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lunedì 14 gennaio 2013

BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE - Alessandro D'Avenia

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.

Pensavo peggio.
Sì, lo so, mi rendo conto che non sia proprio il massimo come incipit di una recensione ma è l'unico efficace per esprimere in breve il mio pensiero. Perché davvero pensavo molto peggio. 
Mi sono tenuta lontana il più possibile da questo libro, sia perché non amo molto leggere i libri nel momento in cui tutti li leggono, sia e soprattutto per i commenti tanto discordanti che ha generato (c'è chi lo ha amato, chi ha visto in D'Avenia un nuovo Moccia). Poi una mia amica me l'ha prestato, dicendomi "tienilo lì e se ti viene voglia leggilo". Ho aspettato un po' prima di decidermi ma alla fine l'idea che per giudicare bisogna innanzitutto sapere di che cosa si sta parlando ha preso il sopravvento.

Per quanto riguarda i pareri contrastanti, mi colloco nel mezzo. Un libro senza infamia e senza lode, che a volte cade nel banale e nello stereotipato, mentre altre riesce comunque a creare qualcosa di originale.
La storia è quella di Leo, un sedicenne, alle prese con il suo primo vero innamoramento. La prescelta è Beatrice, una bellissima ragazza dai capelli rossi, con cui Leo instaura una storia d'amore platonico, perché, almeno per il momento non ha il coraggio di rivelare i suoi sentimenti. Accanto a lei ci sono gli amici, le partite di calcetto, la playstation e la chitarra elettrica e Silvia, la sua migliore amica. 
L'amore per Beatrice si trasforma in dolore quando si scopre che la ragazza è malata di leucemia. Una malattia terribile, che a poco a poco se la sta divorando e portando via. Leo riuscirà ad avvicinarsi alla ragazza, prima donando per lei il sangue, poi trovando il coraggio, grazie a Silvia, di andare a trovarla a casa.  Il ragazzo si ritrova così a starle accanto fino alla fine, affrontando qualcosa più grande di lui e di entrambi che, se da un lato lo lascerà sconvolto e a pezzi, dall'altro gli farà acquistare maggiore consapevolezza della vita e della morte.

Il finale è ovviamente molto prevedibile. Fin dalla prima presentazione dei personaggi si sa già chi alla fine si metterà con chi e cosa succederà ad ognuno dei protagonisti. E forse la pecca più grande di questo romanzo è proprio questa: la sua prevedibilità, l'uso di personaggi abbastanza stereotipati che non risultano sempre del tutto credibili. Abbiamo Leo e il suo rapporto di forte amicizia con Silvia, che ovviamente è innamorata di lui da sempre e che si accontenta del ruolo che ha pur di stargli vicina. Abbiamo il professore "Sognatore", supplente di storia e filosofia nella classe di Leo per circa un anno, che più che insegnare cerca di fare da mentore ai ragazzi, spiegando loro che dovrebbero sempre seguire i propri sogni (avete presente "L'Attimo Fuggente"? Ecco.). Così come i genitori di tutti i vari ragazzi, tutti perfetti, tutti consapevoli di fare la scelta giusta.

Certo, bisogna ammettere che penso che questa ingenuità in parte sia voluta, per descrivere al meglio il punto di vista di questi sedicenni. Lo stesso narratore, con il suo linguaggio a tratti fastidioso e ricco di banali citazioni pseudo filosofiche (ammetto di aver pensato di lanciare il libro dalla finestra dopo le prime 30 pagine), è comunque un adolescente che si trova ad affrontare tutti i problemi tipici di quell'età, più quello della morte. 

Quindi direi un senza infamia e senza lode. L'autore deve sicuramente maturare (il fatto che sia un romanzo d'esordio è evidente in ogni pagina) ma un po' di potenziale direi che ce l'ha.

Titolo: Bianca come il latte rossa come il sangue
Autore: Alessandro D'Avenia
Pagine: 254
Anno di pubblicazione: 2011
Editore: Mondadori
ISBN: 978-8866210054
Prezzo di copertina: 13,00 €
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formato brossura: Bianca come il latte, rossa come il sangue



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