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giovedì 14 novembre 2013

Incontrando... Gianrico Carofiglio

Le presentazioni dei libri e degli autori possono essere influenzate, positivamente ma anche negativamente, da chi viene chiamato a presentarli. Sì, lo so, sto dicendo un'ovvietà e ne avevo avuto prova anche in passato. Mi spiace però averne avuto conferma ieri sera, durante la presentazione di un autore che aspettavo da una vita di poter conoscere dal vivo e sentir parlare.
Purtroppo, infatti, per quanto bravo, Gianrico Carofiglio non ha potuto fare molto di fronte a una presentatrice che magari è una donna piena di cultura, brava a organizzare e a gestire eventi, ma che messa su un palco accanto a uno scrittore non è in grado di portare avanti la conversazione.

Sono arrivata al Circolo dei Lettori di Torino con un'oretta di anticipo, dopo una lauta cena in compagnia di un'amica. L'incontro era riservato ai possessori delle tessere del circolo e, anche così, ci è stato consigliato di arrivare molto in anticipo perché buona parte dei posti sono stati riservati (da quelli con la tessera più cara della mia). In mia compagnia, Elisa, una ragazza che ho conosciuto qui sul blog e che mi ha fatto un piacere immenso vedere per la seconda volta dal vivo.

Il lampadario della sala Grande del Circolo dei Lettori
 (mille lampadine, ma tutte a risparmio energetico)
Due terzi della sala erano effettivamente riservati. Ci siam sedute in fondo e abbiamo atteso le nove, ora d'inizio della presentazione.
Carofiglio è arrivato puntuale, si è seduto e la sua presentatrice ha preso la parola per presentarlo. Ed è stato evidente fin da subito che qualcosa non avrebbe funzionato.
Un po' civettuola (per carità, Carofiglio è un bell'uomo), un po' confusa, ci sono voluti almeno dieci minuti prima che lasciasse effettivamente parlare lo scrittore.


Carofiglio ha parlato di un sacco di argomenti interessanti, non limitandosi esclusivamente alla presentazione e alla promozione di Il bordo vertiginoso delle cose, libro da poco pubblicato dalla Rizzoli. Ha parlato del suo modo di scrivere e del suo modo di vedere la scrittura. Un argomento molto interessante che da solo avrebbe potuto tener viva una conversazione per ore. 
"Diffidate dagli scrittori che dicono di scrivere per se stessi, perché se così fosse non proverebbero nemmeno a pubblicare" ... avrei voluto salire sul palco e abbracciarlo, perché se uno vuole scrivere solo per se stesso, terrebbe un diario chiuso a chiave in un cassetto, non darebbe un testo in pasto a editori e, soprattutto, ai lettori.
"Diffidate dagli scrittori che dicono al lettore come dovrebbe leggere un loro libro. Il lettore ha sempre ragione, se motiva la sua interpretazione. L'autore può essere in disaccordo con lui, certo, ma non può dire che ha sbagliato". Mettersi a litigare con un lettore è una delle cose peggiori, a mio avviso, che un autore possa fare. Certo, dipende da come il lettore si pone, ma uno scrittore non può dirgli "non hai capito niente", può dirgli "io non volevo intendere quello" (e di nuovo, avrei voluto salire sul palco e abbracciarlo).
"C'è una differenza tra narcisismo dello scrittore (tutti gli scrittori sono narcisisti e hanno un loro ego) e narcisismo della scrittura". E qui si riferiva a  quei libri volutamente criptici, scritti per dimostrare di saper scrivere.
E oltre a queste frasi ne ha dette anche altre, su cui, come vi dicevo, si sarebbe potuto dibattere per ore e che invece si sono concluse con la presentatrice che dice: "Molto belle le parole che hai detto. Andiamo avanti" (e qui, volevo salire sul palco e menarla).

Ha poi parlato della situazione politica del passato, quella raccontata nel suo libro ("ma davvero credevano di fare la rivoluzione ammazzando persone che non c'entravano niente?"... frase più o meno condivisibile, ma che comunque racchiude il senso delle sue parole e della sua opinione), ma anche di quella del presente con il suo ruolo da deputato per il PD conclusosi da poco ("Ho dichiarato apertamente il mio dissenso nei confronti delle primarie dei parlamentari... e non sono più stato richiamato a fare il parlamentare").

Ha letto due passi del libro, ha provato a fare battute (il racconto della telefonata al suo editor per annunciargli che avrebbe scritto parte del libro nuovo in seconda persona è stato bellissimo) e risposto a qualche domanda del pubblico ("Perché ha lasciato la magistratura?"- "Perché il lavoro di scrittore per me ha preso il sopravvento e non sarei più riuscito a mettere il lavoro di magistrato in primo piano"- "Quindi è prigioniero dei suoi personaggi?" "Non mi sembra di aver detto questo, scrivo perché mi piace e perché mi va di farlo").

Un momento molto bello è stata la consegna all'autore di una copia di Testimone Inconsapevole tradotto in Swahili. Un progetto voluto da Mohamed Aden Sheikh per portare la cultura italiana negli ospedali somali.

E poi, ovviamente, alla fine c'è stato il firmacopie. Avrei voluto fargli autografare un paio di libri ma non ho osato, c'era troppa coda e la presentatrice era ancora lì sul palco insieme a lui con sguardo arcigno. Quindi, gli ho dato solo Testimone inconsapevole, dicendogli che il libro nuovo l'ho letto ma in ebook e farlo autografare sarebbe stato un problema. Lui mi ha risposto che una volta qualcuno gliene ha fatto firmare uno, ma che effettivamente è un bel problema.



Anche a distanza di ore dalla conclusione della presentazione, dopo averci dormito su (e dopo un imbarazzante episodio che mi è successo nel parcheggio), non riesco a togliermi di dosso una sensazione di delusione. Avevo tantissime aspettative per questa presentazione (se seguite il blog, sapete quanto io ami Gianrico Carofiglio), ero curiosa di sentirlo parlare e di sentirlo interagire e mi sono ritrovata di fronte a una presentazione piatta, a tratti quasi noiosa (non che l'autore fosse noioso, sia chiaro, ma senza qualcuno a farti "da spalla" difficilmente si può parlare di certi argomenti senza, alla lunga, annoiare un po'), ravvivata solo dai suoi tentativi di rivolgersi direttamente al pubblico e ignorare, seppur in modo molto elegante, la presentatrice (che ha chiamato Guerrieri "ispettore". Senza parole.)
Peccato, davvero.

13 commenti:

  1. Tempo fa era venuta in libreria una signora che non sapeva cosa prendere e mi aveva dato come indicazione solo un 'Mi piace Carofiglio'. Da lì in poi mi sono basata sulla tua libreria xD Quindi sì, si sa che adori Carofiglio.
    Mi spiace per questo incontro un po' mancato, mi fosse successo con Benni mi sarei strappata i capelli dall'irritazione.
    Però è bello quel poco che è riuscito a dire.

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    1. Probabilmente l'aver avuto aspettative molto alte ha reso il tutto ancor più deludente. Anche se il malcontento era abbastanza diffuso in sala, anche tra i non fan sfegatati (quando ha detto "l'ispettore Guerrieri" c'è stata una mezza rivoluzione).
      Alcune delle cose che ha detto sono completamente condivisibili e belle, anche se avrebbero meritato una discussione anche per capire quanto fosse effettivamente sincero (se ci pensi, uno scrittore che dice di diffidare di certi tipi di scrittori forse è un po' autocompiacente).
      Buh, speriamo che la prossima volta vada meglio...

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  2. È accaduta una cosa simile anche alla presentazione cui ho assistito io. Un'introduzione di buoni 10 minuti, noiosa e ripetitiva, ma poi il microfono è stato lasciato a Carofiglio che ha saputo intrattenere il pubblico magnificamente. L'intervistatore si è chiuso nel suo silenzio non so perché (presentatore anche lui scrittore sebbene non così famoso e con lavori di giornalista e direzione rai... insomma non uno qualunque, credo, ma bah) ma Carofiglio è stato davvero in gamba a intrattenere e interessare. E poi ci sono state così tante domande dal "pubblico" che insomma è andata bene...
    e noto che il sorrisino è il suo marchio di fabbrica! ha dovuto spiegare a una vecchietta che gli ha portato il libro che quello era un sorrisino ma la vecchietta non ha bene afferrato il concetto e ha fatto una faccia che valeva mille parole... :D

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    1. Ecco, le domande dal pubblico ieri sono state relegate al fondo, gli ultimi cinque minuti e ne è stata posta una con tono quasi accusatorio (quella dello scrittore come vittima dei personaggi). Non so, lo stesso Carofiglio mi è sembrato anche un po' in imbarazzo (ma il clima del circolo tende un po' a farlo, lo ero anche io :P).

      La faccina è bellissima! Mi sono stupita anche io quando me l'ha disegnata :D

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  3. A me viene naturale pensare che un autore esprima il massimo di se stesso attraverso la parola scritta: per questo è sempre un rischio quello di andare a sentirlo parlare. Ma non credo si tratti di un qualcosa in meno, quanto piuttosto di una predisposizione naturale a una forma d'espressione piuttosto che un'altra.
    Le frasi che hai riportato mi piacciono molto e mi invogliano a leggerlo, magari non è riuscito a prendere in mano la conversazione a causa della spalla (non propriamente robusta), o anche per un limite personale, perché no.
    A chi non capita di immaginare chissà quali discorsi nei propri pensieri, e poi non riuscire a renderli minimamente? Ci sta, e questo è il lato più umano e più vero.

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    1. Ci sta eccome, ci mancherebbe! Anzi è una cosa che mi chiedo spesso come facciano gli scrittori a fare le presentazioni, soprattutto quello un po' più timidini.
      Però credo che le "spalle" servano anche a quello, ad aiutare quegli scrittori che magari di fronte al pubblico si agitano un po'. Magari era pronto a un bel dialogo e si è ritrovato a dover affrontare una specie di monologo...

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    2. Al Salone del Libro di Torino, con David Grossman, mi è capitato esattamente il contrario: mi aspettavo che fosse più timido e impacciato, invece mi ha piacevolmente (?) delusa... In realtà non so quanto piacevolmente, perché ogni tanto mi piace pensare che anche loro siano umani come noi :)

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    3. Ma la mia critica non è Carofiglio eh, assolutamente!

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  4. Ti capisco benissimo.
    Alla presentazione di Inio Asano (mangaka) al Lucca Comics c'era un presentatore che non sapeva presentare e non sapeva cosa chiedergli °-°, ci sono stati lunghi e imbarazzanti momenti di silenzio.
    Non si dovrebbe sottovalutare il carisma e l'empatia di chi presenta...secondo me poi un presentatore come si deve dovrebbe aver letto e amato i libri dell'autore, altrimenti per me non ha molto senso :/
    Cioè io mi convinco a prendere un libro se vedo che anche a qualcun altro è piaciuto tanto...mi spiace!

    PS Non ho mai letto Carofiglio xD

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    1. Non so dirti se questa presentatrice avesse o meno letto i romanzi di Carofiglio, perché le (poche) domande che gli ha fatto su quello nuovo erano talmente generiche che chiunque avesse letto anche solo un'altra intervista avrebbe potuto fargliele.
      Momenti di silenzio imbarazzante non ce ne sono stati per fortuna, ma Carofiglio ha letto due volte due pezzi e non sembrava che la lettura fosse prevista... un po' come se volesse togliersi dall'imbarazzo, non so.
      E' stato un peccato, davvero, perché con un presentatore dal carisma giusto sarebbe potuta venire fuori una bellissima intervista (s'è parlato di scrittura, di politica, tutti argomenti che avrebbero meritato un bel dibattito).
      Boh, guarda anche dopo quasi ventiquattro ore se ci penso mi viene ancora il nervoso :P

      PS: Leggi la saga dell'avvocato Guerrieri!!! :D

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  5. Accidenti quanto vorrei vivere a Torino (o per lo meno un po' più vicina)
    Mi dispiace che la presentazione non sia stata un gran che, per ora ho sempre avuto esperienze positive e una delusione del genere non ci vuole. Mannaggia a questi incompetenti che si credono chissà chi e rovinano le esperienze agli altri!
    Ciao

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    1. A me era già capitato in passato, ma mai di rimanere così tanto delusa. Credo c'entri molto anche il fatto che aspettavo di conoscere Carofiglio da tantissimo tempo e quindi avevo aspettative molto alte.
      (Poi magari la prossima volta che vado a sentirlo succede lo stesso e scopriamo che è "colpa" dello scrittore :P)

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  6. Io invece rimpiango il fatto di non aver detto a Carofiglio che la tipa davanti a me in fila per la firma aveva recensito ben 10 dei suoi libri!

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