Pagine

mercoledì 4 gennaio 2012

HARRY, RIVISTO - Mark Sarvas

Chi sognasse di incontrare finalmente un personaggio sfaccettato, deprecabile e irresistibile, insomma magistralmente imperfetto, sappia che Harry Rent, radiologo californiano quarantenne, non solo non lo deluderà, ma si inciderà profondamente nella sua memoria: perché Harry, maldestro in ogni sua impresa, è un uomo che migliora soltanto attraverso i suoi sbagli. La moglie è morta durante un intervento di chirurgia estetica, ed è con riluttante empatia che ricostruiamo a ritroso un viaggio emotivo fatto di rimorso, nostalgia, rancore, desolazione, e della immediata tentazione di un nuovo amore. Proprio per far colpo sulla nuova improbabile preda, Harry si imbarca in una serie di avventure che porteranno ad altrettanti comicissimi disastri, sullo sfondo di un'America contemporanea che Sarvas dipinge con scanzonata, crudele ironia, disseminando il racconto di tocchi di suspense.

Affrontare la prematura dipartita di una persona cara non è una cosa semplice e non esiste un modo giusto o sbagliato per farlo. E ancora più difficile diventa quando ci si sente in qualche modo colpevoli per quello che è successo. E' quello che capita a Harry, rimasto vedovo dopo che la moglie Anna è morta durante un intervento di chirurgia estetica. Harry non riesce a piangere, a stento capisce come mai gli altri piangano così tanto. Si sente come in una bolla, che proprio non ne vuole sapere di esplodere. Quindi, per il momento, l'unico modo che ha per affrontare questa perdita è quello di tentare di conquistare la cameriera carina che ha conosciuto al bar la mattina prima di andare al funerale.
Per farlo mette in atto una strategia da novello conte di Montecristo, personaggio che diventerà la sua fonte di ispirazione per le sue azioni. Harry deciderà infatti di conquistare il cuore della bella Molly diventando il benefattore di Lucylle, collega e amica della ragazza. Cosa c'è infatti di più sexy di un uomo che fa del bene agli altri senza motivo e senza chiedere nulla in cambio?
Il problema è che Harry è goffo e pasticcione, che sembra non riuscire a combinarne una giusta. Ma d'altronde anche la moglie si è sempre vergognata di lui. Fin dalla prima volta in cui l'ha presentato ai suoi genitori. E Harry lo ha sempre saputo e ha sempre sofferto per questo, pur mettendosi sempre da parte per amore di lei.

La narrazione del romanzo si alterna tra passato e presente: i rapporti di Harry con la moglie, le prime umiliazioni, le prime bugie si alternano ai maldestri tentativi di Harry di conquistare Molly e alle sue azioni non del tutto sincere di aiutare Lucylle. E poi ovviamente qualcosa cambia, Harry prende coscienza di sé, di quello che è stato e di quello che da adesso in poi dovrà essere.

Trovo che sia un libro molto bello, che ti butta all'interno del vortice della vita e dei pensieri di Harry senza permetterti di uscirne. Harry è un eroe sfigato, consapevole della sua goffaggine ma che vorrebbe smettere di esserlo. E' un personaggio maldestro e insicuro per cui è difficile non provare simpatia. E le situazioni in cui si ritrova, in cui si infila da solo, sono spesso molto esilaranti (e Lucylle, altro personaggio che ho adorato, è decisamente un'ottima spalla).
Mi è piaciuto parecchio e lo consiglio a tutti!

Nota alla traduzione: quando sono andata alla Fiera del Libro di Torino del 2011, nello stand Adelphi stavo raccontando al mio ragazzo di quanto poco mi piacciano le traduzioni di questa casa editrice. Una mia docente all'Università ci aveva raccontato delle politiche traduttive adottate da questo editore e da allora ho iniziato a farci più attenzione. (Ok, dirlo proprio dentro lo stand dell'Adelphi non è stato molto gentile, ancor più che una signora mi ha sentito ed è corsa a riferirlo al marito... ma va beh, direi che non sono falliti). Questo traduzione conferma ancora una volta questa mia opinione negativa. Scelte di parole parecchio infelici, utilizzo di termini arcaici completamente ingiustificato ("Donde viene", "Passa por mente", "Positura", "diecine") si alternano a veri propri errori ("gli passò un SALVIETTINO PULITO"). Per un momento si potrebbe anche pensare che sia così anche l'originale, ma se si prende un qualunque altro libro di Adelphi si ritrovano facilmente le stesse scelte infelici, creando così una sorta di traduzione standardizzata. Che a mio avviso, rovina i libri.


Per acquistare: Harry, rivisto (Fabula)

Nessun commento:

Posta un commento