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martedì 8 febbraio 2011

L'AMORE E GLI STRACCI DEL TEMPO- Anilda Ibrahimi

La prima volta che Zlatan vede Ajkuna è rapito dal dondolio delle sue trecce che "si allungano quasi a toccare terra". Non sa ancora che quella bambina diventerà così centrale nella sua vita. Crescono insieme a Pristina, nella stessa casa, anche se lui è serbo e lei kosovara di etnia albanese. I loro padri, Milos e Besor, condividono la passione per la medicina e per le poesie di Charles Simic. Le loro madri, Slavica e Donika, litigano su come fare le conserve di peperoni e sui particolari di certe ballate, patrimonio comune dei popoli dei Balcani. Ma il Kosovo, in cui per secoli questi popoli hanno convissuto, alla fine degli anni Novanta sanguina. Ed è l'ennesima ferita al cuore dell'Europa balcanica. Tra i botti di Capodanno e gli spari della guerriglia, Ajkuna e Zlatan si promettono amore eterno "come solo due ragazzi possono promettersi". La storia però li separa: militare di leva lui, profuga lei. Ajkuna si ritrova in Svizzera, dove partorisce Sarah. Zlatan finisce in Italia, dove incontra Ines. Una ragazza minuta, con i capelli lisci che le cadono sulle spalle. Proprio come Ajkuna. In un montaggio alternato, il romanzo segue le vite dei due protagonisti, il loro rincorrersi e sfiorarsi, e forse perdersi. Lungo il cammino, in una babele arruffata di lingue, Zlatan e Ajkuna incroceranno una piccola folla di personaggi intensi, veri, col loro bagaglio di storie al seguito.

Ho appena chiuso questo libro e so già che mi mancherà. L'ho divorato in poche ore, talmente bella e coinvolgente è la storia narrata. Una storia dura, triste, di sofferenza ma anche di amore. Della sofferenza che solo una guerra può dare, una guerra recente tra serbi e albanesi, che lascia strappi profondi nella vita di tutti. E di amore, quello profondo e intenso che lega due bambini che crescono insieme che si proteggono e che sarebbero destinati a stare insieme. E' la storia di una promessa d'amore, che dovrebbe essere più forte di tutto. Ma la guerra non fa sconti. Irrompe nella vita, rende profughi e constringe a separarsi. E così succede ai due protagonisti: Zlatan in Italia si innamora di nuovo, si ricostruisce una vita, sempre però con un pezzetto di cuore mancante. Quello dedicato a Ajkuna, anche rifugiata politica, con una storia ancor più terribile alle spalle, quella di tutte le donne vittime dell'esercito. Entrambi però ricominciano a vivere, diventano altri, crescono e cambiano tanto che al momento del tanto agognato incontro stentano a riconoscersi. E poi c'è Ines, ci sono Sarah e Jacquelin, e ci sono soprattutto i genitori dei due ragazzi, il loro passato così terribilmente simile a quello dei figli.
E' un libro incredibile. Una storia d'amore (forse un pochino esagerata alla fine), ma anche una storia di guerra. Una storia che tocca nel profondo e che ti prende, forse anche perché si parla di un passato recente, un passato che tutti abbiam letto sui giornali.
Da leggere, assolutamente.

"Io non so niente, nessuno sa niente quando si innamora. Vaffanculo!"

"Si sono picchiati, sì, ma tutti si picchiano. Certi usano le parole, altri le mano. E altri ancora il silenzio."

"certi sogni sono già difficili da sognare per conto proprio, figuriamoci in due"

2 commenti:

  1. E' nella mia lista dei desideri da un pò...incerta se spendere questi 18 euro (sto andando in bancarotta!!!) ma adesso che ho letto il tuo commento mi sono convinta!!!!Grazie

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  2. cavolo, dovrei farmi pagare una percentuale dalle case editrici :D

    scherzi a parte, merita veramente tanto... io l'ho letto d'un fiato, ho segnato tante citazioni e mi ha lasciato tanto tanto...

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