggetti che gli altri gettano via, adora immaginare le storie che questi racchiudono. Poco importa se la madre morente e la sorella un po’ vamp non capiscono questo suo entusiasmo. Lui va avanti così, felice, ma anche un po’ solo. Finché nella sua vita non irrompe Theresa, che lavora in un rifugio per animali che purtroppo quasi nessuno vuole e che ha una strana passione per el día de los muertos messicano con le sue bamboline di teschi. Richard rimane completamente folgorato (e un po’ anche inquietato) e cerca di fare di tutto per aiutarla.

Raccontata così, la trama del romanzo non sembra altro che una storia d’amore, tra due personaggi completamente diversi tra loro che in qualche modo si completano. E l'amore effettivamente c'è, ed è anche molto forte. Ma c'è anche un contorno inquietante, forse troppo inquietante e non del tutto giustificabile, che si concretizza in Theresa. Lei è una donna forte, turbata ed esasperata, che con le sue angosce e le sue ansie in qualche modo schiaccia il candore e la timidezza di Richard, personaggio che invece ho adorato fin dalla prima pagina. Quando lei entra in scena il lettore si perde, perde il contatto con la storia che stava leggere per cercare di seguire i  pensieri e i turbamenti di questa donna, senza però poi riuscire davvero a capire cosa ci voglia dire. 

Insomma, sono un po’ combattuta, perché il libro mi ha trasmesso emozioni molto contrastanti. Molto belle, nella parte iniziale e in relazione alla vita di Richard, quasi fastidiose quando in scena entra Theresa. E non riesco a capire se il turbamento sia solo mio, perché mi aspettavo qualcosa di diverso o se sia un effetto voluto dall'autore per movimentare una storia e un personaggio, quello di Richard, in cui forse nemmeno lui ha creduto moltissimo.
Forse se avessi letto prima questo di In viaggio contromano avrei avuto aspettative diverse e quindi lo avrei apprezzato maggiormente. Forse, semplicemente, i teschi, i morti e le donne come Theresa mi inquietano davvero troppo per riuscire ad adorare un libro così.
Mi rimane quindi il sentore di una bella, bellissima idea che però, per quanto mi riguarda, si è poi persa per strada.


Titolo: Second Hand. Una storia d'amore
Autore: Michael Zadoorian
Traduttore: Michele Foschini
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2008
Editore: Marcos y Marcos
ISBN: 978-88-7168-484-0
Prezzo di copertina: 15€
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formato brossura: Second hand. Una storia d'amore

lunedì 25 agosto 2014

UN BEL SOGNO D'AMORE - Andrea Vitali

In mezzo al marasma di libri di Andrea Vitali che vengono pubblicati ogni anno, una volta ogni tanto ce n'è uno un po' più degno di nota degli altri. 
Lo stile è sempre lo stesso, ovviamente. C'è sempre Bellano, c'è sempre la vita di paese con i suoi caratteristici protagonisti e le sue trame banalissime eppure di vitale importanza per chi le vive, e ci sono sempre questi capitoli brevi, di facile lettura, che ti fanno arrivare alla fine senza quasi accorgertene.

Però, ecco, in questo Un bel sogno d'amore ho trovato anche qualcosina in più. Forse perché parla d'amore, quello di Adelaide, indecisa tra il suo storico fidanzato Alfredo Denti, che sembra abbia bisogno di più di un incoraggiamento per compiere il passo definitivo, ed Ernesto Tagliaferri, detto Il Taglia, ladruncolo di provincia che non riesce a fare a meno di mettersi nei guai. Ma anche dell'amore presunto dell'austera madre di Alfredo per quell'uomo misterioso che vede ogni giorno all'ora di pranzo.

La trama è davvero molto semplice, come lo è in tutto i romanzi di questo autore, che riesce a trovare sempre qualcosa che meriti di essere raccontato nella vita quotidiana di un piccolo paese: chiacchiere, piccoli crimini e intrighi, voci e pettegolezzi che si alimentano quasi da soli. E tu ti senti quasi parte di tutto questo, leggendo le sue storie. Soprattutto quelle ben riuscite come questa, più intensa e profonda del solito.
Certo, la scelta di focalizzare l'attenzione sulla proiezione di L'Ultimo tango a Parigi come motore dell'azione è in realtà più un trovata di marketing che non il vero fulcro del libro... ma ammetto che con me ha funzionato, perché se non avessi avuto la curiosità di sapere quali sono state le reazioni di fronte a quel film scandaloso, difficilmente avrei acquistato. E quindi alla fine non mi è nemmeno poi pesato così tanto l'essere stata platealmente fregata dalla quarta di copertina.

Insomma, un libro all'altezza del Vitali dei tempi migliori, in cui si percepisce più cura nella scrittura e meno ansia di pubblicare a tutti i costi qualunque cosa. Lo consiglio!

Titolo: Un bel sogno d'amore
Autore: Andrea Vitali
Pagine: 371
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Garzanti
ISBN: 978-8811687542
Prezzo di copertina: 9,90€
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formato brossura: Un bel sogno d'amore

domenica 24 agosto 2014

L'INCREDIBILE VIAGGIO DEL FACHIRO CHE RESTO' CHIUSO IN UN ARMADIO IKEA - Romain Puértolas

Io adoro l'IKEA. Adoro entrare lì dentro con l'idea di comprare una cosa e uscire con tutt'altra, di solito completamente inutile. Adoro fermarmi al ristorante svedese a mangiare le polpette e la torta con i pinoli, all'uscita fermarmi nel negozio svedese a comprare le palline al cocco. E poi incastrare tutto in auto, arrivare a casa e montare tutto.
Come potete quindi immaginare, quando ho visto questo libro in libreria per la prima volta, sono stata immediatamente attratta dalla copertina gialla e blu e dal curioso titolo. Ero un po' indecisa però se comprarlo o meno, visto il costo un po' proibitivo che hanno spesso le nuove uscite Einaudi. Per fortuna, una mia carissima amica, che sa quanto spesso siamo stati da IKEA negli ultimi mesi per arredare la casa nuova, me lo ha regalato per il compleanno.

L'inizio è folgorante. Questo fachiro arriva in Francia vestito di tutto punto, con in tasca solo una banconota da 100 €. La sua metà è l'IKEA più vicina, dove deve comprare l'ultimissimo modello di letto di chiodi, irreperibile nel villaggio indiano in cui vive. 
Una volta arrivato, scopre però che il suo letto non è disponibile immediatamente ma dovrà aspettare un giorno per poterlo ritirare. Un cambio di programma che è l'inizio di un incredibile susseguirsi di avventure al limite del paradossale, che lo porteranno in giro per il mondo con i mezzi di trasporto più disparati e che, soprattutto, cambieranno drasticamente la sua vita.

L'incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio IKEA è un romanzo divertente e molto piacevole da leggere, sia per il modo leggero eppure efficace in cui tratta alcuni argomenti scottanti dell'attualità (l'immigrazione clandestina e le assurde regole con cui si viene rispediti a casa, ma anche l'integrazione, la discriminazione e, ovviamente, l'amore), sia per l'assurdità delle vicende che capitano a questo buffo personaggio. 
Certo, all'IKEA in realtà il protagonista ci sta proprio poco, rappresenta solo il punto di partenza del suo viaggio, e, devo ammettere, questo è quasi un peccato, perché le prime pagine ambientate nel magazzino svedese sono semplicemente geniali (e non mi stupirei di vedere presto comparire qualche avviso di non entrare negli armadi). Ma se fosse rimasto lì, ovviamente, la storia si sarebbe esaurita presto e non avrebbe potuto trattare tutti gli aspetti detti prima.

Su questo romanzo ho letto molti pareri contrastanti: un libro piacevole e divertente, un libro assurdo e insulso. E in qualche modo riesco a comprendere entrambe le posizioni. Se non si amano le storie buffe e rocambolesche, i personaggi strampalati e le storie in parte inspiegabili, questo libro non andrebbe letto, perché appunto risulterebbe un po' assurdo, insulso e quasi incomprensibile. Così come non andrebbe aperto nemmeno se si cerca una storia impegnata che parli di tradizioni e immigrazione, perché questo romanzo impegnato non è. Se si cerca invece una storia divertente, scorrevole, ma che allo stesso tempo dà di che riflettere, questo romanzo è perfetto. 
E poi devo ammettere che lì sulla mia Billy ci sta proprio bene.

Titolo: L'incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio IKEA
Autore: Romain Puértolas
Traduttore: M. Botto
Pagine: 215
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Einaudi
ISBN: 978-8806218690
Prezzo di copertina: 16€
Acquista su Amazon:

sabato 23 agosto 2014

GIORNI DI ZUCCHERO, FRAGOLE E NEVE - Sarah Addison Allen

Non c'è niente di meglio che iniziare le letture in spiaggia con un libro di Sarah Addison Allen. Non credo che sarei mai riuscita a leggere e apprezzare un romanzo come questo fuori dal contesto vacanziero. Un po' per il titolo italiano decisamente scemo (ma non è certo colpa dell'autrice se il suo The sugar queen è diventato così), un po' perché la storia è molto leggera, a tratti un po' stereotipata e un tantino prevedibile.
Ma, come dicevo all'inizio, ero in spiaggia, spaparanzata al sole e il libro mi ha richiesto proprio l'impegno mentale che ero disposta a concedere a una lettura in quella situazione.

Protagonista è Josey, ventisettenne figlia unica di una delle famiglie più influenti di Bald Slope, paesino sulle montagne in cui tutti ancora ricordano la sua infanzia da bambina cattiva. Un'infanzia che lei stessa ricorda e cerca in qualche modo di espiare accudendo l'anziana madre, annullando completamente la sua vita. Il suo unico rifugio è l'armadio di camera sua, in cui nasconde libri e dolciumi. Proprio in questo armadio, un mattina, troverà chiusa Della Lee, un'esuberante e irruente signora che dice di aver bisogno di stare nascosta per un po'. Grazie a lei, la vita di Josey si movimenterà all'improvviso: sarà proprio grazie a questa donna nell'armadio che conoscerà Chloe, la donna perseguitata dai libri, e che avrà il coraggio di parlare con Adam, il postino di cui è segretamente innamorata da anni. Ma soprattutto, sarà grazie a lei che si ribellerà in qualche modo alla madre e deciderà cosa fare della sua vita.

Sebbene ci sia effettivamente un colpo di scena finale non del tutto prevedibile e la storia sia scorrevole e arricchita da quel pizzico di magia che sarebbe bello esistesse davvero nella vita di tutti i giorni, riflettendoci con calma il libro, non è poi nulla di che. Troppe cose vengono lasciate in sospeso, introdotte e non spiegate come avrebbero dovuto: sul colpo di scena, certo, ma anche della vita di Josey e del suo burrascoso passato (che diamine potrà mai aver fatto da bambina sta tizia per essere da tutti ricordata come "cattiva"?), e di quella di Adam. Cose che magari non sono nemmeno poi così importanti, ma che, pensandoci, avrebbero avuto bisogno di più spazio.

Certo, scopo dell'autrice era sicuramente quello di intrattenere il lettore con una storia leggera e coinvolgente, che non desse poi troppo da pensare, e in questo intento è riuscita sicuramente. Così come molto efficaci sono i riferimenti ai libri e all'incredibile potere che questi possono avere nella vita di ognuno di noi (una strizzata d'occhio ai lettori, insomma, un po' per ingraziarseli un po' perché a volte effettivamente i libri con noi si comportano davvero così). Però, ecco, poteva esserci qualcosina in più. Qualche pagina, qualche maggiore approfondimento e il libro non sarebbe stato un semplice romanzo rosa da spiaggia, ma qualcosa di più profondo.

Comunque, se state cercando qualcosa di poco impegnativo, da leggere oziando da qualche parte, Giorni di zucchero, fragole e neve può decisamente fare al caso vostro. 
Anche se di fragole non ce ne sono.

Titolo: Giorni di zucchero, fragole e neve
Autore: Sarah Addison Allen
Traduttore: Roberta Marasco
Pagine: 287
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: Sonzogno
ISBN: 978-8845425530
Prezzo di copertina: 9,90€
Acquista su Amazon:

sabato 9 agosto 2014

Ferie rampanti... finalmente!

Un breve post per salutarvi e comunicarvi che per circa due settimane il blog non verrà aggiornato.
Domani mattina presto presto, infatti, il lettore rampante e io finalmente partiremo per le ferie! Staremo una decina di giorni in campeggio in Maremma e poi, sulla strada del ritorno, ci fermeremo tre giorni a Firenze.

Ovviamente ci riposeremo, ma visiteremo anche un sacco di posti, mangeremo e berremo tantissimo e, ovviamente, leggeremo tanto!

Questi sono i libri che porteremo con noi:



La colonna di sinistra è formata dai libri del lettore rampante, quella di destra dai miei. (la guida serve a entrambi e la settimana enigmistica ce la litigheremo). Quest'anno ho scelto libri scorrevoli e non troppo impegnativi... Insomma, direi che al mio ritorno avrò tanto di cui parlarvi!

Bene, ora vi saluto, che domattina si parte all'alba e devo ancora chiudere la valigia. Quindi, fate i bravi, divertitevi sia che stiate a casa sia che andiate via e, soprattutto, leggete un sacco! 

venerdì 8 agosto 2014

LA MOGLIE - Jhumpa Lahiri

Non so bene perché, ma ci metto sempre un po' di tempo prima di decidermi a leggere romanzi che sono ambientati in Oriente. E' una cultura che conosco poco e che non mi ha mai attirato più di tanto. Credo sia sempre la solita questione di predisposizione mentale, che ci porta a preferire una cultura rispetto a un'altra. 
Mi rendo conto però che questa mia predisposizione mi porta a perdermi qualcosa, qualcosa che potrebbe anche piacermi, qualcosa di bello, da cui mi tengo stupidamente lontana.

Questo libro di Jhumpa Lahiri è una di quelle cose belle che stavo per perdermi. Per fortuna poi mi sono lasciata convincere a superare le mie rimostranze, oltre che da una copertina che trovo bellissima nella sua semplicità, da un numero impressionante di commenti positivi. A questo poi aggiungiamo che l'autrice ha vinto il Pulitzer per la narrativa, con una raccolta di racconti,  e che io ultimamente sto adorando tutti i premi Pulitzer.

La moglie è principalmente un romanzo d'amore: l'amore che lega due fratelli, Subhash e Udayan, nati a pochi mesi di distanza in un sobborgo di Calcutta, cresciuti insieme e poi separatisi, quando il destino ha preso per ognuno di loro una piega diversa. L'amore che c'è tra Udayan e Guari, nato sui banchi dell'Università e vissuto nel pieno della rivolta maoista alla fine degli anni '70, in cui Udayan crede fortemente e a cui Guari si associa per amore di quest'ultimo. L'amore che viene poi dopo la tragedia, un amore che non regge, ma che in un modo o nell'altro genera altro amore.
Sullo sfondo ci sono l'India e l'America, con le loro forti differenze e le loro contraddizioni, con la voglia di restare e la voglia di andarsene dall'una e dall'altra.

E' un libro molto intenso, La moglie. Un libro che analizza diversi aspetti ed emozioni della vita dei suoi protagonisti: gli ideali per cui siamo disposti a tutto, l'egoismo che spesso questi generano, l'amore che vacilla e l'impossibilità di dimenticare e di andare avanti. I personaggi sono molto ben caratterizzati. Soprattutto Gauri, la moglie del titolo, che ammetto di aver odiato con tutta me stessa, e Subhash, che invece ho amato, fin da subito, per il suo modo di farsi carico di tutto, senza mai venire realmente riconosciuto.

Questo romanzo mi ha fatto conoscere aspetti storici che non conoscevo, ma anche aspetti umani, sentimenti e reazioni quasi assurde che possono nascere nelle persone e che, in qualche modo si possono capire, se non approvare.
Insomma, è un romanzo che, per la storia che racconta e per il modo in cui la racconta, merita assolutamente la lettura anche se, come me, non siete particolarmente affascinati dall'India e dall'Oriente in generale. Un romanzo che non vi dovete perdere.


Titolo: La moglie
Autore: Jhumpa Lahiri
Traduttore: F. Oddera
Pagine: 426
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: Guanda
ISBN: 978-8860880413
Prezzo di copertina: 18€
Acquista su Amazon:
formato brossura: La moglie

mercoledì 6 agosto 2014

Due titoli, un solo libro: ma perché? #88

Ed eccoci arrivati all'ultima puntata della rubrica di confronto tra titolo originale e sua traduzione prima dell'interruzione di due settimane dovuta alle mie tanto agognate ferie estive. Durante le quali, cercherò di decidere cosa farne, visto che ultimamente immagino abbiate notato non sia stata poi così costante nel pubblicare questi post. Un po' per impegni di lavoro (la settimana scorsa, ad esempio, ero a Bruxelles e non ho avuto tempo di programmarla), un po' per pigrizia, un po' perché, per quanto di esempi e di argomenti ce ne siano sempre tantissimi, ho paura che stia perdendo un po' del suo fascino e divertimento iniziale. 

Insomma approfitterò di queste due settimane per decidere che piega farle prendere, se continuare così o darle una nuova forma. Vedremo!

Per la puntata di oggi sfrutto uno dei tanti suggerimenti che mi avete mandato nel tempo (e ne approfitto per scusarmi con quelli che ancora non hanno trovato spazio in un post, prima o poi parlerò di tutto). Uno fresco fresco, che mi è arrivato giusto ieri e che dire che mi abbia lasciato basita è davvero dire poco.

Il suggerimento arriva da moloch981, blogger di Libri... e basta, che ha argomentato talmente bene la sua segnalazione che prendo direttamente le sue parole per presentarvi la questione:
La Newton Compton nella sua collana Live Deluxe ha da poco fatto uscire il classico di Seneca "De brevitate vitae", tradizionalmente tradotto "La brevità della vita"... Questa edizione però è uscita col titolo "È facile vivere a lungo se sai come fare", che gioca evidentemente col titolo del fortunato "È facile smettere di fumare se sai come farlo" di A. Carr. Magari a qualcuno può anche piacere e trovarlo ironico, un modo per "svecchiare" un classico. A me sembra un po' di cattivo gusto e, oltre tutto, anche, se vogliamo, scorretto: non è che Seneca voglia parlare di come vivere *più a lungo* (anzi, dice proprio che la vita è già abbastanza lunga), ma di come vivere *meglio, più pienamente*.
 L'edizione a cui si fa riferimento nella segnalazione è questa, curata e tradotta da  Mario Scaffidi Abate


Di questo "De brevitate vitae" esistono tradotte in italiano (con o senza testo a fronte) diverse edizioni, come succede un po' con tutti i classici latini e greci che vengono pubblicati da quasi tutte le case editrici nelle loro apposite collane (non so se vi ricordate al liceo che i professori specificavano sempre quale editore prendere). Come viene fatto notare anche nella segnalazione, lo si trova tradotto solitamente con "La brevità della vita" o in alcuni casi "Su la brevità della vita". A volte viene addirittura lasciato in lingua originale. La Newton Compton, che sta ripubblicando un po' tutti questi classici nelle sue collane supereconomiche, già in passato aveva pubblicato questo saggio, con lo stesso traduttore e curatore, tra l'altro, nelle vecchie edizioni a 1000 lire, con un titolo diverso, ovvero Come vivere a lungo (ora esiste solo in ebook)



In questa nuova versione ha quindi deciso di smentire se stessa, modificando nuovamente la sua traduzione. Una scelta che avrebbe avuto anche un senso, se effettivamente l'avesse corretta. Invece, modifica il titolo ulteriormente, e, come giustamente viene fatto notare, in qualche modo lo scimmiotta, prendendo spunto da un saggio moderno, È facile smettere di fumare se sai come farlo di A. Carr, che qualche anno fa ha avuto un successo strepitoso, ma che, soprattutto, con Seneca non ha assolutamente nulla a che fare Una scelta per vendere di più? Difficile dirlo, anche perché non stiamo parlando di un romanzo potenziale best seller ma di un saggio classico che ha un pubblico di nicchia. Anche perché con questo cambio il rischio che l'opera non venga riconosciuta è molto forte... e devono essersene resi conto anche loro, dato che hanno aggiunto come sottotitolo l'originale.

Insomma, nemmeno più per i classici c'è un po' di rispetto... e sono sicura che Seneca si starà rivoltando nella tomba.

lunedì 4 agosto 2014

DONNE DAGLI OCCHI GRANDI - Ángeles Mastretta

Ogni volta che leggo un libro scritto da un'autrice sudamericana, non posso fare a meno di pensare che queste scrittrici abbiano, almeno nel nostro paese, una visibilità troppo limitata rispetto alla loro bravura. C'è la Allende, che le copre un po' tutte, senza che mi sia mai stato ben chiaro il motivo (soprattutto considerando che la Allende degli ultimi anni è diventata, per me, quasi illeggibile). Arrivano i suoi romanzi, in ogni formato ed edizione, a discapito di molti altri,  altrettanto se non addirittura più meritevoli, che invece rimangono a lungo sconosciuti ai più. 

Ángeles Mastretta è messicana ed è una di queste autrici che, per loro sfortuna, risentono dell'ombra gettata dalla Allende. Ne avevo già avuto l'impressione con Male d'Amore e l'Emozione delle cose. Una scrittura bella, scorrevole, molto sudamericana, che racconta storie forti e intense, mai banali, che però non tutti arrivano a scoprire. 

Con questo Donne dagli occhi grandi ne ho avuto la conferma. Qui l'autrice ci parla di donne e ci parla d'amore e passione, ma anche di amicizia, paura e morte. E lo fa attraverso tanti piccoli racconti, ognuno con protagonista una donna diversa, che si ritrova ad affrontare quello che la vita le mette davanti. Dalla passione sfrenata alle delusioni d'amore. Dai matrimoni felici a quelli di convenienza. Dalla voglia di ribellarsi all'obbligo di obbedire a convenzioni e imposizioni familiari. Dalla paura di vivere a quella di morire. 
Attraverso queste donne, queste zie,  Ángeles Mastretta offre uno spaccato della società messicana e di un epoca, da un punto di vista prettamente femminile, senza però mai scadere nello sdolcinato o nel melenso. Sono donne forti, intelligenti (e che come succede e alla zia Daniela, si innamorano come  "s’innamorano sempre le donne intelligenti: come un’idiota"), che combattono ogni giorni per essere se stesse.

Certo, alcuni racconti sono davvero troppo sbrigativi e le loro protagoniste avrebbero forse meritato un po' di spazio in più. Di altri, invece, non si riesce sempre a cogliere perfettamente il senso. Ma sui trentasette racconti che formano questa raccolta, la maggior parte mi sono piaciuti e mi hanno emozionare. Sono belle, tutte queste donne dagli occhi grandi, come lo sono un po' tutte le donne che lottano, amano e vivono davvero. 
Insomma, una lettura piacevole, scorrevole e a tratti molto intensa, che, nonostante qualche punto debole, mi sento davvero di consigliare. Soprattutto se amate la letteratura sudamericana e siete un po' stufi di sentire parlare sempre e solo degli stessi autori.

Titolo: Donne dagli occhi grandi
Autore: Ángeles Mastretta
Traduttore: Gina Maneri
Pagine: 176
Anno di pubblicazione: 2005
Editore: Giunti
ISBN:9788809787803
Prezzo di copertina: 5,90€
Acquista su Amazon:
formato brossura: Donne dagli occhi grandi

sabato 2 agosto 2014

L'AUDACE COLPO DEI QUATTRO DI RETE MARIA CHE SFUGGIRONO ALLE MISERABILI MONACHE - Marco Marsullo

Ultimamente i libri con protagonisti anziani vanno molto di moda. Lanciati forse dal successo di Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve o dai quattro vecchietti della serie del BarLume di Marco Malvaldi (ma probabilmente anche da altre opere precedenti, che al momento mi sfuggono), i protagonisti di questi libri sono sempre attempati signori che vivono con estrema ironia ma anche tanta consapevolezza la loro età avanzata, pur senza arrendersi mai all'inevitabile scorrere del tempo e combattendo sempre e comunque contro tutto ciò che la vita, seppur forse ancora breve, mette loro davanti. Ho scoperto che questi romanzi mi piacciono molto, mi fanno sempre divertire ma anche riflettere.
Per cui quando una mia amica mi ha detto di questo libro di Marco Marsullo, che ha come protagonisti quattro vecchietti che vivono in una casa di riposo, e me ne ha raccontato a grandi linee la trama, mi è subito venuta voglia di leggerlo. 

Approfittando di una gita a Roma, organizzata dalle Miserabili Monache, che gestiscono la casa di riposo Villa delle Betulle, quattro dei suoi residenti decidono di organizzare un colpo a Rete Maria, la televisione locale, che trasmette ogni sera un terribile rosario. Alla spedizione partecipano Agile, settantaquattrenne con un rene solo, un odio viscerale per tutto e una passione per i pistacchi; Guttalax, dolce e ingenuo e con seri problemi intestinali; Rubirosa, che parla in spagnolo, inghiotte pastiglie di Viagra come fossero caramelle e ha una passione sfrenata per le over sessanta; e Brio, il braccio armato della combriccola, con l'insana passione per le esplosioni. Quattro amici che vivono insieme in questa casa di riposo e che insieme affrontano tutte le difficoltà quotidiane: le già citate miserabili monache, ma anche Capitan Findus e la sua piccola gang, con la quale il gruppo non ha buoni rapporti. La gita a Roma si trasforma ben presto in qualcosa di più: oltre al colpo a Rete Maria, infatti, Agile vuole approfittare dell'opportunità per chiudere definitivamente un conto con il passato.

Il romanzo è davvero molto divertente. Al punto che più volte, durante la lettura, mi sono ritrovata a ridere da sola, come una scema (considerando che l'ho letto in parte in aereo e in parte in aeroporto a Bruxelles, potete immaginare la bella figura che ho fatto), di fronte alle trovate di questi vecchietti e alla genialità dell'autore nel pensarle e metterle su carta. E mi sono anche commossa, per il forte legame di amicizia che lega questi quattro personaggi, sempre pronti a combattere gli uni per gli altri, anche per le battaglie più strane e assurde.

Leggendo, mi è ritornato in mente un altro romanzo che tanto avevo amato,e che secondo me Marsullo ha letto (se non l'hai fatto e per qualche bizzarro motivo passi di qua, te lo consiglio caldamente!), ovvero La banda degli invisibili di Fabio Bartolomei. Sempre anziani protagonisti legati da una fortissima amicizia, sempre le difficoltà della vita di tutti i giorni da affrontare, sempre un piano da portare a termine. Nel libro di Marsullo manca, volutamente, la componente di critica sociale che invece è presente in quello di Bartolomei, e si focalizza di più sull'amicizia, sui legami e sul tempo che passa. Però ecco, se si è amato uno si amerà sicuramente anche l'altro.

Insomma, L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle miserabili monache, come il già il titolo lasciava presagire, è un libro divertente e commovente, scorrevole ed estremamente piacevole da leggere, che lascia un bel ricordo nel lettore.

Concludo dicendo che mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensa di un libro del genere, scritto da un giovane tra l'altro, un lettore che ha la stessa età dei protagonisti. Non ho un nonno pirata a cui farlo leggere, purtroppo.

Titolo: L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle miserabili monache
Autore: Marco Marsullo
Pagine: 216
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Einaudi
ISBN: 978-8806218881
Prezzo di copertina: 16,50 €
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venerdì 1 agosto 2014

MIDDLESEX - Jeffrey Eugenides

Mi capita spesso di girare attorno a certi libri per mesi, o anni, prima di decidermi a leggerli. E di solito mi succede con quei libri universalmente riconosciuti come belli, quelli di cui trovo sempre e solo commenti positivi e recensioni entusiaste e persone che li consigliano quasi ad occhi chiusi. Ci arrivo sempre un po' più tardi, a questi libri, perché mi incutono un po' di timore. Metti che non mi piace? Metti che non lo capisco? Metti che con me qualcosa non funziona? Poi comunque ci arrivo e, solitamente, mi pento per aver aspettato così tanto.

Middlesex di Jeffrey Eugenides rientra di diritto in questa categoria. E' forse uno dei casi più lampanti: una media di quattro stelline e mezza su aNobii, commenti positivi che si sprecano e occhi che brillano non appena si sente nominare il titolo. Dopo un po' di titubanza, finalmente l'ho letto anche io. Con un po' di ansia, all'inizio, con un po' di fatica, nel mezzo, e con grande entusiasmo alla fine.

Innanzitutto non avevo ben chiaro di cosa parlasse. O meglio, sì, ovvero la storia di Callie/Cal, un ermafrodito che si accorge di esserlo solo da adolescente, che dopo essere stato cresciuto e allevato come una femmina, all'improvviso deve fare i conti con la realtà e decidere che cosa vuole essere, che cosa sente di essere. Una storia che mi incuriosiva molto, perché non credo sia semplice trattare un argomento del genere. Non avevo però capito che, in realtà, Middlesex è una saga familiare, che parte da lontano, molto lontano, dai nonni di Callie fuggiti alla guerra in Turchia e approdati negli USA, pronti a ricominciare, e che poi ripercorre la vita loro e dei figli  nelle decadi centrali del '900, tra integrazione razziale, proibizionismo, guerre e chioschi di panini. Fino ad arrivare appunto a Callie e alla sua scoperta sconvolgente.

Jeffrey Eugenides scrive benissimo, e non per niente con questo libro ha vinto il Pulitzer nel 2003. Però, devo ammettere, di aver faticato un po' durante la lettura. Troppi dettagli, soprattutto del passato, che avrebbero anche potuto non esserci. E troppo breve, almeno per quanto mi riguarda, l'attenzione su Callie e sulla sua scoperta, sicuramente la parte che ho preferito.
Un centinaio di pagine in meno e il libro per me sarebbe stato perfetto. La scorrevolezza avrebbe vinto sulla fatica, rendendo la lettura più piacevole.

Riesco però a comprendere perfettamente l'entusiasmo e i commenti positivi, perché siamo di fronte a un libro indubbiamente bello, che offre un ritratto fedele della società e tratta un argomento particolare e difficile della sessualità. E sicuramente lo consiglierò a chiunque me lo chieda, magari mettendolo in guardia dalla probabile noia di alcuni passaggi.

Titolo: Middlesex
Autore: Jeffrey Eugenides
Traduttore: Katia Bagnoli
Pagine: 608
Anno di pubblicazione: 2003
Editore: Mondadori
ISBN: 978-8804584360
Prezzo di copertina: 11 €
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formato brossura: Middlesex