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mercoledì 6 giugno 2012

CAINO - José Saramago

A vent'anni dal "Vangelo secondo Gesù Cristo", José Saramago torna a occuparsi di religione. Se in passato il premio Nobel portoghese ci aveva dato la sua versione del Nuovo Testamento, ora si cimenta con l'Antico. E sceglie il personaggio più negativo, la personificazione biblica del male, colui che uccide suo fratello: Caino. Capovolgendo la prospettiva tradizionale, Saramago ne fa un essere umano né migliore né peggiore degli altri. Il dio che viene fuori dalla narrazione è un dio malvagio, ingiusto e invidioso, che non sa veramente quello che vuole e soprattutto non ama gli uomini. È un dio che rifiuta, apparentemente solo per capriccio e indifferenza l'offerta di Caino, provocando così l'assassinio di Abele. Il destino di Caino è quello di un picaro che viaggia a cavallo di una mula attraverso lo spazio e il tempo, in una landa desolata agli albori dell'umanità. Ora da protagonista, ora da semplice spettatore, questo avventuriero un po' mascalzone attraversa tutti gli episodi più significativi della narrazione biblica: la cacciata dall'Eden, le avventure con l'insaziabile Lilith, il sacrificio di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di Sodoma, l'episodio del vitello d'oro, le prove inflitte a Giobbe, e infine la vicenda dell'arca di Noè. Riscrittura ironica e personale della Bibbia, invenzione letteraria di uno scrittore nel pieno della maturità, compone un'allegoria che mette in scena l'assurdo di un dio che appare più crudele del peggiore degli uomini. 


Leggere un romanzo di José Saramago richiede sempre un notevole sforzo mentale. Non è facile entrare in sintonia con il suo stile, seguire le sue frasi complesse e le sue trame spesso intricate. Provo questa sensazione con ogni suo romanzo: "L'Uomo Duplicato", "Cecità", "Il vangelo secondo Gesù Cristo", "L'anno della morte di Ricardo Reis". Tutti libri non semplici da leggere. Ma tutti grandi capolavori.
Perché appena ci si abitua allo stile di questo grande autore, è impossibile non rimanere affascinati dalla sua bravura e da quello che racconta. Dei capolavori di genialità.

"Caino" rientra in questo gruppo di romanzi: difficile da leggere ma semplicemente fantastico. Saramago aveva già proposto un'incredibile lettura delle Sacre Scritture con "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", reinterpretando la vita di Gesù dalla nascita alla morte e proponendoci un aspetto più realistico di quest'uomo, con le sue ansie, le sue paure, le sue debolezze di uomo. Questa volta invece l'autore si cimenta con l'Antico Testamento, prendendo Caino come protagonista e muovendolo attraverso diversi episodi famosi che ci vengono narrati nelle Scritture. La storia di Caino più o meno la sappiamo tutti: per gelosia ha ammazzato il fratello Abele, colpevole di essere il favorito da Dio. Caino non nega le sue colpe ma ne attribuisce altrettante anche a Dio: è stato lui a scegliere il fratello come preferito, è stato lui a non scegliere di fermarlo. E Dio in parte riconosce questa sua colpa e condanna Caino a sopravvivere ma errando senza pace per deserti e città. 
L'uomo si troverà a compiere un viaggio particolare, tra passato e presente, per i vari episodi dell'Antico Testamento: incontrerà Abramo e Isacco giusto in tempo per evitare il sacrificio. Assisterà alla distruzione di Sodoma e Gomorra, dove a morire sono più innocenti che peccatori. Vedrà la separazione delle lingue e la distruzione della Torre di Babele, e via dicendo fino al finale sull'Arca di Noè.
E di tutti questi episodi, Caino non farà a meno di notare l'incongruenza e la cattiveria di questo Dio che tutto vede e tutto può: sacrificherà innocenti, scenderà a patti con satana con cui farà anche scommesse, accetterà incesti e ucciderà per suo capriccio tutte le genti del mondo.

Saramago ha un modo semplicemente incredibile di raccontare: buffo e ironico nel descrivere certi aspetti della vita di allora e certi ragionamenti (e ammetto di aver letto il libro canticchiando praticamente sempre nella mia testa "La Genesi" di Guccini) e schietto, crudele e agghiacciante nell'evidenziare le assurdità che si commettono in nome di Dio e da Dio stesso.

Come mi era già successo con "Il vangelo secondo Gesù Cristo", non posso fare a meno di chiedermi che sentimenti ha suscitato o susciterebbe un libro del genere nell'ambiente ecclesiastico o anche solo in un cattolico praticante. Per me, che forse in qualcosa credo ma di sicuro non nella chiesa in quanto istituzione che troppe volte predica bene e razzola malissimo, che vive ancora chiusa in delle idee del medioevo senza la capacità (o la voglia o l'interesse) di adeguarsi al presente, è veramente un libro geniale.
Consigliatissimo!

Nota alla traduzione: non deve essere stato facile tradurre questo romanzo e la traduttrice ha fatto un buon lavoro.

Titolo: Caino
Autore: José Saramago
Traduttore: Rita Desti
Pagine: 142
Prezzo di copertina: 8 euro
Editore: Feltrinelli

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3 commenti:

  1. Grazie mille per la bella recensione! :)

    Valentina
    www.peekabook.it

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  2. Saramago è uno degli autori contemporanei (anche se ormai non più in vita) che prediligo. eppure ricordo che la prima volta che mi ci sono avvicinata, ho avuto una sorta di rifiuto: come potevo leggere quei periodi senza respiro? con la punteggiatura inesistente, le frasi spezzate... avevo mal di mare. Ma una volta che ci si ambienta, si viene investiti dalla sua forza narrativa e non se ne può più fare a meno. Certo è leggo un Saramago all'anno: è impegnativo e dopo averlo letto ho bisogno di leggerezza!!!

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  3. Si concordo... nemmeno io riuscirei a leggere più di uno, massimo due saramagno all'anno.
    Io credo di avere iniziato con uno dei più "soft", "L'uomo duplicato", che mi aveva proprio travolta nella sua genialità... e subito dopo è arrivato "Cecità", che di nuovo mi ha lasciato senza fiato.
    E' un autore che va sicuramente letto... alternandolo a qualcosa di più leggero :)

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