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giovedì 10 novembre 2011

IL MERCANTE DI LIBRI MALEDETTI - Marcello Simoni

Anno del Signore 1205. Padre Vivïen de Narbonne viene braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede un libro molto prezioso, che non vuole cedere agli inseguitori. Tentando di fuggire, precipita in un burrone. Tredici anni dopo Ignazio da Toledo, di ritorno da un esilio in Terrasanta, viene convocato a Venezia da un facoltoso patrizio per compiere una missione: dovrà recuperare un libro molto raro intitolato "Uter Ventorum", lo stesso libro posseduto da Vivïen. Il manoscritto in questione conterrebbe precetti derivati dalla cultura talismanica caldaico-persiana e sembrerebbe in grado di evocare gli angeli, per poter partecipare della loro sapienza. Ignazio si metterà alla ricerca del libro, che secondo le indicazioni è tenuto in custodia nella Chiusa di San Michele presso Torino. Ma alla Chiusa di San Michele, anziché trovare il libro, Ignazio si imbatte in un mistero: l'"Uter Ventorum" è stato smembrato in quattro parti nascoste in Linguadoca e in Castiglia. La curiosità di scoprire il contenuto di quelle pagine lo sprona a proseguire nella ricerca, nonostante il pericolo. Riuscirà svelare tutti gli enigmi che il libro contiene e a evocare gli angeli e la loro sapienza?

Ci ho provato. Vi giuro che ci ho provato. Ma non riesco a continuare a leggere questo romanzo. E' più forte di me. Sono arrivata a pagina 175 per inerzia e senza ricordarmi praticamente nulla di quello che ho letto. O meglio, mi sono ricordata della trama di: "I Pilastri della Terra" di Ken Follet, "La Cattedrale del Mare" di Falcones, "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco, "Il Codice da Vinci" di Dan Brown. E senza nemmeno sforzarmi tra l'altro! Probabilmente se ci pensassi un po' di più, me ne verrebbero in mente molti altri.
Bello! Diranno i miei piccoli lettori. Per niente! Rispondo io. Perché a parte quest'eco lontana, che più che ispirazione sa tanto di copia, questo romanzo non ha nulla a che spartire con nessuno di quelli che ho elencato prima. Persino Dan Brown, famoso per scrivere romanzi un po' tutti uguali a lungo andare, è riuscito a fare meglio. Almeno "Il Codice da Vinci" ti cattura, ti invoglia a proseguire pur sapendo che stai leggendo un sacco di cavolate.
Qui no. I personaggi sono tutti uguali, tutti misteriosi, tutti da un passato oscuro, tutti con una strana espressione sul volto (un'epidemia di paresi, probabilmente). E la storia non decolla, è noiosa e vai avanti dicendoti "massì, ora qualcosa succederà no?" No. O almeno, non nelle 175 pagine che ho letto (solo già più di metà comunque, e un thriller in cui nelle prime 175 pagine non succede niente non è sicuramente un thriller...). E anche lo stile, è pesante e ripetitivo.
L'unica cosa che ti fa venire in mente questo romanzo quindi è: "ma devo leggerlo per forza?".

Io odio abbandonare i libri. Credo di averlo fatto si e no quattro volte in tutta la mia vita (i più famosi: "Il Signore degli Anelli" abbandonato dopo 4 pagine e "Siddartha" abbandonato dopo 10 la prima volta e dopo 60 la seconda). Mi sembra quasi di tradirli, di far loro un torto che non si meritano.

Però boh, a tutto c'è un limite.

ps: ah, ve l'ho detto che questo libro era già uscito nel 2007, presso un'altra casa editrice e con almeno un centinaio di pagine in più? La Newton quindi l'ha preso, gli ha tolto un po' di cose abbastanza a caso, ha abbassato drasticamente il prezzo e ha cercato, in parte con successo, di fregare un bel po' di lettori (fonte Sul Romanzo)


se volete acquistarlo per smontarlo anche voi: Il mercante di libri maledetti (Nuova narrativa Newton)

3 commenti:

  1. grossa delusione! l'ho trovato insipido

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  2. Anche a me non piace abbandonare un romanzo, ma quando non si può andare oltre le (nemmeno) duecento pagine...!! Non l'ho letto ma mi fido di te: I pilastri della terra e Il nome della rosa sono dei capolavori, non posso leggere un vile imitatore ;o)
    Ps. Siddharta l'ho finito, ma non ha convinto nemmeno me, aspetto l'ispirazione per dargli una seconda possibilità, ma...

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  3. Io cerco sempre di dare seconde possibilità a siddartha ma non riesco mai a finirlo... non so bene come mai, i libri troppo mistici mi irritano, forse perché sono più "concreta", forse perché non sono in grado di meditare troppo sulle cose... Ma prima o poi ce la farò, sono sicura!

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