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venerdì 10 febbraio 2012

IL MEGLIO CHE POSSA CAPITARE A UNA BRIOCHE- Pablo Tusset

Cosa succede quando Pablo Baloo Miralles, trentenne disadattato e arrogante, fannullone, misogino, oltre che pecora nera e noto filosofo della Rete, si trova coinvolto in un mistero nel quartiere più "figo" di Barcellona? A bordo di un coupé, Pablo ci guida nei meandri di una storia ricca di allegri sprazzi alcolici, divagazioni veneree, sulle tracce di suo fratello Sebastián, detto The First, presidente della Miralles & Miralles, la prospera azienda di famiglia. Una fuga con l'amante? La vendetta di qualche impostore della concorrenza? Un rapimento? L'agitazione dei familiari costringe Pablo a improvvisarsi detective nelle viscere di un'inedita Barcellona dalle mille meraviglie.


Ok, ok. Io amo molto i libri ambientati in Spagna. Amo molto i libri che parlano (seppur solo nel titolo) di cibo. Amo molto i libri che hanno come protagonisti degli antieroi un po' sfigati e tragicomici che però nascondono lati inaspettati. E amo molto anche i libri un po' strampalati se alla fine la trama ha un senso e tutto torna.
E quindi è ovvio che abbia amato molto anche questo libro, al punto che quasi mi è spiaciuto averlo finito.

Pablo Baloo Miralles è il secondogenito fannullone e disadattato di una famiglia ricchissima di Barcellona, ha sempre vissuto nell'ombra del fratello perfetto, ma questo in realtà non gli è mai poi pesato così tanto. Gli basta poter bere, farsi qualche canna, un po' di coca se ce n'è, andare a puttane come e quando gli va, fare il filosofo su internet con i suoi amici, ed è contento.
Ma suo malgrado per aiutare il fratello scomparso improvvisamente senza avvisare nessuno, si ritroverà a investigare nella vita di quest'ultimo, venendo a conoscenza di suoi impensabili segreti tra ammucchiate, amanti e soldi spesi a palate, e si ritroverà immerso in una Barcellona che non conosceva, fatta di pedinamenti, bugie e sette massoniche che poi così male non sono.

Credo che già solo il titolo e l'incipit siano qualcosa di incredibile. Così come i protagonisti, Pablo talmente disadattato che è difficile non trovarlo simpatico, la sua amica Fina, uno spirito libero, ingenuo e naive che cerca negli altri le attenzioni che il marito non gli da', i genitori "psicopatici" dei fratelli Miralles, anche loro troppo buffi per essere considerati odiosi. E così quasi tutti i personaggi di contorno che Pablo incontra e con cui interagisce ogni giorno.

Insomma, un libro ironico, scanzonato e irriverente, che a mio avviso merita parecchio!

Nota alla traduzione: la traduttrice sceglie per riproporre lo stile del personaggio di sbagliare l'ortografia di alcune parole. Questa scelta può funzionare nel caso dei discorsi indiretti, ma trovo che all'interno della narrazione (seppur in prima persona) sia un tantino eccessivo e fastidioso. Ma sono scelte.
"Mi è costato talmente tanto innamorarmi di me stesso che non ho più voglia di fare uno sforzo del genere per qualcun altro"
"la fine di una storia è l'inizio di un'altra"

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